Recensioni di Ireide

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Recensione alla storia #-The Beauty and the Beast-# - 22/05/16, ore 12:55
Capitolo 1: Aperitivo.
Ciao Cara!
Dunque passavo di qui e sono incappata in questa storia, devo dire che già dall'introduzione e dal titolo sei riuscita a scaturire interesse, quindi mi sono subito fiondata a leggere.
Mi piace molto. Nel senso che, arrivata a fine capitolo, sono rimasta spiazzata nel constatare che si, effettivamente era terminato, subito desiderosa di scoprire di più, e leggere di questa coppia. Sono praticamente ossessionata dalla Hannigram, e quindi solitamente quando mi imbatto in un Hannibal/OC, tendo ad essere immediatamente diffidente: qui invece no. Mi piace molto il personaggio di Eleonore, il carattere determinato e la bellezza prorompente, mi piacerebbe davvero leggere la sua 'evoluzione psicologica, ma sono sicura che nei prossimi capitoli riuscirò a riscontrarla.
Will è Will, così come Jack sta a Jack, sei riuscita a mantenere i due caratteri in IC, quindi su loro due niente da ridire, e mi piace molto l'amicizia fra i due agenti, la trovo centrale e stimolante, nella storia. 
Alcuni dubbi me li ha suscitati Hannibal, molto sensuale, provocatorio quasi ha perso la freddezza dei suoi pensieri, ma tutto sommato mi è piaciuto molto.
E niente, che dire, spero aggiornerai presto, e ci vediamo alla prossima!
Ireide
Recensione alla storia Dying sun - 02/02/14, ore 22:59
Capitolo 11: Rain
Okay...allora prima di tutto, AUGURI!* Tira coriandoli, hannydolcietti , Helena e Hanny che fanno cose in macchina!*
Bene è da tanto, anzi, tantissimo che non mi metto a recensire seriamente la tua meravigliosa storia e i tuoi capitoli. So,direi di iniziare subito, senza perdermi in inutili chiacchiere e in inutili film mentali da fingirl ossessionata e maniacale. Helena sembra aver preso molto a cuore il caso di Dakota e cerca costantemente di rendersi utile, di fare qualche passo avanti, di cercare di tirarla fuori da quel guscio fatto di lacrime ed odio, in cui la ragazza si è rinchiusa. E cerca di farlo con cose semplici genuine, che non possano intaccare lo stato d’animo , già ridotto a brandelli. Brandelli fatti di sangue, carne, visi sconosciuti ...sordi e temibili dolori. E Helena cerca di fare ogni cosa in suo potere, e quel che ne ricava è una parola semplice quanto complicata, lucente ed oscura, pronunciata da una voce flebile ed impotente, da una donna che ha visto il su sogno d’amore venir infranto con una coltellata. Helena cerca e ricerca, trova parole su parole, mentre quella parola le s’infrange nelle pareti oscure e vibranti della sua mente; sta lì in quello studio, divorata dal dubbio, con gli occhi scuri puntati su libri ed enciclopedie di ogni genere. E rumori di passi sicuri e pacati la distraggono, mentre quella voce che ha agognato e respinto per innumerevoli volte la porta a scattare e a immolarsi per lui. Vede quello sguardo oscuro scorrere sul suo corpo con lussuria e indifferenza, ne studia le movenze e forme di donna con occhio critico e calcolatore, mentre quella bestia, mentre Satana lotta per ucciderla ed averla. Questa è una cosa che adoro nel tuo modo di descrivere e rappresentare Hannibal; è complicato ma riesci sempre a far emergere due lati completamente opposti della sua personalità, ovvero, il suo esser umano e quella bestia crudele ed insensibile che ha dentro. Perfetto.
La guarda e l’accompagna vicino a quella vecchia porta attraversata e consunta da innumerevoli passanti, offrendole nuovamente a distanza di anni un passaggio e un aiuto, sotto la pioggia scrosciante e spietata. Ho adorato questa scena, in quanto mi ha ricordato tantissimo la volta in cui ,in U.F, Will l’aveva lasciata sola per andare da Alana, e lei aveva trovato riparo fra le pareti di pelle della macchina del dottore.
