Recensioni di Marianna 73

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Anime Nere - 06/07/20, ore 09:28
Capitolo 22: Scarti d'amore
Non so se manco da più tempo io o voi, da qui... Ma il vostro ritorno sempre superlativo non potevo proprio perdermelo. Non so se ho amato di più Girodelle o odiato di più Grammont, credo entrambi, nello stesso identico modo. Posso solo augurarmi che il duello abbia l'esito che il mio cuore si augura anche se, conoscendovi, non so nemmeno se al duello ce li farete mai arrivare! 🤣 Al prossimo sempre gradito ritorno. Un abbraccio. Monica
Recensione alla storia La Felicità - 15/04/20, ore 17:10
Capitolo 39: capitolo 38
Manco dal fandom da parecchio e credo che se non avessi letto del tuo ritorno avrei continuato a latitare ancora a lungo. Ma "La felicità" è stata da sempre una delle mie storie preferite, nella sua totale diversità, che non potevo assolutamente mancare. Parti con un salto temporale di più di quattro anni. Personalmente amo molto i salti nel tempo, permettono di ridipingere scenari e ricalibrare anime e cuori, arricchendoli di un vissuto che li ha plasmati e che è più facile raccontare attraverso un cambiamento piuttosto che con infinite descrizioni. Tu dipingi molto bene lo.scenario in cui ci si ritrova, con poche immagini scarne, che evocano una patina grigia a velare ogni cosa: Palazzo Jarjayes è in piedi, apparentemente non saccheggiato, ma desolatamente vuoto, il Generale e Madame sono vivi ma distrutti dal dolore, Andrè pare essere il cardine su cui tutto si muove anche se quasi contro la sua volontà, la nonna è morta, Amelie è cresciuta e Louise, colma di un livore che non cerca di trattenere, è in cerca un padre per suo figlio. Ti chiedo perdono ma nn ricordo se di questo figlio avevi già raccontato in precedenza, così come nn ricordo il ruolo della donna, se non come governante di Amelie... Ma è passato tempo (nella realtà e nella tua storia) e tutto può essere accaduto. Di certo si percepisce una mancanza terribile, un dolore trattenuto in ciascuno dei personaggi, quasi un obbligo a dover continuare a vivere che schianta il cuore. Ed è la cosa che più amo delle tue storie, subito dopo l'originalità che sai conferire alle tue trame: i tuoi personaggi emozionano, fanno stringere il cuore e indignare, quando raccontano di ingiustizie troppo grandi, come in questo caso: la mancanza di Oscar è davvero un'ingiustizia insopportabile per Andrè, soprattutto dopo il labirinto che il destino li aveva obbligati a percorrere, per ritrovarsi. Nonostante tutto gridi il contrario, tenacemente, attendo un colpo di scena. Grazie per essere tornata, soprattutto in giorni così difficili. A presto. Monica
Recensione alla storia Quando siamo insieme sento di vivere - 04/02/20, ore 14:56
Capitolo 1: Quando siamo insieme sento di vivere
Cercherò di esprimere la mia opinione sull'interezza di quanto ho appena letto senza ledere la tua sensibilità di autrice (che so essere molto spiccata) ma nel modo più esaustivo possibile.
Comincerò dalla storia vera e propria: dal punto di vista lessicale la costruzione dei periodi è a dir poco imbarazzante, non vai mai molto oltre la frase minima e quando ci provi perdi il filo del discorso e ti ingarbugli, dimenticando quale sia il soggetto o il tempo verbale.
Il contenuto è, ahimè, ancora più imbarazzante. Da paladina del puritanesimo cui ti ergi -disseminando bandierine rosse senza pietà e segnalando all'amministrazione le altre autrici che descrivono scene erotiche- ci regali un siparietto ai limiti della decenza in cui un uomo e una donna che dichiari essere solo amici passano da un massaggio ad un rapporto sessuale con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere d'acqua: cinque minuti prima lui le portava la tisana alla Melissa (con M maiuscola, nome proprio di persona, singolare, femminile,ecc.) cinque minuti dopo era già lì che le propinava spinte profonde e regolari e leccava, mordicchiava, succhiava e gustava come se non ci fosse un domani. E che cavolo! Almeno un accenno di discorso, un "che ne dici, lo facciamo? Perché io sono vent'anni che ti guardo dalla fessura della porta e comincio a non poterne più"...
Credimi, difficile raccapezzarsi. Difficile comprendere cosa ha portato questa donna a desiderare di colpo un rapporto con l'uomo che le ha portato la tisana (?) difficile capire come mai proprio in quel momento e non negli anni precedenti, difficile comprendere come, se non ha mai avuto esperienze prima, sia così navigata da infilargli una mano nei calzoni con una tale abilità da fargli sbarrare gli occhi, difficile immaginare un tale grado di intimità la prima volta che due persone fanno sesso, al punto che riescono a parlarsi, chiedendosi cose...tutto davvero poco credibile.
E arriviamo alla seconda parte del tuo lavoro, la tua deliziosa nota a piè pagina, quella in cui carinamente auguri male a tutti coloro che hanno osato sanzionare i tuoi scritti (a tal proposito mi domando come io non sia già incenerita) e dichiari che sei costretta ad andartene.
Nessuno ti obbliga ad andartene. Nessuno può decidere che tu vada via se non tu stessa. Cresci, e affronta le cose da persona adulta: fai tesoro dei consigli che ti sono stati dati e prova a migliorare la tua grammatica e i tuoi contenuti se decidi di rimanere oppure smetti di scrivere in questo fandom, dai prova delle tue doti su altri lidi, ma, per l'amor di Dio smettila con questi teatrini da asilo Mariuccia, che non se ne può più.





