Recensioni di AmetistaCassandra

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Ninna nanna della marea - 04/08/12, ore 00:08
Capitolo 1: Ninna nanna della marea
Ancora una volta hai scritto una cosa che ha saputo toccarmi.
Era un po' che non aprivo efp, forse perché di recente mi sono trovata a confrontarmi poeticamente con persone reali, eppure era tanto che non mi trovavo davanti una cosa così disarmantemente semplice e così bella.
Non mi perderò in commenti sulla forma o sui contenuti: non ho nessun suggerimento da darti perché è evidente che te la cavi egregiamente anche da solo.

Ancora complimenti.
Alessia
Recensione alla storia Canto di Natale - 29/02/12, ore 20:34
Capitolo 1: Canto di Natale
Difficile. Difficile perché mi piace eppure qualcosa non mi convince. Forse è la forma molto più disordinata e irregolare rispetto ai tuoi soliti lavori a spiazzarmi un po', forse é il tema affrontato che è molto più complesso e riflessivo di quanto l'apparente semplicità del'andatura poetica riveli.
Ma andiamo con ordine; in primo luogo trovo che l'argomento (e il modo in cui lo sviluppi) proponga delle riflessioni di una profondità notevole. Soprattutto sul finale, il tema del disprezzo e della vendetta mi ha colpito molto. Mi ha colpito perché è strano mettersi dall'altra parte e immaginare quanto odio ci possa essere da coloro a cui viene rifiutato un piccolo aiuto, ma soprattutto mi ha colpito perché questo lavoro sconvolge i valori tradizionali di carità e idealizzazione del postulante per mostrarne tanto le misera condizione quanto la possibile tendenza abbruttente della condizione in cui versa. Se il buonismo natalizio alleggia nell'andamento quasi da ballata del componimento, il contenuto stride con la forma in una contraddizione irrisolvibile come la stessa condizione che viene trattata. E' un buonismo distorto ma non capovolto, snaturato ma non negato. E alla fine il Natale sembra quel tocco di rosso in un'immagine irrimediabilmente grigia. E' come se tutto questo venisse abbozzato in una sorta di "quadretto cartolina", come se fosse il contenuto di un biglietto di auguri malsano.
E sino a qui mi piace tutto davvero tanto.
Quello che invece mi lascia un po' freddina è la sconvolgente semplicità del lavoro.
Mi spiego. Naturalmente sarebbe stato inappropriato fare uso di un linguaggio alto o poetico in questo caso ma trovo che in un certo senso manchi un po' la caraterizzazione "popolare" del personaggio. E' come se sulla scena ci fosse una figura universale non meglio identificata, incomprensibile perché priva di una sfera di espressioni caratteristiche, di una particolare coloritura. Ho pensato che questo potesse essere una scelta d'autore, legata all'idea di tratteggiare un quadro più che un personaggio, e questo lo capirei e approverei. Ma il fatto che mi rimangano dei dubbi sulle reali intenzioni mi fa pensare che forse questo poteva essere, in qualche modo, reso in modo più lampante (o che forse dovrei semplicemente essere più acuta di quanto, ahimè, io non sia).
In ogni caso il lavoro è decisamente pregevole e mi complimento sinceramente, nonostante continui a pensare che tu abbia già partorito di meglio ;)
Recensione alla storia Musa in letargo - 26/12/11, ore 18:07
Capitolo 1: ... Come i tassi. Sempre che i tassi vadano in letargo.
Mi piace il tuo modo di scrivere. Sei una delle pochissime persone che hanno ancora il coraggio di usare un registro elevato per fare arte e di riuscirci con buoni risultati. Le tue poesie mi ricordano tanto i lavori dei grandi della nostra letteratura, ma sono moderne nel contenuto. A parte il fatto che i temi che scegli sono sempre interessanti e, in questo caso, condivisibili e comprensibili da tutti noi, mi piace il modo che hai di svilupparli e di risolvere il lavoro in un versaggiare molto elegante, non privo di termini aulici, di troncamenti ed elisioni usati con maestria e di continui riferimenti al classicismo e al nostro patrimonio letterario. E riesci a fare tutto questo senza risultare pesante e desueta, rischio che è sempre presente quando si ha a che fare con l'immenso materiale artistico-culturale italiano. Insomma, il risultato è davvero ottimo e i tuoi lavori presentano una coesione tra di loro non indifferente, proprio come se tu ti stessi costruendo una poetica personale e originale che individua te come autrice di un corpus di opere che non di singoli componimenti distaccati.
Complimentoni :D
Recensione alla storia bip - 25/12/11, ore 22:05
Capitolo 1: bip
Mi è piaciuta tanto e mi ritrovo moltissimo sia in quello che scrivi sia- e soprattutto- nella tua nota a fine poesia. E' difficile girare su questo sito per più di qualche mese senza cadere nello sconforto e nella delusione e accorgersi che ormai ci si ritrova solo ed esclusivamente a scambiare recensioni sperando di riceverne in cambio o mezzucci del genere. E' diventato tutto freddo e impersonale, o forse tanto personale da far vedere a ognuno soltanto il proprio lavoro e non quello degli altri. Boh, è triste
Bellissimo lavoro, comunque.,complimentoni.


(ps: -non c'entra nulla ma devo esprimere il mio apprezzamento- *_* Nella tua presentazione citi "song of myself" dei Nightwish! *_* Ero innamorata di quella canzone ancora prima che uscisse, dal momento in cui ho visto che citava Withman nel titolo. E' stato amore totale con il narrato scritto da Tuomas, è una delle cose più esaltanti del mondo *_* Lo so tutto a memoria. ** xD )
Recensione alla storia La fragilità dello specchio - 30/11/11, ore 19:22
Capitolo 1: Rispecchiamento
Splendida. Sinceramente splendida e genuina.
Mi piace molto più del tuo lavoro subito precedente (che era comunque degno di plauso) perché mi dà l'idea di qualcosa di compiuto e consapevole. Il componimento è coeso e va dritto al punto. Mi piace moltissimo il modo in cui hai gestito le immagini, che arricchiscono la poesia ma soprattutto mischiano le carte in tavola, rendendo difficile l'interpretazione ma al tempo stesso per niente semplicistica la chiave di lettura di un componimento che è impossibile non definire difficile.
Ho apprezzato molto il fatto che tu non sia scaduta nella sterile autocelebrazione della sofferenza ma che tu abbia gestito il componimento in modo rimanga dignitosamente al di sopra dell'univoco messaggio di esternazione dell'io narrante.
Insomma, brava. Brava davvero e tanti complimenti :)