Recensioni di starhunter

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Recensione alla storia Spezzarti il cuore ha fatto sanguinare il mio - 13/01/15, ore 21:29
Capitolo 2: Masato - It brings tears to my eyes
Grammatica: 6.5/15
Giudizio personale: 25/35
Totale 31.5/50
Innanzitutto voglio iniziare giustificando il voto della grammatica. La base è buona, tu scrivi bene e si vede, e infatti non ci sono tanti errori singoli, ma solo pochi errori però ripetuti in tutto il testo. Il punto dolente dell’intero racconto non è l’ortografia (i pochi errori di questo genere te li segnalo alla fine), ma la punteggiatura. Non prenderla come una presa in giro, poiché non lo è, ma credo ricorderò questa storia anche per i puntini di sospensione: li hai usati molto spesso, quasi ne hai abusato. Sono d’accordo sul fatto che ognuno ha uno stile diverso di scrivere, c’è chi utilizza frasi lunghe e piene di virgole, chi invece tanti punti fermi per dare un ritmo rapido alla lettura, tuttavia i puntini di sospensione rallentano molto la lettura poiché presuppongono una pausa piuttosto lunga atta a tenere in sospeso il lettore, almeno è così la regola generale, quindi okay metterli per segnalare l’esitazione nel parlare o la suspense momentanea nel dire qualcosa, ma è sempre meglio non abusarne.
Comunque, andiamo con ordine.
Qui di seguito ti segnalo innanzitutto dov’è che i puntini di sospensione sono superflui. Potresti benissimo sostituirli con un punto fermo, una virgola o qualsiasi altro segno d’interpunzione che credo meglio si adatti al contesto:
-“lo tirava verso quel luogo[…] o meglio”
-Ren alzò un sopracciglio[…] l’avevano appena”
-tutto quello che aveva fatto gli piombava ancora addosso[…] e il peso”
-con aria spietata, fredda, dura[…]un’aria che”
-“avere quelle dell’altro premute su di loro[…]
-fece ribellare il suo orgoglio[…]da quando”
-ma in tutto il resto del colpo sentiva solo gelo[…] soprattutto”
-“ per poi gettarlo via[…] come era”
-“ contro le peggio cose[…]ma lo diciamo”
-“ ma ti prego[…]Ascoltami
-“ Sai[…] mio fratello
Altro problema, sempre legato ai puntini di sospensione, si è presentato con il gioco maiuscola/minuscola, qui:
-“ Va bene, Masa, ho sbagliato… [p]er favore?”
-“ Ma non… [i]n realtà non volevo tradirlo”
-“ perdonarlo ancora una volta… [p]er lo meno”
Tra parentesi quadre ti ho segnalato dove credo sarebbe più corretto mettere la lettera maiuscola, in base alla regola generale che ne prevede l’utilizzo qualora i puntini possano essere sostituiti da un punto fermo. La minuscola invece si utilizza quando i puntini prendono il posto della virgola, svolgendo la sua stessa funzione di collegamento in un discorso.
Quando poi chiudi un discorso diretto che non termina per punto esclamativo, di domanda, o puntino di sospensione (o anche virgola, ma questo è un caso a parte), è buona regola mettere un punto fermo. Non esiste una regola fissa che ne determina la posizione, quindi si può mettere dentro alle caporali oppure fuori, ma in ogni caso è bene metterlo. Purtroppo è un errore che nella tua storia ho riscontrato spesso, e a malincuore ho dovuto comunque segnalartelo ogni volta. Te ne riporto giusto un paio di esempi, per farti capire a cosa mi riferisco.
-«Ti prego, Masa non volevo»[.]”
-“Lo dici sempre, e finirà di nuovo così»[.]”
-“Forse stare con te mi aveva fatto tornare voglia di essere etero[.]”
E via dicendo così.
Quando invece il discorso diretto viene intervallato da un pezzo narrato, di solito si mette un punto fermo dopo il pezzo narrato e prima del secondo parlato (es: “Sì”, disse[.] “Lo farò”.), oppure una virgola a cui poi segue la minuscola (es: “Sì”, disse, “lo farò”.).
E infine, gli errori ortografici di cui ti avevo accennato all’inizio, che come vedi sono solo piccoli errori e niente di più. Oltre a una o due virgole mancate prima del vocativo (tipo qui: «Cazzo[,] Masa…»), spesso ricorri alla “d” eufonica quando non serve. (“ad infierire”, “ed Otoya”, etc). Di solito va messa dopo la “e”, la “a” o la “o” solo se la parola successiva inizia per “e”, “a” oppure “o”. Unica eccezione è il pronome personale “io”. Scrivere “ed io” non è considerato un errore.
