Recensioni di Mattimeus

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Recensione alla storia L'assassina stonata. - 28/10/11, ore 15:23
Capitolo 4: Epilogo
oh... oh ooh oh... mi immaginavo una cosa totalmente fuori dagli schemi, anche quasi dal primo capitolo, ma non così. un finale così è... inimmaginabile. non so nemmeno in che ordine mettere le cose da dire. provo ad impegnarmi :)
l'incipit è assurdamente spiazzante, non per quella che è la verità del racconto, ma per il fatto che non si capisce quale sia fino ad un certo punto, e per questo si sente di essere stati ingannati per tre capitoli. confesso che avevo il terrore che lei si fosse immaginata tutto...
comunque, passato il crudele spaesamento iniziale, il contrasto con la cruda realtà è molto netto, sanguigno. pare che tutto quello raccontato fin'ora fosse solo un sogno molto fragile. credo sia qui il nocciolo del racconto, anche se viene sviluppato dopo: il contrasto tra l'utopica filosofia ribelle del primo capitolo e la ridicola fine della stessa utopia, che già da un po' si era risolta solamente nell'omicidio. dell'estasi metafisica della stanza del silenzio non rimane nulla, nulla nel modo odioso in cui lei si comporta. sembrava una quasi nobile causa, la sua, eppure è stata ingannata comunque ed è comunque morta come chiunque.
Trovo che tu sia riuscita a recuperare brutalmente quel senso di allegoria cosmica dell'inizio della storia, ma che sia geniale soprattutto il modo in cui lo inietti nel lettore, coninvolgendolo in una specie di metateatro terrificante, che ha radici nella letteratura dell'ipocrita incomunicabilità dell'io (in questo caso attraveso il monitor del pc) e che coinvolge suo malgrado il lettore in questa storia, allacciando l'allegoria al quotidiano (o quasi) controllo di efp.
veramente, questa volta sono io che ti giudico geniale. a caldo l'epilogo non mi è piaciuto, mi è sembrato... boh, sprecato. ma poi, più ci ripenso, più tutto mi risulta "intonato" xD davvero brava, complimenti

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Recensione alla storia L'assassina stonata. - 16/09/11, ore 20:22
Capitolo 3: Giona.
mmm... ci sono un po' di cose da dire.
mi sembra che la storia fatichi a trovare uno sviluppo, un filo narrativo. l'unico progresso che la protagonista sembra aver fatto è aver affinato le tecniche e aver trovato un compagno. ma, al di la di questa narrazione episodica che ha anche il suo perchè, penso che sia venuta a mancare la forte carica allegorica e simbolica del primo e del secondo capitolo in cambio di una maggiore cura per i dettagli e per gli elementi "materiali". la storia conserva ancora il suo fascino impossibile e la curiosità sul proseguimento, ma mi sembra che perda un po' forza
Recensione alla storia Acqua e sale - 04/06/11, ore 13:48
Capitolo 1: Acqua e sale
è un racconto... cosmico: nelle prime righe viene introdotta una dimensione onirica che però rimane lucida e dai contorni definiti grazie alla presenza della coscienza narrante. subito dopo c'è l'intimità di un amore che si scopre immerso nell'infinità del mare. è su questo sentimento di vastità che mi soffermerei: già si avverte prima che sia citato direttamente, è dato dalla piatta distesa d'acqua contrapposta alla volta celeste su cui viaggia il sole. i due amanti sembrano essere al centro di questo spettacolo, ma un centro piccolo, irrilevante. e poi il silenzio, il silenzio che accompagna gli eventi cosmici come la migrazione del sole. per questo il racconto porta delle sensazioni di enormità. eppure permane anche la dimensione minuscola dell'acqua e del sale legati insieme, a cui i due amanti sono legati dalla stessa umile piccolezza. è proprio da qui che l'amore si contrappone all'infinito pauroso, "all'oscuro e impervio abisso senza tempo". l'amore finisce per essere solo un atomo del tutto, ma l'unico atomo significativo.
la brevità del racconto è un ottimo espediente per pesare le parole e colorarle di molti significati, tanto che in alcuni passaggi il tono ricalca quello della poesia. trovo anche significativo l'uso del colore del carattere, che sottolinea le due parole più scure (e profonde) e che consente da subito l'immedesimazione nel mare.
è un racconto denso, anche se a volte un po' criptico ed oscuro; nel complesso comunque mi è piaciuto, soprattutto per la sua carica evocativa