Recensioni di Blind_xx

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia City Of Ice. - 15/09/14, ore 20:38
Capitolo 1: Capitolo 1.
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
E' probabilmente la prima storia che segnalo tra le scelte, però penso che per questa ne valga veramente la pena.
Oltre a essere una storia scritta davvero bene, rispettando la cara grammatica, è una di quelle più belle che io abbia mai letto! E' avvincente, romantica, fantasy. L'autrice mixa tutti questi ingredienti in maniera sorprendente! Penso che chiunque dovrebbe leggere questa storia che ha il potere di incollarti alle sue pagine come un vero e proprio libro.
Recensione alla storia City Of Ice. - 30/05/14, ore 16:40
Capitolo 21: Capitolo 20.
Ho i rubinetti aperti............Addio, boh....Non so che dire, è stata una storia meravigliosa.. Davvero.

"Sollevò una mano con la quale accarezzò la sua pelle fredda, per poi chinarsi leggermente con il busto portando le labbra alla sua fronte, sulla quale stampò un bacio leggero per poi arrivare alle sue labbra che toccò per l’ultima volta. 
-Ti amo. - Sussurrò. –Grazie per essere stata la linfa vitale di un cuore morto. Grazie per avermi amato. - 
Strinse gli occhi per alcuni istanti e poi si sollevò, seguendo con lo sguardo ogni movimento di Fratello Zachariah che si chinava per prenderla tra le braccia in modo da poter mettere il suo corpo sulla pira. 
Quando il fuoco fu accesso Sebastian sentì che era troppo, troppo per lui, non poteva vederla bruciare, le persone come lui meritavano quella fine, non lei. 
Si sentì avvolgere da un alone di panico, il cuore sembrava battere così forte da uscire dal petto, quel corpo era l’unica cosa che ancora lo legava a lei, lui non era pronto a lasciarla andare via.
Ma poi sentì come un peso sulla spalla, qualcuno aveva appoggiato la propria mano su di essa, era un tocco delicato. Dopo alcuni istanti il tocco si spostò percorendo le sue braccia fino a raggiungere la sua mano e intrecciare così le loro dita. 
Era un tocco così familiare che dovette chiudere gli occhi ma quando si voltò al suo fianco non c’era nessuno. Eppure lui l’aveva sentito. 
Fu allora capì. 
Lei sarebbe sempre stata con lui. 
Lei era lì con lui in quel momento, Sebastian lo sapeva, e stringendo con forza le dita immergendo le unghie nel palmo della mano, lasciò che il suo corpo diventasse cenere con una nuova consapevolezza. 
Lei non l’avrebbe abbandonato mai."
Recensione alla storia City Of Ice. - 30/05/14, ore 16:39
Capitolo 20: Capitlo 19: Angel with a Shotgun.
....Io sto piangendo come una fontana.........Guarda, mi ritiro per lutto t.t


Ti lascio alla mia parte preferita. 

"Sebastian inorridì, non poteva essere vero, no. Sam stava bene, lo sapeva. L’avrebbero aiutata a guarire.
-Sam.- Urlò e si avvicinò a i due corpi, quello di Matt era posto nella parte superiore, schiacciando così quello di Sam. Il ragazzo non si muoveva, il suo viso sembrava terribilmente vecchio e i suoi occhi erano vitrei. Morto.
Sebastian non si curò minimamente di lui, scostò il suo corpo in malo modo e lo lanciò alle sue spalle, dove erano radunati gli uomini dell’ibrido. Chinò nuovamente lo sguardo e la vide. Sam era ancora viva, i suoi occhi erano aperti ma il suo viso era terribilmente pallido, il sangue di Matt si mischiava con il suo in alcuni punti, ricoprendole il viso.
Non aveva più l’aspetto angelico che lui le aveva visto poco prima, era tornato la sua Sam e respirava piano, come se ogni respiro le prendesse tutta l’energia.
Sebastian abbassò ulteriormente lo sguardo e notò qualcosa che prima non aveva notato. La punta della spada di Matt era conficcata nello stomaco della ragazza e lei continuava a perdere sangue.
-Sam.- Mormorò inginocchiandosi di fianco alla sua figura e poi sollevò la testa urlando. –Magnus, mi serve il tuo aiuto.-
-No.- Sussurrò la ragazza con una voce così fine da farlo rabbrividire. –Non c’è molto che possa fare, lo sai.-
-C’è sempre speranza.- Ripeté lui e le prese la mano stringendola tra le sue. – Non può finire così.- Sussurrò.
