Recensioni di crazy lion

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Sala parto - 15/10/21, ore 08:59
Capitolo 1: Sala parto
Ciao, ho trovato per caso la tua storia. Mio Dio, sono scioccata. Non sapevo che morissero tanti bambini, non ci avevo mai pensato. La scena del bambino zingaro è orribile, anche se scritta benissimo come tutta la storia. Mi ha fato venire il voltastomaco al pensiero che il bambino della protagonista sia morto annegato, di sicuro la madre non si toglierà mai più quell'immagine dalla mente. Come potrebbe farlo?
Come ho detto, la storia è scritta benissimo. Solo una volta hai scritto orsacchiatto anziché orsacchiotto, ma per il resto è tutto okay.
Bravissima, complimenti per la documentazione e le spiegazioni finali.
Giulia
Recensione alla storia Nella notte di un secolo fa - 18/07/18, ore 10:10
Capitolo 1: Nella notte di un secolo fa
Ciao!
Sono venuta a vedere se avevi scritto qualcos'altro e ho trovato questa bella poesia. Mi ha colpita già dall'introduzione, triste e per questo molto efficace. Hai usato parole forti, e in particolare quel "non dimenticare" lascia il segno. O almeno l'ha lasciato a me.
Non conosco bene la storia della Russia di quel periodo e ammetto con non poca vergogna che quella che ho studiato alle superiori me la sono dimenticata. Sarà perché la storia dei paesi che non siano l'Italia o quelli europei si studia troppo poco approfonditamente. Comunque, mi è piaciuto molto questo passaggio:
"Un male oscuro e letale
s’era insidiato fra la gente
odio, rancore viscerale
verso l’autorità potente."
Il popolo ha preso diciamo così il comando e alla fine è riuscito ad ucciderli, portandosi dietro tutta la rabbia, il dolore, e probabilmente anzi sicuramente la fame e la disperazione che provavano. Di certo non ea trattata bene là, la gente, quindi da un certo punto di vista si può capire che, portata allo stremo, sia arrivata a compiere un tale gesto. Non dico comunque che lo condivido, dato che penso che uccidere sia sbagliato. Ma in parte posso comprenderlo. Perl, ci rimango male nel sapere che hanno ucciso anche i figli, che non avevano nessuna colpa. Erano solo dei ragazzi e un bambino (quanti anni avevano?) che non avevano fatto nulla. Era proprio necessario uccidere quelle creature? Non credo proprio. Okay, il popolo probabilmente voleva eliminare ogni traccia di quella famiglia, ma cazzo (scusa la parolaccia) erano solo dei ragazzini e un bambino, ripeto. Non avevano fatto nulla, non si possono dare a loro le colpe dei genitori. Quindi questo gesto no, non lo capisco. E' troppo estremo, è troppo orribile.
Hai descritto benissimo come le loro vite sono state spezzate, senza nessuna pietà come tu stessa hai detto. Mi sono commossa leggendo i tuo iversi, sul serio. Sei stata molto effiace e bravissima nel trasmettere le emozioni che hai voluto, e soprattutto l'ingiustizia che quei bambini hanno subito.
Ottimo lavoro!
Giulia
Recensione alla storia Il Destino e la Speranza - 19/12/17, ore 08:52
Capitolo 2: Sei anni dopo
Ciao Alessandro, sono riuscita a tornare prima del previsto, pronta ad iniziare il secondo capitolo. Come mi avevi anticipato nella risposta alla precedente recensione che ti avevo lasciato, questo si ambienta sei anni dopo, quindi nel 1921.
Mi è piaciuta lìatmosfera di quiete che si è respirata ad inizio capitolo, una quiete però apparente, che Anahìd è ancora fortuna a vivere, visto tutto quel che succede agli armeni.
"Ormai, a Bitias non si parlava d’altro se non delle tremende marce della morte, della violenza subita dal popolo armeno e dall’implacabilità dell’odio che i turchi stavano riversando sulle minoranze dell’Impero."
Una descrizione davvero terribile e forte, ma incredibilmente vera, che fa entrare subito nell'idea che le cose non dovevano essere facili al tempo. Tuttavia, Anahìd ha ancora la spèeranza che le cose possano andare meglio, che la guerra non li toccherà se non in minima parte. Speranza che passa anche al lettore, anche se purtroppo, si sa che non sarà affatto così, e che le cose per la ragazza e per tutti gli armeni non saranno affatto facili. Tuttavia, voglio godermi questa piccola fiamma di speranza finché c'è.
