Recensioni di Soul Mancini

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Recensione alla storia When darkness falls, you can follow me - 03/03/22, ore 14:14
Capitolo 1: When darkness falls, you can follow me
Recensione premio per il contest "Skip!" - 3/3

AUGURI MARTIIIIIIIIIIIIIIIIN *________________*
Dovrei veramente vergognarmi per essermi ripresentata su EFP dopo tanto tempo che ero assente, ma questa è un'occasione speciale: il compleanno del tuo bambino che poi è anche un po' il mio bambino, gli voglio un mondo di bene e voglio festeggiare i suoi trent'anni senza lasciar passare mezzo secolo prima di lasciare una recensione XD
ANCHE PERCHÈ QUESTA STORIA È BELLISSIMAAAAAAAAAAAAAAA *_________________*
Sai, penso che l'esperienza di camminare bendati col bastone sia qualcosa che dovrebbero provare tutti almeno una volta nella vita, e sicuramente i motivi che hai sottolineato tu (anzi, che ha sottolineato Martin) sono un incentivo: provando sulla propria pelle le sensazioni che un non vedente sente ogni volta che deve semplicemente camminare per strada, muovere un passo, si riesce a valorizzare molto di più il suo coraggio. Quello che fa Joe ogni giorno non è scontato (infatti sappiamo che molte persone con problemi visivi non ci provano nemmeno a prendersi la loro indipendenza, bloccati come sono dalla paura), non poter vedere ciò che lo circonda lo fa sentire spaesato, deve sforzarsi dieci volte più degli altri per riuscire a fare qualcosa che per tutti è scontato (andare da un posto all'altro, attraversare la strada), ma il fatto che lui lo faccia lo stesso denota davvero la sua forza, una forza che forse Martin aveva sottovalutato. Ho adorato tantissimo il fatto che per una volta il più giovane dei due abbia potuto assumere il punyo di vista di Joe, e ho ancora più adorato il fatto che per una volta sia stato Joe a condurlo, a farlo sentire al sicuro, in un momento in cui Martin si sentiva vulnerabile.
Ma che belli che sono *-*
Però secondo me un'altra cosa che Martin potrebbe aver sperimentato è anche il senso di "potenza" che un bastone bianco, un oggetto così semplice, può dare. Perché è vero, se vieni bendato non vedi niente e non puoi essenzialmente fare niente, ma dal momento in cui hai in mano un bastone bianco questo ti dà la possibilità di muoverti da solo, di avere essenzialmente una libertà. E secondo me anche questa è una lezione importante per Martin, perché può allo stesso tempo capire quanto Joe si senta spaesato ma allo stesso tempo quanto si senta soffisfatto a potersi spostare da solo nonostante ciò.
Davvero, Joe non poteva pensare a una figata più... figa XD per il compleanno del suo amato, farlo entrare per qualche minuto nel suo mondo e nel suo modo di vivere è secondo me qualcosa di impagabile!
A parte che comunque già il risveglio è stato dolcissimo *_______* Joe l'ha svegliato con la loro canzone AAAAAAHHHH che tenerezzaaaaa! E Martin che non si è accorto di niente finché il suo ragazzo non l'ha svegliato!
ODDIO QUANDO JOE HA DETTO CHE QUEST'ANNO DEVE FARE TRENTADUE EANI MI È VENUTA L'ANSIA MA COME SAREBBE A DIRE TRENTADUE ODDIOOOOOO CRESCONO COSI' IN FRETTA T________T ma non pensiamoci ancora, mancano ancora tanti mesi al suo compleanno!!!
Eh vabb MA ALLORA, anche io voglio fare colazione con i pancakes allo sciroppo d'acero per il mio compleanno *__________* che bello che sono andati al Seasons, anche se comunque adesso io sono gelosa! E oddioooooooo la marmellata di castagne dev'essere buonissima, almeno Joe ha trovato un'alternativa al burro d'arachidi che gli possa risultare congeniale (non come la volta che ha mangiato il pane tostato col miele e gli stava venendo da vomitare AHAHAHAHAH RAGAZZI MA LA NUTELLA!!!) ^^
La scena del bastone l'ho già commentata, ma visto che potrei parlarne per ore perché VERAMENTE TROPPO BELLA, mi sento di aggiungere qualche altra cosa: penso che Martin sia stato estremamente coraggioso a lasciarsi bendare e camminare con Joe sulla zoan pedonale del lungomare, non tanto perché ci fosse qualche pericolo concreto (cioè anche per quello, non dev'essere facile lasciarsi andare soprattutto sapendo che la persona che è con te non vede niente a sua volta), am per il fatto che se n'è altamente fregati dei guidizi altrui e del fatto che si trovassero in un luogo pubblico pieno di gente. Davvero, non sarebbero in molti a fare una cosa del genere, chi non si sentirebbe stupido a camminare con un bastone e una benda sugli occhi, con tutte le persone che lo guardano e si chiedono se è completamente scemo o solo per metà? Io per prima non so se lo farei (forse sì perché comunque sono anche la persona che ha fatto le scale mobili al contrario in mezzo a un centro commerciale AHAHAHAHAHAHAH), però compiere un gesto del genere presuppone una forte libertà dai giudizi altrui, un fregarsene completamente di cosa gli altri potrebbero pensare, e sappiamo che Martin era schiavo delle opinioni di terzi, lui che ha sempre fatto di tutto per compiacere la sua famiglia, visto che la dinoPetra gli ha sempre inculcato l'importanza di apparire e fare bella figura. Quest'ultima shot 'è secondo me la dimostrazione più emblematica di cosme, dopo tanti anni passati con Joe, quest'ultimo l'abbia cambiato e in meglio, l'abbia davvero aiutato a liberarsi.
Joe l'ha reso migliore, così come Martin ha reso migliore Joe *-* SONO COSI' BELLI T_________________T ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
MA BEEEEEEEEEEEEEEN!!!!!!!!!!!!! ODDIO NON AVEVO MINIMAMENTE SOSPETTATO CHE LA SORPRESA POTESSE ESSERE LUIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!! Giuro, nemmeno quando Joe ha cominciato a "litigarci" montando su tutta quella scenetta, io non ho minimamente pensato che potesse essere un piano perfettamente architettato da loro due! MA CHE FIGATA, ci sono cascata anche io con tutte le scarpe ahahahahaha pensavo che avrebbero camminato per un po' con i bastoni, poi si sarebbero fermati e Joe già avrebbe dato qualche regalo "materiale", ma questo... questo è decisamente meglio, seimila volte meglio!!!
E la gioia di Martin quando ha visto il suo migliore amico *______T
E adesso però voglio sapere come se la spassanpo solo loro due quella sera EHEHEHEHEHEHHE bellissimo! E anche se poi nel weekend fanno il pranzo con Harry Harris ♥
Alla faccia che pareva una giornata come le altre! Martin ha ricevuto un sacco di sorprese bellissime e il suo trentesimo compleanno ha preso una piega completamente diversa! E io sono cpsì felice di vederlo così felice *___________*
Kim, questa shot nella sua semplicità è davvero STUPENDA e, al di là della leggerezza che trasmette, io l'ho trovata molto molto profonda! Mi erano mancati così tanto i tuoi bimbi :3
Alla prossima e ANCORA TANTISSIMI AUGURI AL NOSTRO TESORISSIMO NEOTRENTENNEEEEE ♥
(Recensione modificata il 04/03/2022 - 05:55 pm)
Recensione alla storia L'ultima Partita - 28/12/21, ore 13:38
Capitolo 1: L'ultima Partita
SECONDA CLASSIFICATA