Una lacrima rigò il viso di Sam, le sue labbra si distesero lentamente in un sorriso, mentre sollevava una mano che portò alla guancia di Sebastian. –Resta con me.-
Lui si morse con forza le labbra e annuì lentamente. –Resterò con te fino alla fine.-
Sam annuì lentamente e socchiuse gli occhi.
Sebastian si lasciò sfuggire un gemito strozzato mentre si chinava nuovamente verso di lei. –Samantha.- Le disse a voce bassa. –Grazie per avermi amato, per aver creduto in me.- Le sussurrò all’orecchio. –Ti amo così tanto.-
Lei sorrise e colpo di tosse scosse il suo corpo. –Lo so.- Disse con un filo di voce. –Lo so, Jonathan.-
-Non te ne andare, ti prego.- La supplicò chinando il viso sul suo torace. –Io ho ancora bisogno di te, ne avrò sempre.-
-Non ti abbandonerò mai.- Rispose lei, la sua voce era sempre più debole. –Io sarò sempre qui.- sollevò una mano e la portò all’altezza del cuore di Sebastian. –Baciami, voglio morire con il tuo sapore sulle labbra.-
-Non dire così.- Mormorò il cacciatore e una lacrima gli scivolò lungo il viso.
Sam la raccolse con la punta delle dita. –E’ l’ultima cosa che potresti fare per rendermi felice.- Sussurrò, la sua voce era sempre più debole.
Sebastian strinse per un’istante gli occhi e si chinò su di lei, sfregò le labbra contro le sue e la baciò, stringendo il suo corpo insanguinato tra le braccia.
Sam battè un’ultima volta le palpebre e si sentì avvolgere da una luce bianca, una luce calda, nuova.
Le accarezzava il corpo addolcendo le sue ferite, sollevò lo sguardo e video qualcuno, era un viso familiare, aveva i capelli neri e gli occhi più blu del mare.
-Will, sei tu?- Sussurrò e il ragazzo le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi. –Dove mi trovo?-
Lui si voltò del tutto e i suoi grandi occhi azzurri si posarono su di lei. -Stai tornando a casa.-
‘A casa ’ era così tanto che non si sentiva a casa, sorrise e sollevò la mano afferrando quella che Will aveva teso verso di lei, seguendolo attraverso la luce.
Quando Sebastian tirò la testa indietro il petto di Sam aveva cessato di muoversi, le sue labbra erano curvate in un lieve sorriso. Era come se dormisse.
E mentre avvertiva la presenza degli altri intorno a se, chinò lo testa accarezzando un’ultima volta i capelli dell’unica persona che avesse amato."
Recensione alla storia City Of Ice. - 30/05/14, ore 16:38
Capitolo 19: Capitolo 18.
.................*MORTA* 

"Sam iniziò seriamente a pensare che in quel posto avessero intenzione di ucciderla, la sola idea di doversi “allenare” con Sebastian la paralizzava, non che pensasse che il cacciatore le avrebbe fatto del male, ma farsi prendere a botte da persone che si allenavano per quello da una vita non era un’opzione molto gioiosa. 
-Allora, esci da lì o devo venirti a prendere di peso?- 
La voce di Sebastian echeggiò all’interno del piccolo spogliatoio in cui si trovava in quel momento. Dopo che tutti si erano messi a complottare tra loro era stata trascinata all’istituto di New York, l’unico posto dove secondo detta di Jace “Avrebbe avuto tutto il necessario per rinforzare i muscoli”. Aveva indossato una tuta che le era stata prestata da Isabelle, per quanto avesse tentato di infilarsi i pantaloni di Clary, non c’era proprio riuscita, le arrivavano almeno cinque centimetri sopra le caviglie mettendo in evidenza la loro differente statura. 
Prese un lungo respiro muovendo alcuni passi, superando così la soglia della porta della palestra e quando il suo sguardo ricadde su Sebastian, intento a sistemare alcuni tappetini nel centro della stanza, si sentì mozzare il fiato. Il ragazzo non indossava la sua tenuta da cacciatore, ma una maglietta bianca e dei pantaloni da tuta, mettendogli così in risalto i muscoli delle spalle e quelli delle braccia che si tendevano mentre sollevava uno dei tappeti che Sam suppose avrebbero fatto da ring. 