Clery
Recensore Master
04/02/20, ore 17:15
Recensione critica
Cap. 1: Ritorni
Anche la tua è noiosa e senza senso infatti non ho finito neanche di leggere perché sinceramente la trovo inutile
Io dico sempre ciò che penso ma no per ripicca ma perché sono una persona che non ha peli sulla lingua
Buona serata



Perché non vi sia alcun fraintendimento, su chi bullizza chi.
(Recensione modificata il 04/02/2020 - 07:31 pm)
Recensione alla storia L’amore porta forse a una lenta e triste agonia o alla felicità più completa - 04/02/20, ore 07:59
Capitolo 1: Corsi e ricorsi
È davvero un bel punto di partenza. Perché a ben pensarci solo "noi", dall'altra parte del televisore sappiamo cosa è successo ad Oscar in quel vicolo. Andrè non sa che non solo non si è abbandonata alle braccia di Fersen ma ha provato a divincolarsi per raggiungerlo consapevole finalmente di qualcosa che non aveva mai compreso prima. Lui, poveretto, sa solo che a fronte della concreta possibilità di essere impiccato e a un considerevole numero di lividi ed ecchimosi ha avuto in cambio il solito balbettio impacciato...ci sta che abbia formulato qualche cattivo pensiero! Sono davvero curiosa di sapere dove ci porterà questo viaggio, credo ci sia materia per qualcosa di molto originale. Un caloroso saluto e a presto.
Recensione alla storia Una morte di mille tagli - 03/02/20, ore 08:20
Capitolo 1: 1
Ho tenuto in sospeso la mia opinione l'altra volta, aspettando di vedere come evolveva la storia. Ora te ne metto a parte, più che altro perché un paio di dettagli mi hanno fatto pensare che il proseguo possa prendere una piega ancora più negativa.
Credo che tutte quante noi abbiamo immaginato un post 14 luglio con i nostri sopravvissuti alla presa della Bastiglia ma pur mettendo in conto una situazione non facile per via delle molteplici difficoltà (la tisi di Oscar, la cecità incombente di Andrè, Parigi in subbuglio) nessuno avesse immaginato personaggi così esasperati nella loro inadeguatezza a ricoprire i ruoli a cui le loro decisioni li hanno condotti.
Provo a spiegarmi meglio: ci potrebbe stare un po' di smarrimento da parte di entrambi per la perdita improvvisa di tutto ciò che, fino a poche ore prima era stato il loro mondo ma tu li esasperi sino al parossismo: Oscar è una donna che non fa altroché compatirsi e rimpiagere ciò che era (o almeno io questo leggo nella sua ossessione per la divisa) preda, probabilmente non del tutto accondiscendente, dei desideri di Andrè (questo mi suggerisce la sua riflessione circa il fatto che i vestiti puliti Andrè probabilmente glieli avrebbe fatti togliere). Andrè è divenuto di fatto un alcolizzato che fatica a reggersi in piedi ed Alain un figuro non ben definito che dà della stronz* ad Oscar.
Diciamo che, pur imponendomi di leggere con mente aperta faccio un po' fatica a ritrovare l'uomo e la donna che hanno lasciato tutto per amore, il loro e quello per la giustizia.
Ti lascio un giudizio neutro perché ancora, malgrado tutto, questa storia mi "parla" e questo mi fa sperare in una svolta che cambi decisamente le carte in tavola.
Alla prossima.
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 08:33 am)
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 08:36 am)