“L’ultima Partita” di dirkfelpy




Grammatica e stile: 7,5/10


Dal punto di vista grammaticale non ho trovato tanti errori, ma ho comunque notato qualche piccola sbavatura che, seppur isolata, ha assunto un certo peso perché si tratta effettivamente di errori di grammatica. Ora, potrei anche sbagliarmi e si potrebbe trattare semplicemente di errori di battitura o sviste, e soprattutto in un caso penso sia proprio così. Ti riporto ciò che ho notato:
“Si, lo so, Lore” -> qui il “sì” affermazione è scritto senza accento, il che è un errore; tuttavia, andando avanti nella lettura, ho trovato altri casi in cui l’accento era presente, quindi sono più propensa a vedere questa come una semplice svista ^^
“Ecco il mio campione di Tennis” -> in questo caso non credo sia necessaria la maiuscola nella parola “tennis”, dal momento che i nomi degli sport generalmente si scrivono con la lettera minuscola – e visto che tu stessa in questa storia hai utilizzato la T maiuscola solo in questa occasione.
“che fa sù e giù” -> “su” preposizione non va mai scritto con l’accento, mentre invece è corretto in “giù”.
“rimaniamo distesi uno vicino all'altro” -> essendo riferito a una scena che racconta di un uomo e una donna, sarebbe più corretto dire “l’uno vicino all’altra”; nella formulazione da te adottata, sottintendi che ci si sta riferendo a due uomini.
Questi sono gli errori grammaticali che mi sono saltati all’occhio. Non sono molti, come vedi, ma non posso nemmeno del tutto ignorarli, soprattutto in uno scritto relativamente breve. Comunque immagino, come ti dicevo anche sopra, che alcuni siano semplicemente delle sviste ^^
E a proposito di errori di battitura/distrazione, ne ho trovato giusto un paio che ti segnalo qui sotto, in modo che tu li possa correggere nel testo:
“me ne accorgo nel terzo game.:” -> qui c’è un punto in più subito prima dei due punti ^^
“prendono una pallina e faccio per lanciarla” -> qui c’è un “prendono” al posto di “prendo”.
Ci sarebbe in realtà un altro errore, che penso sia sempre di distrazione, che ha inficiato un po’ il senso di una frase:
“portandomi sul 4-5 e nel set successivo mi esalto, giocando un ottimo tennis che distrugge le patetiche difese di Andrea. 4-6” -> hai scritto “nel set successivo”, ma penso che intendessi “nel game”, visto che il primo set non era ancora concluso. È una piccola svista, ma ammetto che mi ci è voluto un po’ per capire il senso della frase, per un attimo sono rimasta un po’ spaesata XD
Prendo questa citazione dal testo anche per segnalarti una cosetta un po’ più tecnica (perché sì, sono pignola AHAHAH ma la verità è che mi piace dire tutto ciò che noto nella speranza di aiutare gli autori): generalmente, quando si parla di punteggi di tennis, li si appunta scrivendo prima quello del vincitore (in questo caso del set) e poi quello del perdente. In questo caso, a maggior ragione, la storia è raccontata dal punto di vista del vincente e sarebbe stato più corretto scrivere “6-4” invece di 4-6.
Passiamo ora allo stile!
Prima di addentrarmi nel discorso della punteggiatura, che dovrò affrontare sicuramente in larga scala, vorrei segnalarti alcune piccole sbavature e periodi formulati in una maniera non troppo chiara.
“Quindi non rompermi i coglioni e fatti da parte, vorrei dirgli” -> quando ho letto questa frase, ho pensato che il pensiero di Marco sarebbe dovuto essere differenziato dal resto del discorso indiretto, magari con delle virgolette o, in alternativa (visto che le virgolette erano già in uso per i dialoghi), con una formattazione in corsivo. Generalmente è un modo molto efficace per tenere i pensieri del personaggio e narrazione separati!
“Paola mi sta aspettando e se non mi muovo capace che quella neanche me la dà.” -> quel “capace che quella neanche me la dà” è una formulazione – almeno credo – di origine dialettale e che si usa nel parlato, ma nell’italiano narrativo non è proprio corretta. Ci avrei sicuramente chiuso un occhio nel caso fosse stata inserita in un discorso diretto, perché adoro e premio i dialoghi realistici, ma visto che è nel mezzo della parte narrativa ho voluto segnalartela.
Tuttavia colgo l’occasione per complimentarmi con te perché, in linea di massima, hai utilizzato un lessico che si addice perfettamente alla storia: il tuo modo di raccontare con termini colloquiali e informali non solo rende credibile il racconto, ma ci dice tanto anche del protagonista, del suo modo di pensare e di esprimersi. Sicuramente non saresti riuscita a ottenere lo stesso risultato se avessi narrato la storia in terza persona, quindi ho trovato la tua scelta di adottare la prima molto azzeccata e furba. Questo – e ne riparleremo anche nel prossimo parametro – ti ha fatto guadagnare un enorme vantaggio per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi!
“Paola, 25 anni, moglie di un mio collega piuttosto stronzo” -> generalmente nei testi letterari, quando si parla dell’età dei personaggi, si dovrebbe scrivere il numero in lettere e non in cifre. In realtà sono davvero rari i casi in cui si trovano cifre, se non per le date o per segnare dei dati particolari. Non posso comunque definirlo un errore vero e proprio, ma solamente un consiglio per rendere il tuo testo esteticamente più “letterario” (non so se sono riuscita a spiegarmi, e ancora una volta perdona la mia pignoleria ahahah).
“"Sei davvero convinto che domani subirò un'umiliazione pubblica? Ma come cazzo ti permetti?" Chiedo” -> qui la c di “chiedo” dovrebbe essere minuscolo, perché in un certo senso è come se il discorso indiretto fosse legato – un continuo – del discorso diretto. Generalmente questo avviene sempre quando, dopo le virgolette, vi è un verbo che implica il parlare (chiedo, dico, rispondo, ecc…). È qualcosa che hai saputo gestire bene presso i dialoghi, ma questa maiuscola deve esserti scappata ^^
“D’accordo, cagasotto?" sento una rabbia che non mi appartiene invadermi i pensieri.” -> qui invece è il caso inverso: il periodo fuori dalle virgolette è totalmente slegato da quello contenuto al loro interno, è come se si stesse cominciando una frase totalmente diversa e quindi ci vorrebbe la lettera maiuscola nella parola “sento”.
Veniamo quindi al discorso riguardante la punteggiatura, come ti accennavo prima. Ho trovato in generale un po’ di disordine, che in certi momenti ha avuto l’effetti di rallentare la scorrevolezza e fluidità del tuo stile: ho trovato periodi con troppe virgole, altri che invece ne avevano troppo poche, in altre sarebbe stato più corretto sostituirle con qualche altro segno di interpunzione.
Ti riporto giusto alcuni esempi dal testo:
"Ehi, fermo non andare via, avrei una proposta da farti," -> qui indubbiamente ci dovrebbe essere una virgola tra “fermo” e “non andare via”. Aggiungendola si creerebbe però un altro problema: un periodo davvero molto breve sarebbe costellato da virgole, il che rischierebbe di appesantire la frase. Il mio suggerimento è quindi quello di sostituire la virgola dopo “via” con un punto o un punto esclamativo. La frase risulterebbe così in conclusione:
“Ehi, fermo, non andare via! Avrei una proposta da farti.”
Non credi anche tu che suoni più naturale? ^^
“Insomma ti alleno da qualche mese ma non abbiamo mai avuto occasione di parlare un po' più approfonditamente.” -> qui sarebbe più opportuno inserire una virgola subito dopo “insomma”.
“Sì ma… insomma, la mia prima scelta, da ragazzo tanto viziato quanto ricco, fu di vendere la società di mio padre, e fanculo le responsabilità, avrei continuato a inseguire il mio sogno, il tennis!” -> la prima cosa che mi salta all’occhio è che manca una virgola dopo il “sì”, all’inizio. Quando si deve confermare qualcosa col “sì” e aggiungere qualcos’altro col “ma”, ci vorrebbe sempre una virgola tra le due parole.
La seconda cosa che noto è che la frase è costellata di virgole, che in alcuni casi sono utili alla sua formulazione ma in altri sono d’intralcio o potrebbero essere sostituite con dell’altra punteggiatura. In primis io eviterei quella di “e fanculo le responsabilità”, visto che appunto è già presente la “e” congiunzione e la frase non è così lunga da dover essere ulteriormente frammentata. In secondo luogo, la virgola subito prima di “avrei” si potrebbe tranquillamente trasformare in un punto e virgola.
“"Ti ringrazio, ma ora devo andare quindi, se hai finito di leccarmi il culo... " -> qui la punteggiatura va quasi del tutto bene, ma ho l’impressione che manchi un punto, magari subito prima del “quindi”.
“Questo, Andrea il tuo prossimo avversario” -> questo mi sembra più che altro un errore di battitura: è come se avessi inserito la virgola prima di “Andrea” piuttosto che dopo, come dovrebbe effettivamente essere perché la frase abbia senso.
“Questa può essere la tua ultima occasione per vincere un torneo di tennis e devi darmi retta, così come sei messo non puoi andare molto lontano.” -> la frase “devi darmi retta” andrebbe racchiusa tra virgole, essendo una specie di inciso, quindi qui manca la virgola prima di “devi”.
"Marco ma che cosa combini là fuori?” -> anche qui, come nel caso del “sì, ma”, ci vorrebbe una virgola tra “Marco” e “ma”.
“La vista mi si annebbia ulteriormente, vorrei fare qualcosa, cazzo non mi sto sentendo bene, ma allo stesso tempo sono come in trance, non sento fatica solo questa dannata morsa al petto.” -> questo periodo è intervallato da virgole, anche se non sempre le frasi sono attinenti l’una con l’altra e sarebbe stato meglio separarle con dei punti fermi. Anzi, questa è pure una possibile tecnica narrativa per conferire ancora più suspense alla narrazione: suddividere dei pensieri così “veloci” e confusi in frasi brevi, magari mandandole anche a capo di continuo, dà un effetto di pensieri “frammentati” che rende ancora meglio la sensazione di spaesamento del personaggio.
Inoltre mancano delle virgole dove ci vorrebbero: “cazzo, non mi sto sentendo bene” e “non sento fatica, solo questa dannata morsa al petto”.
“La palla rimbalza veloce sul lungolinea.
Scatto, allungando il braccio il più possibile, cercando la giusta traiettoria per uno dei miei letali diretti, ma mi sono mosso troppo lentamente, in ritardo, e la pallina rimbalza beffarda sotto il mio braccio destro. Maledizione!” -> altro esempio di periodo esclusivamente intervallato da virgole che ne minano la scorrevolezza. Ne approfitto per segnalarti, in questo caso, anche la ripetizione di “rimbalza” a una distanza molto ravvicinata.
So che magari ora ti sembrerà che io abbia voluto solo avanzare delle “critiche” a livello stilistico e sia andata a sottolineare gli aspetti negativi, ma in realtà ho notato anche molti punti di forza che, al di là di tutte queste sbavature, hanno reso la lettura godibile!
Già ti ho fatto i complimenti per il lessico adottato e per l’effetto sortito all’interno del testo. Un altro aspetto che voglio sottolineare è in grande equilibrio in cui si alternano dialoghi, narrazione, introspezione e descrizioni. I pensieri dei personaggi non mancano, ma sono perfettamente amalgamati nelle scene d’azione e anzi, spesso emergono dal loro atteggiamento e dal loro modo di esprimersi. E a tal proposito, i dialoghi risultano sempre naturali, credibili e la loro presenza importante all’interno del testo rende sia le scene sia i personaggi più vividi.
Il fatto che i periodi non siano né eccessivamente lunghi e articolati né eccessivamente brevi rende la storia semplice e piacevole da leggere, la fa scorrere davanti agli occhi con semplicità e naturalezza, e posso dire che ho complessivamente gradito la gestione stilistica – a parte nei casi che ti ho segnalato qui sopra.
Insomma, in linea di massima ci sono davvero delle ottime basi, il testo non presenta nessun problema così grave che non possa essere corretto con una semplice revisione. Mi è piaciuto leggere questa storia!


Trama e personaggi: 9/10

Per quanto riguarda la trama, l’ho trovata abbastanza lineare e ben strutturata: la vicenda procede in ordine cronologico, si articola senza grandi colpi di scena ma allo stesso tempo è in grado di creare suspense. Non è tanto il dubbio su come agirà Marco (è abbastanza semplice intuire che alla fine si doperà, troppo orgoglioso e pieno di sé per rischiare di perdere), ma ciò che succederà durante la partita: gli basterà quell’iniezione per vincere? Non ce la farà comunque? Avrà degli effetti collaterali? Se sì, si manifesteranno durante la partita o subito dopo? Devo essere sincera: la questione mi ha intrigato un po’ come se stessi guardando una vera partita di tennis, il che non è affatto scontato, visto che trasporre queste emozioni in una storia lasciando inalterato il loro effetto non è affatto semplice.
Tutto ciò è stato possibile perché, giustamente, hai saputo dare il giusto rilievo e il giusto spazio a ogni scena: hai raccontato ogni parte delle due giornate con un ritmo incalzante ma mai troppo rapido, ti sei presa il tempo per far emergere ogni dettaglio che è andato a incastrarsi perfettamente col quadro generale. Una cosa apprezzabile, per esempio, è la scena di Marco con l’amante: può sembrare un’aggiunta quasi fuori contesto, che non era fondamentale raccontare e che può addirittura rubare spazio prezioso alla questione principale, ma in realtà è una scena importantissima perché ci dice molto di Marco, del suo atteggiamento e della sua vita – per nulla soddisfacente, motivo per cui tenta di rifugiarsi in una vittoria facile che possa riscattarlo e farlo uscire dalla mediocrità.
Ho potuto cogliere l’importanza di ogni momento, di ogni gesto raccontato, il che ti ha permesso di creare una trama ricca seppur semplice. Quando sono arrivata alla fine, infatti, non mi pareva di aver letto un testo di tremila parole; mi è sembrato più lungo, forse proprio per via della sua completezza.
Ci sono però alcune cosette che mi hanno fatto storcere il naso durante la lettura e che, seppur si tratti di piccoli dettagli, rappresentane delle incongruenze a livello di trama.
La prima di queste riguarda la frase che ti ho copiato nel parametro di grammatica e stile, in cui hai sostituito la parola “game” con “set”. Nonostante io abbia capito il senso della frase, ci sono arrivata solo dopo e questo mi ha un po’ scombussolato a livello di trama.
Ti segnalo altre due piccole cose:
“Nel quarto riesco, con estrema fatica, a vincere ma ecco che i primi acciacchi, i primi segni di affaticamento si fanno sentire e perdo il quarto game: 3-1.” -> qui Marco perde i primi tre game, vince il quarto e a quel punto il punteggio dovrebbe essere 3-1. Tuttavia dici che perde un altro game (che tu definisci “quarto” ma dovrebbe teoricamente essere il quinto). Il punteggio alla fine di questo periodo dovrebbe quindi essere 4-1. Questo errore si è verificato perché hai parlato di due quarti game, in pratica XD
Per fortuna la frase successiva è abbastanza vaga da non compromettere l’intero senso della storia, ma qui vi è comunque una piccola incongruenza.
“La mia proposta fa breccia nella mente di Lorenzo che va nel suo ufficio e poco dopo torna con una siringa che lascia accanto a me per poi correre fuori.” -> qui ci sono due cose che mi lasciano perplessa. La prima è: Lorenzo ha un ufficio? Lì, nella sede in cui si tiene il torneo? A meno che non si svolga nel club in cui Lorenzo allena, o magari un club di sua proprietà, non credo che gli allenatori possano avere degli uffici tutti per loro… poi magari mi sbaglio, ma leggere questa frase mi ha lasciato un po’ basita!
In secondo luogo, mi dà da riflettere il fatto che Lorenzo abbia una seconda siringa nel suo ufficio, quando per procurare la prima ha dovuto chiamare il suo amico spacciatore. A meno che non gli abbia comprato più dosi per averle in più, dubito che potesse rintracciare la droga così facilmente, ma questo non viene specificato.
Questi sono i motivi che mi hanno portato ad abbassare un po’ il punteggio della trama. Magari poi si tratta di semplici errori di distrazione, ma mi sembra comunque doveroso segnalarteli ^^
Per quanto riguarda i personaggi… fattelo dire, hai fatto un lavoro SPLENDIDO! Mi è capitato raramente di trovare storie così brevi in cui però i personaggi emergessero in una maniera così nitida e completa, sei riuscita a tracciare alla perfezione ogni dettaglio del carattere non solo del protagonista, ma di ogni personaggio apparso.
Marco è detestabile, sei riuscita a renderlo tale facendo emergere tutti i suoi difetti: non ha perso il suo fare capriccioso e viziato da figlio di famiglia borghese, nonostante la vita non gli abbia mai riservato chissà quali gioie. È pieno di sé, non accetta le critiche o i suggerimenti altrui, le insinuazioni di Lorenzo che gli fa notare che non ha più l’età per battere i più forti lo feriscono nell’orgoglio, e la sua voglia di brillare e riscattarsi è talmente forte che lo porta a compiere un gesto sconsiderato, facendosi addirittura due iniezioni di fila. Visto che nel tennis ha fallito e non ha raggiunto i risultati che sperava, trova altri modi per dimostrare la sua supremazia e tenere alto il suo ego: conquistando una donna dietro l’altra come fossero trofei.
Si percepisce che, al di là del suo atteggiamento da spaccone, è un uomo insoddisfatto e pieno di fragilità. Questo, almeno ai miei occhi, non lo rende meno detestabile XD
Lorenzo è il classico partner in crime (non so più cosa sto scrivendo AHAHAH) cospiratore, che mette la pulce nell’orecchio e che cerca di portare l’acqua al suo mulino. Non gli importa granché di Marco in realtà, o almeno mi dà quest’impressione nel momento in cui gli concede di farsi un’altra dose senza battere ciglio. Lui voleva solo che il suo allievo vincesse, gli ha proposto la strada del doping ma poi non voleva responsabilità su di sé. Alla fine i due hanno due caratteri simili alla fine.
Ciò che rende la caratterizzazione veramente forte sono i dialoghi, che, come ti dicevo in altre occasioni, sono resi credibili da un lessico colloquiale, e i pensieri di Marco, in cui ti sei potuta sbizzarrire grazie all’utilizzo della prima persona. Conosciamo il mondo attraverso gli occhi del protagonista e ciò ci dice qualcosa sia del mondo attorno a lui, sia del suo modo di vederlo. Davvero, hai fatto un lavoro strepitoso, penso che non mi dimenticherò tanto facilmente di questi personaggi!


