Recensioni di Setsuka

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Holy Night - 25/12/20, ore 12:56
Capitolo 1: Holy Night
Che bel dono di Natale per un fandom affamato!
Nonostante sia del tutto anti-climatica, la trovo perfetta.
L'oscurità nella notte, il bianco delle luci natalizie, convivono in uno scontro e incontro di bellezza e brutalità. Il rosso plastico e brillante di decorazioni, stelle di Natale, cuori e Santa Claus è anche rosso sangue.
C'è un omicidio, una contraddizione tra un mai nato ucciso, ma anche dolcezza, delle note magiche di una ninnanna per una persona che un cuore non sembra averlo, ma rispetta un momento di bellezza, sa fermarsi davanti a ciò che è bello, lasciarlo esprimere per poi essere lui a mettere il punto.
E' uno studio psicologico particolare, una visione orrorifica omaggiata con poesia, una poesia che vuole tendersi al sublime prima della sua fine.
Seishiro passa oltre, dice, si chiama macchina, ma come in Tokyo Babylon, più si ripete e si convince di ciò, più mostra contraddizione, umanità. Sentimenti in incubazione, o forse nati senza conoscere il proprio nome.
Lui, che si lascia tutto e tutti alle spalle, dietro le sue tracce di sangue, non c'è Subaru. Lui è sulla punta della lingua, è un pensiero di misericordia, di affetto; incarna le lacrime che non può versare, l'umanità che ha messo da parte e raggiungerà.
Davvero un lavoro bellissimo e che non può che farmi gioire da Seishiro-fag. Complimenti!
Recensione alla storia Black Gloves And Dirty Hands - 28/08/15, ore 11:16
Capitolo 1: Black Gloves And Dirty Hands
Ho gli occhi lucidi, tante emozioni... dalla profonda tristezza, alla dolcezza, quel tipo di emozioni che solo le tavole delle CLAMP ispirano, che ci siano ciliegi o meno. 
Sono davvero felice di aver letto qualcosa su Hokuto, qualcosa di davvero diverso, c'è poco su di lei e quel poco si limita a quel tragico epilogo. Adoro Hokuto, è il miglior personaggio femminile delle CLAMP a mio dire, e tra le righe di questa fanfiction le hai dato un degno tributo, potrebbe essere uno spin-off tanto tutti sono credibili, ma lei in particolare: capricciosa, infantile talvolta quanto talvolta matura, una vespetta che corre e sbraita, ma che sa essere dolcissima (soprattutto quando si tratta di Subaru), creativa, già affascinata dalla moda e con quel buffo rimarcare della sua furbizia; è la Hokuto che si vede nei 7 volumi di Tokyo Babylon, in tutte le sue sfumature qui, in una oneshot dove le hai dato un eccellente tributo.
Lei non poteva essere sulla stessa linea d'onda di Subaru, è stata tenuta all'oscuro di tante - troppe cose - e nel farlo, forse, sua nonna ha ulteriormente condannato Subaru, ma nonostante tutto, nonostante la sua giovane età, Hokuto capisce che c'è dell'altro, sa che Subaru non è un bimbo cattivo, sa che le questioni "degli adulti" non potrebbe capirle, sa che gli adulti fanno di tutto per proteggere lei e suo fratello da terribili verità, quindi è stato bello vederla prima furiosa con sua nonna, ma subito dopo così gentile, dolce, da sembrare angelica, da sembrare lei l'adulta che trova poi il modo di far sorridere Subaru con quel cappello: è il fatto più realistico di cui potevi narrare! Diventerà un mio head-canon, perché ci credo a un Subaru dispiaciuto, in lacrime, timoroso, che vede in quei guanti neri significati orribili, ma poi basta l'energia di Hokuto, il suo senso estetico, che Subaru si lascia convincere e si entusiasma (a suo modo) per la nuova condizione.
Tutta la oneshot è un vero concentrato di emozioni, anche il tuo modo di narrare, il tuo stile, si sposa benissimo con l'immaginario e il linguaggio clampiano (bello il tributo con il personaggio Nanase XD), in parte perché caratterizzi in modo verosimile i personaggi - tanto da sembrare totalmente loro - e un po' per le atmosfere, il peso che dai alle parole, le immagini che sanno evocare... dal Subaru spezzato in due, alla percettività di Hokuto che sente qualcosa di sbagliato, ai sorrisi forzati di Subaru, ai giardini privati, all'evocazion continua di Tokyo come emblema del destino di Subaru, quella Tokyo in cui - com dici nel testo - Subaru sembra essere rimasto e questo è innegabile. Una bella citazione. 
