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Recensione alla storia Can't Pretend - 05/05/18, ore 23:45
Capitolo 1: Can't Pretend
Eccomi!
Dirò un bel po' di cose in questa recensione, non tutte avranno un senso, ma credo che prima mi dedicherò un attimo alle cose essenziali, quelle del gradimento personale.
Ho solo due cose da dire: ho avuto un dolore nel petto dall'inizio alla fine, un'ansia e un tormento che mi hanno assalito; ho odiato Sarah, perché davvero... da fan di Jareth (sì, dopo queste due os e senza aver ancora visto il film posso dirti che sono fan di Jareth) dico che lei non lo merita. Lui è troppo... troppo!
Dio, quanto mi hai fatto amare e odiare questa os!
Mi veniva da piangere per il dolore di Jareth, per l'incapacità di Sarah a capirlo; e forse, se fosse stata scritta dal punto di vista maschile avrei odiato lui perché neanche lui ha capito il tormento di lei, ma non riesco a odiarlo, perché io capisco e lodo il suo modo di amarla. Cioè, può sembrare folle, lo so, ma io capisco il suo egoismo, il suo amarla con tutta se stessa fino a desiderare quasi far male, perché l'ama così tanto che non è mai abbastanza, le vorrebbe dare tutto senza mai perderla. Jareth ha paura, più paura di lei, secondo me, e io credo che, al di là dell'incomprensione tra i due, sia lui quello che merita più comprensione da parte del lettore. Ora, questo è un giudizio tutto di parte, perché davvero lui mi ha fatto battere il cuore: sembra nato per realizzare i sogni di lei, sembra fare tutto in misura di ciò che lei ha bisogno e desidera, lui vive per lei. Mentre lei è esattamente quello che i suoi desideri e pensieri esaltano: una bambina egoista e infantile, che ama come una bambina alla sua prima cotta. Ora, sto estremizzando un po' - ripeto, questo è il mio parere soggettivo, il mio fansproloquio - ma lei accusa lui di essere egoista, ma secondo me è lei quella egoista.
Posso però capirla, e dio quanto mi rivedo in lei! Forse è anche per questo che preferisco lui e vorrei tirare i capelli a lei.
Io ho capito lui fin dal primo rigo di questa os, ed è tutto dire visto che il pov è di lei e tutto viene filtrato attraverso i suoi occhi (ma qui il complimento va a te autore, che sei riuscita a far capire lui nonostante gli occhi di lei). Ho capito che lui non voleva darle qualcosa di materiale e prezioso o il trono non certo perché non la reputa degna o la stesse prendendo in giro, ma perché non voleva che il potere la cambiasse e forse anche perché non voleva dividerla con qualcun altro. Gli altri la osannano senza conoscerla, e quando la gente ti osanna senza veramente amarti, ti venera e ti dà anche scarpe di cristallo (così materiali!), tu/Sarah rischi di perdere veramente te stessa.
Mentre il perdersi per amore, quell'amore che è così grande che tu/bambina non puoi gestire (e come potresti se anche gli adulti ne hanno timore e lo rifuggono?), quell'amore che ti cambia e allo stesso tempo ti amplifica perché diventi parte di un UNO più grande e completo e forte da fare quasi male, quel perdere te stessa è di una bellezza spaventosa, per l'appunto, ma è bellissimo.
Il loro modo d'amarsi è distruttivo, è vero. Quando un amore è così totalizzante da perdere la singola identità, dal sentirsi morire dalla distanza e dal logorarsi a tal punto che quell'amore per quanto puro e forte e irrinunciabile diventa insostenibile, diventa qualcosa di corrosivo. Un qualcosa da cui non si vuole scappare ma di cui si deve scappare. Questa storia, secondo me, segna il passaggio di entrambi dall'uno alla coppia. Nessuno dei due, nella prima os, era pronto a diventare parte di un tutt'uno, perché temevano qualcosa, e questo qualcosa li divideva. Qui, invece, entrambi si spogliano: conoscono se stessi e lo accettano, e soprattutto accettano e comprendono l'altro, e quindi ecco che due diventano uno.
Questa storia mi ha dato così tante emozioni e mi ha avvinghiato a questi due, che non ho capito più niente. Tu ti stai praticamente subendo il delirio di un lettore che ha amato alla follia questi due. E so che sembra che mi contraddico, perché la prima cosa che ti ho detto è che odio lei e che lei non lo merita, ma questo è perché amo lui. Detto questo, amo entrambi come coppia, amo il loro modo di amarsi, amo le loro incomprensioni e amo la fine di questa storia.
E odierò te se proverai a distruggerla (scusa, non ho resistito dal minacciarti. Ti prego, non farmi questo, non dividerli). La prima os su loro due mi aveva dato un senso di estraneità, e non certo perché non mi aveva emozionato, ma perché come te avevo avuto l'impressione che nel modo in cui li avevamo salutati, quel loro accettarsi senza veramente capire le conseguenze della loro decisione di vivere insieme avrebbe portato esattamente a questo: a un'incomprensione che li avrebbe resi infelici. Invece, alla fine di questa os posso dire che secondo me adesso sono felici, perché non c'è più nulla di inespresso tra loro due, nulla di taciuto. Jareth li ha dato veramente tutto, e forse lo ha fatto perché egoisticamente era stato messo alle strette da questo clima di incomprensione (quasi lei dovesse leggere il significato dietro ai suoi gesti... la gente parla troppo poco, è questo il problema): li ha dato la verità confessando il significato dei suoi comportamenti e li ha dato fiducia dandole l'anello, perché adesso Sarah è davvero nel mondo adulto - e questo che significa diventare moglie e regina - e dovrà decidere se restare la persona semplice che Jareth ha amato o cambiare attraverso la venerazione degli altri; non ci sarà più Jareth a fare da schermo tra lei e il mondo. Lui era l'ultima vetrata della sua campana di vetro.
Quindi, insomma, non c'è più nulla di taciuto o lasciato in sospeso tra loro, e io posso finalmente immaginarmeli insieme e felici, liberi di potersi amare disperatamente ma pienamente stavolta, senza più paure. Perché, dopotutto, Sarah non è cattiva, è solo umana e aveva delle paure molto femminili, che tutte provano una volta nella vita: la paura di non essere abbastanza. Solo che lei non ha capito che la cosa importante è essere la principessa dell'uomo che la ama; il resto, gli altri, non contano.
Ok, fine dello sproloquio soggettivo e insensato e fatto con gli occhi a cuore e le mani che tremano. Non so se finora ha avuto un senso, ma ora ti becchi la parte più oggettivaXD In altre parole, non ho ancora finito, muhahahaha (ti sembrerò folle, ma è colpa della tua storia che mi ha preso a tal punto da togliermi il senno) <3