-Eccomi. - Esordì avvicinandosi a lui, mentre lasciava scivolare le dita tra i capelli che aveva sistemato in una coda alta. 
-Sei pronta?- 
Sam annuì lentamente consapevole che anche se avesse detto di no, niente sarebbe cambiato. 
Seguì Sebastian al centro dei tappetini, che sotto il suo peso si abbassarono come un materasso, e raggiunse così l’altro capo del quadrato, portandosi di fronte a lui. 
-Con cosa iniziamo?- 
Non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che lui le arrivò addosso gettandola a terra. Il ragazzo sollevò una mano che strinse intorno al collo della ragazza facendo in quel modo una pressione con le dita, soffocandola. Sam, all'inizio, del tutto colta di sorpresa non riuscì nemmeno a trovare la forza di spostare il corpo di lui dal suo, lasciando così che le sue dita le impedissero di respirare. 
Alzò anche lei le mani che strinse intorno ai suoi polsi, tentando in tutti modi di tirarle via. 
-Sebastian, mi stai facendo male. - Disse in un sussurro, la stretta era sempre più forte e con essa aumentavano anche le vertigini. 
-Pensi che una supplica faccia in modo che il tuo avversario ti risparmi?- Le ringhiò lui all’orecchio. - La risposta è no. No qualcuno che vuole la tua morte. - Fece una pausa aumentando la stretta. –Combatti. –Le urlò. 
-Ma se mi ammazzi ora, nemmeno ci arrivo in quella situazione. –Bofonchiò lei. 
-Però la forza per parlare ce l’hai. - Commentò lui. –Concentrati!- 
Sam chiuse gli occhi, la presa di Sebastian sul suo collo diventava sempre più forte e mentre quella si rafforzava, il suo corpo diventava più debole. Concentrarsi?  Doveva concentrarsi su cosa? Sul fatto che il ragazzo al quale si era avvinghiata allegramente più volte, ora la stesse ammazzando? Avrebbero potuto scriverci una tragedia. 
Tentò in tutti modi di sgombrare la mente, stringendo con forza le mani attorno ai polsi di lui, cercando in tutti modi di respingerlo e qualcosa accadde. La stretta delle dita di Sebastian divenne sempre più sopportabile, fino a sembrare una di quelle carezze che le infiammavano la pelle. Così aprì gli occhi per vedere perché l’avesse lasciata andare ma dal sorriso che lui aveva sulle labbra, capì che non era stato lui a togliere le mani. Era stata lei. 
Si sollevò appena sulla schiena, tentando di recuperare l’aria, tossendo a scatti e massaggiandosi il collo. –Come ci sono riuscita?- disse in un sussurro. 
-Lo sapevo che potevi farlo.- Disse lui sorridendole soddisfatto. 
-Quindi mi hai quasi uccisa perché sapevi che potevo respingerti?- Chiese lei aggrottando un sopracciglio. 
Lui scosse la testa. –In realtà non lo sapevo, ho solo provato.- 
-COSA?- Urlò lei sconvolta. –Potevi farmi fuori.- 
-Non l’avrei fatto.- 
-Stavo quasi per morire soffocata.- 
-Appunto, quasi, se fossi morta ora non dovrei subirmi le tue urla.- 
Sam abbassò lo sguardo sulla propria mano che strinse in un pugno e poi lo rialzò su di lui, avanzando con un piede in avanti e con tutta la forza che aveva nel braccio lo sollevò, colpendo così in pieno viso Sebastian che ricadde di schiena contro il pavimento. 
-Questo è per avermi QUASI uccisa.- Disse Sam abbassandosi su di lui, mettendo così le ginocchia di fianco alla sua vita e sedendosi poi sul suo ventre, pronta a colpirlo ancora. 
-Te l’ho già detto che ho un debole per le ragazze violente. – Disse lui divertito, asciugandosi con il pollice della mano un rivolo di sangue che gli era ricaduto lungo le labbra. 
-Sta zitto.- Tagliò corto lei ma mentre sollevava nuovamente il pugno, entrambe le mani di Sebastian strinsero i suoi fianchi in una stretta salda e con un movimento veloce il cacciatore la chinò su di lui, per poi rotolare su un fianco in modo da invertire le posizioni.
Ora il corpo di Sam era schiacciato sotto quello di Sebastian, tentando in tutti i modi di liberare la stretta che lui aveva sui suoi polsi incollandoli al pavimento.