Attinenza al tema: 5/5

Trovo che il tema del contest sia trattato a tutto tondo… eccome!
Non ti sei limitata a parlare del tennis con relativi allenamenti e tornei, ma hai affrontato una serie di tematiche relative allo sport che hanno una grandissima importanza: il doping, in cui troppi atleti delle più diverse discipline cascano ogni anno per l’ambizione di avere sempre di più, e la decadenza corporea con l’avanzare degli anni. Roger Federer, a cui io e Kim abbiamo dedicato questo contest, ne è un chiaro esempio: a una certa età non si è più in grado di competere (o almeno, non si è più in grado di farlo a livelli così alti) e non è una cosa facile da accettare, soprattutto perché a quaranta/quarantacinque anni non si è “vecchi”, ma lo si è per il tennis.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai raccontato il gioco di Marco, la partita e il rapporto con l’allenatore, ma in particolare il modo in cui hai gestito la tensione, la competizione, le emozioni che l’atleta prova durante una partita e di conseguenza le emozioni che noi spettatori/lettori proviamo.
Un’altra cosa che per esempio mi ha colpito è stato leggere della strategia che Marco ha adottato in campo durante la partita; ha illuso il suo avversario che sarebbe stato tutto sommato semplice batterlo, poi ha cominciato ad alzare il livello del suo gioco e ha recuperato con semplicità i game di svantaggio. Può sembrare una sottigliezza, ma è una cosa che nel tennis ho visto fare diverse volte e mi fa piacere notare che hai prestato attenzione anche a questi piccoli dettagli.
Davvero, sei riuscita a curare ogni singolo aspetto del mondo del tennis e hai reso questa storia unica e approfondita. Questa è una storia che parla di TENNIS e di nessun altro sport, ed è questo che mi è piaciuto davvero. Complimenti, punteggio pieno meritatissimo!
E poi, diciamocelo… i tennisti, soprattutto quelli professionisti, sono tutti un po’ delle teste calde come Marco, non sopportano la sconfitta e non sopportano che qualcuno che ritengono “inferiore” gli dica ciò che devono fare XD a un certo punto ho davvero sperato che spaccasse la racchetta, sarebbe stata l’apoteosi del tennis AHAHAH!


Gradimento personale: 5/5

Questo parametro, seppur sia l’unico totalmente soggettivo, mi ha dato un po’ da riflettere. Da una parte le piccole sbavature che ti ho segnalato nel parametro della grammatica e stile, che hanno rallentato un po’ la lettura perché disseminate un po’ per tutto il testo; dall’altra, una trama e dei personaggi che mi hanno davvero catturato. Ma alla fine sai cosa? Ho adorato troppo la storia, per le tematiche trattate e per il modo in cui le hai trattate, quindi non potevo non assegnarti il punteggio pieno!
Innanzitutto: il finale. IL FINALE. Mi ha lasciato completamente senza parole! Certo, qualche effetto collaterale del doping me l’aspettavo, ma mai mi sarei immaginata che Marco andasse in overdose nel bel mezzo del match e ci lasciasse addirittura le penne! È successo tutto così in fretta che, nonostante io sia ormai alla fine della valutazione, sto ancora metabolizzando quello che ho letto!
In secondo luogo: generalmente non sono una grande amante dello sport, seguo solo ed esclusivamente il tennis, ma se c’è una tematica di questo mondo che mi affascina è quella del doping. Forse sono sadica e forse ho una leggera (leggeriiiissima) predilezione per il dramma, ma ti basti pensare che in passato ho aperto un contest interamente dedicato alle droghe e alle dipendenze. Tu hai preso una delle mie tematiche preferite, l’hai unita al mio sport preferito e, insomma, hai fatto centro! Potrei leggere seimila storie come questa e non mi stancherei mai!
I personaggi, come già ti dicevo, sono una forza: tra Marco e Lorenzo non so chi sia peggio XD e io ho un debole per i personaggi così, fragili, al limite tra il giusto e lo sbagliato, che sbagliano e così facendo dimostrano tutta la loro umanità. I tuoi protagonisti hanno mille sfaccettature e mille difetti, proprio come le persone reali, e il fatto che abbia provato simpatia o antipatia per loro è un ottimo segno: significa che ho empatizzato con loro e che tu sei riuscita a renderli veramente umani.
Ma ciò che forse mi ha convinto più di tutto è l’atmosfera che si respira nella storia: hai parlato di tennisti, di tornei, di allenamenti e di competizione in una maniera così naturale e vivida che è come se avessi quasi visto questa partita e tutto il suo prologo. Infatti mentre leggevo ho provato le stesse emozioni e la stessa curiosità che proverei vedendo un vero e proprio match, quindi… complimenti, davvero!


TOTALE: 26,5/30




Premio speciale “Roger Federer”:
Come riportato nel bando, avrei assegnato questo premio speciale alla storia che avrebbe centrato maggiormente il tema del contest. Ho speso già tantissime parole a riguardo e sai quanto mi è piaciuto il tuo lavoro in proposito; il tema è stato affrontato con credibilità ma soprattutto con completezza, grazie all’introduzione di dinamiche che realmente popolano il mondo del tennis. Nessuno più di te merita questo riconoscimento!
Recensione alla storia The bed's too big without you - 02/11/21, ore 10:48
Capitolo 1: The bed's too big without you
QUINTA CLASSIFICATA

