Recensioni di Takke

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Uzi - 26/03/22, ore 07:58
Capitolo 46: pitter patter
Dopo nove anni ti ritrovo qui, a scrivere ancora. Sono entusiasta. Vedo che alcune cose sono cambiate, altre no; non so se sia un bene o un male, ma è sicuramente travolgente – come sempre – leggerti.
Per quanto io non sia un grande esimatore di anafore e consonanze, trovo nel patter(n) di questo tuo scrittto un'efficacia invidiabile. E m'incanto nelle scelte lessicali, e mi rivedo nei profumi e (ahimè) nel limbo, e ti rivedo nei sospiri e nella lotta.
Però sì, ripòsati. E muovi lo sguardo in avanti, verso l’orizzonte, ché a continuare a guardarsi i piedi s'inciampa per forza.
Recensione alla storia Uzi - 12/02/13, ore 01:37
Capitolo 28: oh.
Mi riprometto di recensire questa poesia da qualche mese. Da una parte perché non è affatto il caso che rimanga senza alcun commento, d'altra parte perché mi fa tornare in mente ricordi di affetti perduti. Per quanto mi riguarda e per quanto possa contare un mio parere, questa "oh" (che, sappi, io continuerò a chiamare "Meraviglia" tra me e me) è ciò che rimane di più vicino alla tua Uzi. Sì, perché tutto ciò che hai scritto in seguito acquista un sentore che in qualche modo ti è nuovo, sia per quanto concerne la rivendicazione di sé, sia successivamente per la brevità e l'incisività. Non che questo sia un male (e sicuramente per me non lo è, visto che la tua prolissità mi ha più volte messo in difficoltà), ma sono sicuro che con qualche rivisitazione futura ci si possa aspettare una nuova raccolta che metta in luce un innovativo, interessante e distintivo aspetto del tuo scrivere.
Tornando a questo testo, devo dirti che le ultime strofe sono sinceramente splendide. E non solo per l'estrema musicalità che ormai ti appartiene fin troppo, ma anche per quella semplicità con cui giochi con le consonanze e le plasmi per formare quell'aspetto del mondo che si avvicina al tuo pensiero e alle tue sensazioni. È banalmente stupefacente.
È poi quella rima "ancora-aurora" (che mi è tanto cara in questo periodo) che mi rende ancor più affine a questo tuo scritto e chi mi convince sempre più ad infatuarmi del tuo comporre.
Recensione alla storia Un'anima di polvere - 27/09/12, ore 01:33
Capitolo 24: Chiudi gli occhi
Hai un fare estremamente disilluso in questa poesia, per non dire rassegnato: come se l'unica soluzione a questa nostra amara realtà sia quella di abbandonarsi alla nebbia e quindi al torpore di uno stato di sonno e di oblio per dimenticare in qualche modo le sordide brutture del presente. Persino il semplice respirare ti fa tornare in mente questo sentimento di angoscia e tutti i tentativi sembrano vani: rimane soltanto chiudersi in se stessi e ricoprirsi di spine.
È spesso frustrante dover convivere con persone della cui compagnia faresti volentieri a meno. Tuttavia non risolverai mai nulla smettendo di lottare per quel minimo di senno che ci appartiene e che ci contraddistingue dalla massa. Tieni aperti gli occhi e seguita a scrivere con animo deciso. Arriverà presto il tempo del nostro riscatto.
Recensione alla storia Nibbio - 02/09/12, ore 01:51
Capitolo 1: Nibbio
Ti ritrovo così distante dalla tua Uzi che a stento ti riconosco.
Mi parli con anafore incrementali, strofe incostanti e poche rime.
Mi parli di stati d'animo, come se nell'allontanarsi equamente dalla morte e dalla vita rimangano importanti soltanto i sentimenti. Ma non dei sentimenti qualsiasi: soltanto quelli più profondi, che rivendicano il nostro essere. Un sentimento agrodolce in particolare ti rende incerta sul da farsi, sulla strada da intraprendere.
È indubbiamente uno scritto interessante, ricco di sfaccettature perlopiù personali e di immagini suggestive. Tendo però ancora a preferire i componimenti della raccolta e capisco benissimo perché questo ne sia rimasto al di fuori.
Recensione alla storia All'orizzonte - 27/08/12, ore 16:13
Capitolo 11: Lapilli
Ho ripensato a questa poesia ieri pomeriggio mentre estraevo patate dal terreno. Sebbene l'abbia letta più e più volte non mi sono mai fermato per recensirla. Tuttavia questo attaccamento al terreno che ho esperito me l'ha fatta tornare alla mente ed ora sono qui a scriverti.
Mi lasciano sempre dubbioso i tuoi scritti. Non mi capacito che in loro ci sia molto più di quel che appare da una prima lettura. Sembrano sempre ingenui, colorati e fanciulleschi; come se tu volessi edulcorare qualsiasi aspetto, anche quelli sconvenienti o ingiusti, della realtà. È un punto di vista che non so cogliere ed è uno dei miei più grandi difetti. Capisci? Persino la rima dolore/amore che sarebbe solitamente banale, con te risulta semplicemente calzante e pregna di significato, e mi ricorda un po' Saba. Quel "lapilli ed epilli" è poi magistrale, d'un eccelsa musicalità.
Continua a farci fantasticare nel tuo meravigliato mondo, willHole. Tutti ne abbiamo davvero bisogno.