Recensioni di S iberia

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Di cosa sono fatti padri e figli. - 20/03/14, ore 16:37
Capitolo 12: Lo scioperissimo fallito
D’accordo…al di là del fatto che hai reso digeribile un capitolo di pura Storia…cos’è successo? Sono frastornata come se fosse appena stata scagliata una bomba.
Con una sola parola Vittorio ha messo un bel sigillo al suo sodalizio col dottore. E la cosa ancora più inquietante è che non vi è traccia di sfruttamento da nessuna delle due parti, siamo davanti ad un rapporto che, per quanto contorto, risponde ad un bisogno sincero.
Povera Rebecca.
In effetti non era rassegnazione la sua, ma tenendo conto del contesto si comprende molto bene quella specie di senso d’impotenza che deve provare quando cerca solo di proteggere il proprio nido e vede il marito sedotto da un’ infatuazione avvertita come pericolosa che lei, con la sua alternativa di una ‘sterile’ vita familiare in provincia, non può contrastare. E’ molto tenera nella sua preoccupazione, ed anche se non è detto che la vicenda vada a finire male per il nostro protagonista, lei è una donna e, ripeto, le donne hanno intuito e presentimento. Il suo turbamento mi turba di riflesso.
Bravissima!!!

Recensione alla storia Di cosa sono fatti padri e figli. - 18/03/14, ore 23:09
Capitolo 11: Mamma e papà
Se mi ripeto spero avrai la bontà di perdonarmi, tenendo conto che non so più legare insieme parole e sensazioni XD
Dicevi, mi pare, di temere di aver reso la famiglia di Vittorio un po’ troppo romanzesca. Leggendo finalmente di questo agognato/atteso vis-à-vis devo dire che la famiglia di Vittorio non potrebbe essere altrimenti, invece.
 Sicuramente aiuta anche il modo in cui ce l’hai presentata, senza troppo calcare la mano sui dettagli più pittoreschi, ma ha nel complesso della sua extraordinarietà(?) una sobrietà, o meglio, una naturalezza da cui attinge tutta la sua forza, espressiva e di persuasione.
E Vittorio accanto alla madre…un’immagine quasi toccante, nonostante siamo a conoscenza dei suoi scheletri nell’armadio.
E’ anche questo che ammanta tutta la famiglia di fascino, quella che non si capisce se sia genuina ignoranza o vanesia omertà.  

Rebecca è il giusto tocco femmineo che ci voleva nella vicenda. Bellissima l’ultima frase che la concerne, davvero. Ha qualche cosa che  non riesco a cogliere…non credo si tratti di rassegnazione, ma non so dare un contorno alla sensazione che mi ha lasciato.
Ah, il nostro protagonista…cieco e sordo, ancora sotto il sortilegio dei suoi fantasmi incarnati.

Recensione alla storia La ballata dei petali caduti - 06/03/14, ore 00:47
Capitolo 1: Prologo
Era un pezzo che non leggevo più storie ambientate in questo periodo. Non so perché, ma l’introduzione della tua mi ha intrigata – mi è sembrata qualche cosa che non ho già letto e riletto centinaia di volte.
Credo non sia stato un caso. Giusto negli ultimi mesi questa parola, “dovere”, mi ha  messa in ‘crisi’…che cosa significa ‘dovere’? Chi può costringerti a fare qualche cosa che non senti di fare? Dove affondano le radici del dovere? Sono davvero imposte o, piuttosto, autoimposte?...tutto questo per dire che andrò avanti con la lettura e che ti faccio i complimenti per lo stile, che mi ha piacevolmente ricordato le atmosfere mefistofeliche di Klaus Mann e le pitture di Otto Dix.

Pokà

Recensione alla storia Di cosa sono fatti padri e figli. - 26/02/14, ore 03:15
Capitolo 10: Dicerie
 Quando qualcuno si allontana, “cambia”, c’è sempre chi non accetta la transizione e tenta di riportare le cose allo stato consueto ed usuale…ma Rebecca è una donna, le donne hanno un intuito troppo fine, e già solo questo  –ancora più della singolare storia della famiglia di Vittorio- mi fa pensare che la sua agitazione abbia una raison d'être più che legittima, e non sia solo frutto delle paturnie di qualcuno avvezzo alla routine davanti allo sconvolgimento delle abitudini…
Non c’è niente da fare, l’ uomo dovrà sempre sputare sangue se vorrà arrivare a capire la complessità della donna. O, come nel caso del nostro Dottore, resterà nella sua beata ignoranza ^^  
Per passare al nostro caro, giovane militante, che situazioncina leggera che gli hai messo alle spalle! Non c’è da stupirsi per l’ intensità con cui transita nell’esistenza, è karma familiare, lo subisce e ci combatte in continuazione…e ciò non fa che aumentare enormemente il suo fascino, spremere una goccia di follia nel sangue di un personaggio fa sempre bene, a mio parere :D

Tutti dovrebbero leggere questa (tra alcune altre) storia, juste pour voire che se a scrivere è un animo che coglie - ma coglie davvero- anche con poche parole e senza tanti esibizionismi si può  regalare un mondo nella sua essenza più nuda e verace.

Come sempre, davvero complimenti.
Un abbraccio, do svidanja 

Recensione alla storia Di cosa sono fatti padri e figli. - 25/02/14, ore 18:02
Capitolo 8: Tempo di contraddizioni
Io non posso che tornare nuovamente a farti i complimenti e ringraziarti per questa meravigliosa visione che ci doni.
‘un pantano sì, ma un pantano confortevole’
A ben pensarci è folle come siamo attaccati al ‘pantano’ (ed alle sue conseguenti distorsioni), ad un’identificazione che ci siamo sforzati di costruire da tutta una vita, tanto da rimanere basiti quando ci troviamo davanti alla subitanea comprensione che possiamo essere –quasi- qualsiasi cosa scegliamo di voler essere.
E’ molto, molto interessante il protagonista. Se è a Roma, ora, è perché qualche cosa dentro lo spinge a fare il passo, vuol uscire dalla nicchia e partecipare al gioco, ma ancora con qualche riserva. E Vittorio (figura di un romanticismo intenso) è il “traghettatore”, quello che lo guida nel difficile momento di transizione. In questo senso intendevo dire che il loro non è un incontro casuale, ma pare più una condivisione accordata su un altro piano e, ideali a parte, anche questo può essere un gesto d' Amore.
E quell’accenno ad un’eventuale morte di Vittorio…non so…mi fa pensare che il ragazzo già senta e –forse- patisca la consapevolezza che, fatto un pezzo di strada insieme, al momento opportuno si dovranno separare. Proprio come un genitore che accompagna il figlio finché non sa reggersi sulle proprie gambe…insomma, i ruoli genitore/figlio li vedo molto interscambiabili, al solito probabilmente ho sproloquiato ma la tua storia ha dei dettagli che mi commuovono.
Brava, brava, brava!!!
Pokà

(Recensione modificata il 25/02/2014 - 06:05 pm)