Recensioni di LadyPalma

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia I tramonti sono albe in potenza – riflessi - 10/12/21, ore 12:43
Capitolo 1: I tramonti sono albe in potenza – riflessi
Ciao Greta!
Riesco finalmente a passare da questa tripla flash per la Challenge di Rosmary – e lasciami dire che sono stata contentissima di vedere che era sui koala! Il contesto è vago, dici nelle note, però loro sono sempre loro e i riferimenti che hai inserito come rimandi alle altre storie di questo tuo universo sono azzeccatissimi (in primis, il concetto del bozzolo legato a Ole).
Ogni volta mi ritrovo ad ammirare la tua capacità di scrittura, di evocare nelle tue frasi immagini così suggestive da trascendere i personaggi, pur parlando di loro. Non è qualcosa di facile, ma tu ci riesci ogni volta ed è una tua abilità che apprezzo tantissimo. Ogni frase, pur nel suo valore riflessivo esistenziale (ché di questo si tratta, le sento pure addosso a me lettrice), racchiude tutta la carica introspettiva del personaggio – e, in questa storia, a farlo è soprattutto il modo in cui hai giocato con le fasi della giornata e in particolare nelle tre, potentissime, frasi declinate con il "sei luce".
La challenge richiedeva di mostrare i personaggi nella loro singolarità e poi insieme come complementarietà: è quello che tu hai fatto perfettamente, perché c'è prorpio una evoluzione da ciò che è Homer in sé, a ciò che è Ole, e a ciò che poi sono insieme – insieme, siete, alla fine è solo questo, in fondo, essere pienamente solo se si è insieme. E questo tu lo anticipi già subito, quando è qualcosa di sottile, di incidentale: Rido quando parlo e parlo e parlo e il ragazzo che non parla mai si perde assieme a me. Tra tutte, voglio segnalare questa frase perché è bellissimo come Ole fa capolino nel mondo di Homer, e come anche il concetto del perdersi insieme venga da te presentato come qualcosa di valore – perché forse non importa manco tanto trovarsi, se nel perdersi si è in due già non si è davvero persi.
È stato un esperimento riuscitissimo, con uno stile, un modo di unire le parole, che mi fa sempre emozionare molto.
Bravissima davvero.
Recensione alla storia Tra sempre e mai (parentesi) - 02/10/21, ore 21:23
Capitolo 2: Capitolo 2
Ciao Greta,
sono pessima perché sto proseguendo questa storia con troppa lentezza, ma sappi che tornare da questi due Koala è sempre per me una sensazione bellissima, in qualsiasi universo si trovino. Nelle note scrivi che il capitolo è breve e che non succede niente di rilevante, eppure ci hai mostrato molto. Ho già avuto modo di dirti quanto apprezzo il modo in cui rendi il loro rapporto e anche la loro caratterizzazione individuale e, qui, tutti questi aspetti emergono come sempre con grande precisione. Come Homer che non si fa problemi a lasciare il suo letto a un ospite e Ole che invece, per natura, non può evitare di tentare di rinunciare a quella cortesia. È un dettaglio piccolo, ma ecco anche in questi piccoli dettagli pensi a come loro si comporterebbe ed ecco perché risultano a 360 gradi.
Ci hai fatto vedere qui la prima necessaria ambientazione di Ole da Homer, le chiacchiere-fiume, lo svegliarsi troppo presto e l'andare in spiaggia per ingannare il tempo prima della colazione. Nuotano, scherzano, si scambiano battute e sia con quello che fanno, sia con quello che dicono, sia con quello che pensano ci mostri l'unicità della loro amicizia.
Spero di passare prestissimo sul terzo capitolo, perdonami davvero il mio essere una completa tartaruga ahahah
Un bacio!
(Recensione modificata il 02/10/2021 - 09:23 pm)
Recensione alla storia Tra sempre e mai (parentesi) - 22/08/21, ore 21:13
Capitolo 1: Capitolo 1
Ciao Greta,
arrivo su questa storia quando ormai è già conclusa e ci arrivo davvero in punta in piedi, perché so quanto questi due significhino per te e quindi spero di non dire una marea di sciocchezze in questa recensione. Ci tenevo, comunque, a leggere anche se in ritardo questa nuova long su di loro – perché in qualsiasi universo, in qualsiasi trasposizione, loro sono loro e risultano caratterizzati benissimo con la loro specifica personalità fin da subito anche qui. 
Certo, purtroppo non sono solo loro due, sono loro due più Eloise, ma ci faremo andare bene la sua intrusione lo stesso. E partirei, anzi, proprio da lei: mi è piaciuto tantissimo come hai usato la presenza concreta della ragazza per parlare di Homer, del suo modo di essere (quei sorrisi che sono di facciata, che servono a dissimulare), di quello che nasconde (Eloise è un'intrusione, su quella sedia nella sua stanza, con il suo chiacchiericcio non sempre opportuno, e perfino per avere sulle mani un odore che dovrebbe appartenere solo alla famiglia), e ancora del suo ruolo nel mondo (lui si sente fuori posto, come un ospite ma niente più di questo). È perfettamente controbilanciato, allora, cosa significa invece Ole: è a lui che Homer pensa mentre ignora del tutto Eloise (ben ti sta:! Ole, Eloise: 1-0) ed è lui che abbraccia con trasporto alla fine del capitolo mentre Eloise deve invece guardare dall'esterno con espressione corrucciata (come? Ah, sì. Ole, Eloise: 2-0). 
Sono cresciuti insieme, si sono trovati un posto nel mondo l'uno grazie all'altro e si conoscono vicendevolmente come nessun altro li conosce. Un'altra cosa che ho apprezzato tantissimo è la descrizione di Ole dagli occhi di Homer, come il tipo che si vede rubare il letto e non dice nulla per non mettere in imbarazzo lo studente nuovo. Un esempio concreto che rende precisamente conto di un'intera essenza.
Premetto che non conosco Chiamami con il tuo nome (né il film, né il libro), quindi forse mi perderò qualche riferimento. Ma poco importa: sono molto contenta di aver iniziato finalmente questa lettura e spero di proseguire prestissimo.
Un bacio!
Recensione alla storia A te, smarrito viaggiatore - 22/07/21, ore 14:49
Capitolo 1: A te, smarrito viaggiatore
Valutazione per il contest "Storie alfabetiche"