-Dicevo? Ah sì, adoro le ragazze violente.- Quasi sussurrò mentre si chinava sul collo di lei, accarezzandone la pelle con la punta del naso. 
-Oh, davvero? Ora giochi la carta del “seduciamo la deficiente”?- Borbottò Sam, allontanando bruscamente il collo, incollandolo maggiormente al pavimento. 
-Chi? Io? Ma ti pare.- Rispose lui fintamente indignato per poi lasciare sul suo viso solo spazio a un sorrisetto, uno di quelli che facevano venire voglia a Sam di fargli una faccia di schiaffi. 
Sebastian si chinò nuovamente su di lei, facendo incontrare questa volta le punte dei loro nasi, per poi scendere sulle sue labbra che baciò. Sam serrò le sue impedendogli l’accesso, ma lui le mordicchiò con più forza il labbro inferiore così che lei fu costretta a schiuderle e il cacciatore impiegò pochi istanti per rendere quel contatto più profondo. Mosse la lingua nella bocca di lei esplorandola meticolosamente con la punta di essa fino a trovare la sua, che intrecciò con la propria, iniziando a muoverle insieme in una specie di danza perfettamente sincronizzata. 
Sam riusciva a sentire ogni parte del suo corpo contro il proprio, era come se fossero una cosa sola, nonostante quel bacio l’annebbiasse del tutto la mente, tentava con ogni forza di non cedere e di trovare un modo per allontanarlo da se. L’avrebbe baciato in un altro momento, eccome se lo avrebbe fatto, ma ora, ora voleva solo fargli capire che con lei quei giochetti non funzionavano. 
Mosse appena le gambe e approfittando della sua distrazione, posizionò un ginocchio in mezzo alle sue gambe e con un movimento veloce colpì verso l’alto, puntando direttamente alle sue parti basse. 
Sebastian interruppe il contatto delle loro labbra balzando più per la sorpresa che per il dolore e Sam ne approfittò per scivolare via dalla sua presa e rimettersi in piedi. 
-Punto prima, evita i tuoi modi da macho con me, perché se no questa è la prima ginocchiata di una lunga serie.- Disse lei, guardando il cacciatore che aveva la faccia contratta per il dolore. 
- Tesoro, portandomi alla castrazione, ci perdi solo tu.- 
A quel commento Sam si sentì avvampare, ma tentò in tutti modi di nasconderlo, il pensiero di quello che lei e Sebastian avevano condiviso la mandava ancora maledettamente a fuoco, nonostante nessuno dei due ne avesse più fatto parola. 
Perché l’attrazione doveva essere così dannatamente forte? Delle volte aveva difficoltà perfino a stargli vicino e tutto quell’avvinghiarsi di poco prima aveva solo fatto aumentare le palpitazioni. 
Si portò una mano sul fianco tentando di non mostrarsi come una mosca affascinata dalle luci elettriche delle lampade, così come la mosca si bruciava al contatto con la luce questo accadeva a lei quando Sebastian la toccava.
-Possiamo finirla per oggi?- Buttò lì.
-Ma se non abbiamo iniziato da neppure dieci minuti.- Sebastian aggrottò la fronte contrariato. 
- Per favore.- Ripeté lei, distogliendo lo sguardo da lui. 
Lui la osservò per qualche istante e poi la sua espressione mutò, sembrava preoccupato. – Ti fa male in qualche punto?- Le chiese avvicinandosi a lei. 
Sam istintivamente fece un passo indietro, per poi bloccarsi sentendosi un’emerita idiota. –Nono e che…- 
-Sì?- La incalzò lui ma la sua espressione era cambiata, non era più pensieroso, anzi, appariva divertito. 
-Sì, ho un dolore lancinante al fianco, penso sia meglio che mi sdrai.- Mentì lei.
-Aspetta.- Sebastian fece una pausa chinandosi appena e portando una mano dietro al suo fianco, premendo appena le dita contro la stoffa della sua maglia. –E’ qui che ti fa male?-
Sam lo maledisse mentalmente un minimo di dieci volte, i loro visi erano talmente vicini da riuscire a percepire il respiro di lui sulla pelle. –E dannazione!- Esclamò.
