Recensioni di Mirya

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Recensione alla storia Inter rosas leniter ridens - 26/08/11, ore 10:30
Capitolo 1: Inter rosas leniter ridens
Ruta Yawara – Inter rosas leniter ridens
 
1) Ortografia Assolutamente curata, attenta, corretta anche nei passaggi più complicati, con tre piccoli errori.
·         Manca (dammi pure della folle) uno spazio prima della lineetta dopo “un’occhiata obliqua al volto accigliato di Eloise” e dopo “avvicinavi i cuori di tutti”.
·         Non va l’apostrofo in “un affermarsi”, perché i verbi sostantivati sono sempre maschili in italiano.
·         Non ci vuole la virgola dopo “altri con animi più romantici e meno sibillini”, perché questo è il soggetto del verbo seguente.
·         Hai commesso due errori di genere che ho considerato sviste ortografiche più che incertezze grammaticali, vista la tua ricercatezza: “col nome dell’amato sulle labbra pallide” e non ‘pallidi’ e “…e tralci attorcigliati ai boccioli” e non ‘attorcigliate’.
 
9 punti
 
2) Sintassi Usi periodi articolati, con subordinate dipendenti anche da altre subordinate, mostri di padroneggiare bene la sintassi e perciò puoi anche permetterti talvolta di uscire dalle regole base per lanciarti in periodi senza verbo reggente, tipo “La vanità dell’orgoglio che le infiammava lo sguardo…”.
Ho però rilevato un paio di errori, il primo dei quali ripetuto.
·         Spesso, nelle subordinate, ometti il ‘che’ introduttivo, ma nella maggior parte di esse non puoi farlo; serve ad esempio in “…incurante del fatto i polmoni reclamassero…” che deve divenire “…incurante del fatto che i polmoni reclamassero…”, e praticamente in tutte sino alla più evidente, “…niente su cui riflettere non fossero impedimenti…” che deve divenire “…niente su cui riflettere che non fossero impedimenti…”; ne ho contate in tutto dodici in cui manca il ‘che’ e in cui purtroppo non puoi ometterlo per scelta stilistica, perché altrimenti salta la subordinata. Questo è l’errore che ti ha penalizzato molto.
·         C’è qualcosa che non funziona in questo passaggio: “E ardente e romantico in quello inestricabile d’amante proprio dei rampicanti e dei fiori attorcigliati alle snelle colonnine d’alabastro.”, ma non so dirti precisamente cosa perché non capisco a cosa si riferisca la formula ‘inestricabile d’amante’.
 
7 punti
 
3) Lessico Ricco, articolato, mai ripetitivo, non ti fermi alla prima parola che potrebbe venire in mente e hai un bagaglio immenso a cui attingere; eccelli soprattutto nei sostantivi e negli aggettivi, il che ti porta ad un uso esornativo dei secondi che però secondo me non trasborda mai; è sicuramente un linguaggio non comune, che può saziare in fretta, quindi l’unico suggerimento che posso darti è ogni tanto di venire incontro al lettore con qualche passaggio più snello con qualche aggettivo in meno, ma si tratta più che altro di un consiglio di carattere generale perché a livello invece specifico e personale io apprezzo molto questa veste ricamata. In ogni caso, e questo è ciò che più conta, pur nella varietà del tuo vocabolario non c’è riga che non sia assolutamente chiara, per cui la tua preziosità non diventa mai fumosa.
Fai però un uso frequente ma non sempre corretto del possessivo ‘proprio’ in luogo di ‘suo’, al singolare e al plurale; ricorda che ‘proprio’ si può utilizzare solo quando è riferito al soggetto grammaticale della frase e di preferenza anche in quei casi solo quando altrimenti potrebbero ingenerarsi confusioni; così, nella frase “La scrutava con una tenerezza che gli ammorbidiva i tratti sprezzanti,  rendeva torbido il suo sguardo e per contro dava una consistenza molle alle proprie gambe vacillanti.” il soggetto grammaticale è Axel, per cui le gambe vacillanti risultano le sue mentre credo tu pensassi a quelle di Eloise; e in “…con occhi languidi e sognanti la luna, consigliera dei propri sospiri verecondi e puerili.” quel ‘propri’ suscita scompiglio perché dovrebbe riallacciarsi al primo soggetto, ovvero le ‘creature’, invece in questo caso si tratta della luna, soggetto della subordinata; e laddove scrivi “Il principe dai capelli rosi le porgeva una rosa, l’altra mano stretta attorno alla propria” stai dicendo che Axel si stringe la mano da solo.
 
 
9 punti
 
4) Altre regole grammaticali La grammatica è sicuramente da te ben padroneggiata e parliamo sempre di livelli molto alti, quindi gli appunti seguenti sono di tipo puntiglioso e non si riferiscono certo a grossi sbagli.
·         Ci sono alcuni casi di uso scorretto o perlomeno sospetto del congiuntivo: “Tuttavia, per quanto agitata lui sapesse che fosse…” ad esempio è un errore non solo perché tale raddoppiamento è fastidioso all’orecchio, ma anche perché il congiuntivo è il caso del dubbio e mal si accompagna col verbo ‘sapere’ che invece indica una certezza e preferisce l’indicativo; analogo discorso per “…sapeva (che) lei non ne fosse certamente il tipo.”, dove serve l’indicativo.
·         Hai messo un complemento di modo o mezzo tra due complementi oggetti qui: “…quel modo delicato che avevi per scacciare le lacrime dal viso paonazzo di Jordan con poche moine e le paure blande di Bryce”; sarebbe più opportuno non separarli e dunque invertire in ‘le lacrime dal viso paonazzo di Jordan e le paure blande di Bryce con poche moine’.
·         Questa invece è proprio una sciocchezza e non è nulla di oggettivo, ma solo una mia annotazione personale: nel primo paragrafo la parte finale si spezza all’orecchio, mentre acquisterebbe maggiore musicalità se da “…era difficile affermarlo con assoluta precisione in ultima analisi.” si trasformasse in ‘era difficile affermarlo in ultima analisi con assoluta precisione’, con una semplice inversione.
 
