Recensioni di CalcedonioBlu

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Recensione alla storia Let it be - 12/08/16, ore 17:18
Capitolo 12: La lotta del perdono
Con sommo dispiacere trovo un aggiornamento che da tanto tempo agognavo!
Davvero, dolcissima Vavi, questa è stata proprio una sorpresa. Ogni volta che apro la pagina della sezione muore dentro di me qualcosa T^T ma vedendo un capitolo della mia storia – figlioccia parte in automatico la lacrima di commozione! (E mi pare anche di sentire un sottofondo musicale angelico... e no, non è la musichetta dell’ascensore.)

Purtroppo in questa recensione sarò un po’ spiccia, perché ne ho dovuta scrivere un’altra che mi ha portato via un po’ di tempo XD (sempre per il fatto che sto divenendo una bradipa rachitica nella stesura dei commenti ç.ç).
Partirò subito col dire che la narrazione mi ha catturata subito, dal primo istante: mi sembra doveroso fartelo presente, perché senza contare le tue Drabble o Flash l’ingranaggio (non saprei in che altro modo esprimerlo ç.ç) dei tuoi capitoli è spesso partito un po’ dopo. Sarà stato sicuramente per l’alone misterioso che hai conferito a Sasuke (perciò, fantastica, Vavi! ✨) e per la tensione che dimostra immediatamente Sarada. E come non immedesimarsi in lei? Con questa narrazione repentina e il trascorso avvenuto nei precedenti capitoli sei già stata capace di calare perfettamente noi lettori nei panni della piccola (anzi, non più “piccola” ) kunoichi.

E quel che avviene dopo è qualcosa di insieme commovente e leggendario. Sul serio, Vavi, non avrei potuto dire se stessi leggendo i baloon del manga – specie nei capitoli in cui i nostri beniamini se le davano di santa ragione –, o una semplicissima pagina di testo. La descrizione delle mosse, delle difese e delle fenditure inferte dalle katana è stata eccezionale. Cosa ti è capitato, Vavi? Sei stata finalmente benedetta dalla sapienza di Kishimoto? Stai vivendo la tua massima espressione artistica (?!), te ne rendi conto?
Cavoli, giuro che rileggerei all’infinito questo incontro tra Sasuke e Sarada. Tanta è la bellezza da surclassare la nostalgia dei tempi in cui si leggeva delle battaglie tra ninja :') La precisione con cui hai curato ogni riga, ogni movimento e controbattuta è meritevole di elogio!
Inoltre mi è piaciuto da matti il fatto che tu abbia dato respiro all’azione inserendo un dialogo – che tra l’altro credo sia stato il vero colpo di scena del capitolo. Quel «mi dispiace» di Sasuke ha catalizzato tutta l’attenzione, e personalmente l’ho sentito incredibilmente potente. Sei stata in grado di farmi battere il cuore a mille con un semplice scritto ç__ç Le parole poi di Sarada, lasciate andare piano piano per la troppa emozione, sono servite a far accrescere la suspense, senza dubbio. Ad un certo punto, mi son vista!, ho afferrato i bordi del tavolo e credo di aver incollato il faccino allo schermo del computer.

Oh, ci sono così tante cose succulentissime in questo capitolo che non riesco ad organizzarmi decentemente!
Procedendo si scoprono man mano i progressi di Sarada – e stavolta sembra di potersi calare non nel suo personaggio, ma nell’orgoglio misto a sbalordimento e malinconia provato da Sasuke –, nonché le tecniche che è riuscita ad elaborare. Credo che ogni scelta tu abbia fatto – anche nei più minimi particolari – sia stata coerente e perfetta. Non ho altro da aggiungere su questo punto. Anche il fattore Sharingan mi ha lasciata di stucco! Cioè, era esattamente così che sarebbe dovuta andare! Hai capito che quegli occhiali non stavano lì ad cazzum (pardon) come invece avrebbe fatto intendere Kishimoto. Dopotutto, se il mangaka stesso fosse stato attento alla sua opera, il personaggio di Sarada non sarebbe tanto dissimile da Obito: anche lui, in fin dei conti, ha avuto bisogno degli occhiali fino al risveglio dello Sharingan.
Beh, poi – scusami se te lo dico – hai fatto proprio bene a togliere quei “difetti di fabbrica” XD un’Uchiha con gli occhiali è inconcepibile... anche se, come hai specificato tu, dobbiamo ricordare la componente “difettosa” Haruno XD