Allora, iniziamo dagli errori di grammatica (refusi, per lo più):
Esistevano altri mondi, oltre a quello, ne era sicura -> la prima virgola va tolta perché separa un legame sintattico
Era un eco distante -> un'eco (al singolare è femminile)
Una eccelsa pessima bugiarda -> un'eccelsa
il senso dei ticchetti degli orologi -> ticchettii
una esistenza ridotta -> un'esistenza
facesse quel che volesse -> voleva
"Ma non puoi. No. Prima forse ti.. prima forse sarei sopravvissuto ma ora no. No, non dopo aver.. no" -> i puntini di sospensione sono tre!
Sentì una improvvisa tenerezza -> un'improvvisa (non capisco perché tendi a non apostrofare l'articolo indeterminativo al femminile)

"Dammi le tue mani"
Le disse e le stava già coprendo il dorso e le nocche, stava già baciando le vene dei suoi polsi. -> I verbi dicendi, quando si tratta di battuta diretta come in questo caso, vanno sempre usati in minuscolo e attaccati al dialogo di riferimento, quindi va tolto l'andata a capo.

con il volto chino e una espressione triste -> un'espressione

"Non sarà un matrimonio a salvarci"
Gli disse, anche se lo avrebbe voluto, avrebbe voluto ogni cosa, altre promesse e qualsiasi altra possibile certezza. -> stessa cosa di prima anche qui.

Ci sono delle frasi che mi hanno fatto letteralmente impazzire (e guarda caso entrambe erano rivolte a JarethXD)