“Per un attimo aveva avuto l’assurdo pensiero che lui non sarebbe potuto mai entrare in una chiesa, come se una forza invisibile lo respingesse.
Aveva fermato la macchina davanti alla chiesa per farla scendere ed era andato a cercare parcheggio, ma Helena aveva irrazionalmente sospettato che in realtà non volesse semplicemente entrare – ma, a quanto pareva, si era sbagliata.

Lo osservò attentamente dirigersi verso di lei, quasi aspettandosi di vederlo crollare a terra in preda agli spasmi da un momento all’altro, o di vederlo arrampicarsi su una parete ruotando il collo di cento e ottanta gradi. Aveva con sé un ombrello nero, che prima non aveva e che presumibilmente doveva aver preso in macchina.

Helena aveva sempre scioccamente pensato che Satana non potesse entrare nella casa di Dio.

Il fatto di non credere né in Dio né, per contro, nella sua antitesi diabolica, per un attimo era scalato in secondo piano di fronte alla miracolosa visione di Hannibal Lecter entrare in una chiesa.” Ma tipo che questa scena è un capolavoro? No ,davvero! Richiama tantissimo lo scontro fra Helena e Hannibal, quando lui, in preda al suo delirio, con la voglia di vederla agonizzane e morta, soffoca le sue preteste e il suo discorso con un “ Io, sono Satana”. Splendido, davvero! Mi ha fatto salire i brividi questa parte e soprattutto ho amato Helena in una maniera indescrivibile qui, non puoi minimamente capire. Bravissima , liebe!
Si confronta, con l’uomo che l’aveva vista crescere, ignaro dei suoi drammi familiari e della completa assenza di fede da parte di quella donna, metà bambina e metà assassina. L’aiuta cercando di vedere altro oltre a sorrisi cortesi e sguardi di gelida indifferenza, mentre cerca fra antichi scaffali, libri di letteratura Italiana, libri che narrano di gironi spietati, cani a tre teste e traghettatori infernali; libri consumati e studiati da dita eleganti e crudeli, quelle stesse dita che le avevano inferto cicatrici su cicatrici, mai richiuse a fondo nella sua psiche; dita forti e dolci quanto terribili e malvagie. Dita di un diavolo che gioca a fare Dio. Il suo.
“- Già, carina – rimarcò affiancandosi a quello che le si era avvicinato, - diciamo pure che sei una bella gnocca.

Helena sentì i muscoli del braccio di Hannibal contrarsi sotto il cappotto.

No.

- Grazie – si sforzò di rispondere, - siete molto gentili. Non è che potreste lasciarci passare, ora?

Le sarebbe piaciuto sputargli in faccia e sventrarlo con quella bottiglia rotta, invece si limitò a ringraziarlo e chiedergli di lasciarla passare.” Muscoli che si tendono e scattano, muscoli che vogliono ucciderla e proteggerla nello stesso momento. Credo che Hannibal, da un certo punto di vista, consideri Helena come una sua proprietà. Non so perché, ma ho sempre questa sensazione quando leggo di loro due, come quando Carlise le si avvicina ,interrompendo così i loro prolungai contatti visivi, Hannibal si infastidisce all’istante. Sono splendidi e li voglio assolutamente assieme a scambiarsi tanti bacini e coccole. * Momento di fangirling folle*
E Hannibal si scaglia contro di oro, li tortura nel peggiore dei modi, perché gli da fastidio, o meglio, lo manda letteralmente in bestia la spocchia e l’atteggiamento del suo emulatore; perché odia la maleducazione e soprattutto perché lei non deve esser toccata da altri che non siano lui. More lui!**
E Helena lo sfida, ci gioca spietata e folle, dimostrandogli quanto vale e quanto in realtà sia forte e temibile. S’impunta come una bambina, ma Hannibal gli ricorda ancora una volta chi fra i due comanda, chi è il capo, il genitore. E urla e strepita e cerca di far sentire la rabbia e il dolore che prova, la delusione che gli scava il petto...e quel’insana eccitazione che la pervade.