Il dialogo finale, forse il più intimo che hanno avuto padre e figlia – senza neanche più la barriera degli occhiali, che credo infierisca in certi rapporti delicati –, è pura commozione. Hai saputo essere molto equilibrata, tra la delicatezza e la lieve rozzezza che la chiusura di Sasuke provoca (eh oh, ammettiamolo pure che è rozzo, specie in certe cose XD). Comunque ho finalmente sentito un certo respiro: tutti i muri sono stati abbattuti, così come l’ammissione di sentimenti ancora nuovi. Mi commuovooo ç.ç ritorniamo un attimo su questo punto:
[...] il resto della frase venne soffocato da un tessuto morbido contro cui il suo viso venne dolcemente premuto. Vavi, vuoi ucciderci di dolcezza?

Al termine di questa recensione abbastanza sbandata – un po’ come una che guida ubriaca – vorrei concludere in bellezza (più o meno) segnalandoti un paio di minuscoli errorini che ho trovato (e nel caso tu li abbia già corretti... fa’ finta di nulla XD):
- [...] dopodiché rafforzo la presa sull’impugnatura della Kusanagi [...];
- «Quello che voglio dire e che starò bene. [...]»

Con questo ho finito. Ti vorrei ringraziare con tutte le armi a mia disposizione, ossia una tastiera e il tanto entusiasmo che meriti di sentire, per questa splendida storia, che purtroppo si sta volgendo al termine; dunque credo di aver trovato un modo di cui penso non potrei mai pentirmi, e che spero apprezzerai. Sei meravigliosa, cara Vavi, e questo capitolo – nel caso non sia stato ancora reso chiaro e tondo – è stato assolutamente sublime. L’ho amato, non c’è niente che mi abbia suggerito il contrario, e tra un po’ di tempo sento che lo leggerò reagendo alla stessa maniera di oggi: piangendo disperatamente, in quanto assalita da biasimevoli feels. Tutta colpa di Sasuke!
Quindi a presto (devo risponderti ancora a qualche messaggio! ç.ç), un abbraccio forte forte!


