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Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Di Fragilità e Disperazione - 02/06/18, ore 17:19
Capitolo 1: Di Fragilità e Disperazione
Buonasera!
Ho letto la tua storia e non mi sembra affatto male.
Il consiglio primario che ti do, però, è di curare maggiormente la struttura grafica della storia.
Non appena ho aperto curiosa la tua ff mi sono ritrovata davanti il muro di parole unico e il primo impulso è stato quello di chiudere, poichè è difficile leggere un testo in questo modo, ed anche se questo aspetto non toglie nulla al tuo modo di scrivere, potrebbe comunque scoraggiare i tuoi lettori.
Ho invece apprezzato molto l'uso della terza persona, perchè non è affatto comune, e questo ti dona originalità.
La trama in sè anche non è male, e l'ho trovata originale come il tuo stile, anche se magari qualche dettaglio in più non avrebbe guastato.
Ad ogni modo nel complesso la mia recensione è positiva.
In bocca al lupo!
Recensione alla storia Non dire una parola - 25/05/18, ore 01:20
Capitolo 1: Non dire una parola
Ciao Iria, al momento credo che tu sia una delle poche a scrivere su Munakata e Sakakura ma sono sicura che man mano che ci si prende confidenza aumenteranno le storie che li riguardano, proprio così.
Allora, anche in questa fan fiction c'è un rapporto morboso che sta alla base del legame tra i due. Cosa di cui non mi lamento, come ti ho già scritto, infatti, non sono contro l'avvertimento yaoi ed è per questo che ho letto anche altre yaoi, nel tuo caso fai riferimento anche a scene lemon ma non ho nulla contro quindi no problem.
Mi sono piaciute le tue descrizione e anche l'andamento della storia. Dunque, all'inizio ti sei concentrata su Kyosuke mettendolo in difficoltà con una pallottola nella gamba. Però, mentre per questo fatto è bene non avere sentimenti di sorta, ecco che per il rapporto con Juzo un minimo di coinvolgimento sentimentale sarebbe richiesto, anche solo da un punto di vista recitativo... Insomma, far vedere un coinvolgimento. Invece Munakata non prova nulla, quello che fa è qualcosa di automatico, o almeno all'apparenza sembra tutto frutto dell'alcool quello che l'ha portato ad essere un perfetto amante. E poi c'è Sakakura in cui emerge fuori una preferenza che sfocia nel violento, sesso intenso con il giusto dolore per non guastare il piacere. Complice di questa preferenza (scelta azzeccata) è Munakata, e qui arriviamo alla parte finale. Mi è piaciuto il modo in cui hai fatto evolvere la scena creando un'intensità crescente che ha portato Sakakura a sentirsi viscido per quello che ha fatto, non sapendo che anche Munakata voleva lo stesso.
Ho trovato la lettura stimolante quindi ti faccio i complimenti sia per la forma che per il contenuto.
Un abbraccio fortissimo mia cara Iria
Recensione alla storia Braids - 17/11/16, ore 19:27
Capitolo 1: Braids
Chihimondo <3 questo sarebbe il mio commento a caldo a questa Storia (la S maiuscola è intenzionale), ma siccome non credo che sufficiente eccomi qua ad approfondire il pensiero.
Anzitutto non ho trovato errori. Sei riuscita a tenere ben distinti i dialoghi e la voce di un narratore in terza persona, mantenendoli entrambi funzionali al loro scopo.
Anche gli elementi strettamente legati al mondo videoludico sono stati usati con inteligenza, senza esagerare, giusto quanto bastava per dare quel tocco di pittoresco che ha arricchito la narrazione. Comincio col dire la cosa più importante: questa storia dovrebbe diventare una long.
Ha tutta l'aria di un potenziale romanzo di formazione, oltre che a tematica, e in queste pagine la storia ci sta stretta; questa è la prima considerazione che, a caldo, mi sento di fare. Tutta la loro prima parte, riguardante la quotidianità, si trova soffocata in quei pochi paragrafi che vengono loro dedicati, quando invece avrebbe bisogno di molto più spazio, perché si sente bisogno dei dialoghi, dei luoghi, dei personaggi, di quell'aria mitica che circonda Chihiro e Mondo visti dagli occhi della loro bambina che vive nel mondo dei videogiochi.
