Recensioni di fenice65

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Io credo che tu ti stia divertendo alle spalle di chi legge, perchè davvero non posso credere che quando scrivi, non solo la storia ma anche le risposte, non "azzecchi" neanche per sbaglio è verbo essere  o e congiunzione, oppure ha verbo avere  e a preposizione. Ti faccio un piacere, ti correggo tutta la storia, ma tu devi dirmi quanti anni hai e che titolo di studio hai. Inoltre, confronta la tua storia con questa corretta e renditi conto degli errori che fai. Ti insegno un trucco per capire se devi usare il verbo essere è al presente sostituiscilo con il tempo imperfetto era, se la frase ha un senso metti l'accento, altrimenti no. Lo stesso vale per ha sostituiscilo con aveva, se la frase ha un senso metti l'acca, altrimenti no.

Oggi è il 24 Dicembre 2010, sono le 23:30 
tra meno di mezz'ora compirò i miei anni....30. I miei genitori non SOLO hanno organizzato la cena per la vigilia, ma una festa per il mio compleanno. Alla festa ci sono  proprio tutti: il rettore  De Buillet con sua moglie, l'avvocato Robespierre, il suo  assistente Bernard Chatelet con la sua giovane sposa Rosalie, la mia migliore amica Maria Antonietta e il suo fidanzato Luigi di Borbone, un facoltoso imprenditore. Fa il suo ingresso anche il bellissimo Hans Axel di Fersen, PROFESSORE dell'accademia de Bastille, nonchè mio collega. Lui era l'amante della mia migliore amica, potevano stare insieme, invece preferivano essere amanti. Che storia!!.
E poi entra Andrè con  Lineette. Lui appena vede Hans mi lancia uno sguardo triste. Saluto i miei ospiti, ma quando mi avvicino ad Andrè per salutarlo, baciandolo sulla guancia, sento la mia camicia bagnata. Alzo gli occhi verso Lineette che con lo sguardo cattivo mi chiede scusa. Ah quanto è infida! Come fa Andrè a stare con lei? Mi scuso con tutti e salgo nella mia camera.
Arrivata chiudo la porta. Sono arrabbiata con Lineette, come si permette lei, ospite in casa mia, a farmi questo? Sono arrabbiata e voglio andare via da lì, prendere la mia spada e allenarmi un po’. Oltre ad essere una professoressa, come hobby pratico  la scherma.
Vado nell'armadio per cercare una camicia bianca, poi ricordo che quella non è più la mia camera, a 25 anni sono andata via da casa e ho affittato un GRANDE appartamento. All'inizio ci abitavo da sola, ma poi venne a viverci anche Andrè, che poi portò  Lineette con il figlio.
All'inizio non dissi nulla, ma poi la notte sentivo quello che facevano, provai a parlarne con lui, ma era innamorato di quella. Io non ero gelosa, per me lui è come un fratello. Cavoli siamo cresciuti insieme. Sua nonna era la governante di casa mia, così cara che era come una nonna anche per me.
Parlo al passato perché è venuta a mancare l'anno scorso.
Guardo ugualmente nell'armadio, dove trovo un abito di seta blu lungo fino ai piedi, con tutti gli accessori. Trovo anche un biglietto scritto, era di Marie la nonna di Andrè.
 
"Cara Oscar;
non so se indosserai mai questo abito, l'ho comprato per te anni fa con la speranza di vedertelo indossato. Forse starai leggendo la lettera e chissà lo indosserai, io non te lo vedrò mai addosso. Ma ho  immaginato la donna che saresti con questo vestito, riprenditi la tua rivincita, vestiti da donna e  vivi per quello che sei.
                                                                                                                                                         Ti voglio bene Nanny "
  