Comunque sia è uno sbaglio molto comune, quindi non l’ho tenuto granché di conto, ciò che invece ho dovuto, ahimé, tenere un po’ in considerazione – ma nemmeno molto - sono stati questi due errori:
-“le mani abili tanto [nel] pianoforte quanto sul suo corpo…”. Qui è la preposizione “nel” che è sbagliata poiché implica che Masato suoni ciò che è dentro il piano, e invece così non è, per cui sarebbe più corretto scrivere “sul” o “al” pianoforte.
-I segni di interpunzione ripetuti (tipo qui: «… Otoya, ma che cazzo c’è che non va in me?? Perché non sono tornato indietro a chiarire da lui?? Perché l’ho fatto?!?!», etc). Sì, è utile per dare enfasi ad un discorso e per far capire l’emozione di chi sta parlando, ma mi è stato insegnato che ripetere due o più volte i punti di domanda, o quelli esclamativi, o entrambi, è un errore. Se poi è cambiata la regola ed io non sono aggiornata, allora chiedo scusa.
Ok, per la grammatica terminiamo qui. Credo di aver detto tutto ciò che potevo dire in merito, per cui spostiamoci alla parte generale, e comincio dicendo che non sono molto convinta della caratterizzazione dei due protagonisti. Mentre i personaggi di contorno erano tutti più o meno in linea con il carattere d’origine, Ren l’ho trovato troppo meschino in certi punti, a tratti un po’ stronzo, passami il termine, e al contrario l’ho visto troppo debole in altri. Masato invece mi è sembrato semplicemente troppo “piagnucolone”. Sono d’accordo sul fatto che non è certo una cosa bella scoprire che la persona che ami di più al mondo ti ferisce così e per l’ennesima volta, tuttavia mi è sembrato che in alcuni punti non avesse nulla del Masato che conosciamo, specie se penso a quel gesto finale. Mi ha dato l’impressione che tu abbia adattato i personaggi al contesto, facendoli agire nel modo più comune in quel genere di situazione, quando invece sarebbe stato preferibile – nei limiti del possibile- fare esattamente l’opposto: adattare la situazione ai personaggi così da non correre il rischio di incappare in questi problemi.
Grammatica e lacune nella caratterizzazione a parte, la tua storia è leggibilissima e godibilissima, complice la trama che pur sul classico andante è di quei modelli coi quali non sbagli mai. Per quanto in realtà sia una cosa negativa, io sinceramente non ti ho penalizzato molto per l’originalità in questo senso, ma solo perché, ripeto, con una cosa del genere non si sbaglia mai: piace un po’ a tutti, me compresa. L’hai comunque saputa gestire bene, hai reso molto bene la situazione e hai saputo inserirci i personaggi, e il finale così triste mi ha lasciato lo ammetto con un leggero magone, ma solo perché per Ren non c’era più possibilità di rimediare ai suoi errori. Ha capito troppo tardi che doveva tenersi stretto Masato e mettere da parte l’orgoglio. Cecil glielo aveva anche detto. Con ciò non cambia che un gesto del genere è un po’ azzardato se compiuto da Masato, secondo il mio modestissimo parere, ma voglio accantonarlo per un attimo in questa valutazione complessiva, e guardare solamente all’effetto generale e al peso che ha avuto nella storia. Sicuramente è stata la parte che più ho apprezzato poiché è il culmine di tutto l’angst che si è andato accumulando nelle righe precedenti, fin dall’inizio del testo.
A tuo favore ha giocato molto anche il pairing principale: la RenMasa è una coppia che ho molto rivalutato da un po’ di tempo a questa parte; Otoya e Tokiya sono i miei amori, ma… per caso c’erano accenni Camus/Cecil? No perché in tal caso avresti la mia eterna riconoscenza e la mia eterna stima dato che, per qualche motivo che non ho ancora ben capito, pochissime persone apprezzano questa coppia.
Infine, ho apprezzato le citazioni della canzone, e ho apprezzato anche la canzone che è stata quasi come una colonna sonora per l’intera storia, accompagnando la vicenda di Ren e Masato fino all’ultimo.
Tirando le somme è anche la tua una storia che ho letto con piacere; c’è qualcosa su cui lavorare, da rivedere e modificare, e la posizione in classifica lo conferma, ma quando si è ancora agli inizi è tutto normale: nessuno di noi è un talento della letteratura, per cui bravissima davvero  per il lavoro che hai fatto!