Tutto questo non è una critica ma è un consiglio: questa storia potrebbe davvero evolversi e diventare qualcosa di più, ma devi dargliene la possibilità, e io credo che valga la pena di farlo. Una cosa che non mi ha convinta troppo è stata questa descrizione dei luoghi e dei personaggi calati in un contesto di famiglia abbastanza classico, non perché sia stato fatto male ma perché non l'ho trovata un'idea particolarmente originale.
Un'altra cosa, che non ha a che vedere con i miei gusti, ma è una critica oggettiva sulla costruzione dei personaggi, è stata la loro poca caratterizzazione. Mi spiego: c'è molta introspezione e ci si sofferma moltissimo sul loro amore, o meglio, sull'amore padre-figlia, ma su di loro come persone sappiamo pochissimo.
Per contro, dell'infanzia di Chiaki, dei loro giochi e della loro vita quotidiana ci dici molte cose, e anzi, ho avuto l'impressione che ci fosse anche molto altro da dire, e che questa storia avesse le carte in regola per farlo. Ma più va avanti la storia, più la narrazione si concentra sulle loro decisioni e sulle treccine che Chiaki fa a Mondo, trascurandoli cone personaggi: potrebbe esserci chiunque altro al posto loro in quel momento, perché tanto il focus è puntato unicamente sul fattore "padre che farebbe di tutto per la figlia".
Il che va benissimo, ma devi tenere a mente che si tratta di Mondo che farebbe di tutto per Chiaki, che dev'essere diverso da tutti gli altri perché sono due persone diverse dagli altri con le loro particolarità. Insomma, rispetto alla prima parte perdono di individualità, divenendo semplicemente due declinazioni un po' meno marcate dello stereotipo di padre e figlia.
Ma credo che tutto ciò sia dovuto al fatto che sia una semplice one-shot, e che lasciando evolvere la storia secondo le sue esigenze anche loro prenderanno una forma autonoma e originale. A questo punto sta a te: io ti consiglio di riprendere in mano questa storia e darle l'attenzione che merita :)
Per il momento ti saluto. Un bacione
Devil
Recensione alla storia As long as his eyes are still closed - 05/11/16, ore 23:38
Capitolo 1: As long as his eyes are still closed
D'accordo, cercherò di dare un senso a questa recensione. "Ridi ancora e il tuo cuore cola a picco nel buco nero di un crimine troppo grande da sostenere e sopportare: non hai potuto proteggerlo, sei stato incapace di salvaguardare ciò che di più caro ti è rimasto al mondo; e un gesto tanto stupido, un bacio insignificante e senza senso, sarebbe rimasto un segreto tra te e quelle quattro mura soltanto." Dopo "sopportare" andrebbe un punto e virgola. "E se anche ti avesse odiato, non avrebbe avuto importanza, perché ti saresti comunque appropriato del suo sapore, di tutto ciò che bramavi, in eterno." Dopo "odiato" la virgola potrebbe anche essere omessa. Ho visto, poi, che a volte usi il trattino breve al posto di quello medio per il rumore degli spari. Ho già avuto modo di leggere alcune delle tue storie e ho sempre ammirato il tuo stile veloce, distinto, un po' confusionario, ma non per questo meno godibile o pesante. Anche in questo hai confermato la tua bravura nello scavare all'interno dell'anima di Juzo, nell'esaminare un'introspezione veloce e caotica come può essere quella di Sakakura che cerca di riflettere tra sè, magari senza giungere a una vera e propria conclusione. Il lessico ricco, spontaneo, ricercato, ma non falso e costruito ha saputo dare quel tocco in più che è servito a rendere perfetta questa storia. Devo fare una menzione al titolo.