-Cos...- Ma il cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase, le labbra di Sam si erano fiondate sulle sue cercando quel contatto disperatamente e stringendogli entrambe le braccia intorno al collo in modo da rendere quel contatto più profondo. "
Recensione alla storia City Of Ice. - 30/05/14, ore 16:37
Capitolo 18: Capitolo 17.
SEBANTHA ORMAI E' UNA RELIGIONE AHAHAHA.
Io li shippo da morire, ti giuro!


"-Sebastian.- Disse poco dopo la ragazza, leggermente confusa. –Sei venuto qui solo per commentare l’arredamento?-. 
Lui alzò le labbra e qualcosa nei suoi occhi cambiò, era come se una luce improvvisa li avesse illuminati. – Sai, confido molto nel tuo gusto da arredatrice. - 
Sam alzò gli occhi al cielo nonostante un sorriso spontaneo le si fosse formato sulle labbra. – Sebastian.- Ripeté ma ora non sorrideva più. – Anch’io ho bisogno di parlarti. - 
Sebastian nel costatare la sua espressione seria si rabbuiò. –Che succede?- 
-Niente, non fare quella faccia, non è morto nessuno. - Disse lei non appena notò lo sguardo di lui. – Riguarda me e te.- 
-Oh.- Fu tutto quello che rispose il cacciatore, sinceramente sorpreso. –Va bene, ti ascolto. - 
Sam chiuse per un breve istanti gli occhi, per poi stringere le mani che tradivano la sua agitazione con un leggero tremolio. – Lo so che non è il momento opportuno, ma ora come ora, non saprei dire quando ci sarà la possibilità di parlare come in questo momento… - Fece una pausa sollevando lo sguardo verso gli occhi del ragazzo che la stavano osservando con attenzione. –... quindi, penso che sia giusto mettere in chiaro le cose tra noi. Non ho aspettative altissime perché nella mia breve vita ho imparato ad aspettarmi poco dalle persone, ma nonostante il mio pessimismo cronico ho iniziato a far nascere in me una piccola illusione. Ho paura che tutto questo porterà al mio cuore calpestato per l’ennesima volta. Ho capito che ti piace giocare ma io non ne ho il tempo e ne la possibilità di farmi incasinare la testa da te.-.  
Sebastian restò in silenzio alcuni istanti aspettando che lei proseguisse ma quando non lo fece si passò lentamente una mano nei capelli, mostrando il suo viso totalmente rilassato. –Non ho mai avuto intenzione di spezzarti il cuore. - fu tutto quello che disse. 
-Ma?- Sam trattenne il respiro. 
-Ma cosa?- Ribatté lui, inclinando la testa. 
-Tutto qui? Ti chiedo chiarezza e riesci a dirmi solo questo?- Esclamò frustrata lei. 
- Non sono ancora capace di dare un nome agli impulsi che ho verso di te, come il senso di protezione, il desiderio o il dovere. Ma sei l’unica persona a cui non ho mai voluto torcere un capello. - Disse lui sinceramente voltandosi di poco e abbassando il volto. 
Sam distolse lo sguardo dal profilo di Sebastian, nonostante gli occhi ne fossero attratti come una calamita, tutti di lui le piaceva, perfino il modo in cui i capelli gli ricadevano sulla fronte in quel momento. Ma quello le sembrava soltanto un altro buco nell’acqua.
Sentiva una strana sensazione di angoscia alla bocca dello stomaco che la costrinse a voltarsi dall’altro lato in modo da poter uscire dalla visuale di Sebastian, chiuse gli occhi per un lungo momento prendendo dei lunghi respiri. Doveva smetterla di avere quelle reazioni da ragazzina alla prima infatuazione, doveva smetterla di sentirsi così angosciata per una cosa stupida come quella quando intorno a lei stava accadendo l’impossibile. 
Il contatto di una mano sulla sua spalla la fece sobbalzare riportandola alla realtà, si voltò appena e quando incrociò lo sguardo fermo del cacciatore, sentì quel disagio crescere maggiormente. 
-Samantha.- Sussurrò  e nella sua voce ci fu qualcosa che tradiva il suo sguardo gelido. C’era un tremore, il suo richiamo sembrava una supplica. Fu quello a far voltare Sam verso di lui e quando incontrò i suoi occhi si sentì inghiottire dal nero delle sue iridi che si distinguevano con la pupilla solo per una leggera linea del colore argento che le dividevano. 
E fu quello l’istante in cui smise di pensare. 