Piccolo errore di battitura:
hai scritto "dall'implacabilità" anziché dell'implacabilità".
E poco dopo, "nei piccolo villaggi" anziché "nei piccoli villaggi".
Non ho ancora capito quanti fratelli ha Anahìd, ma se ho compreso bene, sono ancora tutti uniti, nessuno è partito per la guerra o è morto, e questa credo che al tempo fosse una gran fortuna.
Andiamo avanti.
"Comunque, all’improvviso, la tempesta era dilagata ovunque, generata e spinta da coloro che avevano promesso tanto e che ripagavano con la moneta dell’odio."
Anche queste sono parole molto intense, soprattutto "la moneta dell'odio". Odio è una parola forte, che però è azzeccata, descrive perfettamente la situazione e crea un clima di tensione.
Mi sono piaciuti molto i discorsi iniziali tra Anahìd e Salih, sul fatto che comunque continuano a vedersi di nascosto e a pensare l'uno all'altra. La loro amicizia è davvero molto forte, è come se i loro cuori fossero legati da un filo invisibile. ono sempre insieme, anche quando non possono vedersi, anche quando son occupati ognuno con le proprie faccende. Ma le loro menti corrono l'uno all'aktra e viceversa, e i loro cuori battono per andare avanti anche per l'altro. Spero di non essere risultata troppo poetica in questa mia descrizione, ma è quello che penso sul serio.
Eppure, nonostante la loro grande amicizia, e il desiderio di quei due ragazzi che in parte si sentono ancora bambini (perché chi ha dei sogni così innocenti e belli rimane un bambino, in fondo, e questa è una cosa bellissima), la realtà bussa alla loro porta sempre più insistentemente, ed entrambi devono cercare di accettare la triste, quanto dura e amara, consapevolezza che le cose non potranno mai più essere come prima. E' qualcosa di davvero brutto e difficile da accettare per i due amici, che infatti non ci riescono del tutto anche se si sforzano e ci provano, è evidente. Ma purtroppo spesso, la vita, ci mette davanti ostacoli e difficoltà, e noi non possiamo sempre cambiare le cose. A volte bisogna solo affrontare le difficoltà, aspettare e sperare che tutto andrà meglio, dando tempo al tempo, anche se dovessero volerci anni.
"“Domani stesso mi arruolerò nell’esercito”.
Quella frase cadde su Anahìd come se fosse stato un pesante macigno. La giovane strabuzzò gli occhi.
“No, non farlo. Non tu! Non c’è un modo per…”.
“L’Impero ha bisogno di ogni uomo valido, da utilizzare sia al fronte che al suo interno. Non posso sottrarmi ai doveri e agli obblighi dei miei antenati; mio padre pareva ben disposto anche a pagare e corrompere un funzionario**, in modo che non fossi chiamato alle armi, ma mi sono fermamente opposto alle sue intenzioni. Sul fronte, ogni giorno muoiono decine e decine di giovani turchi, che combattono per la loro patria; che razza di uomo sarei, se mi rifiutassi di prestare servizio?”, disse improvvisamente Salih, come un fiume in piena e interrompendo la ragazza, che si limitò ad annuire.
La giovane sapeva che anche Mehmet, il fratello maggiore di Salih, era stato chiamato alle armi da parecchi mesi, e che ben presto sarebbe giunto il momento anche per l’amico, ma aveva sempre creduto che il vecchio Mohamed, il padre dei due fratelli, avesse impedito in ogni modo l’arruolamento di entrambi, salvandone almeno uno. Ma, a quanto pareva, entrambi avrebbero imbracciato i fucili.
Mehmet era una personalità diversa da Salih, e per la sua tempra forte, motivata e perfida avrebbe potuto proteggerlo da ogni evento, ma il giovane ed esile fratello minore pareva molto più debole, sia fisicamente che mentalmente. La ragazza non aveva idea di quanto avrebbe potuto resistere, sul fronte.
Alla fine, Anahìd fece l’unica cosa che poteva fare; annuì ed abbassò la testa. E fu in quel momento che il ragazzo si spinse oltre, afferrandole le mani e stringendogliele tra le sue."