Grammatica e stile: 8.5/10 (grammatica: 4 /5 + stile: 4.5/5)

Grammaticalmente ho riscontrato due problemi di consecutio temporum:
Fu difficile, per me, contenere le lacrime di letizia che continuarono a rigarmi le gote per ore, congiungendosi sotto al mento tirato da un persistente sorriso che proprio non volle saperne di abbandonare il mio volto. -> non voleva saperne, l’azione è continuata -0.5
e alla fine, dopo quello che mi parve un tempo eterno, il mio più solenne desiderio fu esaudito. -> mi era parso (il tempo è finito) -0.5
Da un punto di vista stilistico, il mio commento sarà piuttosto breve – e questo perché lo stile funziona. I periodi sono della giusta lunghezza, ben calibrati internamente, la punteggiatura è varia e usata perfettamente (e, sebbene ci siano spesso i punti e virgola, non sono troppo ravvicinati e utilizzati sempre nelle situazioni in cui altri segni di punteggiatura non sarebbero stati altrettanto adatti). Bene l’andare a capo, che dà aria al testo senza frammentarlo troppo. Le parole e le espressioni sono scelte con cura e la lettura procede in maniera scorrevole, regalando anche delle frasi particolarmente suggestive. Il lavoro, dunque, l’ho trovato ottimo e non ho nessuna frase singola da segnalarti.
L’unico appunto che ti faccio riguarda il lessico. Hai scelto un registro piuttosto alto e si mantiene costante per tutta la storia (per cui non c’è alcuna stonatura in questo senso); tuttavia, non l’ho trovato perfettamente adatto come linguaggio di una bambina di sette anni. O meglio, chiaramente si tratta di una rielaborazione della ragazza adulta (che si esprime in un modo maturo) e questo dà significato alla scelta narrativa, però d’altro canto crea un po’ una barriera con gli occhi della bambina mediante i quali la storia vuole essere narrata.
Esempio: stringeva tra le mani quello strano bastoncino rende più l’ingenuità di una bambina di sette anni rispetto a termini come “letizia”, “gaudio”, “dapprincipio”. Non dico che questa scelta sia sbagliata, lo ripeto, ma la trovo meno potente rispetto a un registro leggermente più basso che avrebbe reso più la vicinanza con lo sguardo da bambina.

Titolo: 3/3
Il titolo l’ho trovato perfetto: di grande impatto e perfettamente calzante con tutta la storia, che è di fatto una dedica al viaggiatore smarrito. Il termine “viaggio” ricompare poi diverse volte nella storia, specialmente con grande suggestione qui: purtroppo alle volte poteva capitare che il viaggio non andasse a buon fine.