Conviveva con la consapevolezza che in lui ogni forma di generosità era in realtà egoismo, ogni atto di bontà un tornaconto premeditato e che non esisteva purezza in nessuno dei suoi gesti neanche quando la prendeva per mano e le chiedeva di passeggiare insieme. -> L'amore è egoista, mi vien da dire. Un egoismo che ti rende la cosa più preziosa per lui, un egoismo che ti fa bella. Lui è egoista perché la ama e vuole stare con lei. Per tutto il tempo della narrazione, pur apprezzando la caratterizzazione, da fan non ho potuto non pensare: ma com'è che non capisci che questo egoismo è il suo regalo per te? Lui è egoista perché combatte per voi, perché non ti vuole lasciare andare. Questo in amore può essere sinonimo di asfissiante e morboso, certo, man non qui. Lei la fa apparire una cosa brutta perché non ne comprende la portata, non capisce che tipo di egoismo è, ma il lettore/io l'ho adorato. E questo pezzetto di narrazione è l'emblema di quanto l'egoismo di Jareth sia amore, di come lui la ami intensamente e profondamente e la renda la cosa di cui non può più fare a meno; e questa cosa lo cambia, persino. Il suo egoismo cambia rispetto la prima storia, tant'è che anche tu a un certo punto dici che lui non è più arrogante, ma la sua prepotenza si fa disperazione. Wow, troppo bello questo concetto, non ci posso fare niente.

Ecco la generosità, ecco ciò che davvero aveva fatto. Aveva trasformato un letto nel suo trono. -> (Piccolo appunto: io metterei i due punti per legare le due frasi) Questa rappresenta tutto il rancore e l'incomprensione di Sarah, eppure mi è piaciuta lo stesso come frase. Sì, perché qui si vedono le sue paure, il suo non accettarsi. Parte dell'incomprensione è anche un problema di Sarah e non solo del modo in cui la tratta Jareth. Sarah credo stia affrontando il passaggio dall'essere una ragazza a essere una donna, c'è quasi una crisi di identità. Ci sono i suoi dubbi, i suoi tarli. Punti sul fatto che lei abbia bisogno di qualcosa di esterno per considerarsi bella, per sentirsi importante, non capendo quanto invece siano preziose le cose immateriale, e credo che sia una lezione che Jareth a modo suo vuole farle apprendere: io ti amo per quello che sei, non per quello che indossi. Tu sei una principessa dentro. Ma finché Sarah non comprende questo non può esserlo fuori. Una regina, una principessa, deve prima essere in pace con se stessa per governare in pace qualcun altro.
Ma le paure di Sarah arrivano a tal punto che ogni gesto o pensiero di Jareth viene storpiato. Il volerla per sé, ai suoi occhi appare come un non essere adatta a stargli accanto davanti agli altri; il suo proteggerla, un modo per deriderla e ferirla.