“- Perché mi sta facendo questo? – sussurrò con voce spezzata mentre le sue mani scendevano sui suoi fianchi.
Lui alzò gli occhi sui suoi mentre la pioggia sferzava i finestrini dell’auto, violenta come grandine.

- Se vuole che mi fermi, - rispose infine lentamente sfiorandole il profilo della gola con il dorso delle dita, - lo dica, e mi fermerò.

Ma Helena era già perduta, e lasciò che il suono della pioggia e dei sospiri colmasse il silenzio che lei non poteva riempire. “ Lo odia, si odia e lo ama. In fondo lo ama talmente tanto da odiarsi, da cercare di trovare una giustificazione a quell’insano attaccamento che ha nei suoi confronti. Ma dopo, dopo quella notte fatta di sospiri e gemiti, sangue e odio- amore- , si renderà conto di quello che ha fatto, vedrà Hannibal per quello che è in realtà?
Bene cara, ho finito. Spero che la recensione sia stata di tuo gradimento e che non mi prenderai per pazza se penso che quei due siano così...Awwwww**
Un bacione grande e ancora Auguri!
Ilaria.
Recensione alla storia Unbroken fall - 27/11/13, ore 22:18
Capitolo 16: Inevitable
Buona sera carissima!** Allora mi scuso per il leggero ritardo della recensione, ma oggi non ho avuto proprio tempo di far nulla, se non di legger velocemente e cercare di mettermi al computer!*Sospira sfinita*Allora, credo sia completamente inutile dirti che questo capitolo mi è piaciuto parecchio, come del resto credo superfluo l'informarti dell'improvviso incremento di crescita della mia Helena -Dipendenza. E non dimentichiamoci. Non dimentichiamoci dei due minuti buoni passati a guardare quella frase...quella frase in cui tu ti rivolgi ai lettori avvisandoli dell'imminente fine della storia...sigh!*Si dispera*
Ma a questo arriveremo a fine recensione. Adesso direi di iniziare a commentare - seriamente- questo capitolo!
Helena cerca di fuggire dallo sguardo profondo e indagatore del dottor.Lecter, da quella domanda insidiosa e crudele che l'ha smarrita; cerca di fuggire da se stessa, dal mostro che si sta risvegliando e non vede l'ora di uccidere. Helena vuole fuggire dal mondo, esser più forte di quanto sia adesso, più coraggiosa e fredda e vuole aver la capacità di non ricordare e di mentire con tutto il cuore a se stessa. Si rifugia dietro quel muro di menzogne che ah creato negli anni e che si andrà a sbriciolare crudelmente grazie all'aiuto del mostro.
Il dottore la guarda, cerca di capire, di analizzarla e di penetrare con lo sguardo all'interno del suo animo; le viola il cuore e la dignità facendo ruggire il mostro di sdegno, finalmente risvegliato.
La spiegazione di Helena mi ha messo letteralmente i brividi...sul serio! E' stata descritta complessivamente bene, e dire che mi ha messo ansia e mi ha fatto restare incollata allo schermo del computer è dire poco...complimenti carissima!**
Il pezzo che ho preferito del primo paragrafo è sicuramente questo:"- Ero molto… arrabbiata. Scoprii che era stato lui per un caso, e io… non riuscivo a perdonarglielo. Aveva, - fece una pausa per trovare le parole, - bruciato vivi i nostri genitori ed era rimasto a guardare. Per anni avevo cercato l’identità dell’assassino, e quando la scoprii mi sentii talmente— la sua voce si spezzò, ma non era sul punto di piangere.