Riprendi cose nornali, immagini del quotidiano, e le plasmi in modo da rendere un'analogia con dei sentimenti. Quindi il punto di forza di questo brano, in cui manca una storyline concreta ma se ne possono leggere mille, è proprio l'incredibile quantità di sfacettature e il modo in cui hai scelto di rappresentarle, così vivo e spigoloso ma al tempo stesao disarmante nella sua delicatezza, perché tutto è visto attraverso dei gesti normali, delle immagini che ci troviamo davanti ogni giorno ma che non assumono nessuna consistenza o significato particolari fino al momento in cui non ci troviamo in un determinato stato d'animo. Questa storia è stata originale perché permetti al lettore di capire in quale stato d'animo si trova, perché a seconda di ciò che sente in quel momento vede i tuoi fotogrammi assumere una sequenza diversa. È originale perché l'originalità dipende dagli occhi di chi legge, e credo sia una cosa impossibile per chiunque, ma non per te. Quindi, per concludere, ti dico una cosa che è più un ragionamento, ma penso che renda molto bene l'idea. L'originalità è difficile da quantificare, quando si tratta di pensieri e immagini piuttosto che di avvertimenti, può solo significare che non mi sono mai trovata a dover valutare una storia di questo genere, una storia in cui non so da che parte cominciare.
Per cui deduco che hai fatto un ottimo lavoro. Sai in questo periodo sono un po' presa da... una ragazza, forse, e mi sono ritrovata in moltissime frasi che hai detto, sebbene tu non abbia descritto situazioni simili - ma è una questione di pancia, di sottopelle, di tutte queste cose che a parole non si possono afferrare, anche se tu ci riesci. Però, quando ho letto la storia la prima volta, questa ragazza non era ancora neanche lontanamente nei miei pensieri. Anzi, sapevo della sua esistenza, eppure non c'era. Quindi non ho pensato a lei. Ma mi sono emozionata lo stesso. Vai bene per qualsiasi stato d'animo, riesci a infilare ogni possibile scenario in ciò che dici, e tutto ciò non smetterà mai di darmi i brividi di gioia e terrore, perché nessuno fa quello che fai tu con la tua stessa naturalezza. Non sei umana. Le leggerezza opprimente del togliersi i sensi di colpa, il sapore dei desideri, il vuoto, nascosto nei posti più impensabili eppure definiti: nei suoi fallimenti, forse? È perfetta, emotiva, onirica: ma non col genere nonsense, che secondo me è un po' una scappatoia. Ti auguro davvero di avere il giusto riconoscimento! Baci,
Devil
Recensione alla storia Playing the Devil’s Part - 05/11/16, ore 01:26
Capitolo 1: Playing the Devil’s Part
Certo che te mica ci vai giù lieve con l'angst, minchia. La grammatica e la sintassi sono assolutamente, totalmente perfette, dalla prima all'ultima riga. Ogni frase è curata nei dettagli, in modo eccellente.
La punteggiatura è molto, molto buona. Ci sono solo un paio di casi dove non mi convince del tutto (ma si tratta di dettagli di poco conto). A parte questo, la punteggiatura è eccellente. Riesci a gestire i segni di interpunzione con grande, grandissima abilità, dando un bel ritmo alla storia. Mi hai uccisa. Mi hai distrutto il cuore. Hai uno stile incredibilmente coinvolgente, incisivo, vivido. Ogni frase porta alla vita una serie di emozioni, immagini e significati travolgenti. Ogni singolo periodo ha una ragione di esistere, uno scopo ben preciso. Non ci sono frasi fuori luogo, non ci sono frasi superflue. Ogni cosa è costruita con grande attenzione e precisione. Il tuo stile è estremamente piacevole da leggere, ed eccezionale per l'introspezione drammatica: riesci a rievocare con grandissima naturalezza immagini estremamente vivide nella mente del lettore, rendendo i sentimenti di Munakata concreti, reali. Il lessico è altrettanto straordinario: hai un vocabolario ampio, vario e ricco, e sai esattamente quale parola usare in ogni singolo momento.
Non c'è un solo termine che sia fuori luogo o che potrebbe essere sostituito con un altro. Riesci a raggiungere un equilibrio perfetto fra musicalità ed efficacia, creando una narrazione estremamente ricca ed emozionante. Scrivi in modo "dinamico", audace, senza avere paura di osare qualche variazione di registro o stile e sapendole sempre dosare alla perfezione. Non esageri mai, né con la ricercatezza né con la chiarezza.