CalcedonioBlu
Recensione alla storia Let it be - 12/08/16, ore 17:17
Capitolo 1: Sospetti
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Gentile Amministrazione,
avverto il bisogno di segnalare immediatamente questa fanfiction tra le storie scelte. Mi stupisco che negli ultimi mesi nessun lettore l’abbia ancora fatto, ma arrivati a questo punto, in cui l’autrice ha dimostrato davvero di meritarsi una sorta di “premio” per il lavoro svolto, colgo l’occasione per fare questo importante passo.
Questa fanfiction, Let it be, possiede varie qualità che sento il dovere di esplicitare e far valorizzare, dato che, purtroppo, il numero di lettori e recensori non raggiunge la cifra che questa piccola opera meriterebbe – sempre tenendo conto del mio unico parere.
Una prima qualità della storia di Vavi_14 è senza dubbio la forma corretta che permette una lettura estremamente piacevole ed evocativa; in secondo luogo credo sia meritato un elogio all’approfondita – e assolutamente IC – caratterizzazione dei personaggi, che alle volte può essere stata più impegnativa in certe situazioni, appunto perché l’autrice è andata ad indagare i pensieri e le riflessioni di piccoli eroi che il manga di Kishimoto non ha approfondito come nel caso dei veri protagonisti di Naruto: dunque penso che Vavi abbia svolto un lavoro a dir poco encomiabile per il solo fatto di essere partita da effimeri indizi suggeritici dal mangaka ed essere poi arrivata a far vivere ai lettori una serie di vicende appassionanti ed introspettive, con una certa cura per gli aspetti della crescita adolescenziale, in cui i personaggi di Sarada e Boruto sono apparsi molto simpatici ed accattivanti, forse più che nei risvolti considerati “canon” – ossia il film di Boruto e i capitoli usciti dei manga spin-off.
Quindi, nonostante l’ambientazione “alternativa” o What If? che non tiene conto dei risvolti canon sopracitati, ribadisco ancora quando sia doveroso valorizzare di più questa storia. Finora sono ben poche quelle che ho avuto occasione di leggere in cui l’aspetto della crescita, in un’età così critica come quella dei figli della vecchia generazione, fosse descritto così bene: l’autrice fa capire di aver messo passione in ogni singola riga, non trattando quindi in maniera superficiale ogni stato d’animo né scelta; ma allo stesso tempo non ho trovato capitoli in cui le varie introspezioni fossero troppo ridondanti o superflue: avvicinandoci alla conclusione della fanfiction, mi accorgo proprio che tutto è stato portato avanti con incredibile cura. Mi permetto anzi di dire che questa storia – nonostante alcune imperfezioni (abbastanza sporadiche) – sia un autentico gioiello della sezione di Naruto: ogni aggiornamento si concepisce come una nuova conquista per il sogno dei protagonisti, ed ogni conquista, sommandosi alle altre, esprime chiaramente i progressi dei giovani ninja; inoltre, in ogni capitolo si distingue – e rimane nella mente del lettore – una scena madre che è particolare, ricca di emozione, profonda ed intensa, tanto che più volte mi è capitato di pensare che l’autrice fosse stata capace di toccare le corde della mia anima: questo perché ha saputo far parlare ed agire i personaggi di uno dei manga della mia infanzia in maniera perfetta ed efficace; in pochi altri autori sono riusciti a fare tanto.
Non ho altro da dire, se non che avrei preferito – e non solo io – che a scrivere la trama di alcuni avvenimenti della Next Generation fosse stata proprio Vavi_14. (Eh, magari!)
E con questo concludo, rinnovando i complimenti all’autrice. Ringrazio in anticipo per l’attenzione,


CalcedonioBlu
(Recensione modificata il 12/08/2016 - 08:58 pm)
Recensione alla storia Ognuno è artefice del proprio destino - 07/08/16, ore 17:24
Capitolo 17: In bilico
Buonasera, cavissima Vavi!
Come ben vedi, finché ho questa inaspettata smania di concludere al più presto la lettura della tua Opera, colgo ogni attimo buono per mettere insieme le mie paturnie circa i vari capitoli ^^’ (La nota negativa è che ti arriveranno troppe recensioni che ti faranno mettere le mani tra i capelli... Ah! Ci vuole Karma y sangre fría)

Tra l’episodio precedente e questo è evidente il conduttore, vale a dire il cambiamento di Naruto. La nuova fragilità che ne deriva giunge a compromettere anche il delicato rapporto che lo lega a Hinata: ma tanto la NaruHina è autentica *fangirlite di Blu mode: on* che i due fidanzati non possono mentirsi: arrivano quasi a vedersi attraverso, in una perfetta – e malinconica – sintonia. Nel caso di Naruto, i recenti accadimenti l’hanno talmente spossato che la sua maschera di positività è inevitabilmente calata: la descrizione che gli hai dato, dall’accenno alla sua espressività contratta e tesa, al particolare di quella gabbia che è la sua cella – ora più che mai in tutto e per tutto simile ad una costrizione mentale – è incredibilmente efficace; dà la possibilità al lettore di entrare non solo nella psicologia del detenuto, ma anche di provare lo stesso dolore fisico, seppur in maniera ancora superficiale. La climax sei poi riuscita ad ottenerla calandoti – e facendoci calare – completamente nella situazione psichedelica che invece affronta Sasuke, dentro e fuori dalla sua cella. Ho appunto usato – con molta sfrontatezza, dal momento che non sono assolutamente niente XD né psicologa né tanto meno studentessa di Psicologia! – il termine “psichedelico” perché mi è parso di sentire Sasuke in diverse prospettive, come se non fosse realmente racchiuso nel suo piccolo spazio, bensì con lo sguardo già oltre: già lo sdoppiamento del narratore, il fatto che quest’ultimo imponga un ordine a Sasuke con quel «Pensaci», lascia che il lettore viaggi su più piani, o se vuoi attraverso più dimensioni. Non so, credo che questo capitolo, per quanto semplice, sia straordinario: non tutti sarebbero stati in grado di trasmettere un tale pathos. Il modo in cui hai costruito l’ultima parte, tra l’altro, dando aria al testo e inserendo un corpo di testo centrale, personalmente mi trasporta ancora di più all’interno di una scena tragica, in cui c’è solo il protagonista – il capro espiatorio che finalmente comprende il suo Destino. Oh, è inutile che mi guardi male (oh, sì, so che lo stai facendo °ω°), tutto ciò che scrivi ha qualche indizio che mi riporta alla mia sdoganatissima Greek tragedy L’esempio te lo puoi fare tu da sola:
È assurdo come quelle poche certezze conquistate con fatica possano estinguersi nell’arco di qualche ora, soppiantate dal solito nemico chiamato Destino, che per poco tempo hai creduto di poter fronteggiare.” Quanto mi sono commossa in questa parte, percuotendomi ripetutamente il petto come una supplice? *ç*
E guarda, qui abbiamo anche l’atmosfera shakesperiana. Come si fa a non lodarti?
Senti un nodo stringerti le corde vocali. Non sai se stai per piangere o sul punto di scoppiare a ridere; istintivamente ti passi una mano sul volto, lasciandolo nascosto tra i palmi.” Non respiro più T^T