9 punti
 
5) Regole narrative Lo sviluppo è ottimamente srotolato, dall’esordio all’equilibrio tra dialoghi, descrizioni, introspezione, il tutto è congegnato in modo avvincente e pur essendo un’unica scena non c’è alcuna pesantezza, si legge dall’inizio alla fine tutto d’un fiato e con la voglia di andare sempre avanti.
C’è un problema però con la focalizzazione: il punto di vista principale è quello di Eloise, poiché la maggior parte delle sequenze è filtrata attraverso i suoi occhi, tranne un passaggio in cui è Axel a vederla arrivare che non stride tuttavia col resto; quello che stride invece è il momento in cui parli di Ashton, figura evocata a guardarli per la durata di un solo paragrafo, costringendoci a spostare la telecamera su di lui e poi togliendola subito da lui; non c’è un motivo per farlo, dal momento che poi Ashton esce subito di scena, non ha alcun ruolo nella vicenda e il suo punto di vista non aggiunge nulla alla trama, per cui questo scarto risulta destabilizzante al fine della comprensione.
 
9 punti
 
6) Personaggi I tuoi personaggi vengono delineati dai loro gesti, dalle loro espressioni, persino dai loro abiti oltre che dai loro dialoghi. Li vediamo stizzirsi, emozionarsi, imbarazzarsi, inorgoglirsi, divertirsi, tutto più dalle tue descrizioni che dal loro scambio di battute che è scarso come dopotutto è sempre stato scarso nei libri: parlando poco, questi due, perché le loro parole sono centellinate e pesate per convogliare in sé mille significati. Un po’ come le tue, mi verrebbe da dire. Anche Bryce, non presente in scena ma evocato, è riconoscibile come una presenza invisibile ma vivida attraverso i ricordi di Axel ed Eloise e le sue rose. Mi ha convinta poco solo l’accenno ad Ashton, così fuggevole che lascia un po’ la voglia di saperne di più e che si poteva togliere senza privare il testo di nulla, ma questo lo considero più che altro un errore narrativo perché, come personaggio, si tratta di una comparsa su cui non è possibile esprimere una valutazione.
 
10 punti
 
7) Contestualizzazione Il contesto è molto ben descritto, ci immergi profondamente negli ambienti dei libri, non trascuri la descrizione delle vesti, la tua spiegazione del motivo per cui Bryce ama le rose è estremamente credibile, a mio parere, e perfettamente in linea con i personaggi e il loro mondo. Non ti concedo il massimo solo perché non hai avuto modo di spaziare maggiormente nel resto dell’universo creato dall’autrice, ma non ho dubbi che saresti stata ugualmente meravigliosa.
 
9 punti
 
8) Sviluppo del tema Splendido, originalissimo eppure talmente incastrato nelle pieghe di questi caratteri e della loro storia da farmi quasi chiedere se non ci sia, da qualche parte nel libro dell’autrice, proprio la stessa spiegazione. Le rose sono davvero il punto focale della narrazione, spiegano la sensibilità nascosta ma profonda di Bryce, riallacciandosi all’amore che nutre per la madre e che si evince dalla sua ipocondria, cesellano i sentimenti di Axel innamorato di Eloise anche per quei gesti, quelle tenerezze, quell’effetto unico che lei ha sulla sua famiglia. Eloise è la rosa di tutti i Vandemberg, a quanto pare, ed Axel vuole riaffermare il suo diritto a possederla. Le rose insomma non sono mero ornamento o ambientazione: sono il motivo scatenante, sono la spiegazione intima di ogni cosa.
 
10 punti
 
9) Effetto ottico Visivamente il testo è perfetto: titolo separato e centrato, corpo giustificato, rientro della prima riga, un’unica scena compatta e coesa. Se aumenti appena l’interlinea risulta più leggibile, ma è un consiglio di gusto personale e non ha alcuna valenza oggettiva.
 
10 punti
 
10) Gradimento personale Comprendo appieno la tua difficoltà nel destreggiarti con questi due come coppia, che sono sicura riescano a mettere a dura prova, ma te la sei cavata egregiamente. Si percepisce l’emozione e la tensione, rifuggi il melenso che non si addice a nessuno dei due eppure mantieni il romanticismo di fondo e anticheggiante di Axel. Ho amato moltissimo questa storia e non vedo l’ora di leggere come invece l’autrice tratterà questo momento (perché se non lo farà immagino andremo a strozzarla), ma fino ad allora per me questa sarà la loro proposta.
 
10 punti
 
 
Totale: 92/100
Recensione alla storia Whisper'd in the sounds of silence - 26/08/11, ore 10:29
Capitolo 1: Whisper'd in the sounds of silence
Whatashame – Whisper’d in the sounds of silence
 
1) Ortografia L’ortografia è curata e corretta, ma qualcosa può sempre scappare, vuoi per errore di battitura, vuoi per i cambiamenti che magari si apportano al testo. Ti elenco gli errori riscontrati.
·         “E ciliege e glicine e sole e neve”: manca il punto dopo questa frase.
·         “Lasciando scorrere il miele sul fra i denti”: naturalmente nella riscrittura ti è scappato quel ‘sul’, che va eliminato.
·         “È appassita ai suoi piedi c’era un piccolo cimitero di petali…”: credo fosse ‘e appassita’, senza accento.
·         Non puoi mettere una virgola tra il soggetto e il suo verbo, come hai fatto qui: “La cortigiana più famosa della vecchia capitale, esigeva…” e in altri punti, che se hai bisogno ti elenco in un secondo momento in privato.
·         “…ma sembrava dire qualcosa nella suo talamo…”: ovviamente ‘nel suo talamo’, laddove forse hai mutato lessico senza ricordare di cambiare il genere dell’articolo.
·         “Afrodite, discinta e piangente lo fissava…”: qui per forza o metti una virgola anche dopo ‘piangente’ o la togli dopo ‘Afrodite’.
·         “...adone…”: manca la lettera maiuscola, che invece utilizzi nelle note.
·         “…scena.Angeli caduti…”: qui manca uno spazio prima del punto.
 
8 punti
 
2) Sintassi La sintassi è elaborata e varia, passa da periodi brevi ed incisivi ad altri di ampio respiro con cui ci insinuiamo nella memoria e nelle emozioni di Axel o con cui ci descrivi la visione di Eloise dormiente. C’è un problema coi tempo verbali, ma ho scelto di posizionarlo in un’altra voce della valutazione.
 
10 punti
 
3) Lessico Il tuo lessico è ricco e articolato, a volte addirittura poetico, preciso e sempre chiaro ma anche ricercato. Insomma, lo adoro. Hai usato qualche ripetizione un po’ ridondante della parola ‘occhi’, in un paragrafo intero (“Chiuse gli occhi… di ciglia finte”) e compaiono spesso parole che hanno a che fare con ‘marcescenza’, ‘putrefatto’ e ‘dolciastro’, in maniera un po’ eccessiva, ma poi te ne esci con meraviglie come “spidocchiare”.
 