“The bed’s too big without you” di Benedetta.97




Grammatica e stile: 8,5/10


Carissima, benvenuta al tuo primo contest! Mi sento un po’ in ansia a essere la tua prima giudice XD ma spero che la mia valutazione possa farti piacere!
Sono una giudice un po’ pignola, nel senso che segnalo tutto ciò che noto per creare di giudizi il più completi e approfonditi possibile, ma tutto ciò che dirò non saranno altro che consigli e suggerimenti, il più obiettivi possibile ma pur sempre miei ^^
Dal punto di vista grammaticale non ho trovato alcun errore, il testo è molto curato e non presenta problemi di alcun tipo da questo punto di vista. Sai come destreggiarti tra parole, frasi e regole, in nessun punto della storia ho trovato elementi fuori posto che mi hanno fatto storcere il naso. Complimenti!
Forse l’unico minuscolo appunto che posso farti (che non considero comunque un errore) riguarda questa frase:
“Rabbrividì, come la notte che si era ritrovato a fissare il cielo trapuntato di stelle sulla spiaggia” -> qui, per rendere il senso della frase ancora più chiaro a primo impatto, sostituirei il “che” con “in cui”. Il significato si equivale, ma con questa piccola correzione trovo che sia più fluido e immediato… sei d’accordo? ;)
Ti segnalo di seguito anche l’unico errore di battitura che ho trovato (tra l’altro mi complimento per non averne tralasciato quasi nessuno):
“Da un giorno all’altro si era ritrovato d solo” -> manca la ‘a’ in “da”.
Parlando invece dello stile ci sono diverse cosette che ho notato, ma innanzitutto mi voglio soffermare a esaminare la tua scelta stilistica per questa storia. Mi hai presentato un testo puramente introspettivo e. te lo confesso, hai corso un bel rischio: è facile che io mi annoi a leggere testi totalmente introspettivi, se questi non sono scritti in maniera abbastanza coinvolgente e dinamica. Hai rischiato, sì, ma hai anche superato la prova: non ti sei limitata ad addentrarti nei pensieri del tuo protagonista, ma hai saputo trasmettere sensazioni ed emozioni attraverso immagini e metafore. Mi è piaciuto il modo in cui hai descritto la notte bollente e opprimente, creando un parallelismo tra quest’ultima e il senso di soffocamento del personaggio. Hai inserito anche tante similitudini e metafore qua e là, che hanno contribuito alla vividezza della storia: nulla di più adatto per rendere un lettore partecipe delle sensazioni che il personaggio prova. Questo è un fatto davvero apprezzabile e che ha reso il testo più leggero e piacevole da leggere, mai piatto, nonostante si trattasse di riflessioni e non ci fosse altro – azioni o interazioni con altri personaggi – a intervallarle.
Ora passo a parlare delle piccole sbavature che ho trovato, molte delle quali non possono essere considerate neanche dei veri e propri errori, ma io sono qui per segnalarti tutto ciò che ho notato e spero che i miei consigli possano aiutarti ^^
Innanzitutto ho trovato un po’ di ripetizioni sparse per il testo. Non sono considerate degli errori, soprattutto quando non sono tante, ma piuttosto delle ingenuità stilistiche. Ti faccio alcuni esempi dal tuo testo:
“Forse, se non penso a niente, riuscirò ad addormentarmi.
Ovviamente, come da manuale, i pensieri iniziarono a farsi sempre più insistenti.” -> “penso” e “pensieri” si trovano a una distanza molto ravvicinata, creando un effetto di ripetizione. In casi come questi si potrebbe ricorrere a un sinonimo o a una riformulazione; per esempio in questo caso io sostituirei il “se non penso a niente” con “se riesco a svuotare del tutto la mente”. ^^
“L’aria pesante della notte lo avvolgeva, posandosi sulla pelle nuda del fianco come una coperta di lana.
Si girò sul fianco opposto” -> stesso discorso qui per la parola “fianco”. Potresti ovviare alla ripetizione la seconda volta con un “si rigirò ancora tra le lenzuola”, per esempio ^^
“Era come se ogni singola emozione, sensazione, impulso proveniente dal suo corpo fosse migrato all’interno della sua testa, svuotando il resto del corpo riducendolo alla stregua di un guscio rotto, e gli si fossero tutti ammassati nel cervello, premendo contro le tempie per uscire fuori lasciandosi dietro niente di meno che i residui del suo cranio esploso.” -> questa frase la copio per segnalare diverse cose in realtà. Innanzitutto, visto che si parla di ripetizioni, avrei forse notato la parola “corpo” che appare due volte a distanza molto ravvicinata.
In secondo luogo, questo è un esempio di periodo molto lungo e articolato – non l’unico che ho trovato nella tua storia – intervallato da molte virgole. Frasi formulate in questo modo rischiano di risultare un po’ macchinose e di difficile “digeribilità”, nonostante il senso sia abbastanza chiaro. Hai espresso molti concetti e messo molta carne sul fuoco, cosa che avrebbe potuto rendere meglio con una riformulazione e con una spezzettatura della frase anche in più periodi. A ovviare questo “problema” può aiutarti il resto della punteggiatura, che puoi utilizzare alternativamente alle virgole: i punti fermi, senza dubbio, ma anche i due punti e il punto e virgola – questi ultimi sono segni di interpunzione che non ho praticamente trovato nel tuo testo, ma che se usati correttamente avrebbero avuto una grande efficacia e avrebbero reso il tuo stile ancora più fluido.
Ti porto un altro esempio sempre tratto dal tuo testo:
“Non una reazione, non un dramma, aveva semplicemente preso atto della cosa, aveva continuato ad esistere nello spazio e nel tempo lasciandosi trascinare dal flusso degli eventi, in una vita quasi in stand-by, nel costante stato di negazione della realtà, troppo orgoglioso per strisciare indietro e chiedere scusa, troppo stordito per prendere in mano la situazione.”
È un periodo ricco di subordinate, che a un certo punto rischia di diventare un pp’ dispersivo. Non c’è nulla che non va nei concetti espressi né nel modo in cui li hai espressi, ma basterebbe una piccola modifica della punteggiatura per rendere il tutto più scorrevole. Un esempio su come la potresti inserire potrebbe essere questo:
“Non una reazione, non un dramma: aveva semplicemente preso atto della cosa, aveva continuato ad esistere nello spazio e nel tempo e si era lasciato trascinare dal flusso degli eventi, in una vita quasi in stand-by, nel costante stato di negazione della realtà. Troppo orgoglioso per strisciare indietro e chiedere scusa, troppo stordito per prendere in mano la situazione.”
Che ne pensi?
Ultimo esempio, sempre tratto dal testo:
“Qualcosa iniziò ad agitarsi in fondo allo stomaco, una sorta di smania, l’impulso improvviso di alzarsi da quel letto e fare qualcosa, doveva agire, doveva sbrigarsi.” -> qui per esempio, tra “qualcosa” e “doveva” inserirei un punto e virgola piuttosto che una virgola, per evitare che troppe frasi siano “aggrappate” al periodo principale.
Non so se sono riuscita a spiegare nella maniera giusta il mio punto di vista, ma per qualsiasi altro chiarimento sono a totale disposizione! Mi rendo conto che la punteggiatura è una brutta bestia, io per prima sono stata “corretta” a molti contest e mi sono stati dati tanti consigli prima di capire come effettivamente muovermi; ancora oggi, dopo tanta pratica e tanti anni trascorsi a scrivere, sbaglio e ho dei dubbi, ma spero che condividere ciò che so possa essere utile ^^
Sempre a proposito di punteggiatura, vorrei darti un altro piccolo suggerimento e prenderò come punto di partenza questa frase:
“Il tallone sfiorò una porzione di materasso fresco (o meglio, sotto i 30 gradi), e prese atto della presenza dell’altra metà di letto vuoto” -> ho notato che utilizzi spesso le parentesi, che non si possono considerare un vero e proprio errore, ma nei testi letterari non sono l’ideale, diciamo ^^ in pochissimi romanzi per esempio si trovano frasi scritte tra parentesi, a meno che non sia una scelta stilistica particolare dell’autore. Fermo restando che questa è una scelta di gusto personale, vorrei proporti un’alternativa più “raffinata” che sortisce lo stesso identico effetto: i trattini lunghi atti a contenere gli incisi. Una frase come quella che tu hai inserito tra parentesi potrebbe perfettamente essere inserita tra trattini e il senso non cambierebbe, ma esteticamente si adatterebbe meglio a un testo letterario:
“Il tallone sfiorò una porzione di materasso fresco – o meglio, sotto i 30 gradi – e prese atto della presenza dell’altra metà di letto vuoto”.
Pignoleria mia, me ne rendo conto ^^ ma ovviamente questo non rientra negli errori e non lo tengo in conto per il punteggio finale.
Altra mia pignoleria di cui vorrei renderti partecipe riguarda il fatto di aver scritto i numeri in cifre e non in lettere, come nel caso qua sopra. Anche questo non è di per sé un errore, ma dal punto di vista estetico sarebbe più carino in un testo letterario utilizzare le lettere, a meno che non si tratti di una data (per es. 30 aprile 2021).
Ultima cosa (e starai sicuramente tirando un sospiro di sollievo AHAHAH sono terribile), che è sempre un consiglio più che una correzione, perché in molti non conoscono questa regola e mi fa piacere condividerla. Riguarda la d eufonica: questa è sempre giusta quando viene inserita davanti a una parola che comincia con la stessa vocale (ed ecco, ad apprezzare, ad andare, ed essere, ecc…), ma lo è meno quando viene inserita davanti a parole che cominciano con vocale diversa dalla preposizione/congiunzione a cui sono legate (ed allora, ad essere, ad una, ed oltre, ecc…). Nella vecchia letteratura italiana in realtà la d eufonica si trova un po’ ovunque e questa regola non veniva seguita, così come è giustificabile in poesia: nella prosa moderna tuttavia si cerca di non appesantire il testo con d eufoniche superflue, dunque aprendo un qualsiasi libro degli ultimi decenni è difficile trovarle in caso di vocali diverse, a meno che non sia una scelta ponderata dell’autore. Ho notato che tu le inserisci anche in caso di vocali diverse e te l’ho quindi segnalato, ma anche qui si tratta di una minuzia stilistica che niente toglie né aggiunge al suo testo o alla sua correttezza, Potrebbe però tornarti utile per il futuro ^^
Concludo qui il parametro (finalmente), tornando a sottolineare che tutte queste “correzioni” non sono altro che consigli, e che nessuna delle cosette che ho sottolineato è grave, motivo per cui il punteggio rimane molto alto, e non posso che farti i complimenti per la pulizia e la precisione del tuo testo!


Trama e personaggi: 6,5/10

Qui si arriva alla parte un po’ più “dolente”, quella che ti ha penalizzato maggiormente. Ma andiamo con ordine, partiamo dalla trama!
Voglio innanzitutto evidenziare ciò che di positivo ho trovato: mi è piaciuto molto il modo in cui hai sviluppato i pensieri del personaggio, con lentezza, svelando un pezzetto alla volta. All’inizio vediamo questo protagonista che si dà pena durante la notte senza capirne il vero motivo; man mano che la trama va avanti, si scopre che questo personaggio soffre l’assenza di una persona, che la colpa per cui questa lei è proprio di lui, che ha commesso un grave errore e ora è troppo orgoglioso per tornare indietro e chiedere scusa. In generale questo svelare poco a poco è una tecnica vincente, perché tiene il lettore incollato al testo per saperne di più.
Ammetto però che quando sono giunta al termine ho avuto un senso di vuoto: non ci hai spiegato granché della situazione, non ci hai detto cosa questo personaggio avesse fatto per portare la sua amata ad andarsene, tutto è rimasto molto generico e soffuso. Hai creato una solida base, ispirandosi dalla situazione descritta nella canzone, ma è come se non l’avessi poi sviluppata: chi è lui? Chi è lei? Com’era la loro relazione? Come si sono lasciati? Com’è l’atteggiamento di lui da quando ciò è accaduto. Ce lo racconti in maniera vaga, ma il lettore vuole saperne di più, vuole i dettagli, non si accontenta di una storia raccontata “a metà”. Magari avresti potuto inserire qualche ricordo del protagonista, qualche dettaglio in più su di lei, anche dei flashback che avrebbero reso il testo più dinamico e meno lineare. La sensazione che si ha una volta giunti al termine è che non si sa effettivamente niente di questi personaggi e della loro storia. Ed è un peccato, perché se sviluppato nel dettaglio poteva avere davvero un gran potenziale!
Per via di ciò, anche la trama ha assunto un ritmo lento, certo non noioso ma forse fin troppo lineare. Per tutto il tempo ci si aspetta qualcosa, un cambiamento, una rivelazione, qualche descrizione in più, ma ciò non arriva mai.
Con questo non voglio mettere in dubbio la qualità della tua trama, ovviamente, ma solo sottolineare che con uno sviluppo maggiore sarebbe potuta diventare molto più avvincente e completa!
Purtroppo anche i personaggi ne hanno un po’ risentito, visto che non sappiamo molto di loro, soprattutto della ragazza. Per quanto riguarda invece il protagonista, ho trovato vari indizi sparsi nel testo che mi hanno dato un’infarinatura della sua personalità. Anche semplicemente le scelte lessicali che hai fatto all’interno dei suoi pensieri ci parlano di lui, insieme al suo orgoglio che non gli permette di chiedere scusa e alla maschera di indifferenza che indossa durante il giorno e che crolla inesorabilmente di notte. Sapere però che errore ha commesso sarebbe stato importante per delinearlo ancora di più. Anche capire come si comporta in determinate circostanze, attraverso dei flashback appunto, sarebbe stato interessante e gli avrebbe conferito una caratterizzazione a tutto tondo.
Mi dispiace tantissimo non poterti dare un punteggio più alto e aver avanzato tutte queste “critiche”, ma sono certa che questa trama e questi personaggi avrebbero avuto tantissimo potenziale se solo fossero stati approfonditi maggiormente ^^


Sviluppo canzone: 4,5/5

In genere quando valuto lo sviluppo di una canzone prendo in considerazione due aspetti: il rispetto dell’atmosfera del brano e lo sviluppo del testo.
Per quanto riguarda l’atmosfera, sei stata assolutamente sublime: mentre leggevo con la canzone in sottofondo mi sono detta che non potesse esserci colonna sonora migliore per il tuo scritto, come se la canzone gli fosse stata cucita addosso e non il contrario! È un brano dalle atmosfere cupe nonostante le sonorità reggae, ha un basso che ti avvolge e che ti entra nelle ossa, è una canzone che fa pensare subito a una notte nera e ben si sposa con l’atmosfera soffocante e angst della tua storia. Questo mi fa capire che non ti sei solo lasciata ispirare dal testo, ma anche dalla musica, e questa è una cosa che apprezzo molto quando leggo delle song-fic!
Per quanto riguarda il testo, anche qui hai saputo rispettarlo alla grande: ti sei basata su ogni parola per costruire la tua trama, hai inserito tantissimi riferimenti alle immagini evocate nei versi, quasi a parafrasarli. L’hai ben interpretato, ma – come ti dicevo anche sopra – l’hai interpretato “poco”: poteva essere la base per un racconto più complesso e dettagliato, invece tu non ti sei spinta oltre e hai scelto di rimanere del tutto fedele alle parole del testo. Per questo motivo ho deciso di sottrarti mezzo punto: mi sarebbe piaciuto vedere una rielaborazione più complessa, in cui la situazione descritta poteva fare da perno ma essere ampliata.
Non te ne devi fare una colpa: scrivere song-fic, ispirarsi a delle canzoni, non è una cosa così semplice e scontata come potrebbe sembrare, e anzi a volte ci si “blocca” per paura di fraintenderne il significato e andare troppo fuori tema. Se questa è la tua prima song-fic, credimi, non hai niente da rimproverarti, perché nel complesso hai fatto un ottimo lavoro e rispettato il brano sotto ogni punto di vista!


Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta molto e, visto il mio poco apprezzamento per le storie puramente introspettive, questo è già un grandissimo risultato, sappilo XD sei stata capace di non annoiarmi con il tuo stile, di coinvolgermi e rendere perfettamente tangibili le emozione e le sensazioni del tuo protagonista tramite immagini vivide e forti. Se aggiungiamo il fatto che ho un debole per le storie angst e tristi, non potevo non apprezzare *-*
Mi ha fatto impazzire il connubio tra atmosfera della canzone e atmosfera della storia, è una cosa che ho proprio sentito dentro, e forse sarà che amo tantissimo questa canzone ma sono stata davvero felice di vederla sviluppata e traslata in una storia!
L’unico motivo per cui non ti assegno il punteggio pieno è questo senso di “incompleto” che ho sentito sul finale. Non sono riuscita a entrare totalmente nella storia perché non so nel concreto di cosa si stesse parlando, avrei voluto qualche occasione in più per empatizzare con i personaggi e conoscerli meglio, avrei voluto delle altre risposte. Spero che in futuro scriverai altro a riguardo, magari approfondendo la vicenda ^^


TOTALE: 23,5/30
Recensione alla storia C'Era Una Strada - 10/10/21, ore 17:30
Capitolo 1: C'Era Una Strada
TERZA CLASSIFICATA

“C’era Una Strada” di Persage_




Grammatica e stile: 7,5/10


Dal punto di vista grammaticale ho trovato alcune piccole sbavature, non tanto gravi da compromettere la buona riuscita della storia ma che vanno senz’altro sistemate. Te le segnalo di seguito:
“C’era una strada, una dozzina di macchine ed un semaforo rosso a separarci e se Alberto non mi avesse trattenuta tanta forza, sarei corsa da lui.” -> questa frase in realtà l’ho copiata per segnalare tre cose che ho notato. La prima credo che si tratti di un errore di battitura (manca ‘con’ tra ‘trattenuta’ e ‘tanta’). La seconda sta proprio in quel “trattenuta”, scritto al femminile: generalmente, quando il verbo ausiliare è ‘avere’, il verbo viene sempre scritto al maschile (ho mangiato, ho trattenuto, ma anche mi ha urlato contro), mentre è giusto inserirlo al femminile, se il soggetto è appunto al femminile, nel momento in cui il verbo ausiliare è essere (mi sono trattenuta, sono andata ecc…). Questo caso è piuttosto ingannevole, perché formulazioni come “mi avesse trattenuta” sono molto comuni nel parlato, e sono anche talvolta accettati, ma dal punto di vista strettamente letterario e grammaticale è un errore.
Il terzo piccolo dettaglio di cui voglio parlarti, che però io non conto come un vero e proprio errore, consiste nella d eufonica (inserita in “ed un”). Viene riconosciuto universalmente corretto inserirla nel caso in cui la parola che segue la congiunzione/preposizione inizi con quella stessa lettera (ad agosto, ed ecco, ecc…), ma per quanto riguarda l’inserimento della d eufonica nel momento in cui le vocali sono diversi, le opinioni sono divise. Nella letteratura italiana più datata oppure in poesia lo si trova spesso, ma recentemente quest’uso è stato sempre più rimosso dalla letteratura e talvolta considerato un errore. “Ed un”, quindi, sarebbe da evitare, dal momento in cui ‘e’ e ‘u’ sono vocali diverse e sarebbe preferibile la formulazione senza la d eufonica (e un). Tuttavia non mi sento di sottrarre punteggio per questo dettaglio perché, per quanto mi riguarda, può ancora essere considerata una scelta stilistica; ho comunque voluto segnalarti questa regola perché magari non ne eri a conoscenza e potrebbe in generale tornarti utile! ^^
Sempre per quanto riguarda la grammatica, qualche volta ho trovato un po’ di confusione nell’uso degli apostrofi. Questi sono alcuni esempi:
“Lapo era un’idiota” -> ‘idiota’ in questo caso è riferito a Lapo, quindi prende una declinazione al maschile e, di conseguenza, dovrebbe essere scritto senza l’apostrofo (un idiota).
“divenne quasi un ossessione” -> qui si può fare il discorso contrario: ‘ossessione’ è un sostantivo femminile, dunque dovrebbe essere scritto con l’apostrofo (un’ossessione, in cui l’apostrofo sta a significare il troncamento di ‘una’: una ossessione).
“i suoi amici che gli erano stati sempre affianco” -> errore comunissimo che anche io ho scoperto relativamente da poco. Sarebbe più corretto scrivere “a fianco” al posto di “affianco”, che invece sta a indicare il presente singolare maschile del verbo affiancare. Non so se anche ‘affianco’ tutto attaccato sia una forma riconosciuta, ma a me è stato corretto e mi è stato segnalato molte volte come errore, quindi te lo faccio notare (pur non facendolo pesare come errore grave).
“Lo incontravo spesso la Domenica mattina.” -> a meno che non si tratti della lingua inglese o di qualche altra lingua che lo prevede, i giorni della settimana – così come i mesi dell’anno – vanno scritti con la lettera minuscola. Questa, appunto, è la regola in italiano, ma capita spesso di confondersi perché non in tutte le lingue è così ^^
“che era Luglio e faceva un caldo atroce” -> stesso discorso qui, per luglio.
“Ei ma non è che tu per caso avresti un accendino?” -> ‘Ei’ scritto in questa forma è scorretto. Generalmente in italiano lo si scrive ‘ehi’, con la h in mezzo, ma anche la versione inglese (hey) è corretta.
“Bhe si” -> “Beh”, usato come intercalare/esclamazione come in questo caso, è corretto se scritto con la h finale e non in mezzo alla parola. Talvolta è giusta anche la forma “beh’” apostrofata, se viene usato con l’accezione di “bene” troncato. Inoltre il “sì” affermazione va sempre scritto con l’accento.
“Avrei dovuto arrabbiarmi, scendere dalla macchina e mandarlo a quel paese perchè non solo era stato uno stronzo con me quando ero una ragazzina indifesa” -> “perché” vuole sempre l’accento acuto (verso destra), mai quello grave.
Ti segnalo anche alcuni errori di battitura e alcune sbavature dal punto di vista dello stile, della forma e della punteggiatura.
“mi guardasse con aria strafottente per poi ridermi in faccia, perché
“ ‘Sta cretina ancora crede ai miei scherzi”.” -> Innanzitutto dopo il perché ci vorrebbero i due punti per introdurre al dialogo. Quando si è nel mezzo di una frase indiretta e si deve introdurre una parte di discorso diretto, è sempre bene introdurlo coi due punti ^^ e io ti consiglierei anche di non andare a capo perché, per quanto non sia tassativo scrivere tutto sulla stessa riga, dà un senso di continuità alla frase. Ultima piccola cosa: c’è uno spazio di troppo dopo le virgolette aperte.
“perchè speravo la sua luce bastasse ad illuminare anche me. Nulla di quel che feci bastò per non essere lasciata.” -> anche questa, ho notato, è una svista ricorrente: c’è uno spazio di troppo tra il punto e ‘Nulla’. Non so se si tratti di un qualche problema con l’html, sta di fatto che ho trovato casi del genere disseminati un po’ in tutto il testo. Ora ti riporto alcuni esempio (ma intanto ne approfitto per segnalarti anche qui l’accento sbagliato sul perché).
“eppure era un’ immagine lontana” -> spazio di troppo dopo l’apostrofo.
“Mi sentii male nel rendermi conto quanto mi interessasse ancora apparire al meglio davanti a lui.” -> spazio di troppo tra ‘davanti’ e ‘a’. Ti consiglio anche di inserire un ‘di’ tra ‘conto’ e ‘quanto’, perché il senso della frase si capisce già abbastanza bene ma forse in questo caso non l’avrei omesso.
“ lapo.ab vuole inviarti un messaggio.” -> Uno spazio di troppo dopo le aperte virgolette.
“quel poco tempo che ho avuto per stare con Lapo è mio ed l’ unica cosa che nessuno potrà mai strapparmi” -> spazio di troppo dopo l’apostrofo.
Questi invece sono alcuni errori di battitura:
“Senti…ma non è che per caso per caso avresti una sigaretta?” -> la ripetizione di “per caso”. Inoltre ti segnalo che i puntini di sospensione vanno sempre scritti attaccati alla parola che li precede e staccati dalla parola che li segue (Senti… ma non è […]).
“con passare degli anni” -> manca l’articolo ‘il’ (con il passare degli anni, oppure col passare degli anni).
“Io su quel cosa con te non ci salgo” -> quella cosa oppure quel coso.
Concludo le citazioni dal testo con alcune imperfezioni riguardanti la punteggiatura:
“di chiedere –più o meno indirettamente –di lui in giro” -> i trattini lunghi utilizzati per contenere gli incisi vanno scritti staccati sia dalla parola precedente che da quella successiva: “di chiedere – più o meno indirettamente – di lui in giro”.
“Ora possiamo ricattarti” Dissero, iniziando -> è corretto che prima di chiudere le virgolette non ci sia un punto, in quanto il periodo include sia la frase diretta che indiretta e quindi non bisogna spezzarla; la lettera maiuscola dopo le virgolette quindi non ci dovrebbe essere, in quanto manca la presenza di un punto e non inizia nessuna nuova frase. In poche parole, “dissero” andrebbe scritto con la lettera minuscola. La maiuscola è invece usata correttamente in quest’altro caso:
“Sono felice di saperlo.” La sua voce era diversa -> qui, dopo le chiuse virgolette, si sta iniziando una frase nuova e totalmente slegata dal discorso diretto, quindi è corretto sia il punto sia la lettera maiuscola.
Inoltre vorrei segnalare che, quando le frasi tra virgolette sono a sé stanti e non attorniate da discorsi indiretti, è sempre necessario mettere il punto. Prendiamo per esempio questa frase, che occupa una riga a sé ed è isolata da tutto il resto:
“Tieni” -> le virgolette stanno solo a indicare che un personaggio sta parlando, ma non sono sufficienti come punteggiatura; è necessario un punto fermo per indicare che la proposizione è conclusa. Personalmente io lo preferisco dentro le virgolette (“Tieni.”), ma è corretto anche al di fuori (“Tieni”.), questo è a discrezione dell’autore e del suo gusto personale. In ogni caso è sempre preferibile e più corretto inserirlo ^^
So che vedere la quantità di piccole sbavature che ti ho segnalato potrebbe essere scoraggiante, ma in realtà non c’è da preoccuparsi, la storia è scritta tutto sommato bene: ci sono solo dei piccoli accorgimenti da prendere che renderebbero il tutto più pulito, corretto e ordinato, ma nulla di irreparabile!
Siccome non sono qui soltanto per segnalare ciò che non va, è giusto riconoscere anche gli aspetti positivi del tuo testo e ho tanto da dire anche qui: il tuo stile è assolutamente spettacolare! Riesci a narrare gli eventi e i pensieri dei personaggi con una naturalezza e una scorrevolezza disarmanti, sei riuscita a coinvolgermi dalla prima all’ultima riga e, nonostante la carenza di dialoghi soprattutto nella prima parte della storia, nessun passaggio risulta pesante o noioso. Hai ben amalgamato alla perfezione pensieri e sensazioni con immagini, che hanno permesso di delineare i personaggi che ruotano attorno alla protagonista, e il tuo modo equilibrato di formulare i periodi (mai troppo brevi e frammentati né troppo lunghi e dispersivi) ti ha permesso di tenere un ritmo calzante, coinvolgente e costante.
Hai saputo condensare descrizioni e sentenze crude e verosimili con una sorta di magica poeticità, soprattutto nelle scene di maggior impatto emotivo, e questo mix è di una potenza e al contempo di una delicatezza che non possono lasciare indifferenti. Davvero, non cambierei nemmeno una parola di quelle che hai scelto per raccontare questa storia, penso che il tuo modo di narrare sia uno dei punti forti di questa storia!