- Non avrei voluto che finisse così. E’ successo, e io non potevo che stare a guardare, non riuscivo a riprendere il controllo, ho visto quello che stavo facendo come attraverso, - deglutì, - una lastra di vetro smerigliato, come in un sogno. Abbiamo portato il cadavere al fiume in un sacco della spazzatura, e sono rimasta a guardare quando lui lo gettava in acqua" bellissimo! Lei è come un terzo individuo che vede la scena da lontano, immobile ed inerme. La lastra di vetro l'opprime e la soffoca facendola restare sveglia ed attenta, facendola sentire bene...dannatamente bene. E complice. Complice di quel crimine che sembra aver aspettato per tutta la vita.
Credo che la le opinioni contrastanti della Norton siano qualcosa di assolutamente...non te lo dico. Ti informo che mi aggradano parecchio e che le ho rilette circa cinque volte! E basta.
Il Dottor. Lecter porta con se una vittima, un nuovo morto che cammina, una nuova pedina del suo macabro gioco. Guida Helena verso quel corpo fatto di sangue e ferite, dolore e morte. E il mostro ruggisce soddisfatto e desideroso di carne e sangue.
Il coltello e la chiave per quel paradiso macabro che Helena- la vera Helena- brama da mesi; è la risposta a tutti i suoi dubbi, l'antidoto per tutti i suoi mali.
Se lo rigira fra le mani quasi fosse uno splendido cimelio, un giocatolo dal valore affettivo, un ricordo puerile preso dopo tanto tempo. Helena è bella...fin troppo. E questo è stata la sua rovina, per lei e per quel disgraziato di suo fratello che alla fine ha avuto quel che si meritava!
"- Oh, non ha importanza. Benvenuto all’inferno.
Il mostro alzò lo sguardo sul dottor Lecter, per metà nascosto nella penombra in cui era immersa la stanza, che le rivolse un cenno d’assenso.
Poi, mentre il ragazzo urlava come per svegliare tutti i morti, affondò il coltello nella sua carne. "
E con questa tua splendida frase chiudo!
Bellissimo questo capitolo...davvero! Anzi mi suso per la recensione mediocre ma sono davvero sfinita e non credo che reggerò altri cinque minuti di più! Ti avverto che desidero ardentemente vedere i due piccioncini...e spero che Helena non finisca male come penso!
Un abbraccio e scusa per la breve recensione!
Ilaria
Recensione alla storia Unbroken fall - 23/11/13, ore 17:21
Capitolo 15: Unpredictable
Ehy, buon pomeriggio carissima! Allora prima di tutto di devo ringraziare tantissimo, per la dedica nelle tue note d'autore...sono arrossita!*Comincia a ripetere grazie come un mantra*
Secondo devo dire che il capitolo mi è piaciuto davvero molto, l'ho adorato e sinceramente credo - e sicuramente sbaglio. Perché è scientificamente provato che ogni mia ipotesi sia completamente improbabile!- che da qui tra i due nascerà qualcosa di più profondo e viscerale!
Helena è preda all'istinto di sopravvivenza, lotta per emergere da quell'oblio in cui è stata rinchiusa crudelmente, striscia e lotta per fuggire da se stessa e dal mostro che l'ha abilmente circuita.
Riemerge piano da quel sonno senza fine cominciando ad elaborare e ad esaminare la situazione precaria in cui si trova, partendo dalle cose più superficiali, fino a analizzare il suo stato fisico. Le corde che la immobilizzano vorrei tanto paragonarle alle catene che avvolgono il suo mostro interiore, opprimendo la sua forza disumana e la sua libido fatta di sangue e morte; la cintura di sicurezza è un dettaglio che mi ha fatto sorridere parecchio, in quanto hai così mostrato la velata preoccupazione o meglio l'interesse che Lecter prova verso la sua adorabile paziente!