10 punti
 
4) Altre regole grammaticali La tua conoscenza della grammatica è buona, il tuo errore principale è tuttavia quello dei tempi verbali: passi spesso dal passato al presente e non solo in frasi dove è permesso o in punti dove potrebbe essere giustificato dall’esigenza di dinamicità, ma anche in altri dove, nello stesso periodo, alterni i due tempi verbali in modo scorretto, come qui:
“E la rosa che sta orgogliosamente dritta nel suo vaso di vetro spesso e opaco sembrava ricambiare…”
o qui:
Sa bene che lei il giorno dopo non li avrebbe neppure visti…”
Hai ripetuto questo errore più volte, non le elenco per carenza di tempo ma se ti serve posso segnalartele in privato. Benché la narrativa offra la possibilità di scivolare nel presente in alcuni casi, questi sono estremamente limitati ad esempio alle scene d’azione e soprattutto, dal momento che porti una scena al presente, devi mantenere quel tempo sino alla fine di essa. Ho avuto il sospetto che tu avessi scritto prima tutta la narrazione al presente e che poi, nel trasporla al passato, ti sia sfuggito qualche verbo, in ogni caso purtroppo questo è un fattore che penalizza la tua sintassi.
Ti segnalo poi due sciocchezze.
·         “…non è miele quello che le imbratta la bocca…”: non è un errore grammaticale, ma non sapevo dove segnalartelo; poiché nelle due frasi seguenti usi la formula ‘non è più’, anche in questa, per simmetria, un ‘più’ tra ‘è’ e ‘miele’ sarebbe stato bene.
·         “…cela crudele il suo corpo ai suoi occhi.”: attenzione, qui si tratta di due possessivi uguali ma riferiti a due soggetti diversi; metti ‘di lui’ o ‘di lei’o usa altri modi per superare la confusione, come ‘gli cela crudele il corpo agli occhi’.
 
7 punti
 
5) Regole narrative Ottimo utilizzo di una doppia focalizzazione, sempre interna ma spostata da Julian ad Axel e poi di nuovo da Axel a Julian. Hai creato una cornice narrativa che non risulta scollegata né puramente ornamentale ma che ci permette di comprendere maggiormente il carattere di Axel, in entrata e in uscita da quella stanza dove è stato assalito dalle memorie.
Lo sviluppo narrativo è ben congegnato: sfrutti un momento del libro per aprire una porta sul passato ed esporre una mezza teoria su quanto possa essere accaduto tra Axel ed Eloise. L’unico appunto che posso farti è che forse, in alcuni passaggi, c’è stata una certa lentezza, mentre magari nel punto focale, quello in cui il ricordo di Belladore tormenta Axel, potevi soffermarti maggiormente perché dalla tua storia si evince che proprio lì sta il nucleo del tormento che abbiamo letto in Axel per tutto il libro.
 
9 punti
 
6) Personaggi Il contrappunto tra il personaggio di Julian, che apre e chiude la storia, e quello di Axel, che ne è invece protagonista assoluto, è secondo me una trovata splendida, perché ci permette di avere un punto di vista esterno e di confrontare due caratteri così dissimili. Credo che tu sia riuscita a rendere al meglio entrambi i personaggi e soprattutto, ovviamente, quello di Axel, penetrando nella sua mente, nei suoi ricordi, nei suoi pensieri, mostrandocelo attraverso le vesti – la camicia fuori dai pantaloni, l’abbandono del guerriero – e i gesti – la rosa strappata. Riusciamo a cogliere tutto il suo livore, il suo desiderio, il suo rimpianto e riusciamo anche in poche frasi a cogliere la perplessità di Julian, chiamato a testimoniare un momento così intimo. Belladore, pur solo evocata nella memoria, palesa tutta la sua crudeltà e macchinazione con la richiesta delle rose.
 
10 punti
 
7) Contestualizzazione Le tue note sono state preziose, perché ammetto che avevo subito segnato i riferimenti mitologici e sacrali come qualcosa di stonato rispetto al contesto; l’importante, quando si esula un po’ dalla traccia prefissata dall’autrice originale, è esserne ben consci e fornirne delle motivazioni e l’idea dell’umanità che vacilla tra il sacro e il profano, così esplicata, è molto affascinante. Per il resto hai doverosamente reso un universo, come tu stessa dici, pseudo-medievale con attenzione ai particolari, rilevando da sola quelli frutto di tua invenzione che comunque, non avendo noi una collocazione reale del mondo di Virginia, vanno benissimo. Hai reso bionda Belladore, ma non mi risulta che nel primo libro ci siano descrizioni della rediviva, per cui la tua scelta personale è lecita; tuttavia, se vai sul sito dell’autrice, trovi, negli spoilers del secondo libro e nelle schede dei personaggi che vi troveremo, anche l’immagine scelta per Belladore, che è indiscutibilmente mora.
Il contesto della reggia, lo scandire dei momenti della giornata, tutto il resto insomma è perfettamente incastrato nel mondo di Virginia, dove anche Dante ed Eco tutto sommato possono venire citati, purché non se ne facciano i nomi e non se ne dichiari la provenienza, tutto è accettabile tranne una cosa: la citazione delle “parole impertinenti di un siciliano”. Se arrivi ad un riferimento geografico preciso ecco che scardini un mondo fantasioso in cui la Sicilia, possiamo affermarlo con una certa sicurezza, proprio non c’è.
 
8 punti
 
8) Sviluppo del tema Il tema è presente come richiamo a Belladore, più che altro, con la bella idea di renderla una donna famelica di rose e con la splendida motivazione che offri per questa richiesta di doni; rispetto tuttavia ad altre storie la rosa è meno protagonista e avrebbe potuto essere maggiormente visualizzata se avessi speso più tempo a descrivere, magari, i momenti che hanno scandito il rapporto di Axel con Belladore proprio attraverso le rose, anche se chiaramente questo per ora resta una tua e una nostra ipotesi, dato che ancora non sappiamo cosa sia avvenuto realmente tra di loro.
 
8 punti
 
9) Effetto ottico Il testo è giustificato, con allineamento a destra e sinistra, ordinato e coeso; il carattere scelto chiaro e ordinato, la divisione delle scene netta. Per distanziare i paragrafi però hai scelto di mettere molti spazi tra di essi, quando invece l’effetto si ottiene più correttamente col rientro della prima linea; gli spazi vanno usati con parsimonia, per dividere più che altro le scene, mentre i paragrafi dovrebbero restare più uniti tra di loro. Mi permetto un’osservazione: il gioco dei colori è senz’altro d’effetto, ma da idolatra della parola quale sono preferisco una pagina più pulita, come quelle dei libri, dove il distacco o il cambiamento siano portati dalle semplici parole. Insomma, la lingua da sola basta a rendere gli effetti che tu hai reso col cromatismo e che non si incontrano in un testo stampato proprio perché il tutto è affidato alla sola abilità dello scrittore.
 