Ehm, okay, con questo penso di aver finito di sfogare le mie turpi paturnie. Aggiungo solo un’ultima cosa: questo capitolo mi ha incantata. Adoro i momenti in cui immergi il testo nella poesia e non ti fai scappare niente dell’indagine psicologica dei tuoi personaggi. Tanti complimenti, dolce Vavi: sei solo da ammirare!
Se ho ben capito ci sarà il clou nel prossimo capitolo! Per questa sera spero di riuscire a leggerlo Ma per quanto riguarda il personaggio che entrerà in scena voglio anche io fare il toto name: perciò dico... Obito! (E non sarà Obito manco per scherzo XD)
E allora ci si sente al capitolo 18! (Ma, aspetta, questo era il 17? Ohw Il mio numero preferito, che emozioneeeh! Come passa il tempo dall’estate scorsa, in cui decidesti di iniziare questa amatissima Raccolta Long fiction!)
Spero di sentirti presto; un abbraccio forte forte ;D


CalcedonioBlu
Recensione alla storia Ognuno è artefice del proprio destino - 06/08/16, ore 16:11
Capitolo 16: Un inferno per due
Rieccomi, douce Vavi!
Se avessi saputo che questo sarebbe stato un capitolo d’azione non avrei fatto aspettare così tanto tempo T^T non che lo avrei preferito ad altri tuoi stupendi capitoli, sia chiaro; però ammetto di trovare le parti in cui regna la suspense più accattivanti, forse le migliori che si possano desiderare, in quanto rare se scritte bene – o magnificamente, come nel tuo caso. Lo so, finora è capitato a me medesima di non aver letto molte storie movimentate, ma quando metti il colpo di scena tu non ce n’è proprio per nessuno ;D