Helena si dimena sfrega i polsi e le caviglie per riuscire a liberarsi dalle sue prigioni, cerca di contenere il panico mentre il terrore si invaghisce di lei nuovamente, rapendola e facendola sua- oggi mi sento poetica-, e nel mentre di ciò lei non può fare a meno di pensare che forse lui la ucciderà ,la farà soffrire e che flirtare con lui è stato bello ma avventato.
Incontra gli occhi incriminati, rossi come il fuoco e il sangue che le scorre nelle vene, in quello specchietto maledetto, intero come la sua facciata ma ricco di crepe come la sua anima.
Il dottor.Lecter si dimostra piuttosto cinico , freddo e impenetrabile, sei riuscita a far venir fuori la sua vera indole spietata e incorruttibile, la stessa indole che porta - grazie al cielo- Helena a sfidarlo e a ribellarsi...questo è stato uno dei pezzi che ho amato di più: "Lui non ricambiò; si limitò a fissarla con espressione indecifrabile.
Sapevano entrambi che avrebbe dovuto respirare, prima o poi, lei per prima, ma lo fece solo quando sentì i polmoni andare a fuoco per il bisogno d’aria.
Poi, tenendo gli occhi fissi in quelli del dottor Lecter, respirò a fondo, in segno di sfida, e sentì il farmaco darle alla testa mentre la sua visuale si offuscava e l’auto si rimetteva in moto con un ringhio profondo."
Tu non puoi scrivere cose del genere, ho mi farai andare fuori di testa, e dato che io sono già partita da un'po' non consiglio a nessuno di esser l'artefice di certe cause!**
Helena cerca di liberarsi , cerca di scappare e di ritrovare la sua freddezza, ma tutto quello che riesce a fare e sporgersi un'po' di più verso l'uscita della macchina prima di esser letteralmente afferrata dal cattivone della situazione, e sbattuta fuori dalla macchina, ancora legata e traballante. Il dottor Lecter, l'ho adorato in questa situazione, così cinico ma allo stesso tempo gentile nei riguardi della sua esimia collega...non vedo l'ora di vederli insieme, davvero!
"Fu un attimo.
Lecter si chinò su di lei, la afferrò per la vita e la sollevò, strappandole un grido di sorpresa, come se fosse stata più leggera di un bambino, e se la pose di traverso sulla spalla destra, bloccandole le gambe contro il suo petto con il braccio sinistro.
Helena cercò di divincolarsi per sottrarsi, ma le sue mani erano legate dietro la schiena in modo tale che, se fosse caduta a terra da quella altezza, si sarebbe spezzata come minimo un paio di ossa." qui invece sono stata con gli occhi incollata allo schermo del computer, immaginandomi l'elegante ed affascinante Hannibal Lecter, ridotto alle condizioni di un primate...della serie "Io scimmia, tu banana"!
E poi il paragrafo finale è qualcosa di semplicemente meraviglioso e ricco, che mi ha fatto capire quanto desiderassi legger una scena del genere, o meglio, una TUA scena del genere!ù.ù
Non ho mai pensato al dottor.Lecter, come ad un soggetto mentalmente instabile, magari perverso e osceno, ma non instabile e questa è stata una delle cose che mi ha colpito di più dell'intero capitolo.
Sei stata originale e splendida nel descrivere tutte le reazioni del caro dottore; non hai descritto il carattere dell'uomo ma l'hai mostrato a noi poveri mortali, svelando la sua macabra ma meravigliosa natura..complimenti liebe!
Bene, mi scuso in anticipo per la recensione leggermente breve, ma devo scappare...un abbraccio!
Ilaria
Recensione alla storia Unbroken fall - 22/11/13, ore 22:26
Capitolo 14: Blindfolded
Guten Abend liebe! Allora come ti ho già spiegato per vie private è un periodo nero e faticoso, e mi divido a stento fra i libri di scuola e la vita privata-quale vita privata?-, ma dato che sono riuscita a ricavare del tempo sono corsa qui, dopo aver letto il tuo messaggio dolcioso, e mi sono decisa a picchiettare sulla tastiera per recensirti!