Trama e personaggi: 10/10
Si tratta di un tuffo nei ricordi, una rielaborazione da parte di una donna di quel fratellino che non ha mai potuto stringere, ma che non per questo ha dimenticato. Dalla scoperta felice fino alla perdita non manca assolutamente nulla, anzi ogni dettaglio (dalla rivelazione ai nonni, fino alla figura della maestra) contribuisce a sottolineare i sentimenti della bambina. Chiusura azzeccata con il punto di vista della ragazza ormai cresciuta, passando a lei direttamente la parola.
La bambina è mostrata meravigliosamente nell’introspezione, con una prima persona che scava ogni dimensione. Anche le figure che le ruotano intorno riescono a essere più di semplici comparse, in particolare i genitori, ma soprattutto è caratterizzato anche lo “smarrito viaggiatore”, il fratellino che non è mai arrivato a destinazione eppure esiste e si muove nel mondo altro pensato dalla protagonista.
Ho visto che si tratta di una storia vera: senza entrare nel merito (cosa che esula da cosa devo valutare nel contest) voglio aggiungere a riguardo un complimento per la capacità di distacco necessaria per riuscire a metterla in una forma coerente ma incisiva su carta. Ottimo lavoro!

Svolgimento della traccia: 10/10
La consegna è rispettata: ci sono 21 frasi, ognuna che inizia con una lettera dell’alfabeto in ordine.
Mi dispiace anche qui di essere sintetica, ma non ho altro da dire se non che il lavoro è svolto benissimo rispetto alla consegna. Ogni inizio è “naturale”, ben inserito, non c’è nessuna costruzione che stona o che sveli il trucco. Sicuramente è stata una valida scelta iniziare spesso con dei verbi, cosa che hai potuto fare agevolmente con una storia in prima persona.
Anche l’andare a capo e la lunghezza dei periodi (con un’articolazione consona al loro interno anche nei periodi più lunghetti) concorda con questa visione. Non posso che attribuirti il punteggio pieno!

Totale: 31.5/33
Recensione alla storia Prima della prossima fermata - 25/05/21, ore 14:41
Capitolo 1: Prima della prossima fermata
Valutazione per il contest "Storie alfabetiche"

Grammatica e stile: 9/10 (grammatica: 4.5/5 + stile: 4.5/5)

Aveva notato le copertine diverse, i diversi titoli, i differenti autori – beh, quelli non sempre cambiavano, a volte era lo stesso per due giorni di fila – restava il fatto, però, che l’aveva notata. Qui c’è un errore di significato e di impostazione quindi ho preferito segnalarlo qui in grammatica. L’inciso tra due trattini indipendenti dovrebbe essere svincolato dal resto del periodo; nel tuo caso, invece, se elimino l’inciso la frase perde completamente senso. “Restava il fatto” e quel “però” vanno a negare infatti la rettifica che non sempre c’è un cambiamento totale. La frase quindi dovrebbe essere reimpostata, o togliendo l’inciso, oppure addirittura fermando la frase dopo autori…. Anche perché “Beh” inizia con la lettera B (quindi avresti salvaguardato anche le regole del gioco). -0.5
Lo stile va generalmente molto bene: ho apprezzato la lunghezza dei periodi breve ma non troppo, la punteggiatura varia e non ripetitiva (in particolare, due punti, punto e virgola e trattino indipendente, tutti usati con il loro significato specifico), l’andare a capo creando aria al corpo del testo ma senza creare fratture. Le scelte lessicali e la costruzione delle frasi risultano coerenti e adatte a incalzare il ritmo. Si tratta di un’introspezione che però riesce a catturare comunque il lettore e a veicolare un’immagine ben precisa.
Di seguito ti segnalo qualche appunto stilistico che non mi ha convinta pienamente:
le copertine diverse, i diversi titoli -> ripetizione da evitare, soprattutto all’inizio (quando si cattura di più il lettore) e se seguita tra l’altro da “differenti” che è un altro sinonimo.
Zitta di solito non ci sapeva stare, tutto stava, quindi, nel dimostrarsi abbastanza audace da svelare il mistero prima che il campanello di chiamata la informasse che la successiva sarebbe stata per lei l’ultima fermata. -> per marcare l’inversione, sarebbe stato preferibile usare i due punti rispetto alla virgola. Così la frase risulta poco fluida.

Titolo: 3/3
Il titolo in sé suona molto bene, per via della lunghezza non eccessiva, della ripetizione della P e anche perché a livello di significato spinge a chiedersi “che cosa succede?”. Rispecchia infine benissimo la storia che racconti. Nessun appunto da farti, hai fatto un’ottima scelta.