Ma ora arriviamo alla vicenda. Fa ancora il suo strepitoso ingresso La Serpe, e come un ignobile deus ex machina – o portatore sano di sfiga – dà il via all’ennesimo sconvolgimento della trama. Naruto manifesta in quello che sembrerebbe un lungo dialogo con se stesso il legame inscindibile che si è ormai formato tra lui e il compagno di cella; ma il legame si è fortificato ulteriormente – di grado in grado abbiamo potuto averne una precisa visione –, lo stesso Naruto avverte dei cambiamenti fisici, anzi, psicofisici. Quando finalmente ritrova Sasuke a un passo dall’essere ferito a morte avviene un vero e proprio stravolgimento, ovvero un “ritorno” a quello che era il personaggio originale della tua storia: Naruto quindi è tornato ad essere il ragazzo che pensava di aver lasciato alle spalle, ha commesso gli stessi errori che avrebbe potuto commettere prima di essere sbattuto in prigione. Per un momento anche io ho avuto la sensazione di un regresso, e tu hai avuto la straordinaria capacità di addossarmi questa sensazione assolutamente spiacevole; ma questa non vuole essere una critica: come sai bene amo entrare nella storia e comprendere il più possibile i drammi dei protagonisti. Se poi l’autrice qui presente è fantastica nelle descrizioni e nella capacità di calarsi nell’ambiente non del tutto usuale… Doppio chapeaux!
Tuttavia il monito a tornare sulla “retta via” e a dimenticare quell’atteggiamento ancora fresco da criminale viene catalizzato dall’immagine di Hinata: ancora una volta è il suggerimento a mantenere la promessa per un loro futuro migliore – o se vogliamo a “non trovarsi nei pasticci”.
Eppure qualcosa sembra per un attimo surclassare anche la funzione “salvifica” della fidanzata di Naruto: finalmente è la prima volta in cui il ragazzo riflette davvero su cosa è diventato Sasuke per lui. E, perdonami le smancerie, ma mi sono commossa, dico sul serio. Mi ha ricordato, seppur in chiave diversa, tutto i brani di Nakushite kotoba Da quando dunque hai messo per iscritto la parola amicizia prevedo ci saranno capitoli ancora più... più... feels! E mi dai la conferma proprio qui: “[...] perché il suo dolore, ormai, è diventato anche il tuo” . Questo è trionfo di empatia narutiana ç.ç

Con questo ho finito. Scusami per l’ennesima volta: questa recensione non s’aveva da fare! L’ho scritta a pezzi tra ieri e oggi, e sto finendola proprio ora che mi è salita la febbre. Sì, lo so, è una vergogna – nonché schifosamente inutile.
Ad ogni modo cercherò di recuperare gli ultimi capitoli che mi restano E non vedo l’ora di farlo, perché questa storia è talmente... febbricitante! (Ah ah, gioco di parole ad hoc XD)
Alla prossima, magistrale Vavi. Un abbraccio fortissimo!


CalcedonioBlu

PS: perdonami, ma stavolta il titolo mi ha ignorantemente ricordato un telefilm che c’era stato qualche anno fa sulla Mediaset: Un paradiso per due. C’erano la Incontrada e anche i viscidosi attori del Mondo di Patty, se non sbaglio XD Okay, con questo chiudo: ho già smontato abbastanza la situazione Angst che tu avevi predisposto. Sembra che possegga una specie di “dono” per riuscire ad inserire delle cretinate a random, nevvero? XD
Recensione alla storia Ognuno è artefice del proprio destino - 05/08/16, ore 12:14
Capitolo 15: Limite umano
No, non è arrivato Babbo Natale: sono semplicemente io ^^’ Ed era pure ora, mi dirai tu! Ebbene, dolce e diva Vavi, ho trovato la Forza per mettermi al lavoro sulla tua Opera. Ti illustro solo per un attimino la mia situazione: ho trigliardi di messaggi e recensioni () a cui rispondere, robaccia da scrivere, tante altre cose quotidiane da fare... ma c’è stato un piccolo cambiamento di programma: sedendomi ad ascoltare la mia musica evocativa (che, attenta, non è quella degli indiani d’America XD ma semplicemente quella che suole suggerirmi: “Accendi le tua dannatissime sinapsi, razza di sfaticata!”), mi è venuta l’improvvisa ed inaspettata voglia di scoprire cos’accadeva nel lontano capitolo 15. Quindi ora sono qui, con le mie musichette del cavolo (che però sono molto funzionali al fine di non farmi sentire il neonato che strilla nella casa di fianco õ_ò), senza più la capacità di recensire decentemente... ma ci si prova lo stesso! (Tanto spero so che mi perdonerai ;D)

