Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Indiana Jones - Quell’estate del ‘57 - 18/05/20, ore 00:30
Capitolo 20: Capitolo XIX - Euforia della gioventù
Ciao Indiana!
Questo capitolo è molto importante ai fini della storia per un solo ragionamento che regge tutto l’impianto: l’amore non ha età. Amando Marion Indy scopre che trent’anni (o dieci o venti o quaranta) non intaccano né hanno intaccato il suo spirito, ma soprattutto la sua voglia d’amare e di riabbracciare Marion, che rappresenta un’improvvida seconda occasione che altri non avrebbero avuto. Questa cena nel tipico diner americano è anche un momento in solitaria (praticamente il primo) in cui Indy può rimanere solo con se stesso (il momento della prigionia non lo conto per ovvie ragioni) e riflettere su ciò che ha, ma anche su ciò che ha perso. Penso al momento in cui rievoca la cena col padre, che viene utilizzata come cartina tornasole per vedere il rapporto con Mutt, anzi, il non rapporto. Indy ha sempre accusato il padre di essere distante, ma la maledizione dei Jones si è ripetuta in peggio. Tuttavia il capitolo è tutt’altro che angst, anzi.

Ha toni liberatori e primaverili, come quando Jones corre, mangia e prova desiderio come un ragazzino eppure aspetta, evitando di telefonare alla donna della sua vita e preparandosi per il momento in cui la rivedrà. In pochi tocchi hai raccontato anche l’America degli Anni Cinquanta e il clima in cui abbiamo ben visto Mutt (giacche di pelle, cameriere con frappè, insegne luminose), ma non sono mancati neanche dei tratti critici quando non più seri, come nel riferimento al professore che forse Jones ha visto in compagnia di una giovane amante. Alla trama non servono, però ci aiutano a capire lo spirito d’osservazione di Jones e il suo modo di intendere certe ipocrisie. Lo collocano dall’altra parte di una barricata fatta di doppiopetti ingessati e di regole che vengono seguite davanti e infrante dietro. E si collega, questa visione fugace, al lavoro di Jones presso l’università. Non credo di avertelo mai scritto, ma trovo sia un pregio che nelle tue storie vi sia del realismo circa la percezione del lavoro dell’archeologo in ambito accademico, della serie “ok, sparisci per mesi? Bello, ti licenzio.” Ci sta tantissimo. A questo punto devo interrompere la recensione perché la mia mente comincia a necessitare del sonno dei giusti, ma… complimenti, come al solito!
Shilyss ^^
Recensione alla storia Indiana Jones - Quell’estate del ‘57 - 11/04/20, ore 13:14
Capitolo 19: Capitolo XVIII - Le strade si dividono
Ciao Indy!

Mi piace trovare il realismo nelle storie, l’ho detto già tante volte, e continuo a ribadirlo. Ma soprattutto ti ringrazio per una cosa. Leggo tante autrici donne che sviliscono il genere, creando dei personaggi piatti, legati a vecchi stereotipi (io stessa mi sono dovuta giustificare perché, a volte, l’eroina non ha la sua prima volta con l’eroe; eh, capita) o, addirittura, le donne non ci sono proprio. Ecco allora che respirare una boccata d’aria fresca per con una penna maschile quasi mi commuove. Marion è una donna scritta bene. Ha una sua vita. Lei e Colin hanno vissuto nell’appartamento dove avrebbero dovuto vivere lei e Jones perché lui, da bravo deficiente, l’ha lasciata.

E lei non poteva rimanere come la dama di Valois della canzone di Faber. Inoltre, è intelligente. Crede in quest’uomo che ha amato da una vita, prendendo anche delle decisioni attive – dare il biglietto. Insomma, è un personaggio moderno. La rispetti e si vede e te ne ringrazio. Allo stesso modo, Mutt si è sciolto perché Jones ha usato una frase forse non brillantissima, come ammette lui stesso, ma sincera, che era esattamente quello che doveva fare. E Mutt dice chiaro in faccia ciò che pensa, ciò che di un padre che si palesa una volta ogni vent’anni non se ne fa nulla. È un separarsi doloroso a tratti, dopo un viaggio stancante, ma anche necessario per il realismo con cui ho iniziato la recensione. Un uomo e una donna adulti, più che adulti, che vivono in due città diverse, non possono convivere nel tempo di uno schiocco di dita, sarebbe irrealistico.

E poi effettivamente Jones è cambiato con Marion e lei lo sa, ha capito che forse è arrivato anche per lui il momento di girare meno il mondo e scoprire ciò che gli mancava – una dimensione più intima, ma non per questo meno affascinante.
Recensione alla storia Indiana Jones - Quell’estate del ‘57 - 05/04/20, ore 16:52
Capitolo 18: Capitolo XVII - Sul treno
Ciao Indiana!

Il viaggio in treno lo preferisco all’aereo perché sa più di vecchia saga (dove però c’era l’aereo che attraversava la cartina…) e offre la possibilità di immaginare il quartetto seduto in uno scomparto riservato del treno, a parlare di città perdute e teorie con alieni e le dimensioni – concetto difficile da spiegare ma che hai riassunto piuttosto bene non solo spiegando la questione dei teschi di cristallo, ma anche anticipando altre possibili città e avventure. La questione della paternità di Jones e della sua assenza nella vita di Mutt ritorna con la giusta prepotenza e devo dire che ho apprezzato, di nuovo, come hai deciso di darle centralità anche con il discorso di Oaxely. Non è un caso che hai piazzato la croce di Coronado e Brody perché quello stralcio del passato di Jones ci riporta alla severa figura del professor Henry Jones il medievista in cerca del Graal, un esempio che appartiene totalmente a un’altra generazione (mentre leggevo mi è venuto in mente quando lui vuole parlargli della croce e il professore lo blocca dicendogli di contare. In greco antico.)