Anahìd ha ricevuto un colpo durissimo. Ha sperato fino all'ultimo che non accadesse una cosa del genere, e invece è successa. Mentre leggevo queste righe ho pensato una cosa: che è come quando si sa che un nostro caro è malato da tempo, e ci si prepara il più possibile perché si comprende che potrebbe morire, e quando questa cosa, sfortunatamente, succede, si comprende che non si era pronti. Ci si può preparare quanto si vuole, ma non si è mai pronti ad affrontare un lutto, o qualsiasi altro tipo di tragedia o difficoltà. Ovviamente questa è solo la mia opinione, ma ci tenevo a farti presente il mio pensiero.
Anahìd ora è distrutta, e anche il mio cuore si è spezzato leggendo quelle righe. Comprendo che Salih voglia servire la patria, è giusto, ed è stato molto coraggioso a volerlo fare nonostante il padre volesse corrompere un funzionario per non farlo partire, ma d'altra parte comprendo anche Anahìd, la sua ansia, il suo gran dolore. Prova una sofferenza vera e intensa, che però cerca di nascondere in tutti i modi, e so per esperienza che fare questo, che nascondere le proprie emozioni. p tremendamente difficile, soprattutto se queste sono molto forti e negative.
Mi è piaciuto molto che i due si siano presi lem mani come facevano da bambini, e ci sono rimasta male quando Anahìd ha sciolto quella stretta. Tuttavia è vero, poteva risultare sconveniente, quindi l'ha fatto per quanto le sia dispiaciuto.
La ragazza non vuole accettare la realtà, spera ardentemente che Bitias non sia colpito dalla guerra, e Salih le tira una specie di secchio di ghiaccio in faccia dicendole tutte quelle cose, parlandole delle violenze che le popolazioni stanno subendo. Tutto ciò ha colpito profondamente anche me, e mi ha fatta commuovere nel profondo. Essendo io una persona estremamente sensibile, soffro quando sento parlare di qualunque tipo di violenza, però credo anche che non bisogni chiudere gli occhi davanti al dolore, ed è per questo che a volteleggo storie che trattano tematiche delicate e difficili, come questa per esempio. Capisco, però, che per Anahìd non sia facile accettare tutto quel che sta accadendo, accettare la sofferenza che il suo popolo continua a subire... che poi, accettare non è il termine giusto. Diciamo che lei non vuole rendersi bene conto di quel che succede, e la sua speranza è viva e forte e questo è ammirevole vista la situazione. Lei mi sta sempre molto simpatica, però credo che, per quanto duro sia, dovrebbe cercare di guardare in faccia alla realtà. Certo, Salih le ha spiegato tutto in maniera un po' troppo irruenta, e difatti si è scusato subito. mi ha straziato il cuore sapere che Ana ha quasi pianto.
La madre di Anahìd è stata molto dolce a preoccuparsi per Salih, ma noin mi è piaciuta affatto la frecciatina che gli ha lanciato, Mi è risultata antpatica, però sono contenta che comunque, come tu stesso hai scritto nelle note, gli armeni e i turchi nei paesi di campagna vadano abbastanza d'accordo. Temevo che Anahìd e Salih, se scoperti, avrebbero potuto essere puniti, o cose del genere. Certo per. ripensandoci bene, se avessero dovuto vedersi davvero di nascosto, non si sarebbero di certo incontrati in quel negozio.
"Anahìd, udendo le cattiverie della madre, quasi si accinse a replicare, ma non lo fece. Sapeva che aveva ragione.
Tra lei e Salih, ultimamente, era accresciuta una certa attenzione, un qualcosa in più della semplice amicizia. E Anahìd non poteva nascondere a sé stessa che un po’ le piaceva quel ragazzo, anche se cercava costantemente di togliersi dalla testa strambe idee e di non pensarci mai.
Eppure, in quel momento non poté far altro che incassare le parole della madre ed accasciarsi sul bancone della bottega di famiglia, ormai di nuovo sola, iniziando a piangere sommessamente, sia per Salih che per il grigio futuro del suo popolo perseguitato."