Trama e personaggi: 9/10

La trama si srotola in maniera lineare e piuttosto chiara: non ho trovato buchi di trama o lacune, o meglio, certe volte ho avuto la sensazione di essermi persa qualcosa ma, come hai anche spiegato nelle NdA, la sensazione proviene dal fatto che la storia sia scritta in prima persona e quindi noi lettori viviamo la vicenda con gli occhi di Noemi, sappiamo ciò che sa lei e niente più. Non lo trovo un difetto, anzi, penso che questo indichi una grande abilità nell’uso della prima persona e anche nella caratterizzazione della protagonista. Lei non fa domande, non si chiede come Lapo sia potuto cambiare radicalmente, decide di fidarsi nonostante non sappia se questo cambiamento sia vero o soltanto superficiale, non indaga: ancora preda dei fantasmi delle sue esperienze e dell’ossessione del suo primo amore finito male, si lascia andare a ciò che ha sempre desiderato perché non le sembra vero che stia capitando davvero, e lo fa in maniera ingenua, innocente.
Trovo assolutamente geniale e ben riuscito il fatto che la storia fosse sotto forma di racconto per mano dell’autrice, una sorta di lettera, di sfogo, o un esercizio, come lei stessa l’ha definito. Quando ho scoperto la natura dello scritto, ho trovato molto più sensata anche la carenza di dialoghi per tutto il testo: difficilmente quando si racconta qualcosa che ci è successo, soprattutto se una storia così lunga, ci si può ricordare tutti gli scambi di battute. È un aspetto che sei riuscita a gestire benissimo.
Se devo trovare un pelo nell’uovo, ho notato che ci sono dei dettagli su cui hai deciso di calcare la mano e che pensavo si sarebbero ricollegati al finale, all’interezza della storia. Per esempio, hai rimarcato più volte che Lapo è una di quelle persone marce dentro, in grado di rovinarti la vita ecc, ma alla fine nell’epilogo della vicenda non si ha un “apice” di questa sua caratteristica, anzi, lui sembra aver messo la testa a posto (sembra e basta magari, non lo sapremo mai) e alla fine viene investito, ma non perché avesse fatto qualcosa di folle o diverso dagli altri giorni: semplicemente ha trovato qualcuno che ha causato l’incidente. Ed è vero, in questo modo ha rovinato la vita a Noemi, nel senso che le ha lasciato un vuoto e un trauma enormi, ma la cosa non è avvenuta per mano sua. Forse mi sono persa qualcosa io, ma non ho ben capito il motivo per cui hai sottolineato più volte questo dettaglio, facendo intendere che fosse quasi un indizio per come sarebbe andata a finire la storia.
È un dettaglio, forse una mia pignoleria, che comunque non compromette la buona riuscita della trama, ma non si capisce (o meglio, sono io a non capirlo, ma potrebbe essere anche un problema mio XD) cosa ti ha portato a fare determinate scelte. Se però avrai voglia di chiarire questo mio dubbio, ne sarei davvero felice ^^
Per quanto riguarda i personaggi, innanzitutto devo dirti che hai fatto un lavoro strepitoso col personaggio di Lapo: è perfetto in tutto e per tutto, durante tutto l’arco della storia, è sempre stato un personaggio coerente nella sua incoerenza. Sì, perché nessuno saprà mai cosa l’ha portato a essere così, se un giorno ne sarebbe potuto liberare. Lo vediamo piccolo e ribelle ma pronto ad abbassare la cresta davanti ai più grandi, probabilmente custode di un dolore di cui non siamo a conoscenza; lo vediamo adolescente sicuro di sé e pronto a mettersi nei guai in qualunque situazione, che non dà nessuna importanza alle persone che gli stanno attorno e ai sentimenti delle ragazze che frequenta; lo vediamo che sparisce e ricompare, lo vediamo a perdere tempo in un bar, lo vediamo cambiare amicizie, partire, tornare, non sapere cosa vuole nella vita; infine lo vediamo ancora una volta diverso, più solare e allegro, più tranquillo e quasi dolce, ma sempre con quell’ombra che lo caratterizza e che è stata una costante del suo personaggio per tutta la storia. Lapo è così e doveva essere così, sfuggente e caotico, e sei riuscita a renderlo perfettamente tramite gli occhi di Noemi. Siamo riuscito a inquadrarlo sotto tutti i punti di vista: com’è il suo aspetto fisico, come si comporta, coma parla, come passa le giornate. Hai fatto un lavoro magistrale con lui e molto probabilmente è il personaggio meglio riuscito dell’intera storia, non posso che farti i complimenti!
Per quanto riguarda la nostra protagonista, mi piace molto come hai giostrato i suoi pensieri e le sue emozioni, anzi, mi piace come glieli hai fatti mettere per iscritto. Sicuramente sappiamo il suo punto di vista e il suo modo di vivere la sua cotta/ossessione per Lapo. Vediamo come lui gli rovina l’autostima fin da ragazzina, non guardandola e non prestando attenzione a lei, ma era stato l’unico ragazzo a notarla e volerla e quindi lei ci si è attaccata come se Lapo fosse l’unica sua opzione. Pur di inseguire il suo sogno d’amore mette da parte tutto, a dimenticare il passato, a dimenticare ciò che Lapo è stato e decidere di stare ancora con lui, di fidarsi di questa immagine nuova e pulita di lui che le piace di più. Da questa sua scelta si intuisce la sua ingenuità.
Tuttavia mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più di lei, qualcosa che la caratterizza al di fuori del suo rapporto con Lapo. Mi sarebbe piaciuto vederla più all’azione, conoscere le sue abitudini, i suoi interessi, i suoi principi, le sue aspirazioni. La sua caratterizzazione è ben fatta, questo non lo si può negare, ma ruota tutta in funzione di Lapo e della loro storia d’amore, è costruita tutta attorno a lui, e quindi lei in tutti gli altri ambiti risulta un po’ “sbiadita”. Sarebbe bastata giusto qualche frase in più sparsa qua e là per farla conoscere meglio e dare qualche informazione in più sul personaggio.
Ma tutto sommato, anche in questo caso, si tratta di un dettaglio non troppo rilevante, che potrebbe essere una mia impressione: i personaggi sono in realtà gestiti molto bene, così tanto che sono riuscita ad affezionarmi davvero a loro in una storia, a incuriosirmi e a innamorarmene!


Utilizzo del pacchetto/attinenza al bando: 4,5/5

Partiamo parlando dell’attinenza al tema del contest, ovvero l’adolescenza. Sotto questo punto di vista sei stata impeccabile: ci hai mostrato una protagonista adolescente alle prese con il suo primo amore, la cotta e l’ossessione di cui non riesce a liberarsi, e ci hai raccontato i suoi sentimenti e i suoi conflitti tipicamente adolescenziali. Innanzitutto ho amato il racconto delle scene in cui Noemi si guardava allo specchio e non si piaceva: è una cosa che è capitata a molte ragazze della sua età, e spesso le ha portate a ricercare l’attenzione di un ragazzo per sentirsi amate, per sentirsi desiderate, anche se non era il ragazzo adatto a loro e non le trattava con rispetto. È ciò che ha fatto la nostra protagonista, è andata a ricercare le attenzioni del ragazzo “figo” a costo di star male con lui e rimanere ferita del suo atteggiamento, pur di vantarsi della loro relazione e mostrare ai suoi coetanei che anche lei poteva essere guardata, amata e avere un ragazzo “importante”. E poi, come capita a molti adolescenti, ci è ricascata anche più avanti, perché non era affatto riuscita a superare la rottura con Lapo e provava per lui ancora qualcosa, nonostante cercasse di negarlo. Tutto in lei grida adolescenza, dalle scelte incoscienti al modo imbarazzato in cui reagisce quando rivede Lapo, fino al modo di passare per le strade in cui è più probabile trovarlo per vedere se c’è, se la guarderà, se si accorgerà della sua presenza.
Tramite questa storia hai saputo trasmettermi esattamente l’atmosfera che andavo a ricercare con questo contest, mi hai raccontato di ragazzi giovani alle prese con le loro prime esperienze, che si scontrano per la prima volta con la vita e con le loro insicurezze. Davvero un ottimo lavoro!
Per quanto riguarda la citazione, è qui che sorgono i miei maggiori dubbi. In linea di massima ho apprezzato molto il modo in cui hai sviluppato la prima parte, quella che dice che le cose più folli si fanno in nome dell’amore. Noemi di follie ne ha fatte, anche se non eclatanti come ci si potrebbe aspettare: si è fidata del ragazzo più inaffidabile che abbia mai conosciuto, nonostante in cuor suo sapesse che forse non era l’idea migliore; già questa è da considerarsi una follia per amore, senza dubbio!
Hai reso bene anche l’idea dell’amore che consuma e che divora, così come il passato che si dimentica. L’unica cosa che non mi ha completamente convinto è che la frase è intrisa di positività, un in certo senso: si dice che l’amore incoraggia a sognare, a ridere, a gridare, che ti fa sentire viva, e questa positività generale non l’ho percepita nella tua protagonista. Anzi, l’amore le ha praticamente portato solamente dei problemi e, nonostante l’illusione di una bella storia d’amore nell’ultima parte, non ho percepito quanto questo sentimento abbia dato una botta di positività a Noemi.
Diciamo quindi che senza dubbio il tema del pacchetto è rispettato e anche alcuni riferimenti alla citazione sono ben riusciti, ma c’è qualcosa che non mi convince del tutto, proprio nell’atmosfera della storia.
Comunque in linea di massima il mio bilancio è positivo, hai fatto un bel lavoro anche qui!


Gradimento personale: 5/5

AMO le storie come questa: quelle storie in cui i protagonisti sono umani, non sono né tutti bianchi né tutti neri, in cui le esperienze che hanno vissuto li segnano e li portano a sbagliare, a essere sbagliati. Adoro le storie intrise di dramma, a maggior ragione quando i protagonisti sono adolescenti.
Adoro i personaggi come Lapo, che hanno sempre qualcosa di storto al loro interno, che forse hanno anche del buono, che forse sono fragili ma stentano ad ammetterlo e a mostrarlo. Ho un debole per i personaggi autodistruttivi, sì, e ancora di più quando sono narrati da un occhio esterno, dal punto di vista di una persona che non riesce a capirli mai del tutto.
Non so nemmeno come spiegare tutto ciò, ma mi hai consegnato una storia decisamente “alla Soul”, una di quelle storie drammatiche e profonde che mi piacciono da morire, in cui si scorge con estrema chiarezza la fragilità e l’umanità dei personaggi.
E non solo ho adorato la storia, ma mi è piaciuto tantissimo anche il modo in cui l’hai raccontato: il tuo stile, a metà tra il poetico e il crudo e diretto, mi ha coinvolto tantissimo e mi ha fatto appassionare tantissimo ai personaggi e alle loro storie, tanto che quando sono arrivata alla conclusione col desiderio di saperne di più, di leggere ancora su questi personaggi, di scoprire tutto ciò che non si è detto. E il fatto che io mi sia affezionata così tanto a loro vuol dire che sei riuscita a raccontarli in una maniera che me li ha fatti entrare dentro.
Insomma, che dire? A discapito di tutto e tutti, io ho amato questa storia e ti ringrazio davvero di avermela consegnata, è stata una lettura piacevolissima e che mi ha coinvolto tantissimo!