Indiana non sa fare il padre perché lui per primo un rapporto paterno non lo ha esattamente avuto e Ravenwood, il padre putativo e possiamo dire mentore, lo ha cacciato per le ragioni che sappiamo. Mutt, del resto, non ha quindici anni, ma diciannove e li ha a ridosso del 1960. Il conflitto generazionale è alle stelle e ovviamente non accetterà ordini dal pur affascinante figura di un genitore che però è sempre stato assente nella sua vita. E in quanto figlio non può esimersi dall’essere giudice severo della complicata vita dell’archeologo che, al netto di ciò che prova per Marion, l’ha lasciata almeno tre volte. Marion in questo è tra due fuochi. Ovviamente desidera il bene di Mutt e che completi gli studi, ma è anche consapevole di quanto il sangue dell’avventuriero animi entrambi, padre e figlio. Di nuovo complimenti,
Shilyss ^^
Recensione alla storia Indiana Jones - Quell’estate del ‘57 - 05/04/20, ore 16:32
Capitolo 17: Capitolo XVI - Tutto come allora
Ciao Indiana!

Anche su questo capitolo c’è parecchio da dire: credo che Jones rimpianga gli anni in cui non è stato con Marion. C’è un pizzico di nostalgia nel capitolo, ma c’è anche una reciprocità e una parità nel rapporto che vale la pena menzionare: Indiana e Marion non sono più giovani e belli e lei se ne accorge, che lui non è più l’uomo atletico e vigoroso di cui si è innamorata; allo stesso modo, anche lui si rende conto che Marion ha perso le forme acerbe della prima volta o quelle esili dell’Arca: è più appesantita e femminile, ma il bello è che questo naturale processo di decadimento non turba nessuno dei due, anzi.

Jones la ama e quando si ama qualcuno si amano anche i cambiamenti – soprattutto considerando che anche in riferimento all’attrice, Marion è rimasta una donna bellissima, più matura e generosa, ma non per questo meno bella.

Noto con piacere che la Ravenwood per prima non ha timidezza nel mostrarsi, segno evidente di come il tempo sia vissuto con grazia e accettazione. Il capitolo non porta avanti la trama, ma serve a ricreare un rapporto con Marion tramite la complicità, ciò che rende ogni coppia tale e a generare un necessario scambio di informazioni, come per esempio la tortura subita dai servizi segreti.

Il capitolo è essenziale anche perché ridere insieme e fare delle battute aiuta Jones e Marion a recuperare quell’intimità che si meritano di ritrovare e che con un rapporto sessuale non riacquisirebbero con altrettanta facilità anche per via della maturità raggiunta, che chiede meno istinto e più riflessione. Se nel 1926 erano amanti focosi, qui devono diventare compagni e godere della quotidianità, ma non per questo il loro rapporto deve perdere qualcosa, anzi. Questo capitolo inoltre è utile anche per segnare un po’ i punti che troveremo (forse) avanti. L’intenzione di Jones di fare il padre, il processo, il tradimento e la sua funzione di colonnello su tutti. Oaxley mi è piaciuto da morire: è terribilmente british e la sua funzione è strappare sempre una risata alla sottoscritta – voleva fare il terzo incomodo senza neppure rendersene conto.
Come sempre, una lettura piacevolissima **
Shilyss
Recensione alla storia Indiana Jones - Quell’estate del ‘57 - 01/04/20, ore 20:18
Capitolo 16: Capitolo XV - Giugno '26
Ehilà Indiana!
Io avrei pagato per vedere questa scena perché a quattro anni volevo sposare Indiana Jones ed essere Marion. È bellissima, dolcissima e anche molto delicata, come scena, dato che spesso le scene di sesso nel circuito amatoriale somigliano a una partita di Twister o hanno la delicatezza di un pescatore mentre rutta e impreca. Qui, invece, nonostante il PoV sia quello di un uomo e la scrittura sia maschile, prevale la passione, l’introspezione ben dosata che ci spiega cosa prova questo affascinante archeologo nell’avere tra le braccia la figlia bramata, troppo giovane e intoccabile, del proprio mentore. Wow. Mi piace che nonostante sia il 1926 Marion appaia come disinibita; considerando la cultura delle flap girl, il fatto che sia angloamericana, la vita avventurosa di Ravenwood padre e l’assenza di una madre (onestamente non mi ricordo che fine faccia, sorry in caso dicessi sfondoni), ma soprattutto che nell’Arca gestisce un bar sperso in mezzo all’Asia DA SOLA è perfettamente ic e realistico. Questa recensione tra l’altro è effervescente perché c’è Sallah – dio, come amo Sallah – e il ritorno a uno dei miei film preferiti. Giuro che la smetto.

Tutto è perfetto, compreso l’imbarazzo giustificato di Indy nel sapersi eccitato e nudo di fronte a una gentil donna che ricalca un momento dell’Arca. Nel senso: la scena della nave, quando lei si preoccupa di lui e inizia a baciarlo partendo dal gomito perché Jones alla fine è un adorabile cretino ha la stessa dolcezza di questa tua intrigante scena nella vasca da bagno. Ed è anche bello come il flashback arrivi come un pugno in faccia, alla fine di quella che potremmo definire “la prima sezione della storia”. Avrai capito che ho adorato letteralmente il capitolo, insomma, e spero di poter leggere altri momenti così dolci e intensi tra loro perché la prima ship non si scorda mai, dico bene? Sullo stile non dico mai niente, perché non c’è niente da dire: coinvolgente, giusto, preciso, correttissimo rendi la lettura estremamente piacevole. A questo si unisce, ovviamente, un’attenzione incredibile a ogni dettaglio. Chapeau!
Shilyss