Mi è piaciuto anche il fatto che hai dato spazio alla figura della nonna, spesso odiata dal fandom in quanto vista troppo distaccata, troppo severa, quasi fosse lei l'antagonista, invece con il tuo testo è come se avessi chiarito in modo più esplicito le motivazioni dietro le sue azioni, mostrando sì una donna dura, ma anche legatissima ai nipoti. 
Infine mi è piaciuto tanto il ruolo che dai a Hokuto, il compito che come un soldato decide di portar a termine, per aiutare Subaru e la nonna, per salvare loro dalla tristezza: splendere, portare luce. E' effettivamente il suo ruolo in tutta la serie, lei illumina le verità, lei fa brillare Subaru, ma anche Seishiro, è la stella che vuole benedire il loro legame, sempre positiva, ma che loro non sono in grado poi di seguire quella luce, la vedono, la capiscono, ma rimangono intrappolati nella loro negatività e per questo l'angst e la tristezza non si trasformano in Happy Ending come in questa storia che proprio grazie ad Hokuto risplende!
Un ottimo lavoro come sempre anche dal punto di vista formale, giusto la prima parte ha diversi "errori" di punteggiatura che creano una strana sintassi, ma per il resto è tutto sublime, delizioso ed incantevole come una fiaba.      
Recensione alla storia Impasse - 24/04/15, ore 16:45
Capitolo 1: Impasse
Ed eccomi qui, ancora, ad aver goduto e sofferto di un'altra tua storia dedicata a Tokyo Babylon. 
Pulire e raccogliere le idee non è facile, sono tre bellissime flashfiction che mi hanno suscitato emozioni diverse, profonde, dolorose, ma diverse, eppure c'è un minimo comun determinatore che mi ha colpito e ha suggerito l'atmosfera giusta della "fine", ovvero i suoni onomatopeici. Possono sembrare riempitivi, per colorare il testo, un virtuosismo stilistico o chissà che altro, io invece l'ho trovati i suoni del silenzio, quei rumori insignificanti che sono percettibili solo se le parole ed ogni rumore è assente, un po' come in una cerimonia di lutto o come in una seduta di meditazione, c'è questo silenzio protagonista a legare le tre flashfiction, a sostituirsi come filo rosso del destino, a fare critica alle coscienze e ai subconsci dei tre personaggi, quasi come uno schiaffo dato per far provare vergogna, ma non c'è vergogna in nessuno di loro, perché? Perché nonostante tutto, nessuno dei tre, ha agito, nessuno dei tre a parlato e ora c'è il gioco del silenzio a punirli.
La mia flashfiction preferita è quella dedicata a Seishiro, non so se è stata studiata dalla prima all'ultima parola, ma mi ha fatto diventar lucidi gli occhi mentre la leggevo. Concretamente parlando non accade nulla, non ci sono artefizi di narrazione o di stile, non c'è alcun colpo di scena, non c'è movimento, non c'è un livello onirico, è una narrazione fatta di parole morte, di parole che si possono ignorare, c'è il passato di se e di ma, di ricordi non importanti, ma quotidiani, di una routine senza peso ma che vale il silenzio che avvolge Seishiro che... è solo un uomo che sta mangiando una ciambella, lo è per un occhio esterno, per un narratore onniscente, per uno specchio, per se stesso, da qualsiasi prospettiva lo si vede in quel momento, ontologicamente e fisicamente, in tutta la flashfiction, c'è solo un uomo che mangia una ciambella, senza provare nulla, senza esser felice per la dolcezza della ciambella, senza pensieri profondi, senza umori, solo cose morte (ricordi, fantasie, passato...) ci sono intorno ad articolare ed arricchire il testo, ma essendo appunto morte, non sono presenti e... Seishiro è un nessuno senza Subaru e Hokuto, questa è la verità e sei riuscita a coglierla, a rappresentarla, a evocarla con le parole di quella bambina fantasma: "probabilmente chi fa cose cattive è perché si sente triste e solo", forse Seishiro non è cosciente perché non ha conosciuto altro, ma in qualche modo il silenzio glielo suggerisce anche se lui non lo capisce ed è davvero straziante. Bellissimo, ma straziante.  
Poi è il turno di Hokuto che anche in una flashfiction mostra - grazie a te - tutta la sua forza: il lato ribelle, l'amore per Subaru, la voglia di fare, di dire, di poter stravolgere il mondo, ma anche per lei c'è il silenzio, un silenzio dettato dal grande e potente senso di colpa, come se lei fosse stata davvero il cupido, un cupido che ha scoccato la sua freccia finendo per uccidere e, come se fosse consapevole di questo, cerca il battito di Subaru, cerca la vita, la speranza, ma Subaru è una cosa morta come morte vede nel suo futuro, perché la sua grande perspicacia la fa vedere lontano e, finché è viva, vuole - ha bisogno - del suono della vita che si può ascoltare solo in silenzio vicino ad un'altra vita, in questo caso la più importante per Hokuto: Subaru.