Suna è stata cattiva, è vero. Ha detto alla figlia cose che non avrebbe dovuto dirle, o magari sì, se proprio lo desiderava, ma con più tatto. C'è modo e modo di dire le cose, e con tutto il rispetto che ho per la cultura armena e per le loro usanze, come ce l'ho per ogni cultura, credo che anche se lei è una mamma autoritaria, in questo caso non avrebbe dovuto esserlo così tanto. Mi rivolgo ora a Suna: tua figlia non prova un semplice dispiacere, ma dolore, dolore vero, intenso. Non capisci quanto sta soffrendo? Ti costa tanto consolarla un pochino? Okay, vuoi che sia forte, che lei e Salih si separino ecc. ecc., ma pensi che sia così semplice?
Boh, forse è la sua cultura che le impedisce di pensare tutto questo, però il suo atteggiamento mi ha fatta comunque arrabbiare.
Infine, il fatto che Anahìd sia scoppiata a piangere, e che abbia dovuto farlo piano per non farsi sentire e per no risultare sconveniente, mi ha fatto male all'anima.
Chissà cosa succederà ora, a lei, a Salih... ho davvero tanta curiosità e tante domande in testa.
Spero di poter leggere il prossimo capitolo oggi o comunque in questi giorni, sono curiosissima!
La storia continua ad appassionarmi, tu scrivi come al solito benissimo, e i pochi errori che hai fatto sono stati di battitura, quindi niente di grave. Anzi, è normale farli, e a volte sfuggono.
Ti ringrazio, infine, per utte le note che hai messo a fine capitolo. Mi sono servite per comprendere meglio il tutto e le trovo estremamente importanti.
Ah, comincio ad affezionarmi tantissimo ai personaggi principali. L'ho fatto già dal primo capitolo, ma in questo ancora di più. Mi stanno davvero a cuore.
A presto,
Giulia
Recensione alla storia Il Destino e la Speranza - 17/12/17, ore 07:33
Capitolo 1: Prologo
Ciao Alessandro, sono Giulia, o crazy lion, al ragazza alla quale hai lasciato allcune recensioni.
Per ringraziarti ancora di aver utilizzato un po' del tuo tempo per avermi lasciato i tuoi pareri, e curiosa di sapere ciò che tu avevi scritto, l'altro giorno ho fatto un giro sulla tua pagina, e scorrendo tra le varie raccolte di poesie e storie, questa mi ha colpita particolarmente. Ho deciso quindi di recensirla, magari lo farò un po' lentamente a causa della tesi e dei vari problemi piuttosto gravi che ho a casa, ma lo farò, recensendo ogni capitolo come faccio sempre con ogni storia che leggo. Mi sembra importante far sapere a chi scrive cosa penso, anche per premiarli di tutto l'impegno che hanno messo nel lavorare alle loro opere.
Iniziamo, quindi.
La trama mi ha colpita moltissimo, perché hai messo in rilevanza il fatto che l'amicizia tra i due ragazzi è fortissima e continuerà ad esserlo, e immagino che le difficoltà non mancheranno affatto. I nomi dei due ragazzini mi piacciono moltissimo, e siccome non conosco molto bene ciò che è succeso nel luogo in cui è ambientata la storia, sono curiosa di vedere come continuerà. Non sono un'appassionata del genere storico, però questo romanzo (posso definirlo così?) mi ha presa molto. Dicevo, i nomi mi piacciono molto, sanno appunto di una terra lontana e sono molto musicali. Mi piace il rapporto che c'è tra i due amichetti, che nonostante stiano crescendo vogliono comunque divertirsi ancora insieme, passare del tempo assieme tenendo ovviamente fla famiglia allo scuro di tutto. Ho sorriso tantissimo quando hai descritto l'allegria di Anaìd e la gioia di Salih nel rivedersi, e nel fare cose semplici come osservare le nuvole e immaginarne la forma strana.

"In quel momento, guardandolo con attenzione, Ana si chiese se tra qualche anno avesse deciso di lasciarsi crescere i baffi lunghi, quasi emblema dei turchi.
Eppure, i suoi occhi a tratti erano ancora quelli del vecchio Salih, quel bambino spensierato che non pensava affatto al portamento e che si insozzava nel fango saltando nelle pozzanghere alla fine di ogni temporale estivo, non badando ad ogni comportamento.
Anahìd immaginava che l’essere sceso dal suo piedistallo di giovane maschio attraente doveva essergli costato molto, soprattutto per chiederle con così tanta dolcezza di volerla rivedere.