Totale: 26/30
Recensione alla storia Hold On To Memories - 10/10/21, ore 17:21
Capitolo 1: Hold On To Memories
PRIMA CLASSIFICATA

“Hold On To Memories” di Kim_




Grammatica e stile: 10/10


Dal punto di vista grammaticale, come al solito, non ho trovato nessun errore: il testo è ineccepibile praticamente sotto ogni punto di vista, non ho trovato assolutamente nulla fuori posto e la cura che hai riposto nella stesura di questa storia traspare da ogni periodo. Complimenti, davvero!
Lo stile è assolutamente favoloso: hai strutturato le frasi, i paragrafi e i dialoghi in una maniera talmente fluida, naturale e gradevole che il testo mi è passato sotto gli occhi senza che me ne rendessi quasi conto, è stato come guardare un film. È che se avessi visto, sentito e vissuto ogni scena, mi sono perfettamente figurata gli scambi di battute tra Joe e Maddy (sia nel presente che nel passato) e al contempo sono riuscita a immedesimarmi in loro, entrare nei loro pensieri e capire i loro diversi punti di vista – sia quello di Joe, che è la voce narrante, ma anche in quelli della ragazza, che emergono in maniera chiara nonostante tutto. Ma questo è un aspetto che approfondiremo meglio nel parametro della caratterizzazione!
Tutto questo per dirti che ho trovato il tuo stile perfettamente calibrato, scorrevole al punto giusto ma dotato della potenza e profondità necessarie per lasciare un segno in chi legge, per coinvolgere ed emozionare.
Al di là dei dettagli puramente formali (il tutto risulta molto ordinato, le frasi sono strutturate in maniera chiara e concisa, la punteggiatura è variegata e usata con precisione), il modo in cui hai deciso di strutturare l’intera storia la rende ancora più godibile e interessante. Il modo in cui hai diviso in paragrafi, rimarcando col corsivo i flashback e scegliendo una grafia alternativa per le note scritte sul cellulare, hanno conferito dinamicità senza comunque confondere il lettore.
Mi sono piaciuti tantissimo i dialoghi tra i due personaggi, talmente naturali e credibili che viene spontaneo convincersi che siano avvenuti davvero, e il lessico e i toni adottati, omogenei per tutto l’arco della narrazione e perfettamente calzanti per la vita quotidiana di due adolescenti. In particolar modo ho notato quanto i discorsi diretti fossero maggiormente frammentati rispetto al resto del testo: è stata una scelta stilistica azzeccatissima, dà proprio l’idea di quel modo un po’ “svampito” in cui gli adolescenti parlano, condito con quel pizzico di imbarazzo di chi non vuole rivelare troppo di sé e di non sapere come esprimere ciò che ha dentro.
Ti segnalo qua sotto giusto un paio di piccolissime sviste che ho trovato, ma che ovviamente non ho contato nel punteggio finale:
“è normale quando fumi la prima volta” -> non so se questo possa essere considerato un vero errore, ma qui mi suonerebbe meglio “per la prima volta”, aggiungerei quindi il “per”. Forse sono strana io, ma quando ho letto questa frase all’inizio pensavo che “la prima volta” fosse il complemento oggetto AHAHAHAHAH (sì, sono strana io mi sa XD)
“mi sono fidata di lei in tante occasioni” -> essendo riferita a Joe, dovrebbe essere “mi sono fidato”.
Ma insomma, come al solito roba di poco conto!
Che altro aggiungere? Complimenti davvero, trovo che il tuo stile migliori di volta in volta e le tue storie mi coinvolgono sempre tantissimo grazie al tuo modo quasi magico di raccontarle!


Trama e personaggi: 10/10

Il modo in cui hai gestito la trama è assolutamente perfetto, già te l’ho accennato nello scorso parametro e qui mi devo necessariamente ripetere! Ho trovato fantastica la tua scelta di articolare la storia in tre “piani narrativi” che viaggiavano in parallelo: il presente, in cui vediamo Joe e Maddy nella loro versione più “matura” che ripercorrono la loro amicizia, le note scritte, che sono uno scorcio nei pensieri del Joe adolescente e ci mostrano come ha vissuto i vari momenti che ha raccontato, e i flashback, ovvero ciò che è veramente successo, i ricordi che quelle parole digitate su un vecchio cellulare sono state in grado di rievocare. Questo, oltre a dare alla storia un tocco dinamico (come dicevo anche su), ti ha permesso di esplorare ogni singolo anfratto della vita da liceale di Joe e mostrarcelo in un quadro completo e ricco. Vediamo come ha vissuto le cose sul momento (nei flashback), quali sono state le sue impressioni a caldo (nelle note) e cosa ne pensa ora che sono passati tanti anni (nel presente, quando lui e Maddy si confrontano).
Il collegamento tra note e flashback poi è sublime! Dà proprio l’impressione di tuffo nel passato: quando Joe e Maddy si addentrano in quelle annotazioni, è come se le scene del passato irrompessero nelle loro menti, scene che forse avevano dimenticato o non ricordavano in maniera così dettagliata. È una cosa che capita anche a me (e tu lo sai bene) quando rileggo delle vecchie cose.
Oltre a dare quest’effetto di “throwback”, gli excursus sul passato ti hanno concesso di ampliare ciò che c’era scritto nelle note, spiegando meglio le dinamiche dell’intera scena e dando un quadro più generale della situazione, non basato soltanto su ciò che Joe aveva elaborato.
In tutto ciò, il fatto di aver “frammentato” in questo modo il testo ti ha permesso di raccontare davvero tantissime cose in sole 8.000 parole: ci hai riassunto quattro anni di scuola, un’amicizia, un sacco di avventure e momenti che hanno segnato la vita dei due protagonisti. E, nonostante la gran mole di scene presentate e la gran quantità di carne sul fuoco, nessuna di questi frammenti risulta incompleto o frettoloso, anzi: ogni scambio, ogni pensiero e ogni gesto ha avuto un significato e un ruolo, tutto è servito per delineare la storia di Joe e la sua situazione, il suo graduale percorso di crescita e di cambiamento. È stato un viaggio, in cui ogni tassello è stato prezioso e trattato con cura, e alla fine della lettura non sono rimasta con nessun punto interrogativo o, ancora peggio, con una sensazione di “mancanza”. Davvero, hai gestito questa storia in maniera spettacolare dal punto di vista della trama, si vede che dietro c’è un lavoro e, credimi, ha dato i suoi frutti.
Per quanto riguarda i personaggi… che ti devo dire? Magistrali, davvero!
Come ti accennavo sopra, Joe è stato esplorato in maniera dettagliata: lo si vede all’azione sia nel presente che nel passato, ma si possono leggere anche i suoi pensieri e quindi ciò che le esperienze vissute gli hanno effettivamente lasciato una volta terminate. Lo possiamo esplorare a tutto tondo si può dire, abbiamo potuto addentrarci nella sua introspezione e abbiamo potuto vederlo anche all’azione.
Innanzitutto non ho potuto fare a meno di notare il modo in cui hai gestito le descrizioni, stando attenta a rispettare il punto di vista di una persona non vedente: pur focalizzandoti sull’atmosfera, sulle voci, sulle sensazioni e pur dando il quadro completo di ogni scena, non sei mai caduta nel tranello di inserire dettagli che il protagonista non avrebbe potuto percepire. Questo dà una credibilità e una coerenza al personaggio, ma ci aiuta anche a immedesimarci in lui: è come se anche noi chiudessimo gli occhi e ci focalizzassimo su tutti quei dettagli (e sono tanti) che “colorano” il mondo di Joe. È un aspetto che hai gestito davvero benissimo e non posso non farti i complimenti!
Di Maddy, come già accennato nell’altro parametro, emerge davvero tutto nonostante non sia la protagonista e voce narrante. La vediamo attraverso Joe e, tramite i loro scambi di battute, possiamo capire perfettamente il suo carattere, il suo modo di fare e di affrontare ogni cosa. È una ragazza effervescente e ironica, che però di tanto in tanto ha dei momenti di debolezza e, come spesso capita ai giovani, permette al prossimo di farla dubitare di sé e del suo valore. Ho visto tanta forza e al contempo tanta fragilità in lei e, se da una parte non abbiamo potuto comprendere appieno le motivazioni alla base del suo comportamento, dall’altro lato è davvero facile empatizzare con lei. Perché gli adolescenti non hanno sempre un motivo per piangere, perché a volte anche un piccolo e insignificante livido può assumere il valore di una dura batosta.
Ma la cosa che ho apprezzato maggiormente della caratterizzazione di questi personaggi è la loro palese crescita all’interno della narrazione. Dalla prima volta in cui si sono incontrati, in prima liceo, sono cambiati davvero tantissimo e l’hanno fatto insieme: Joe era un ragazzino insicuro, spaventato e ancora non aveva imparato l’arte dell’ironia (che, come lei stessa ci ha tenuto a precisare, gli ha poi insegnato Maddy), non sapeva nemmeno come interagirei col prossimo e come rispondere, e finiva per addossarsi la colpa di cose che non aveva fatto. Il loro primo litigio è stato importante per evidenziare le dinamiche dell’ancora acerba amicizia tra Joe e Maddy, mentre la scena subito successiva (in cui ne riparlavano nel presente e Joe commentava che, se la sua amica si fosse comportata nuovamente così, l’avrebbe picchiata) fa intendere quanto le cose fossero cambiate – quanto loro stessi fossero cambiati.
Metti in luce quelli che erano i difetti dell’uno (l’arrendevolezza e l’ingenuità di Joe) e dell’altra (l’isteria, l’orgoglio e la tendenza a drammatizzare tutto di Maddy) e poi mostri, in un processo lento e graduale. Come questi aspetti si sono modificati, attenuando e sparendo, fino ad arrivare al presente. E, al tramontare della loro adolescenza, Joe e Maddy si guardano indietro e si accorgono di ciò che hanno sbagliato, di ciò in cui hanno esagerato.
Mi hai mostrato due personaggi tridimensionali, dinamici (visto il percorso che hanno compiuto) e soprattutto hai saputo delineare l’amicizia che li ha legati, facendoli emergere anche tramite questo rapporto. E chissà, se non si fossero incontrati e non avessero vissuto tutte queste disavventure assieme magari non sarebbero le persone che sono oggi!
Infine, a completare questa sorta di viaggio che i due ragazzi hanno compiuto (realmente è metaforicamente, rileggendo le note) c’è il cambio di telefono, che può sembrare una banalità ma io l’ho trovato un gesto simbolico davvero d’impatto. Joe si lascia il passato alle spalle, è pronto a cambiare cellulare ma anche a cambiare vita e redimersi da quell’inferno chiamato liceo; riporta a galla quei ricordi per l’ultima volta prima di lasciarli andare, e lo fa assieme all’unica persona che gli è rimasta da quei quattro anni, quell’unico evento positivo che però forse ha più valore di tutti i piccoli drammi disseminati lungo il percorso.
Davvero stupendo! Hai fatto un ottimo lavoro sia dal punto di vista della trama che dei personaggi, e forse è il caso che mi fermi qui per questo parametro perché potrei continuare a straparlare e sviscerare la tua shot per altre diecimila parole XD


