Recensioni di AhiUnPoDiLui

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Cadere - 01/04/16, ore 12:55
Capitolo 1: Cadere
Mi è piaciuta moltissimo. Sembra la 'descrizione' del diramarsi di tutta una serie di atteggiamenti conseguenti ad una causa precisa, ovvero il non poter nulla, un senso di impotenza che schiaccia. Queste foglie così leggere che pure serene (indifferenti) continuano a cadere, per quanto tu le possa richiamare, sgridare, offendere... e poi tutto il resto. Lo scrivere di notte, uno sfogo vulcanico. E viaggi di un giorno, di una notte, di un anno - di una vita intera. Evasione e 'antisocietà'. Il bisogno - adolescenziale, perché no - di provocare la società; c'è un io, quello della poesia, e dei loro, quegli altri che giudicano, quasi una sfida. "Fossimo tutti santi". E' 'pura', schietta, svelata, come un rap, o ancora più come le parole di un ragazzo a cui non gliene frega un cazzo - così dice. In verità soffre, ma non lo vuole mostrare.
Recensione alla storia - 20/07/15, ore 19:59
Capitolo 1: –
Piaciutami una portata, son tipo da "bis". Nel mio menu serale di letture amatoriali (e, va beh lo ammetto, anche di lunghe partite ai videogame) ti ho rivoluta, e ancora senza delusione. Se mi conosco abbastanza bene, ritornerò per un "tris"! :). Al di là dei fatti che riguardano la tua vita, e per i quali sento di poter esprimere compassione, questa poesia tocca con estrema eleganza il senso stesso di una letteratura moderna se non modernissima che nasce come 'sfogo' personale, come una forma di comunicazione che si somma, se non si sostituisce addirittura, al semplice dirsi le cose a voce. L'Io, qui, non riesce a parlare, non riesce a controbattere a quelle persone che lo accusano di non avere una memoria (soltanto perché non compie quei gesti-rituali pubblici riconosciuti di lutto e memoria); però riesce a scriverlo, comunica i suoi sentimeti accorati tramite la poesia. Insomma, l'Io vive dei sentimenti che, credo, sente di non poter, in fondo, comunicare. Non può parlarne con i Volti che lo accusano faccia-a-faccia, non lo capirebbero, fermi nei loro pregiudizi. Si rivolge allora ad un pubblico impersonale, senza volto, che però non lo conosce, né dunque può davvero toccare i suoi sentimenti. Proprio entro i confini di questo silenzio, che diviene poesia, sei riuscita a raccontare, senza parole, senza dirlo esplicitamente, tutto il rigurgito delle tue emozioni. Proprio nel rappresentare poeticamente il tuo silenzio, ovvero l'intoccabilità e ineffabilità dei tuoi sentimenti, sei riuscita a farceli assaggiare. Com'è difficile spiegare per 'prosa' un concetto che arriva così immediato leggendo la tua poesia! Bona, bona! Alla prossima!
Recensione alla storia Februus - 06/07/15, ore 17:19
Capitolo 1: Februus
Spettacolo umano! Mi hai riempito il cuore! Mi stupisce come, dietro una lingua così 'riposata' nel ritmo, 'mediana' nel lessico, lontana da soluzioni 'allitteranti', riesca a caricarsi di tanta tensione poetica. Sono le immagini che usi.
Sono lieto che ci sia ancora qualcuno capace di ricordarsi del proprio "cuore d'oro". Lo abbiamo - o avevamo - tutti, credo. Ave!
Recensione alla storia Senza titolo - 09/09/14, ore 16:21
Capitolo 1: Senza titolo
Qualcosa di classicheggiante l'ha sempre avuto la vostra poesia (non certo per offendere dico vostra, ovvero tua e del Cionco). Vuoi nel ritmo (ma è più che altro una tendenza al dattilo o all'anapesto), vuoi nella sintassi (che vi piacciano idiosincratici smottamenti nell'ordine delle parole è palese) o vuoi nel lessico (qui mi trovo "stirpi", e ho detto tutto). Per una volta però hai scritto una poesia senza marcati esiti classicheggianti. Anche se... eh! Il classicheggiante appare comunque? Forse che quel "et" venga proprio a supplire alla mancanza dei soliti violenti iperbati? :-) Ah, già: non dimentichiamo delle Pieridi, che là in fondo gridano tutti i disagi di una solitudine da un registro a loro confacente (ma tutto ciò mi piace). Comunque non ho molto altro da dire. Mi è piaciuta questa raffigurazione poetica di una vicenda malavogliesca-verghiana! Lo smarrimento della Casa come la perdita di noi stessi. Alla prossima! :-)
Recensione alla storia Sul balcone insieme ad un pettirosso, un merlo e un piccione - 09/01/14, ore 17:02
Capitolo 9: La doppia vita dei versi
Finalmente mi sono dedicato un po' a questi versi. Che dire? Da paura! Bellissime poesie. Dal primo all'ultimo verso una successione perfetta di immagini che mi hanno colpito - dall'otre in cui si accartocciano pensieri così tristi che la primavera sembra un autunno, alla violenta distruzione di un sistema poetico fondato sulla retorica, l'aspetto, la forma, il puro ornato... e poi? come dimenticare la bellezza superiore di quella poesia dedicata all'amore, e alla poesia, in cui vibra così vivacemente uno stordimento velenoso, una perdizione totale in via di compimento, un'overdose dei sensi (poetici), che sembra di viverlo in sé...! Tristano, che altro posso dire? Ti lascio, per il momento. Spero di tornare presto nella tua pagina!