Spostò la mano che Sebastian aveva poggiato sulla sua spalla e senza dar modo al cacciatore di aggiungere altro si avvicinò al lui, portando entrambe le mani sulle sue guance e lasciò che le loro labbra combaciassero perfettamente. Sam aveva desiderato baciarlo dal primo istante in cui lo aveva rivisto, aveva desiderato risentire il sapore delle sue labbra e poter toccare nuovamente con le sue dita la mascella ben delineata del ragazzo. 
Sebastian le strinse istintivamente entrambe le mani dietro la schiena facendo peso su di lei con il proprio corpo, facendo così indietreggiare Sam di alcuni passi. Neanche lui poteva negare a se stesso quanto le fosse mancato il contatto del suo corpo contro il proprio e di come non avrebbe mai interrotto quel bacio. 
Il ragazzo lasciò scorrere entrambe le mani sul busto di lei, portandole così lungo i suoi fianchi, sollevando appena con le dita i bordi della maglia cercando con le punte di esse il contatto con la sua pelle ma quando la ragazza si ritrasse appena, per una fitta di dolore, capì di aver toccato uno dei punti in cui quel bastardo l’aveva colpita. 
Staccò le sue labbra da quelle di Sam e si chinò lentamente sulle ginocchia, verso il basso, portando così il viso all’altezza dello stomaco della ragazza. Sollevò con le mani entrambi i lati della maglietta fine che indossava scoprendole del tutto l’addome, non appena i suoi occhi si ritrovarono a contatto con quelle macchie violacee che imbrattavano la pelle di lei, Sebastian si sentì andare a fuoco per l’ira. 
Gli avrebbe spezzato ogni singolo osso del suo corpo. 
Sospirò per scacciare via quella sensazione e portò la testa in avanti così da toccare con le labbra ogni sua ferita, baciò ogni livido che Sam aveva sulla sua pancia, li accarezzava con le labbra o con la punta della lingua, usando una dolcezza che stupì perfino se stesso. Non riuscì a trattenere un sospiro quando la ragazza intrecciò le dita tra i suoi capelli, accarezzandoli e giocandoci, creando così delle piacevoli sensazioni dalle quali lui si sentì pervadere dalla testa ai piedi. 
Sam lo tirò verso l’alto, così da poter nuovamente baciare le sue labbra chinando poi il viso in modo da percorrere con esse la guancia di lui fino a giungere alla linea della mascella che percorse interamente, prima di ritornare sulle sue labbra. 
Sembrava un bacio disperato, un bacio che esprimeva tutto quello che i due non riuscivano a dire con le parole o tutto quello di cui avevano paura. 
Le loro figure si muovevano dolcemente e con apparente lentezza l’una contro l’altra, continuarono a baciarsi con ardore, mentre le mani di Sam andarono a sbottonare la camicia azzurra di Sebastian, scoprendo man mano il suo fisico muscoloso. Osservò per alcuni istanti il corpo di lui che sembrava fremere sotto il tocco delle sue dita così portò le mani lungo il petto, accarezzandogli i pettorali per poi scendere lungo gli addominali, soffermandosi su di essi. Il cacciatore, estasiato da quel tocco, si liberò dell’ingombro del tessuto gettandolo a terra, per poi afferrare il top della ragazza e sfilarglielo con forza  lasciandolo passare da sopra la testa.  
Sebastian strinse entrambe le mani intorno ai fianchi di Sam sollevandola verso l’alto e facendolo così avvolgere le gambe intorno la sua vita, mosse qualche passo un po’ alla cieca, completamente distratto dai continui baci che continuavano a scambiarsi, poggiandola poi contro una delle pareti e premendo il proprio corpo contro quello di lei. 
La schiena di Sam si scontrò con qualcosa che al primo impatto le sembrò gelida, ma poi si sentì il rumore dell’acqua ed entrambi furono invasi come da una pioggia. Sollevarono nello stesso momento la testa verso l’alto, così da costatare di essere finiti vicino al regolatore dell’acqua della doccia e mentre l’acqua li travolgeva, bagnandoli completamente, i due tornarono a guardarsi e Sam non riuscì a trattenere una risata.
-A quanto pare una forza superiore pensa che dobbiamo un po’ spegnere i bollenti spiriti. - Commentò Sebastian tenendo aperti con difficoltà gli occhi, per via dell’acqua che scorreva contro il suo viso. 