La storia mi ha conquistato a tal punto che non ho prestato molta attenzione allo stile (gli errori di grammatica mi saltano all'occhio più facilmente). La storia mi ha preso troppo e ho letto talmente di fretta che solo le cose più belle mi sono rimaste impresse fino in fondo, quindi non so se quello che ti dirò ora è stata un'impressione dovuta alla fretta o un vero difetto della storia.
Temo, però, che tendi ad avere una lotta con la punteggiatura, in generale. Come nel caso riportato qui sopra, ci sono punti in cui abusi della virgola o metti pause troppo ferme. Altre in cui il periodo era troppo spezzato, e altre dove era privo di punteggiatura. Alcune frasi - davvero poche - andrebbero riviste nella loro "musicalità" perché sembravano meno curate rispetto ad altre che, come quelle che ho apprezzato, invece risaltavano per la loro cura e melodia.
In generale, però, mi piace lo stile che adotti in questa storia perché usa molte metafore e parallelismi che giocano sull'effetto visivo. E' un tipo di narrazione che conta molta sul dare emozioni, colpisce al cuore. Quindi, non ci sono descrizioni o narrazione "esterne" al personaggio, ma tutto il contesto ruota intorno a loro due e ai pochi strumenti che servono per creare uno sfondo intorno a loro. Questa tecnica, in questo contesto, mi piace tantissimo. Alcune metafore sono più incisive di altre, mentre forse in alcuni passaggi sarebbe meglio alleggerire, ma ti dico questo perché la storia è veramente bella e quindi sono i dettagli imperfetti ciò che mi è saltato all'occhio, cose che in un altro momento non ti avrei fatto notare, ma qui voglio davvero poter arrivare a definire questa storia perfetta da ogni punto di vista; quindi sopporta un attimino la mia pignoleria.
Un'altra cosa che mi è piaciuta è stata la continuità tra dialoghi e pensieri. Soprattutto nel finale, i due si sono capiti attraverso gli sguardi, come se si leggessero nel pensiero; e alla fine, hanno risposto a quei pensieri inespressi che si erano dipinti sui loro corpi.
Il tuo cavallo di battaglia - ed è una cosa che ho notato anche nella tua long su howl - è la caratterizzazione dei personaggi. Curi molto bene l'introspezione e il loro comportamento. Su questi due potrei parlare per ore. Ho notato la finezza dell'anello e del matrimonio (per tutto il testo non dici in modo diretto che è questo il simbolo d'amore che manca a Sarah eppure si percepisce, sia per una battuta iniziale sia perché tutti i suoi dubbi poi portano a quello); ma un dettaglio che ho amato è stato il fatto che lui, nella scena finale, cerchi il suo ventre, come un uomo che desidera il massimo dell'unione, ovvero un figlio. Non so se questo era il tuo intento, ma io vi ci ho letto questo: lui la ama davvero, e la vuole in ogni modo possibile.
Bello il modo in cui hai costruito la trama, e in particolare il finale dove non mostri lui che le mette al dito l'anello ma è solo con l'ultima frase che il quadro si completa. E questo non mostrare ma far arrivare il lettore un attimo dopo che l'evento è accaduto è una tecnica che utilizzi un po' in tutto il testo, ovvero i pensieri del personaggio arrivano prima dell'evento in sè, e quindi l'evento viene spiegato solo dopo aver avuto le sensazioni che il protagonista prova. Mi piace come tecnica narrativa, rende il tutto più coinvolgente e "percettivo", esalta quell'atmosfera da "sogno" che tratteggia questa storia. Anche i riferimenti alle varie principesse disney ho colto e mi sono piaciuti, sono stati un tocco di classe in riferimento ai sogni di Sarah. Brava.
Non so se è rimasto qualcosa da dire su solo due, io credo che da qualche parte io abbia comunque sviscerato la loro caratterizzazione.
Comunque, ti dico che hai tratteggiato due personaggi davvero fantastici: Sarah è un adolescente alle prese con i suoi dubbi da "donna", una donna che sembra non poter crescere, forse perché intrappolata in questo mondo "da favola" forse perché Jareth non vuole che lei cambi. La verità è che sta vivendo quel periodo di passaggio da cui tutti passano. Sarah è egoista quanto Jareth, forse più materialista di lui. Deve ancora capire cosa sia l'amore, si approccia ad esso in maniera più infantile. Però capisco che lei abbia bisogno di materialità, di concretezza per poter avere certezza dei sentimenti dell'altro. Inoltre c'è anche da dire che Jareth le impedisce anche di diventare donna: proprio per paura che diventi qualcun altro, non le permette di esprimersi al meglio. Quindi, da questo punto di vista, capisco la sensazione del cappio al collo di Sarah.
Io continuo però ad amare lui: lui che è già uomo, lui che non nasconde i suoi difetti, lui che ha fatto pace con se stesso e che sa di non poter essere qualcun altro ma che allo stesso tempo è già un po' cambiato per lei; lui che sa cosa lei deve affrontare e vuole proteggerla anche da se stessa. Mi piace il fatto che lui alla fine dica che la proteggerà anche da se stesso, ovvero dal suo desiderio di tenerla al sicuro e quindi quella sua iperprotettività che la stava soffocando. Alla fine, lui la lascia libera: libera di sbagliare, di cambiare, di diventare una donna diversa da quella che lui ha imparato ad amare; ma sembra dire "ti starò accanto mentre inizierai questo nuovo viaggio. Chiunque diventerai, chiunque deciderai di essere, io ti amerò comunque".
Io... credo che mi dovrò azzittire adesso. Ci sono così tante cose che vorrei dirti e che non ti ho detto, ma questa recensione è diventata troppo imbarazzante. Non so cosa ne capirai. Facciamo così: se è orrenda come presumo che sia, dimmelo. Se vorrai, a mente fredda lascerò una nuova recensione, più ordinata.
Al momento ti faccio solo i miei complimenti per questi due. Una favola!
A presto!