7 punti
 
10) Gradimento personale Il pericolo di un missing moment è sempre quello di annoiare, perché difatti si rischia di non aggiungere nulla alla narrazione; tu invece lo hai sfruttato per darci la tua versione dei fatti più salienti della storia, quelli che bramiamo leggere nel secondo libro in uscita. Senza sbilanciarti troppo hai tentato di darci una tua visione del personaggi di Belladore e del rapporto che la lega ad Axel, non hai affermato nulla di preciso lasciandoti lo spazio per la verità del secondo libro ma hai comunque dato un’idea nient’affatto simpatica di questa donna, aiutandoci a detestarla come in effetti già facciamo, e aiutandoci anche a comprendere meglio la pena che pare provare Axel ogni volta che guarda Eloise o ripensa al passato.
A livello di sensazioni epidermiche pure e semplici ho solo trovato un po’ lente alcune parti e frettolose altre, come ti ho già scritto, e sono stata un po’ distratta dai troppi colori, che talvolta mi hanno strappato a quell’immedesimazione con la pagina spoglia che invece il tuo stile permette.
 
9 punti
 
 
Totale: 86/100
Recensione alla storia Come l'ultimo petalo di rosa - 27/07/11, ore 12:30
Capitolo 1: Come l'ultimo petalo di rosa
_zukky – Come l’ultimo petalo di rosa
 
1) Ortografia Ci sono pochissimi errori di punteggiatura e qualche errorino di battitura, tutte cose banali e dettate sicuramente da una lievissima distrazione; nel complesso l’ortografia è curata e corretta, comunque ti faccio un elenco di queste piccolezze:
  • Il punto dopo il titolo è un errore magari banale, ma colpisce perché è la prima cosa che si nota: non va mai messo, mi raccomando.
  • Singolari, era dire poco”: mai mettere una virgola tra il soggetto e il suo verbo, pure se il soggetto in questione è un verbo sostantivato, come in questo caso.
  • sotto controlla”: “sotto controllo”.
  • così tanto?”: qui ci andava la maiuscola in ‘così’.
  • ““Sì, devi portare pazienza” Lui sorrise…”: manca un punto dopo le virgolette.
  • Lo guardo terrorizzato…”: ‘lo sguardo’, ti è saltata una esse.
  • quando fosse semplice affidarsi…”: ‘quanto’.
  • per il suo carattere incline alla pazienza e ben accomodante, sia per i modi gentili e galanti”: ‘sia’ è un correlativo, ce ne vuole un altro nella frase precedente perché abbia senso.
  • Cosa fai quando ti rendi conto che quella che è sempre stata tua cugina Emily, non lo è più?”: o metti una virgola dopo ‘quella’ o la togli dopo ‘Emily’, altrimenti diventa ancora una virgola tra soggetto e verbo.
  • avrebbe sempre ricordato, sarebbero stati…”: per lo stesso motivo di cui sopra, non ci vuole questa virgola.
 
8 punti
 
2) Sintassi La sintassi è non solo sempre corretta, ma anche piuttosto articolata; usi lunghe subordinate, spezzate da incisi o da incidentali, ma pur nella complessità del periodo non perdi mai un verbo, una consecutio, una dipendenza. Scegli uno stile non semplice eppure lo rendi semplice, perché quando le regole vengono rispettate il lettore non si può sbagliare. Ottimo davvero.
 
10 punti
 
3) Lessico L’uso del lessico è davvero molto buono: variegato, preciso, a volte persino metaforico, quando sfrutti i verbi in accezioni particolari o retoriche; solo a pagina tre c’è una ripetizione non voluta e un po’ eccessiva dell’aggettivo ‘divertito’, che comunque si coglie appena;  puoi anche permetterti, secondo me, di osare di più, di impreziosire alcuni passaggi; lo sfruttamento ad esempio della caduta dei petali è bello ma non del tutto sfruttato, forse con qualche scelta lessicale ornamentale quelle frasi avrebbe avuto maggiore risalto.
 
9 punti
 
4) Altre regole grammaticali Alcuni errori imputabili probabilmente ai cambiamenti in corso di scrittura, che comunque non sminuiscono la limpidezza di questo testo. Eccoli in elenco:
  • facendole barcollare qualcosa dentro che”: il pronome relativo va sempre attaccato al sostantivo a cui si riferisce, quindi devi invertire in ‘facendole barcollare dentro qualcosa che’.
  •  “una tale genuina sorpresa e una punta di indignazione, che…”: poiché dopo c’è una consecutiva, ‘tale’ va messo anche davanti a ‘punta’.
 
9 punti
 
5) Regole narrative Hai saputo sviluppare molto bene la trama, dall’esordio apparentemente anonimo allo scioglimento tanto romantico e forse anche inatteso: tutto sommato ci aspettavamo un nulla di fatto e invece riesci a sorprenderci.
Ottimo equilibrio nei tempi e nella scansione delle sequenze dialogiche, descrittive, narrative e riflessive: queste ultime sono poetiche e approfondite ma mai noiose.
Hai commesso un unico errore che riguarda la focalizzazione.
Tra pagina cinque e pagina sei cambi il punto di vista e passi da Emily a Ross, ma senza uno stacco visivo il lettore rischia di perdersi; le regole narrative suggeriscono, in questo caso, di lasciare uno spazietto e magari un segnetto di stacco per permettere al lettore di ‘girare la telecamera’ e portarsi nella mente dell’altro personaggio; tutto sommato si comprendeva ancora ma a metà di pagina sei torni di nuovo nella testa di Emily e qui la confusione aumenta, perché si capisce chi stia pensando cosa solo dall’uso dei pronomi: anche se sembra sciocco, cerca sempre di facilitare le cose a chi legge, in modo che non possa fraintendere. La scena finale in questo modo perde un po’ della sua efficacia perché ci si ritrova a chiedersi a chi appartengano i pensieri in corsivo. Usa un unico punto di vista per scena e, quando lo cambi, cambia anche la scena o almeno la sequenza.
 