Trama e personaggi: 8.5/10
La trama è in effetti una introspezione, uno sguardo che gettiamo a una donna mentre ne osserva un’altra e si lascia catturare piano piano da lei restandone sempre più intrigata. Non succede di fatto niente, ma ci fai entrare benissimo in questo breve viaggio, uno dei tanti in cui la protagonista “guarda senza toccare” e tutto si riduce a un sogno ad occhi aperti. Mi piace come il pensiero sia veicolato molto bene dall’inizio alla fine, soprattutto per quella dicotomia tra il desiderio di farsi avanti e parlare e la paura più ancestrale di vedere quel sogno sgretolarsi. La curiosità si sviluppa in precise coordinate spazio-temporali e di certo ci dici cosa la protagonista prova, e allo stesso modo ho trovato interessante e ben sviluppata l’idea di puntare sulle copertine dei libri come “focus” per catturare questo interesse e tentare di renderlo tangibile. A livello di trama, non ci sono “buchi” e il momento (che è anche un riepilogo di tanti momenti uguali eppure diversi) è ben sviluppato.
Fermo restando dunque il tuo buon lavoro, ti segnalo cosa non mi ha convinto del tutto a livello di personaggi. In un certo senso ho sentito l’assenza di una descrizione dell’oggetto di interesse. Descrivi molto la sua passione per i libri, il tempo che resta sull’autobus e accenni anche alla posizione che assume… ma i dettagli più personali (età, aspetto fisico, gesti tipici) non sono tratteggiati. Se questo non è importante per la voce narrante che può benissimo disperdersi nell’anonimato, al contrario assume una sua importanza nel momento in cui da quel punto di vista inquadriamo un oggetto di interesse. Oltre ai libri, cosa cattura effettivamente la protagonista? Vagheggiare su una sconosciuta è un’attività libera, eppure mantiene dei vincoli: il colore dei capelli, la statura, la corporatura, alcuni dettagli e gesti che fanno intravedere il carattere, una voce captata per sbaglio. In sostanza si percepisce bene quello che la protagonista prova ma non perché; si capisce quanto quello che la sconosciuta fa (leggere) la attragga, ma non cosa l’attrae di ciò che la sconosciuta è.
Non è affatto una critica severa: quello che manca sono dei semplici dettagli che avrebbero potuto caratterizzare meglio questo interesse e renderlo meno astratto in un certo senso.
Come ultima cosa, ti segnalo un punto secondo me leggermente problematico.
Aveva notato le copertine diverse, i diversi titoli, i differenti autori – beh, quelli non sempre cambiavano, a volte era lo stesso per due giorni di fila…
la osservava sfogliare le pagine del suo nuovo libro e ogni giorno si chiedeva quale lo avrebbe sostituito. Perché non era mai lo stesso?
Ammetto che qui all’inizio sono rimasta confusa. Se non sempre cambiavano ma “era lo stesso per due giorni di fila” come mai poco più sotto s’insiste che sul fatto che non era mai lo stesso, cosa è addirittura “un tarlo”? Ora, ci ho ragionato su attentamente e le cose sono due: o c’è un’incongruenza tra le due parti, oppure con “quelli non sempre cambiavano” ti riferivi solamente agli autori. Credo che tu volessi intendere appunto questa seconda cosa, per cui i titoli cambiano (come, naturalmente, le copertine) ma a volte per due giorni di fila l’altra ragazza legge libri di uno stesso autore. In questo caso, tuttavia, il problema si situa nella formulazione della frase che, come dicevo sopra, è un pochino macchinosa e finisce per gettare “confusione” anche su questa parte di trama.

Svolgimento traccia: 9.5/10
La consegna è rispettata: ci sono 21 frasi, tutte le lettere sono presenti e nessuna è ripetuta più volte.
Su questo parametro hai fatto un ottimo lavoro: le frasi, essendo ben cadenzate, non lunghe e davvero sequenziali l’una con l’altra non fanno accorgere del trucchetto. Anche l’andare a capo risponde a questa logica. In particolare ho apprezzato gli espedienti dei botti e risposta nella narrazione: Ha il suo fascino dopotutto, no? Inventare storie su storie e illudersi che corrispondano alla realtà. Nei pensieri della protagonista la seconda frase va a sopperire la domanda, il lettore si chiede subito: cosa ha il suo fascino? Lo dici immediatamente dopo sfruttando così un’altra lettera.
L’unica frase che non mi ha convinta è, come è avvenuto per molti altri, quella relativa alla lettera Z. L’inversione non è stata mai adoperata da te in precedenza e, vista la costruzione un po’ macchinosa della frase, risulta stonata tale da attirare l’attenzione del lettore, quasi svelando proprio sulla fine l’intero meccanismo.

Totale: 30/33