Utilizzo del pacchetto/attinenza al bando: 5/5

Parliamo innanzitutto del tema del contest: l’adolescenza.
Ci siamo. Ci siamo di brutto, Kim. Ci hai preso in pieno: mi hai consegnato esattamente il tipo di storia che speravo di leggere, e tutto ciò mi ha mandato letteralmente fuori di testa *-*
Innanzitutto l’atmosfera è perfettamente adolescenziale: ci parli di un arco di tempo che comprende tutti gli anni del liceo, praticamente la scuola degli adolescenti. Ci parli di un’amicizia nata tra i corridoi, che assume un ruolo fondamentale, ma non solo: ci racconti di una cotta nata tra i banchi, dei pettegolezzi tra coetanei, del famigerato ballo della scuola, dell’eccitazione generale per la gita scolastica, del falò di inizio estate… sei stata quasi in grado di farmi venire nostalgia della scuola, giuro (però, attenzione: QUASI XD)!
Hai affrontato talmente tanti temi in questa shot che non so nemmeno se riesco a elencarli tutti: le prime esperienze, i primi amori, le prime cotte e le prime delusioni, la scoperta e l’accettazione della propria sessualità, l’amicizia e le prime liti… c’è tutto, veramente tutto. I tuoi personaggi hanno vissuto la tipica vita da adolescenti ma, cosa ancora più importante, si sono comportati e hanno agito da adolescenti.
Ho trovato assolutamente perfetto il senso di disagio che Joe prova nei confronti dei suoi coetanei e anche verso se stesso, il suo desiderio di fare tutto ciò che fanno i suoi compagni di scuola ma al contempo il freno che glielo impedisce, la timidezza e l’inadeguatezza che prova ogni volta che deve interagire con qualcuno. Ogni volta che ha provato a essere se stesso e ha dato sfogo alla sua bellissima ingenuità (come quando ha rivelato candidamente a Bastian di essere gay) è sempre andata male, quindi è comprensibile che poi, crescendo, si sia formato una specie di corazza e abbia trovato dei metodi per farsi rispettare. Allo stesso modo ho molto apprezzato come si è buttato nelle sue prime esperienze: la prima sigaretta, il primo bacio, la prima volta… un po’ per noia, un po’ perché voleva provare qualcosa di nuovo, un po’ per quell’ingenuità che non l’ha mai abbandonato.
Maddy, aaaah, Maddy è un capolavoro di adolescente! Le sue reazioni esagerate sono oro, così come il suo orgoglio: la mia scena preferita da questo punto di vista, quella da cui emerge proprio la peculiarità della sua età, è quella in cui dà di matto perché il ragazzo di turno l’ha bidonata e lei non solo va dal suo migliore amico per sfogarsi, ma si rivolta contro di lui quando Joe le suggerisce di calmarsi e per giunta aspetta che sia il ragazzo a chiederle scusa. Reazione senza dubbio esagerata, ma dettata da quell’emotività che è tipica dell’adolescenza.
Sulla stessa lunghezza d’onda, ho trovato ben inserito il fatto che Joe, nonostante siano passati mesi dal fatto e probabilmente nessuno se lo ricorda più, il giorno del ballo è ancora preoccupato per l’umiliazione subita a opera di Bastian e dei suoi amici. Gli adolescenti non riescono proprio a fregarsene, soprattutto quando c’è di mezzo l’opinione altrui e il “cosa penserà la gente”, e possono rimanere attaccati a un singolo evento per tanto tempo, anche se al resto del mondo non interessa più. E il modo naturale e spontaneo in cui sei riuscita a mettere in luce anche questo aspetto è bellissimo.
Scusa se mi sono dilungata anche qui, ma ci tenevo a evidenziare i punti forti che avevo notato per questo parametro… e la tua storia è così ricca di spunti di riflessione e dettagli che, ti giuro, ciò che ti sto scrivendo in questa valutazione non è nemmeno la metà di tutto ciò che vorrei dirti e che ho pensato mentre leggevo!
Per quanto riguarda il prompt, non potevi davvero scegliere un pacchetto migliore per questa vicenda: è vero che hai affrontato un sacco di altri temi come le prime esperienze, le prime volte, le prime cotte e tanto altro, ma alla fine l’amicizia è sempre stato il perno attorno al quale hai fatto ruotare tutto il resto. Joe e Maddy hanno vissuto insieme ogni cosa, sono sempre stati inseparabili dal momento in cui si sono incontrati, si sono conosciuti pian piano e “influenzati” a vicenda, si sono confrontati e talvolta fronteggiati. Ma in conclusione la loro è sempre stata un’amicizia vera, perché c’erano sempre l’uno per l’altra: si sono scambiati confidenze e si sono tirati su a vicenda quando qualcosa non girava nel verso giusto, sono usciti e sono andati insieme alle feste, hanno festeggiato insieme compleanni e ricorrenze, si sono sempre cercati e trovati. Finché, dopo praticamente cinque anni di amicizia, non hanno costruito il bellissimo rapporto che ci hai mostrato nelle scene al presente: si punzecchiano a suon di ironia, sono sinceri e schietti, scherzano e si divertono ma non hanno nemmeno paura di mostrarsi per quello che sono. Joe è talmente un libro aperto per Maddy che non ha nessun timore di lasciarle leggere le sue vecchie note, in cui poteva aver dato sfogo alle sue fragilità e a pensieri di cui avrebbe potuto vergognarsi.
Quell’ultima nota poi è stata la ciliegina sulla torta, riassume perfettamente l’intero concetto della storia e di tutta la loro amicizia: dal liceo, che non è stato proprio piacevole, Joe si porta dietro solo l’amicizia con Maddy, un’amicizia dal valore inestimabile e che gli ha permesso di affrontare meglio, con più leggerezza, quegli anni un po’ disastrosi. (Mamma mia, quanto mi emozionano queste cose *-*)
A tal proposito, parlando dello sviluppo della citazione, ho apprezzato tantissimo il rimando alle parole del tuo pacchetto all’interno della nota, che hai saputo elaborare adattare benissimo ai pensieri di Joe. Se non conoscessi la frase di partenza, avrei pensato che tutto quel blocco fosse farina del suo sacco ^^
E, sempre a proposito della citazione: si parla di “non sapere la data esatta in cui è cominciata l’amicizia”, e prendendo spunto da ciò hai elaborato la struttura della storia, che si articola proprio su delle date. È vero, forse sapere il giorno esatto non serve, perché sono tanti i giorni in cui Joe e Maddy si sono stati accanto, ma in un certo senso hanno potuto risalire al loro primo incontro tramite questo viaggio nel passato :P non so se ho ben interpretato il rimando, ma non ho potuto fare a meno di notarlo e mi è piaciuto tantissimo! In questo modo la citazione assume un valore ancora maggiore, il suo senso emerge tutto!


Gradimento personale: 5/5

Eh vabbè, dai!
Penso si sia già capito, ma comunque: ho ADORATO ALLA FOLLIA questa storiaaaaa *____________*
Innanzitutto sono stra felice di aver potuto leggere del tuo Joe in versione adolescente, perché in effetti (e me ne sono resa conto solo ora) era una fetta della sua vita che mancava: abbiamo letto del Joe bambino, del Joe al tempo di Martin, ma ci mancava la fase di mezzo. Ed è stato interessantissimo scoprire quali sono state le tappe che l’hanno portato a essere il ragazzo che oggi conosciamo, esplorare la vita di quest’adolescente un po’ ingenuo e impaurito, che pian piano ha scoperto se stesso e ha forgiato il suo carattere. Ti giuro, in molti momenti di questa storia sarei voluta essere al posto di Maddy per poterlo abbracciare o tirare su, o sarei voluta essere una sua compagna di classe per poter stare dalla sua parte, per poter far parte di quest’amicizia bizzarra ma magica. Joe e Maddy si sentono forse un po’ diversi dai loro coetanei, ma alla fine le loro avventure e le loro esperienze le hanno vissute, gomito a gomito.
È stato interessantissimo anche scoprire in che modo Joe e Maddy si sono conosciuti, e i loro battibecchi non hanno prezzo! Sia all’inizio (quando Maddy lo prendeva in giro perché non aveva senso dell’umorismo), sia alla fine (quando hanno instaurato quella complicità esplosiva che li caratterizza). Il contrasto dei loro caratteri è stupendo, mi piace il modo in cui l’hai messo in luce soprattutto all’inizio… e grazie Maddy, GRAZIE per aver insegnato a Joe l’arte dell’umorismo e dell’ironia, perché innanzitutto Joe è diventato la persona più ironica di questo mondo (XD), e in secondo luogo sei riuscita a salvarla dalla sciatteria della dinoCi- della madre XDD
Ma poi vogliamo parlare delle note??? Cioè adoro adoro ADORO tutto ciò, ho un debole per le storie scritte sotto forma di diario (anche se questa non lo era nella sua totalità) e soprattutto ho un debole per i tuffi nel passato, per la “riesumazione delle reliquie”; io per prima sono attaccatissima a tutto ciò che fa parte del mio passato e potrei rileggerle/rivederle all’infinito! Quindi scoprire i segreti indicibili (?) contenuti nelle note del vecchio telefono di Joe mi ha entusiasmato e incuriosito fin dall’inizio, non sono proprio riuscita a fermarmi perché ogni volta che finiva una nota volevo correre a leggere quella successiva *-*
Ma poi vabbè, i flashback! Ammettilo Kim, l’hai fatto apposta per guadagnare punti in questo parametro (XD) perché sai che ADORISSIMO i flashback! A parte il fatto che sono stati azzeccatissimi per il tipo di storia che hai raccontato, una storia incentrata sul passato, ma poi sono stati tutti assolutamente stupendi! Te lo giuro, quando sono arrivata alla fine di questa “collezione” ho pensato “nooooo, ma come, è già finito?” perché avrei potuto leggerne diecimila senza mai stancarmi, uno tira l’altro!
Poi, vediamo un po’,, commenti sparsi…
Joe che all’inizio criticava Maddy perché fumava AHAHAHAHAHAHAH poi io sapevo già che alla fine pure lui sarebbe diventato un fumatore e ti ringrazio davvero per aver inserito la scena della sua prima sigaretta! Pensavo che sarebbe stata la sua migliore amica a introdurlo nel magico mondo del tabacco (?), invece… Matt! Oddio, il primo fidanzatino di Joe XDD si offende qualcuno se dico che preferisco Martin? AHAHAHAHAH
Oooh Maddy, mi ha spezzato il cuore nella scena sulla spiaggia e, quando Joe le ha rivelato che era stato con Nathan, lei si è messa a piangere T.T ma, Kim, scusa eh, dimmi una cosa: NOI LO POSSIAMO SAPERE COME MAI???? APPROFONDIRAI L’ARGOMENTO, VERO?????
Che altro aggiungere? Complimenti, BRAVISSIMA davvero, dire che ho amato questa storia è estremamente riduttivo! Mi ha lasciato tantissimo, mi ha emozionato e coinvolto fino in fondo e – non lo dico tanto per dire, ma perché è stato davvero così – non sono riuscita a staccarmi dallo schermo fino all’ultima riga, mi sono perfino dimenticata di avere un corpo terreno (???) e probabilmente mi sarebbe potuto cadere un aereo in casa (?) e non me ne sarei nemmeno accorta, talmente ero presa e assorta!
E aaaaaah, niente, sono troppo debole per le storie di amicizia, mi emozionano e mi commuovono ogni volta, quindi sappi che mi hai colpita e affondata :3


Totale: 30/30