8 punti
 
6) Personaggi Sei stata sorprendente, perché di questi personaggi si parla, nel libro, ma senza dare molte informazioni; avevi insomma un buon grado di libertà ma anche di incertezza, dovevi buttarti e creartelo da sola, il loro rapporto, inventandone le fasi, così come dovevi immaginarti il loro modo di ragionare in questo frangente e ci sei riuscita egregiamente. Percepiamo il carattere di Emily sin dal primo istante, ne vediamo l’irrequietezza e ne distinguiamo il broncio, comprendiamo da subito i turbamenti del suo cuore e persino la sua paura del ragnetto; di Ross vediamo solo ciò che vede lei, salvo quella piccola focalizzazione su ciò che prova, eppure ci basta per dipingerlo nella nostra mente un po’ scanzonato ma anche serio, come appare nei libri, quella serietà che non è assenza di sorriso ma senso di responsabilità.
I personaggi sono davvero a tuttotondo, riconoscibili in ogni gesto e in ogni parola e sempre coerenti con se stessi.
 
10 punti
 
7) Contestualizzazione Pur restando solo in un’abitazione e svolgendosi in un’unica notte, la narrazione si inserisce perfettamente nel clima del romanzo; l’allusione alla nonna al risveglio, ad esempio, riesce da sola a farci ricordare tutti i momenti in cui si parla della numerosa famiglia Granville. L’uso degli strumenti è studiato e accurato: mortaio pesante, pestello, asse di legno per chiudere il contenitore con i petali e l’alcol: non c’è un oggetto fuori posto; non posso dare il massimo solo perché non posso giudicare la contestualizzazione in maniera più ampia, data la limitatezza spazio-temporale del racconto, ma non ho dubbi che sarebbe stata perfetta.
 
9 punti
 
8) Sviluppo del tema Il tema è presente come stratagemma per fare incontrare i due personaggi: Emily cerca di fare il liquore alle rose in modo scorretto e Ross le insegna il modo corretto; inoltre le rose ricorrono nella narrazione ad ogni ricordo di Emily riguardo Ross: ogni azione dell’uomo è un petalo che cade, fino all’ultimo petalo che rappresenta il loro cedimento ai sentimenti. L’utilizzo del tema è insomma duplice, tuttavia non è esattamente il punto focale attorno a cui ruota la vicenda; ben svolto, ma non del tutto sfruttato: ad esempio poteva davvero esserci una rosa in ogni ricordo di Emily riguardo a Ross, o quel liquore alle rose poteva far parte delle loro memorie come momento di consapevolezza.
 
8 punti
 
9) Effetto ottico Di primo acchito il testo risulta un po’ disordinato, perché manca la giustificazione (allineamento sia a destra che a sinistra). Nel complesso non ci sono spazi inutili ed è rispettato sempre il rientro dei dialoghi, tuttavia la narrazione ne avrebbe guadagnato con un rientro della prima linea di ogni paragrafo: aiuta sempre a scandire meglio lo scorrere delle sequenze e del tempo.  Infine, giusto per spaccare il capello, sarebbe bello se aumentassi un po’ l’interlinea: con uno spazio maggiore tra le righe si riesce a leggere con più scorrevolezza, il lettore medio è pigro e confusionario!
                                                8 punti
 
10) Gradimento personale Non mi aspettavo di emozionarmi tanto con due personaggi con cui non sono ancora riuscita a familiarizzare del tutto nei libri di Virginia, invece in sole sette pagine hai saputo praticamente raccontarci la loro crescita, la loro scoperta delle emozioni e le loro difficoltà facendoceli maturare e innamorare davanti agli occhi. Ho trovato delicatissimo il modo in cui si avvicinano, negli anni e in questa notte, dolcissime le cose dette e soprattutto quelle non dette, approfondite le loro sensazioni, ben figurato l’ambiente. Segnalo tre passaggi che mi sono rimasti impressi: il ricordo del cambiamento di voce di Ross durante la crescita e agli antipodi i due momenti di ilarità: il ‘coso’ e le proposte di matrimonio a Ross da parte delle madri.
9 punti
 
 
 
Totale: 88 /100
 
Recensione alla storia Le Rose della Misericordia - 27/07/11, ore 12:29
Capitolo 1: Le Rose della Misericordia
ViKy_FrA – Le rose della misericordia
 
1) Ortografia Controllata e corretta, considerando anche la lunghezza del testo, con qualche scivolone in più verso la fine, ma tutta roba di pochissimo conto imputabile più che altro ad errori di battitura. Vado comunque ad elencare.
  • “- Eloise, basta… - le sussurrò – non possiamo più fare niente…”: sarebbe meglio se usassi la lettera maiuscola in ‘Non possiamo’, così come più avanti, in “sapevo che mi avrebbe detto di usarle tutte…”, che dovrebbe essere ‘Sapevo che’.
  • “…una infermiera…”: in italiano è preferibile apostrofare tutte le volte che si può, in ‘un’infermiera’, ad esempio, o più avanti in ‘un’unica grande massa’ invece di “una unica grande massa”.
  • “…Eloise non poté fare ameno…”: ovviamente ‘a meno’, ti è sfuggito lo spazio.
  • “…sta mattina…”: questo invece va tutto attaccato, ‘stamattina’.
  • Bisogna saperti apprezzare, le aveva detto qualcuno…”: se riporti parole precise e dunque un dialogo diretto sarebbe più chiaro se tu lo mettessi tra le virgolette, anche perché così puoi mantenere il verbo al presente (vedi sotto).
  • Ashton, Cain e anche Adrian, la affascinavano…”: togli la virgola dopo Adrian, perché non può mai stare una virgola tra il soggetto e il suo verbo; mentre può stare come segno di congiunzione tra ‘Ashton’ e ‘Cain’.
  • “…si aspettava di sedersi eretta…”: io sono matta, è innegabile, ma devo comunque dirti che mi pare ci sia uno spazio in più tra ‘sedersi’ ed ‘eretta’.
  • “Le sembrò invece si saltare…”: ovviamente ‘di saltare’, piccolo errore di battitura.
  • “…un corpo e un modo che già conosceva…”: sono abbastanza certa che fosse ‘un corpo e un mondo’.
  • Infine, l’uso del duplice trattino(--) per interrompere una frase a metà è scorretto, bastano i tre puntini di sospensione.
 