Si vedeva che ci teneva molto a lei, e questo riempì di gioia il cuore della bambina, la quale anch’essa voleva molto bene all’amico."

Questo è uno dei passaggi che ho apprezzato di più, perché fa capire che i due vorregbero ancora restare bambini, giocare, non avere preoccupazioni e non pensare a niente, ma sanno che stano crescendo e questo, credo, metta un po' di paura ad entrambi. Salih sembra non mostrarla, anche se secondo me la prova, mentre Ana la fa trasparire già di più.
Ci sono rimasta male quando i due hanno litigato, afevo paura che Ana se ne sarebbe andata via triste, e che anche Salih sarebbe stato male. Fra amici, non è mai bello discutere. Certo le discussioni sono necessarie per mantenere un equilibrio in un rapporto, ma è inevitabile che facciano soffrire. Bellissimo il momento in cui Salih è corso dietro alla sua amichetta e l'ha abbracciata. Mi sono emozionata tantissimo leggendo quella parte. Sarò sincera: il mio cuore batteva all'impazzata per la gioia nel sapere che quella piccola crisi era stata risolta.

"“Magari potessimo stare tutto il giorno in questo posto, a guardare il cielo”, mormorò Salih, sciogliendo l’abbraccio e mostrando una smorfia dispiaciuta sul suo piccolo volto.
“E’ vero. Un giorno, quando saremo più grandi e avremo più tempo per noi, potremo tornare qui in santa pace, senza più nessun genitore che ci richiami a casa”, rispose ingenuamente la bambina.
Anahìd sapeva che una volta adulta sarebbe stata sposata e che non avrebbe più avuto modo di trascorrere del tempo ad oziare, ma in quel momento la sua giovanissima mente non voleva affatto pensare al lato oscuro del futuro. Per ora, il futuro era solo un qualcosa di lontano e intangibile, un qualcosa che poteva nascondere e contenere tutti i desideri, persino quelli più infantili.
“Lo spero. Lo spero davvero”, rispose l’amico, mogio, prima di allontanarsi, salutandola con un semplice gesto della mano destra.
Anahìd aveva inteso dal suo tono di voce che neppure lui credeva a ciò che lei aveva appena detto, ma poco importava."

Anche questo è un passaggio molto bello. I due amici si sono fatti forza a vicenda in un piccolo momento di tristezza. Sanno che presto dovrano abbandonare i giochi infantili e diventare dei giovani adulti, sposarsi, farsi una famiglia, anche perché immagino che in una cultura come la loro ci si sposi in giovanissima età, come capita ancora oggi presso alcune popolazioni, per cui i due amici saranno costretti, dalla società e dalla loro cultura, a crescere molto in fretta, ed è ovvio che questo li faccia sentire male.
Il capitolo è terminato con la consapevolezza che i due si rivedranno l'indomani, per cui come tu steso hai scritto la cosa importante per loro è vivere il momento, diciamo, apprezzare ogni singolo attimo passato insieme. Sono ancora un po' piccoli, Anahìd e Salih, ed è ovvio che non pensino ancora molto al futuro, è anche giusto.
Scrivi molto bene, hai uno stile scorrevole e fluido e non ho trovato errori grammaticali, di battitura o di altro genere.
Ti faccio anche i complimenti per come sai descrivere le emozioni dei personaggi, facendole praticamente uscire dalla storia in modo che il lettore le possa provare fin nel profondo (o almeno, questo è quanto è successo a me). Sei anche molto bravo a portare avanti una storia così lunga. So bene quanto sia difficile lavorare ad una long con tanti capitoli, per cui capisco, ma comunque ti ammiro perché non è da tutti scrivere così tanto. Inoltre, si vede che ti piace molto l'argomenot trattato, che ti sei documentato tantissimo, e che metti cuore, corpo e anima in questa storia. Certo per ogni scrittore è così, ma ci tenevo comunque a dirti che dalle tue parole traspare tutta la passione che metti nella storia e si vede già, deal primo capitolo, il tuo forte e bellissimo legame con i personaggi.
Bravissimo!
Inutile dirlo, ma la storia promette bene e mi piace molto.
Spero di riuscire a leggere altro, oggi. Intanto, questo romanzo va nelle mie seguite.
A presto,
Giulia