Sam non riuscì a trattenere un’altra risata e strinse maggiormente le braccia contro il collo di lui. –Oppure che sei più sexy tutto bagnato. - 
-Smettila di ridere. - l’ammonì lui per poi lasciare spazio a un ampio sorriso sulle sue labbra. 
La porta della stanza si spalancò all’improvviso  e una testa castana comparì improvvisamente. -Sam, sei…Ma cosa state facendo?- L’espressione di Simon alla vista dei due completamenti bagnati ancora avvinghiati passò dallo stupore all’imbarazzo in tre secondi. 
Sebastian lasciò la presa sui fianchi di lei, facendola così poggiare nuovamente i piedi a terra, e portando poi una mano dietro la schiena di Sam in modo da chiudere l’acqua. –Ah, se imparassi a bussare quanto imbarazzo ti risparmieresti. - 
-E io che pensavo di aver visto di tutto. - Rispose l’altro, completamente a disagio. 
- Ma guarda che stavamo testando la temperatura dell’acqua, non vorrei traumatizzarti troppo. - Ribatté Sebastian. – Se vuoi puoi unirti a noi. - 
-Sebastian!- Esclamò Sam completamente in imbarazzo portandosi le mani al petto, tentando di coprirsi. 
-Cosa sono queste facce? Non passavate il tempo a provarci tra di voi?- Commentò il cacciatore.
-Simon, sei qui?- La testa rossa di Clary fece capolinea attraverso la porta, sbarrando appena gli occhi alla vista della scena. –Ma cosa…-
Sebastian sospirò scocciato muovendo qualche passo, portando una mano sulla spalla di Simon, spingendolo così verso Clary. –Sentite, senza offesa, tre è una festa ma quattro è una folla. – Disse spingendo entrambi verso l’esterno e chiudendo la porta non dando modo a nessuno di replicare.
Sam si portò una mano alla guancia, si sentiva andare a fuoco. 
-Sei in imbarazzo?- chiese lui girandosi verso di lei. 
-Ma cosa te lo fa pensare ?- Chiese ironicamente. 
-Solo che sembri la versione adulta di un pomodoro. - Commentò lui scrollando le spalle. 
Sam sollevò gli occhi al cielo, tentando di spostare alcune ciocche bagnate dal viso. 
-Sei sempre così tenera e carina. – La provocò Sebastian. 
-Scusami?- Replicò lei. 
-Beh, arrossisci la metà del tempo e l’altra metà la passi a farti tremila filmini mentali sul perché, per come o per quale. - Disse lui con tranquillità. 
Sam sollevò un sopracciglio, annuendo poi, tentando di imitare la sua espressione completamente rilassata, muovendo qualche passo e uscendo così dal bagno avvicinandosi nuovamente a Sebastian. Si voltò di scatto, cogliendolo forse per la prima volta di sorpresa, e andò a premere il proprio corpo contro quello del cacciatore, facendogli aderire la schiena contro la parete. Sollevò appena il mento in modo da sfiorargli con la punta del naso quello di lui, per poi inclinare di nuovo il viso così da potare le labbra all’altezza del suo orecchio. -Non sono un peluche che mi definisci tenera e carina, chiaro?- 
Sebastian s’inumidì lentamente le labbra con la punta della lingua, distendendo le labbra in un sorrisetto. - Per quanto possa piacermi la piega che sta prendendo questa situazione non possiamo stare qui a giocare, bambolina. –
Sam lo fulminò un ultima volta con lo sguardo per poi lasciare la presa su di lui, indietreggiando di qualche passo, dandogli poi le spalle mentre con lo sguardo cercava qualcosa con cui coprirsi. I suoi vestiti erano completamenti bagnati. Sospirando si chinò verso il pavimento recuperando la sua maglia e con le dita tentò di rimetterla in sesto, sbattendola un paio di volte.
-E’ proprio necessario che ti rivesta? io ti preferisco di gran lunga in questa versione. –Le soffiò all’orecchio Sebastian arrivandole alle spalle, avvolgendo così completamente il busto di lei con un braccio. 
-Avete finito?- La voce incalzante di Simon arrivò attraverso la porta. 
Sam sentì Sebastian imprecare a voce bassa e si ritrovò a sorridere senza nemmeno accorgersene. – Vado, oppure lo faccio fuori e ho promesso di non torcere un capello a nessuno. - Sbuffò lui. – Ma tu rivestiti, quel vampiro ha già visto troppo per i miei gusti. -"