 Mi commuovo, indossandolo mi   guardo allo specchio e vedo un'altra me stessa, diversa, sono bellissima, i miei occhi scintillano dall'eccitazione. Alzo i capelli in uno chignon, mi trucco leggermente non voglio sfigurare. Indosso praticamente ogni accessorio abbinato e, infine, indosso le scarpe col tacco. Io che sono abituata ad usare sempre le scarpe BASSE, indossare i tacchi mi fa venire le vertigini. Guardo l'ora manca veramente poco. Apro la porta e vado a sbattere contro qualcuno.
- Oh....
- Oscar!- Balbetta Andrè.
- Oh, Andrè cosa ci fai qui?- chiedo
- Mi hanno mandato i  tuoi. Manca poco alla mezza notte.
- Lo so, ma la tua cara fidanzata mi  ha sporcato la camicia.
- Forse dovrei esserle grato. Questo vestito ti sta da favola.
- Ci provi con me Grandier?'
- Se ti rispondessi  di sì, cosa faresti?
- Io amo Hans, tu sei il mio migliore amico e di sotto c'è Lineette.
- Ma Hans non ti ama, lui ama Antonietta.Tu sei solo un diversivo per stare con lei.
- No, Andrè piantala. Ti prego, scendiamo.
- Come vuoi tu.
- Questa notte rimango  qui, non me la sento di tornare all'appartamento.
- Perché?
- S
ono stanca. Così tu e Lineette avrete la casa tutta per voi, non c'è nemmeno Pierre.
- Fa come credi.
Scendo insieme ad Andrè. Il primo sguardo che vedo è quello di mia madre. Che si commuove vedendomi vestita così.
Anche mio padre ha gli occhi lucidi.
Ma gli sguardi di odio me li lanciano sia Antonietta che PRIMA guarda me e poi Hans, sia Lineette che appena vede Andrè gli si butta addosso.
- Oscar...- Balbetta Hans.
- Sì, sono io.
- Wow sembri una principessa.
- No, io non voglio essere una principessa, qui c'è già Antonietta che ha le caratteristiche per esserlo.
- Su amica mia, non essere così modesta, ti sta bene questo vestito.-Mi dice lei.
- Grazie, ma credo sia meglio che vada un attimo fuori. Ho caldo qui.- Dico la prima cosa che mi viene in mente. Sono a disagio.
Esco in terrazzo, non mi accorgo che Andrè mi segue.
- Lascialo perdere, lui non ti merita.
- Oh Andrè, perché parli in questo modo? Chi dovrebbe meritarmi?
- Io, che ti ho sempre voluta e amata.
- Andrè sei ubriaco, non puoi parlare così.
- No. Sono talmente lucido che se non mi fermo …. rischio di fare una pazzia.
- Che...vuoi dire? - Sono arrossita.
- Voglio darti il mio regalo di Natale e di compleanno.
Non capisco le sue intenzioni fin quando non mi ritrovo tra le sue braccia sotto il cielo stellato. Poi quello che succede è un'esperienza bellissima. Mi bacia.... il mio primo bacio lo dò al mio migliore amico. Cerco di staccarmi  ma la sua è una forza superiore alla mia. Per la prima volta mi sento felice.
Quando ci stacchiamo, siamo senza fiato.
- Oh Oscar!! Se tu potessi amarmi come ti ho sempre amato io.
- Andrè io ti ho visto sempre come un fratello. No, non farmi questo. Io ti voglio bene, ma c'è Hans nel mio cuore.
- Hans che non ti ama, che ti usa e che ti tradisce con la tua amica.
- Piantala per favore.
- Ehi voi due, cosa fate soli? Entrate. - Viene a chiamarci Hans
 - Sì,arriviamo.- Dico io.
Entriamo. Mi sento più a disagio di prima. Con mio padre apro le danze, per poi ballare con Hans e infine  tocca  ad Andrè.
Dopo il bacio sul terrazzo, ogni volta che  lo guardo o lo sfioro, il mio cuore batte, ma io mi ripeto sempre * Amo Hans, Amo Hans. Amo Andrè.* Questa rivelazione mi fa più male che bene. Oddio ora sono proprio fregata. Farò di tutto per impedire ai miei sentimenti di venire a galla. Fingerò ogni volta.
I camerieri portano la torta. Spengo le candeline esprimendo un desiderio. Mentre lo esprimo guardo Andrè. In che guaio mi sono cacciata, perché proprio lui, so che mi ama, ma io non posso, non sono pronta, lo sarò solo quando me lo dirà il mio cuore. 
Tutti a farmi gli auguri, a darmi il loro dono che io ricambio, visto che è anche Natale. Poi c'è un regalo da PARTE di Hans, per prima cosa mi invita ad uscire, mio padre è felice che io accetti, aspettavo da un po’ che me lo chiedesse. E ora che lo ha fatto non so che fare, e poi come secondo regalo, un bacio. Per la seconda volta questa sera ricevo il secondo bacio della mia vita. Ma perché non provo nulla. Perché desidero essere di nuovo sotto la luna tra le braccia del mio migliore amico?
Capisco anche che Hans non lo ha fatto perché desidera uscire con me, o mi ha baciato perché mi ama, lo ha fatto solo per far ingelosire Maria Antonietta, e ci riusce.
Guardo Andrè che con il suo sguardo ferito lascia la sala insieme a Lineette.
Che devo fare ora, accettare o rifiutare? Ma la decisione mi viene rubata da mio padre.
- Caro Hans, sono felice che tu e la mia Oscar siate amici. Io spero in una relazione duratura.
- Ne sarò lieto Signore.
- Allora figlia mia accetti?
Tutti mi guardano, oddio che devo fare?
- Sì, accetto di uscire con te Hans.- Dico
Beh, la festa è quasi finita e io me ne vado sopra in camera a cambiarmi. Non voglio salutare Antonietta nè Hans.