Il titolo è stato rispettato al cento percento, in ogni singola riga. C'è tutto, tutto quanto: c'è il significato, c'è l'atmosfera. Non avresti potuto sceglierne uno più completo ed efficace: ogni riga lo richiama. C'è sempre qualche piccolo richiamo. Ne riprendi ogni sfumatura e la rielabori in modi del tutto efficace, grazie proprio allo stile e alla profondità delle riflessioni. Okay, ora posso ribadirlo senza OOC da sola (?): questa storia mi ha ucciso, perché ha un livello di profondità, drammaticità e bellezza straordinario. È una storia splendida dal punto di vista della forna e dello stile, e lo è altrettanto per quando riguarda i contenuti: hai scelto un momento difficile, difficilissimo da trattare. Sei riuscita a renderlo con grande delicatezza, tatto e realismo. Non esageri mai, non rendi mai la storia troppo drammatica o poco realistica: riesci dall'inizio alla fine a rendere il racconto plausibile, seguendo un filo logico assolutamente coerente e utilizzando uno stile di grande impatto. Mi piace come è strutturata la storia: è sviluppata in modo perfettamente chiaro e comprensibile, e il passare dalla situazione generale al momento specifico in cui tutto cambia, in cui Kyosuke crolla, è geniale: dà carattere e spessore alla storia, dando proprio l'idea di una serie di giornate tutte uguali che culminano con il momento in cui Munakata non regge più, non riesce più a sopportare la solitudine, la noia, il vuoto. E il finale. Non il finale per Munakata, proprio il finale finale. È geniale. Geniale, perché assolutamente inaspettato. E rende la storia ancora più drammatica: in una sola riga, sei stata in grado di aggiungere una profondità incredibile al racconto, perché in quella riga finale c'è il dramma del "troppo tardi", c'è il dramma delle decisioni irreversibili e tragiche su cui non si può tornare, c'è il dramma di Kyosuke che dovrà convivere per sempre con la consapevolezza di non aver salvato Chisa e Sakakura, di averli, di fatto, uccisi. C'è la certezza che le cose sarebbero potute essere differenti, che loro tre avrebbero potuto avere il loro lieto fine, ma Munakata, per una volta, ha fatto male i calcoli. Non ha capito, o non ha voluto capire, cosa lui significasse per loro, e Yukizome e Juzo hanno pagato questo errore, questa cecità, con la vita. È devastante. E geniale. I pensieri di Kyosuke si susseguono con una naturalezza tale da rendere impossibile al lettore non immedesimarsi: sono riflessioni così profonde, così vere, così oneste da catturare il lettore e proiettarlo direttamente nella mente di Kyosuke, dalla prima all'ultima riga. Non solo i suoi pensieri sono realistici e coerenti: le sue emozioni sono intense, devastanti, e travolgono il lettore. Il momento trattato è difficilissimo da rendere, perché c'era il rischio di renderlo troppo drammatico, troppo sentimentale, andando così OOC, o di sacrificare l'impatto emotivo per rendere Kyosuke IC e far diventare dunque la storia "fredda": tu hai trovato l'equilibrio perfetto.
La storia è sia coinvolgente sia plausibile, perché le riflessioni di Munakata si avvicendano con una precisione ed intensità da portare il lettore esattamente dove tu vuoi che arrivi. Le emozioni che Munakata prova sono così travolgenti da rendere il finale l'unica conclusione possibile. Era un finale rischioso da scegliere, perché il fischio di esagerare in una direzione o nell'altra era fortissimo, ma tu sei stata in grado di strutturare la storia in modo tale che, alla fine, qualunque altra conclusione sarebbe risultata fuori posto. La storia scorre come un fiume in piena, devastante e travolgente, fino ad arrivare all'unico finale possibile: quello che tu stessa hai scelto. La caratterizzazione di Kyosuke è straordinaria, in ogni gesto, in ogni parola. C'è tutto Kyosuke, qui, nel modo di muoversi (o, per meglio dire, di non muoversi), di pensare, di soffrire. Non solo: c'è un Munakata distrutto, un Munakata che è tutto se stesso anche nel dolore. E questo dolore è straziante, perché viene assimilato dal lettore dall'inizio alla fine grazie al tuo stile decisivo e straordinariamente cooinvolgente. E grazie della botta di angst, sul serio <3 bacissimi,
Devil
(Piesse: sono da cell, quindi immagino che il mio schifosissimo touch abbia disseminato di orrore la rece, non farci troppo caso - in parte è colpa mia che ero troppo ubriacata di dolore per mettermi a correggere roba!)