Recensioni di Watashiwa

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Recensione alla storia It was not me, It was the Universe - 27/10/16, ore 00:40
Capitolo 1: It was not me, It was the Universe
Buonasera!
Innanzitutto, perdona il tremendo ritardo nel passare e concludere lo scambio di letture che ci eravamo prefissati!
Allora, se proprio devo dirla tutta, sono convinto di essere uno dei pochi che ha (in sostanza) gradito il finale canonico della serie, che mi ha veramente preso come altre non hanno fatto, nei anni precedenti.
È piuttosto evidente che Tracy sia e sarà sempre l'anima gemella di Ted che ha sempre voluto incontrare e con la quale mettere su una famiglia assolutamente invidiabile, difatti il rapporto che notiamo tramite i flashback è molto idilliaco e ben collaudato, e questo lo si percepisce per davvero.
Però c'è anche da dire che la relazione con Robin è quella di una coppia consolidata, realista, con tutte le problematiche e gli alti e i bassi che caratterizzano tutto quanto.
Una delle cose che più mi ha innervosito penso sia la sua lentezza e il suo piangersi addosso, con degli intervalli mostruosi e alla lunga tiratissimi...ma questo è un altro discorso.

Per quanto riguarda la one-shot (che è la cosa più importante di cui parlare) quello che posso dirti che è una what-if ben più meticolosa e riflessiva rispetto alle dinamiche del finale e che riesce a penetrare abbastanza bene in quello che notano i figli, quello che non si beve Lily e i rischi che Ted deve cercare di abbattere da un certo punto della storia, gradualmente.
La reazione di Barney all'inizio non mi ha veramente sorpreso, mi aspettavo esattamente la considerazione di un errore per non voler rovinare niente della sua vita e di quello che era riuscito a ottenere dopo anni e anni: insomma, una reazione umana e in linea con quello che ne è stato del suo personaggio e la sua evoluzione.
Penso che il tempo che passa sia servito a delineare quell'affetto e quella considerazione di cui Ted ha bisogno di provare per capire che con Barney ha veramente voglia di mettere le cose a posto e farle quadrare, come un canestro in una partita che sa di prova del 9.
Ho gradito leggere della sorpresa di alcuni personaggi presenti qui visto che era cosa risaputa il fatto quello che provasse Ted per Robin per un sacco di tempo, in quanto è una cosa inaspettata per tutti che però è vera, abbastanza riconducibile a dei gesti che compie e che fa per se stesso, principalmente.
La parte finale è senza dubbio molto forte e risulta essere quella più motivante e pregna di citazioni che è quasi imbarazzante da quanto è resa bene con la sua dolcezza profonda ma espressa e raccontata con quel tocco semplice, mai ruffiano o dispersivo.
La canzone che entrambi avevano composto, quel luogo così speciale, le luci molto soffuse e la realizzazione (da parte di entrambi) di ciò che hanno bisogno per stare veramente bene, riuscendo a capire di quanto il tempo abbia privato loro di tante cose e di situazioni che al principio sembravano perfette e irrimediabilmente forti ma che poi si sono sfaldate definitivamente oppure trasformatesi per via dell'imprevedibilità della vita stessa e di quello che dona.
Anche il dialogo che rivolgono l'un altro risulta essere veramente efficace quanto romantico e rappresenta il desiderio di costruire un futuro insieme, solido e dove dentro ci siano quelle piccole, grandi cose che riescono a renderli uniti nella loro integrità e nel modo di essere opposti, direi anche in questo caso.
Ho particolarmente adorato la suddivisione della storia, i suoi tagli nelle scene e nei momenti più significativi, come se effettivamente fosse una lunga scena di un episodio da vivere e percepire fino all'ultimo ciak; dal punto di vista narrativo risulta  azzeccato, così come la scelta dello stile e di alcune forme di espressioni nitide ma non per questo prive e nude del loro significato ("la voce che sembra balsamo per le ferite" è stata in assoluto LA MIA PREFERITA, suona così musicale e intimamente forte a livello emotivo).
Non ti nasconderò che dopo averla letta per la prima volta avrei voluto che ci fosse una sorta di focalizzazione più approfondita ma poi ho capito il perché è lì a suonare, perché è presente e perché quella scena risulta così naturale e non montata per creare il lieto fine; è una dichiarazione spontanea e veritiera, di consapevolezza, che mi ha fatto provare non pochi brividi nel suo essere disarmante quanto fortemente genuina.
C'è stato un buon amalgamento dei generi e per questo è una what-if per quanto mi riguarda ben riuscita e molto personalizzata ma non così distante dai punti buoni che ci hanno fatto conoscere la serie con la sua trama orizzontale, con la sua dolcezza profonda, la sua intensità.
In sostanza, mi è piaciuta davvero molto per il suo sentimentalismo e lo spessore intrinseco che hai regalato alle ambientazioni, ai personaggi e ai gesti che compiono in ogni parte della storia che hai steso con egregia creatività,  per cui ancora tanti, tanti complimenti!

Un abbraccio enorme e alla prossima,

Watashiwa