Ora partiamo con la recensione. Ah, beh, prima vorrei dedicare uno spazietto a tutti coloro che non “considerano” questa storia, perché in fondo si meritano questa deliziosa premura: non avete idea di che cosa vi stiate perdendo, babbani. E con questo ho finito: non dovrei avere l’autorizzazione di aggiungere altro, dato che arrivo a recensire questo capitolo di marzo scorso nientepopodimeno che ad inizio agosto. Impeccabile! ✨
Dunque, il titolo che hai scelto è bellissimo e molto efficace: è uno dei pochi esempi (in generale) in cui esso riesce a dispiegarsi perfettamente man mano che la vicenda si racconta. Più si prosegue con la lettura del capitolo, più di capisce che queste due semplici parole si stanno concretizzando, e personalmente ho avuto la sensazione di volerne sapere sempre di più; giungendo al finale sono convinta di essere rimasta molto soddisfatta della lettura – che non è cosa da poco: lo sai che il più delle volte tendo ad imprecare mentalmente XD
Come sempre sei stata precisa ed accorta anche nell’inserimento di un nuovo personaggio, che a quanto pare si rivelerà abbastanza importante – sopratutto per svelare qualche dettaglio in più di quel passato e di quelle turbe interiori a causa delle quali Sasuke sta ancora soffrendo. Quando ho capito che si sarebbe trattato di Shisui ho subito sentito tremare un sopracciglio (eh, beh, mi stanno dicendo sempre più persone che tendo a farlo in perfetto stile “Signorina Rottermeier” ç.ç Ma io non me ne accorgo, d’oh!), perché quando ci entrano di mezzo i parenti nei casi giudiziari… mmh!, la cosa puzza! Ma, neanche a dirlo, tu sei sempre perfetta e seria. Non metti i personaggi a caso senza considerare i pro e i contro che possono provocare influenze sulla storia. Quindi, un ennesimo chapeaux!
Si stava parlando delle reazioni di Sasuke, e ti dico che la maniera in cui hai ritratto il suo comportamento, attraverso lo sguardo esterno di Naruto, è stupendo: forse non avresti saputo renderlo meglio! Proprio una persona esterna, che tra l’altro è talmente attenta e sensibile, poteva cogliere così tanto da mostrarci. Penso che un narratore in prima persona non sarebbe stato capace di trasmettere lo stesso contenuto; non sarebbe riuscito ad essere scientifico, “chirurgico” come è il martellante pensiero di Naruto. Dunque hai saputo equilibrare in modo pressoché encomiabile (sì, perché io ti venero!) le parole confuse ed astratte di Sasuke («Doverlo incontrare ogni settimana è una condanna peggiore dell’ergastolo [...] È l’illusione di afferrare qualcosa di incorporeo... qualcosa che non tornerà più». Questo pezzo l’ho amato: è un prezioso – e desiderato – disvelamento del dolore che ha provato per così tanto tempo da solo) con l’aspetto davvero razionale e palpabile, attraverso cui noi lettori riusciamo a provare anche una sorta di profonda empatia. Perché Naruto è in ognuno di noi, e tu sei riuscita a trovare nel suo carattere quella parte che ci lega intimamente a lui da quando abbiamo iniziato a conoscerlo nel manga ^^
L’epilogo del capitolo mi ha lasciata senza parole: si comprende che Naruto ha ottenuto un progresso, è riuscito a comprendere qualcosa in più. Nel momento in cui ha pensato a Hinata, alla vita in generale, ho avuto l’impressione che si sia discostato dalla sfera astratta, e si sia calato in un punto di vista più materialistico; da questo traguardo giunge infatti alla consapevolezza che Sasuke sia umano e limitato. Proprio come lui, insieme. (Mannaggiatté, mi hai riportato alla memoria le parole di Esseri umani XD “[...] Ma quando piangi in silenzio / scopri davvero chi sei [...] Io sono uno qualunque / uno dei tanti, uguale a te [...]” Bene, momento di fangirlite acuta concluso.)

Oddio, mi sento benissimo adesso! Mi sono tolta un enorme peso dalla coscienza Nonostante abbia scritto le mie solite cagate cosette incomprensibili, bisogna ammettere che è sempre bello tornare su questi lidi Perché sono queste le storie che vanno la pena di essere lette, rilette, rilette anche per sei volte, e poi pensate e fatte proprie. Grazie ancora, dolce Vavi, per aver condiviso con noi questa avventura.
Ed ora mi dileguo: perdonami in anticipo per questo schifo di recensione, se puoi! XD
Alla prossima! Prima o poi arrivo anche io alla peripetèia della storia! (Pian pianino ç.ç) Un bacione, intanto


CalcedonioBlu