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Recensione alla storia Doctor Crow - 23/08/15, ore 16:07
Capitolo 3: Seconda parte
non so se bazzichi ancora per efp, visto che la tua storia è molto datata, ma ho pensato che valesse la pena di recensirti lo stesso. Anch'io sono amante della cultura afroamericana: canto da anni in un coro gospel e sono conscia di tutto quello che la cultura degli schiavi neri ha portato alla musica, e non solo, del secolo scorso. Jazz, blues, swing, rock, rap derivano tutti dai canti nati sotto il sole per rendere meno duro il lavoro nelle piantagioni.
Dal punto di vista della tecnica di scrittura ti faccio i miei più vivi complimenti: sei molto corretta dal punto di vista grammaticale e sei bravissima nel descrivere i sentimenti e i pensieri dei protagonisti e la loro evoluzione.
Per quanto riguarda la trama, hai utilizzato il personaggio di Rossella come simbolo dell'arroganza e del razzismo dei sudisti verso i neri e l'hai fatta evolvere nei suoi pensieri man mano che conosce meglio Wade. Così, piano piano, tutti i suoi pregiudizi sui neri finiscono con lo svanire di fronte alla realtà.
Wade: stesso nome del figlio di Rossella e stesso cognome del marito lontano non a caso, suppongo. Una persona diversa, all'inizio non accettabile per la mentalità piena di pregiudizi di Rossella, ma che alla fine viene accettato per quello che è, con la sua storia di miseria ed emarginazione che Rossella comprende per la prima volta.
Insomma, una storia scritta molto bene, con un tema, quello del superamento dei pregiudizi e del razzismo, quanto mai attuale.
C'è però una piccola critica che vorrei farti, pur apprezzando tantissimo la tua storia: tu dici che Via col Vento è un libro razzista. Devo ammettere che è in parte vero, ma bisogna considerare che descrive l'ambiente e la mentalità del Sud al tempo della guerra di secessione e, come ben sai, a quel tempo i neri non venivano trattati come persone, nemmeno dai Nordisti, che li utilizzavano come operai nelle loro fabbriche, sottopagati e in condizioni inaccettabili, peggiori di quelle degli immigrati irlandesi e italiani. Il razzismo che si legge nelle pagine del libro è quello della società dell'epoca, in cui le persone che consideravano i neri uguali ai bianchi erano pochissime sia al Nord sia al Sud. Se i protagonisti avessero mostrato atteggiamenti diversi, sarebbero stati assolutamente fuori contesto storico.
Ci sono voluti moltissimi anni perché gli afroamericani potessero uscire dall'emarginazione, abbiamo dovuto aspettare il sogno di Martin Luther King per veder uscire dalla schiavitù gli afroamericani e Barack Obama per vedere un nero alla presidenza. Capisci che nel 1939 era normale vedere gli schiavi neri come li dipinge il film.
comunque ancora complimenti sia per la tecnica sia per la trama di questa storia, che mi è piaciuta tantissimo.

K