Allora senza badare alle ciance direi di iniziare con la recensione e speriamo che non abbia perso il tocco!Inizio col dirti che mi sono piegata in due, tante erano le risate, quando ho letto nelle note che ti eri messa a scrivere al buio , pur di ricreare l'atmosfera ansiosa e carica di tensione...tralasciando che sono morta e che sorrido ancora- di felicità, posso assicurarti che l'ambiente che volevi ricreare ti è riuscito bene...complimenti mein liebe!
Helena è un fascio di nervi, è pronta a scattare e a difendersi nonostante sia spaventata a morte, è lucida e fredda. E vuole vivere. Vuole riuscire ad analare aria ancora per molto, e non vuole darla vinta al suo amichevole intruso.
Riesce a ragionare e ad esser forte e libera anche nelle situazioni più brutali e tremende, godendo di un'invidiabile ardore e di una gran fermezza sia fisica che emotiva; l'aria ghiacciata la comprime, sente il sapore amaro del terrore sulla punta della lingua e per coprirsi da ciò si infila quel misero pezzo di stoffa aperto e dilaniato come la sua anima.
Agisce silenziosa ed agile- l'adoro- prendendo le sembianze della cacciatrice ,per poi ritornare vittima indiscussa di quel macbro spettacolo; aquattata e nascosta da quelle quattro pareti prova a ragionare, a elaborare un piano...e a regolare quel respiro divenuto affannoso.
Riesce ad accumulare tutte le informazioni sul caro squartatore , elaborando ogni genere via d'uscita, ogni piccolo difetto che potrebbe incastrarla, ogni sfaccettatura sia psicologica che fisica del “cattivone” che potrebbe usare a suo favore e sfavore.
Deve riuscire a prendere le chiavi e la pistola a scappare prima di farsi uccidere...e farsi contaminare dalla stupidità di Will e l'FBI e della dottoressa Bloom!
Il diversivo della scopa è stato ingenioso e pensato piuttosto velocemente; Helena ha elaborato un piano a dir poco perfetto in poco più di un minuto , riuscendo a sorprendere perfino se stessa.
L'eccitazione per la riuscita della prima parte del piano le fa venir voglia di urlare dalla felicità, ma la Norton si contiene, stringe i denti e pensa a scender le scale...ho già detto che l'adoro vero?
Riesce a capire il problema e a recuperare la pistola, ma qualcosa o qualcuno la ferma, la blocca ridendo del panico che la invade, inebriandosi dell'odore della paura che l'avvolge.
E mentre la lotta continua fra divani(?) e giochi di silenzio, Helena è divisa in due.
Il suo istinto di sopravvivenza e grida di non fermarsi, di lanciare la torcia, di distrarlo e di non farsi sopraffare dalla paura, mentre la parte più umana di lei la blocca, la traumatizza a tal punto da non farla più ragionare con quella lucidità che l'aveva accompagnata per quei momenti eterni e orribili.
Alla fine entra in macchina, speranzosa di fuggire e di lasciarsi l'assasino alle spalle, accorgendosi troppo tardi che quest'ultimo la guarda “Dal sedile posteriore con un sorriso osceno”.
Questa frase l'ho adorata, in quanto sei riuscita con una sola azione a descrivere al meglio la vera essenza del dottor.Lecter...bravissima!
E adesso? I due mostri riusciranno a capirsi e a “convivere”?
Bene cara prima di andarmene vorrei farti un minuscolo apunto- per il quale tu mi maledirai a distanza-, i termini inseriti in sequenze come quelle che hai adottato:
Lui
Era
Sulla
Scala.... e così via, hanno allegerito la situazione che doveva esser ansiosa, quindi la prossima volta magari struttura le frasi in una maniera differente! <3
Bene adesso ho finito davvero e me ne vo!
Un bacio e alla prossima- ci sarò-!
Ireide
(Recensione modificata il 22/11/2013 - 10:30 pm)