8 punti
 
2) Sintassi Prevalentemente ipotattica, in generale comunque formata da lunghi periodi, anche quando siano di coordinate, la tua sintassi è ben articolata, scorrevole, chiara; il periodo si adatta alla diverse sequenza acquisendo di volta in volta capacità descrittive, riflessive, narrative. Usi anche la congiunzione per asindeto, che non è propriamente una caratteristica solo sintattica ma che è comunque un tratto che io adoro e che trovo molto raramente nelle opere, quindi grazie per passaggi come: “…qualcosa di quieto sereno pacifico.”.
10 punti
 
3) Lessico Il tuo bagaglio lessicale è articolato e ricco, il registro è medio-alto con qualche passaggio al medio o anche al colloquiale in frasi fatte o modi di dire (ad esempio, proprio all’inizio, “…era entrata a razzo…”) e con un possibile uso dialettale (vedi sotto). In generale mantieni una certa differenza tra il linguaggio dei dialoghi e quello della narrazione, cercando di plasmarti sulla differenza dell’oralità, forse talvolta anche troppo considerando che in questo universo le relazioni umane sono comunque meno spontanee ed immediate che nel nostro. Insomma, cerca di evitare gli scivoloni e i passaggi troppo orali.
Un’ultima osservazione:
“…i ferri conficcati nelle pietre delle mura.”
I muri sono quelli degli edifici, le mura quelle che circondano e difendono una città; si capisce ovviamente benissimo lo stesso, tuttavia, essendo il racconto così buono, ci tenevo a correggerti questa sciocchezza.
 
9 punti
 
4) Altre regole grammaticali La tua conoscenza grammaticale è puntuale, tuttavia qualche errorino è scappato; in alcuni casi si tratta proprio di attimi di distrazione o della tastiera che deve averti giocato un brutto scherzo, in altri magari di qualcosa di meno irrilevante. Ti faccio un elenco di tutte le imperfezioni o i problemi che non riesco a fare rientrare nelle altre voci della valutazione.
  • Qualche volta ti scappa il tempo verbale e riconduci al presente e ai tempi a lui concordanti ciò che invece dovrebbe restare al passato, soprattutto quando stai ricalcando un pensiero, come ad esempio: “La rosa del bouquet di un matrimonio che non potrà mai essere celebrato” che dovrebbe divenire ‘un matrimonio che non avrebbe mai potuto essere celebrato’. Hai ripetuto questo errore diverse volte, immedesimandoti nella mente di un personaggio (“Se adesso io sbaglio qualcosa, lui non c’è più”), ma poiché non stai trascrivendo una riflessione alla lettera non puoi cambiare il tempo verbale e devi riportarla comunque nella consecutio col resto della storia. Altrimenti, come ti ho già scritto riguardo all’ortografia, metti il testo tra virgolette, così ad esempio in quest’ultima frase puoi mantenere il soggetto in prima persona. Un’altra soluzione è di scrivere questi passaggi in corsivo, per evidenziarne la struttura di pensieri: insomma, hai diversi modi per trasformare un possibile errore in un tuo aspetto stilistico precipuo. Hai usato il presente in qualche altro caso simile a questo, ma al momento non riesco ad elencarteli tutti. Ero indecisa se considerarlo un errore sintattico o meno, alla fine ho preferito, avendo appunto diverse soluzioni possibili, di farlo rientrare in questa voce, proprio perché nel tuo caso non si tratta tanto di scarto dei tempi verbali, quanto del tuo modo di presentare i pensieri intimi dei personaggi.
  • Digli chi è urgente”: sono indecisa se considerarlo errore di ortografia o di grammatica; sono convinta che fosse ‘che è urgente’, ma resta comunque il problema del pronome; la forma corretta sarebbe ‘dì loro che’, ma mi rendo conto che trattandosi di un dialogo è ammissibile anche la forma colloquiale, quindi da questo punto di vista non lo considero propriamente un errore.
  • “…aveva lo sguardo fisso, il viso bianchissimo: sicuro la ragazzina…”: immagino fosse ‘di sicuro’.
  • “…qualcosa che ti toccava da vicino…”: l’uso del ‘tu’ generico è proprio di un registro basso; benché il tuo lessico sia abbastanza semplice, dopotutto, qui sei scaduta un po’ troppo nel colloquiale, preferisci, se puoi, il ‘si’ impersonale; hai ripetuto questo mezzo errore almeno un’altra volta, “…ti portava allo stremo…”.
  • “Non avrei chiuso occhio, e ormai è troppo tardi andarci.”: immagino fosse ‘tardi per andarci’, ti è scappato il ‘per’.
  • “…e capire conto di essere inutile…”: qui mi hai messo in difficoltà, non ho proprio capito il ‘conto’; ho il sospetto che sia una forma dialettale, e dunque da evitare, perché il dizionario mi riporta lo stesso uso che ne faccio io e che qui sarebbe scorretto, quello di un banale sostantivo maschile.
  • “…che per quante terre attraversate…”: così non funziona, devi cambiare la frase ad esempio in ‘per quante terre attraversassi’.
  • Se non l’avresti mai accettato?”: lo so che funziona, perché è un’ipotesi futura nel passato e il condizionale va benissimo, tuttavia all’orecchio stona e suonerebbe meglio un normale congiuntivo, ‘se non l’avessi mai accettato’.
  • Eppure quell’abbraccio fu come una tazza di tè caldo…”: finora in questa memoria in particolare hai usato il trapassato, ora usi il passato remoto nella parte finale del ricordo; non è un errore ma suonerebbe meglio se mantenessi lo stesso tempo per tutta la durata del ricordo di Sophie.
 
 
7 punti
 
5) Regole narrative Hai scelto una focalizzazione variabile ma sempre interna, indubbiamente mettendoti in gioco e rischiando di sbavare; è sempre facile, in questi casi, saltare infatti da un punto di vista all’altro, invece tu mantieni ben distinte le menti in cui penetri: quando siamo in Eloise vediamo tutto attraverso i suoi occhi e anche Axel, allora, che sarebbe solo una comparsa, è rilevante; quando siamo nelle altre vediamo invece come importante ciò che accade loro. Nella sequenza finale infine la tua scansione della mente della neonata rediviva è davvero accattivante.
Per quanto riguarda lo svolgimento hai usato una tecnica narrativa ad incastro: una cornice a collegare il tutto di cui ci rendiamo davvero pienamente conto solo con lo scioglimento finale, lo sviluppo mediante linee temporali che si intersecano, che si riavvolgono e ripartono e si muovono tra ricordi e realtà. La figura della ragazza suicida permea il tutto ma solo alla conclusione comprendiamo come e perché e quello che era parso quasi un insieme di scene spezzate si ricompone in un quadro perfetto sulla femminilità, sull’amore, sulle scelte di vita, sulle rose.
 