Infine arriviamo a Subaru, nella parte che tu dici ti ha convinta poco. Non c'è un vero modo per esprimere e scrivere del dolore secondo me, perché il dolore è fine a se stesso, è puro, e come ogni cosa pura il nominarla vanifica già l'idea stessa; il dolore però ha degli effetti, nulla di lucido, di contigente, di concreto... è delirio, è caos, è immagini che si susseguono, è lamento e dunque ridondanza e, in questo caso, la ridondanza più forte tra le tante, quello che coinciderebbe con l'urlo di pura agonia, è l'inferno di Subaru che vivrà di tre frasi nette: ti amo, ti voglio, ti appartengo. Sono frasi semplici, ma disperate, oneste, bellissime e sono la sintesi di quello che diventa la nuova vita di Subaru che sembra annegare in un nuovo utero, quello che possiamo chiamare Tokyo Babylon (in quanto tempo, in quanto storia) e che lo farà rinascere nel futuro legato a quelle disperate frasi.
Come sempre hai creato qualcosa di bellissimo, curato, usando estrema sensibilità e anche questa volta sono stata un po' ferita da tanta bellezza, ma essendo affetta dalla perversa dipendenza da ANGST è stata una lettura sublime che finisce - molto virtualmente - nei preferiti del mio cuoricino.      
 
Recensione alla storia Don't Forget It's Valentine's Day - 04/04/15, ore 00:43
Capitolo 1: Don't Forget It's Valentine's Day
Il mio cuore è diventato tanto tanto grande e poi è esploso in una pioggia di cuoricini. Sono sul letto, con un sorriso ebete e sto facendo violenza al mio cuscino per il fangirling: questa storia è davvero dolcissima!
L'ingenuità di Subaru è perfettamente nel personaggio, perfettamente nello spirito commediante clampiano, tocca l'imbecillità, quel tipo di stupidità da facepalm che però fa tanta tanta tenerezza; considerando quello che poi Subaru diventa in X è davvero bellissimo vederlo avere a che fare con queste frivolezze, equivoci, cioccolata, gag... regala una bellissima sensazione. Sei entrata perfettamente in sintonia con la psicologia dei personaggi, questa fanfiction potrebbe benissimo essere un episodio extra di Tokyo Babylon, c'è tutto riguardo quella bellissima alchimia tra Subaru, Seishiro e Hokuto: le battute, la teatralità, gli equivoci, la complicità Seishiro-Hokuto, l'imbarazzo di Subaru e poi... il mondo che crolla nella commedia, Subaru che riesce a sorridere di cuore perché Seishiro sorride, non posso che provare una piacevolissima e calda sensazione al petto.
Grazie per questa dolcissima storia che mi ha dato tanta gioia e tanti sospiri.
Recensione alla storia Et dona ferentes - 21/10/14, ore 09:48
Capitolo 1: Et dona ferentes
Un omaggio allo splendido personaggio di Hokuto, una delle mie donne preferite, la vera eroina (e cupido) del loro amore, seppur destinato alla tragedia. Lei c'ha provato, Seishiro l'ha ascoltata, ma a modo suo.
Che dire? Hai detto davvero tutto, la tua analisi sul suo spirito osservativo è perfetta, quasi tu fossi una Hokuto a tua volta.
Hai messo in evidenza la parte che ho sempre preferito di Hokuto, la sua fiducia in Seishiro, la fiducia che - seppur pericoloso - lui può amare, può amare Subaru, non è spacciato, non è condannato al nulla, si sono incontrati e il nulla è ormai dietro di loro, possono solo che costruire qualcosa insieme: un finale felice o una tragedia. Beh, sappiamo poi per quale finale opterà Seishiro, ma è stato finalizzato anche al suo Happy Ending perverso, quello suggerito da sua madre, che gli fa credere non esista niente di più bello che lasciarsi uccidere da chi si ama. Hokuto questo non lo sapeva, ma l'ha compiuto, anche se lei diventa la vera assassina di Seishiro, con quel gesto concretizza il sogno - che sarebbe stato impossibile - di Seishiro e, in quel modo, benedice - sotto una cattiva stella - il destino dei Sumeragi e dei Sakurazukamori che vivranno in Subaru, per sempre.