10 punti
 
6) Personaggi Questi personaggi escono dal foglio bucandoci gli occhi: ognuno di essi ha il suo spazio, ognuno la sua voce, ognuno i suoi gesti, ognuno le sue emozioni, ognuno, infine, ha la sua rosa. Sei riuscita a dedicare a ciascuno un suo momento senza rendere il testo dispersivo e sei penetrata così bene nei reconditi delle varie mentalità da farci quasi toccare con mano ciò che facevano. Plauso ancora maggiore per quei personaggi che forse conosciamo ancora poco col primo libro dell’autrice, Lara e Megan che sì, abbiamo visto innumerevoli volte ma nei cui pensieri non ci siamo ancora addentrate. Parlando in termini strettamente narrativi, questi sono personaggi a tuttotondo, vivi e pulsanti, con un’ovazione particolare per il personaggio originale che possiede un dolore ed una dignità fuori dal comune e per il redivivo che le dedica frasi tra le più belle che io abbia mai letto.
 
10 punti
 
7) Contestualizzazione Malgrado tu ti sia mossa in spazi chiusi, scelgo di darti il massimo del punteggio perché ti sei scelta come palcoscenico uno dei luoghi meno semplici da adoperare, la Misericordia, non limitandoti alla sala di primo soccorso ma scendendo nelle cripte. Qui si svolgono gli eventi più significativi e qui, secondo me, hai reso benissimo il mondo di Virginia, i catafalchi, le bende, il tafferuglio, i corridoi, i Domini, tutto il mondo dell’Ospedale, dalle persone agli ambienti agli eventi è vivido come se uscisse dalla penna – beh, dalla tastiera – dell’autrice.
 
10 punti
 
8) Sviluppo del tema Tra tutte le scelte che potevo immaginare, credo che mai mi avrebbe accarezzato la mente quella di un bouquet di matrimonio, un matrimonio peraltro non consumato; il bouquet fa da sfondo a tutta la narrazione, con una cornice che distinguiamo del tutto solo alla fine, nella chiusura, e ci parla di un amore diverso da quello che siamo soliti leggere nei romanzi, un amore che non è proprio un lieto fine totale, ma una sorta di egoismo; si tratta insomma di due tipi di amore e di due bouquet ed è difficile, alla fine, scegliere quale dei due sia più forte.
Ma non è tutto: nel corso della narrazione le rose servono anche a fotografare i personaggi in gioco, andando una per una a introdurre, descrivere e impersonare una ragazza diversa. Se dovessi riassumere, direi che hai scritto un bouquet di donne e che le rose, qui, sono davvero solo l’essenza della femminilità. Tema meravigliosamente sfruttato, insomma.
 
10 punti
 
9) Effetto ottico Io direi proprio che abbiamo raggiunto la perfezione. Testo compatto e allineato, paragrafi attaccati ma evidenziati dal rientro della prima riga, capitoli separati e titolati, scene divise tra di loro da uno spazio appena maggiore. Tutto l’allestimento ulteriore – presentazione, immagini, varie ed eventuali – non aggiunge nulla al punteggio che era già massimo, ma di certo testimonia una tua grande maturazione visiva, se posso permettermi: non hai scelto facili effetti nel testo, che resta invece immacolato, ma hai creato una vera e propria copertina. Un piacere per gli occhi.
 
10 punti
 
10) Gradimento personale Faccio persino fatica a capire cosa mi abbia colpito di più: se il fatto che tu abbia scelto di trattare di questi personaggi un poco in disparte senza però caricarli di tinte romantiche ma solo esprimendo la loro essenza; se la storia d’amore, la duplice storia d’amore, che ci vai raccontando, una finita male e l’altra, forse, non ancora iniziata; se infine – forse questo, sì – le battute finali, la visione duplice di un mondo da scoprire e di un mondo senza senso, se privo della persona amata. Certo che per me, che della rosa ho fatto un simbolo e un riassunto vitale, leggere come tu l’abbia scelta a portavoce di tante donne e tanti sentimenti non può che essere splendido.
 
10 punti
 
 
Totale: 94/100
Recensione alla storia Marito e Moglie - 27/07/11, ore 12:27
Capitolo 1: Marito e Moglie
ross_ana – Marito e moglie
 
1) Ortografia Sempre corretta fino alla fine, dove c’è l’errore grosso: tutto il dialogo in stampatello. Benché sia un uso invalso nelle fanfictions, è un grave errore ortografico: l’italiano non utilizza lo stampatello per significare le grida, usa i segni di interpunzione o i verbi dichiarativi. Un punto esclamativo e un ‘urlò’, insomma, sono non solo sufficienti ma corretti, mentre lo stampatello è scorretto.
Ci sono altre due minuzie appena, che comunque ti segnalo: quando usi i trattini per i dialoghi devi mettere uno spazio tra il trattino stesso e la prima parola; e in questo passaggio: “…chissà come stava attraversando il suo primo anno da Matricula” ‘chissà’ sarebbe stato meglio con la maiuscola.
 
8 punti
 
2) Sintassi Anche in questo caso sei stata sempre corretta, ma un po’ troppo semplice, forse; usi periodi molto brevi, prevalentemente paratattici, anche laddove puoi permetterti descrizioni più ampie e particolareggiate sia degli ambiente che delle persone che delle emozioni. In generale questa sintassi si dimostra in tono con l’umore della one-shot, che è leggero e divertente, per cui si può considerare una vera e propria scelta stilistica, ma almeno per quanto riguarda le loro emozioni qualcosa di più elaborato mi sarebbe piaciuto.
 
9 punti
 
3) Lessico Il lessico viene adeguato al gusto di tutta questa narrazione: è semplice, pare quasi uscire direttamente dalla mente e dalla bocca di Fabian nel suo ritrovarsi uomo e non re. Non ci sono ripetizioni, ma nemmeno parole un po’ più preziose e se da una parte questo facilita la lettura e l’immedesimazione in un normale essere umano, dall’altra perde un po’ la poeticità innegabile sia del momento che dei caratteri che sappiamo essere complessi e profondi. Nella descrizione delle rose, ad esempio, o dei loro baci, qualche vocabolo più ardito poteva farci spaziare dal quasi comico al lirico e sfruttare così molteplici registri: nonostante infatti il finale umoristico resta una narrazione sull’amore e nel bisogno spasmodico che Fabian ha della moglie qualche momento aulico poteva stare molto bene. In un caso rilevo una caduta di tono: la “faccia da duro” è davvero troppo colloquiale persino se inerente i pensieri di Fabian.
 
8 punti
 
4) Altre regole grammaticali La sintassi così lineare mantiene una correttezza estrema per tutta la durata della storia; le subordinate sono poche e al massimo in dipendenza di primo grado e tutte ben collegate. Resta il mio desiderio di leggere qualcosa di più elaborato, ma certo noto la grande chiarezza e precisione che una scelta più lineare porta con sé.
Ti faccio una sola osservazione per quanto riguarda questo punto: “…ma tutti lo sapevano che si amavano profondamente.”. La regola impone che tu tolga quel ‘lo’ e scriva invece: ‘…ma tutti sapevano che si amavano profondamente’. Tuttavia la forma da te utilizzata è propria del linguaggio colloquiale e si può usare anche in un testo narrativo con un registro di questo genere, ma se alzi il tono o cambi tipo di testo (ad esempio, ne scrivi uno espositivo) allora devi assolutamente rispettare la norma.
 
10 punti
 
5) Regole narrative Tutta la storia è vista dal punto di vista di Fabian, quindi la focalizzazione è sempre interna fissa, ben rispettata, e non c’è assolutamente alcun dubbio o momento di confusione. L’esordio è dato da un fatto semplice eppure significativo, la conclusione è comica e divertente, il momento di tensione massima si raggiunge quando Fabian trova le rose in camera e butta la moglie sul letto. Tutti questi passaggi rispettano lo sviluppo narrativo, ma mi mancano le fasi intermedie. Ad esempio l’allusione al viaggio di Fabian apre appena uno spiraglio di malinconia e dolcezza che tu però chiudi immediatamente e che avrebbe potuto essere approfondito con un’analessi; il pensiero sul matrimonio combinato poi divenuto reale ci lascia mille curiosità su come sia avvenuto, su quando entrambi abbiano capito di aver iniziato a provare qualcosa, su come siano stati inizialmente i loro rapporti. In un certo senso la brevità in questo caso è un limite della storia, che racconta qualcosa di delicato ed importante che tu ci lasci appena spiare e che poi non ci racconti, quindi lo sviluppo narrativo è incompleto. Immagino che molto sia da imputare al tempo mancato, alla difficoltà anche di scrivere sotto forzatura, ma se questa one-shot divenisse una long con numerosi scorci sul loro passato credo diverrebbe bellissima.
 
7 punti
 
6) Personaggi I personaggi che vediamo in scena sono tre: Fabian ed Anna come principali, Bryce che pure solo evocato fa parte della narrazione, mentre gli altri fanno una comparsata. Fabian è quello maggiormente approfondito e la contrapposizione tra il re e l’uomo è secondo me un punto bellissimo che ci apre un panorama interiore in cui vorremmo spaziare maggiormente. Anna è dolcissima, a tratti imbarazzata e a tratti spregiudicata e propositiva e non deve essere stato semplice crearla per così dire dal nulla, dal momento che non sappiamo molto di lei, quindi la possiamo quasi considerare un personaggi originale, nel senso che è tutto frutto della tua inventiva, dalle sue parole ai suoi gesti al rossore che le si diffonde sul viso. Continuo a ripetere sempre quello che secondo me ti penalizza: la lunghezza della narrazione. Sul dissidio interiore di Fabian leggeremmo ancora ed ancora senza stancarci, seguendo il modo in cui si è caricato questo fardello sulle spalle e come se lo è levato trovandosi ad innamorarsi, per cui il personaggio non risulta abbastanza approfondito per mancanza di tempo. Ho amato molto la carrellata iniziale sui suoi fratelli, definiti con pochi tratti ma riconoscibili nell’affetto uguale e diverso che prova per loro: un momento di rara familiarità.
 
8 punti
 
7) Contestualizzazione Il contesto è un po’ vago; sono rispettati gli ambienti, gli oggetti, i personaggi, ma non sono date spiegazioni sul perché tutti i Vandemberg si trovino alla fine a palazzo insieme ad Eloise, su dove sia stato Fabian in viaggio, su quando insomma si ambienti la vicenda, anche se probabilmente la lacuna è voluta perché questo potrebbe essere un qualunque momento nella vita dei due coniugi e potrebbe essersi ripetuto più volte.
Il modo in cui i personaggi si rivolgono l’uno all’altro è un compromesso tra l’etichetta da mantenere in pubblico e la spontaneità che tengono in privato, eppure non arrivano mai a lasciarsi andare del tutto: in qualche modo mi sembra che avresti potuto osare di più sia in un senso che nell’altro, insistendo su quelli che sono gli obblighi di Fabian e su quanto poi sia per lui rilassante deporli ai piedi di sua moglie; alla fine ritorno sempre a quello: se tu avessi il tempo di sviluppare maggiormente questa storia anche il contesto sarebbe più chiaro e approfondito e si ritaglierebbe una nicchia importante in questo mondo inventato.
 
8 punti
 
8) Sviluppo del tema Le rose fungono più che altro da ornamento per la prima lunga scena e da abbellimento per l’amore di Fabian ed Anna; il tema è sfruttato in modo molto dolce e divertente ma non fondamentale, poiché serve in realtà solo alla realizzazione della battuta finale. Sarebbe stato diverso, ad esempio, se avessero fatto l’amore nella serra o se Fabian avesse avuto dei ricordi legati alle rose, magari proprio inerenti l’evoluzione del suo rapporto con Anna. In quel caso le rose avrebbero potuto scandire proprio le fasi del loro avvicinamento o persino i litigi del loro passato.
 
8 punti
 
9) Effetto ottico Hai lasciato il testo compatto e hai ben separato le due scene, agendo molto bene, tuttavia ci sono altre considerazioni da fare.
Il titolo, spaziato rispetto al testo, è sempre gradevole all’inizio della storia, cosa che sto imparando anche io sulla mia pelle e che sto correggendo anche grazie a te. Il testo migliora molto come presentazione se lo giustifichi, allineandolo a destra e a sinistra; i paragrafi acquisiscono chiarezza se usi il rientro di prima linea per evidenziarli meglio e infine, ma questa non è una correzione, è solo un gusto personale, un’interlinea appena maggiore sforza di meno la vista.
 
8 punti
 
10) Gradimento personale Non sono una delle persone più ilari di questo mondo, o meglio lo sono in modo stravagante, perché rido in genere di ciò che non fa assolutamente ridere, ma ho comunque molto apprezzato leggere questa veste scherzosa e leggera cucita addosso a dei personaggi e ad un contesto invece piuttosto cupo. Trovo che tu sia riuscita a dare una quotidianità dolcissima a questa coppia e anche a stemperare l’angoscia che in genere tutto questo mondo reca con sé; avrei però preferito godere un po’ di più di questi personaggi, sviscerarli maggiormente e coglierne anche i lati più sentimentali, con una narrazione magari un po’ più lunga; mi pare insomma che tu mi abbia dato l’antipasto ma non il pasto vero e proprio e mi è rimasta una sorta di insoddisfazione di fondo. Probabilmente sono solo incontentabile, perché non vorrei smettere di leggere mai!
 
7 punti
 
 
Totale: 81 /100