P.S. Torno velocemente per aggiungere quei dettagli che ti dicevo. Ottimo il controllo del POV. Non solo non sei mai uscita fuori dal focus di Sarah ma sei stata in grado di filtrare il suo modo di vedere le cose e allo stesso tempo di far giungere al lettore anche la "vera" interpretazione dei gesti di Jareth, nonostante i pensieri di lei. Incredibile, davvero.
Il titolo (con il sottotitolo tra parentesi che lo completa) è perfetto: è vero, lei non pretende di essere principessa, ma lo desidera. E' un concetto un po' difficile da spiegare, sembra quasi contraddittorio. Se da un lato lei sembra quasi desiderarlo fino a considerare la negazione di Jareth un'offesa, dall'altra parte credo che non sia il trono in quanto oggetto materiale che lei vuole, ma piuttosto l'approvazione di Jareth, il suo dirle "sii mia pari, governiamo insieme. Ti do tutto". Lui vuole che lui le dica "mi meriti", perché al momento sono i dubbi i demoni di Sarah. E' un po' lo stesso concetto che sta alla base di ciò che prova lei: sarebbe disposta a soffrire e a spegnersi un po' ogni giorno piuttosto che lasciarlo andare e rinunciare al suo amore, ma dall'altra parte non può non esternare questa sofferenza (adoro quanto lui le dice che "i tuoi occhi sono crudeli" perché credo che in quella frase ci sia tutto l'amore che lui prova per lei). Forse da questo punto di vista, la dipendenza che l'uno ha dell'altra rende questo amore disperato e "malato", ma comunque bello perché così intenso.
E infine, ma non meno importante, la canzone. Io non la conoscevo, ma sembra essere stata scritta apposta per questa trama, o meglio sei stata tu capace di tessere la trama di questa os intorno a questo bellissimo brano. Ti prometto che la ascolterò, e qualcosa che mi piace sempre fare quando un autore suggerisce un brano in relazione a un suo racconto. Mi piace il riferimento agli occhi, perché è proprio guardandosi negli occhi che Jareth soffre, ma è anche guardandosi negli occhi che i due trovano il dubbio dell'altro e si rispondono. Mentre la strofa finale indica proprio la libertà che Jareth alla fine le concede: "diventa quello che devi diventare. Torna a brillare per me, nella nuova forma che vorrai, perché ti amerò".
Non so spiegarti perché, ma mi piace moltissimo anche la frase: demoni, immagina draghi. Sembra quasi voler dire "non aver paura dei mostri e degli angoli bui che nasconde la mia anima. Non gli permetterò di farti del male. Per te, anche i miei difetti si trasformeranno in creature fantastiche".
E mo' ho finito sul serio. Complimenti!
(Recensione modificata il 06/05/2018 - 08:29 pm)
Recensione alla storia Hopeless - 30/03/18, ore 16:10
Capitolo 1: Hopeless
Ciao, eccomi per lo scambio dell'ABC.
La prima cosa che mi viene da dire, nel bene o nel male, è che rileggerò questa storia. Sì, perché ci sono alcune cose che io voglio capire meglio sullo stile adottato da te, che all'inizio non mi hanno convinto ma che hanno acquistato un po' più di senso nel finale, mentre più in generale penso che mi godrò di nuovo questo contrasto di significato tra le parole "inganno, generoso, crudele, innamorato", perché è in questo che sta la grandezza di questa storia.
Quindi, partendo dal gradimento personale (sì, vado un po' per conto mio quando recensisco, abbi pazienza>.<), devo dirti che ciò che ho amato letteralmente di questa storia è il modo in cui ne "canti" l'amore, quest'amore che è perfidia, gioia, illusione e supplizio insieme. Dove i ruoli si invertono, dove le caratteristiche di ognuno si perdono (vedi come Sarah conclude dicendo che il Re non è generoso, ma la ama e questo lo "costringe" a darle tutto con passione). Mi è piaciuta l'idea del sogno (ripeto, non conoscendo il fandom non posso commentare avendo un'idea generale, ma posso solo basarmi su ciò che tu hai scritto) perché mi ha ricordato per certi versi l'idea di un vecchissimo film "sorellina", dove i due giovani potevano incontrarsi solo in sogno, e perché la distanza che possono ricoprire solo con il "volere" fa male, tanto male, e rende il loro amarsi struggente e distruttivo e immortale. Wow, mi hai strappato parecchi aggettivi, non mi succedeva da un bel po' di tempo.
In questa storia, ho trovato il pathos e la lotta interiore... praticamente mi hai invitato a nozze^.^
Ritornando al finale... devo capire alcune cose: mi era parso che lei in qualche modo si stesse svegliando da questo sogno, che ci fosse stato un momento in cui realtà e finzione si fossero date il cambio battuta, per così dire; pensavo che lei avrebbe rinunciato a lui perché non poteva davvero averlo (e qui, la storia ha acquisito un significato profondissimo per me, oltre che doloroso: non si può vivere tutta la vita nei sogni, e tu sembravi voler dire "io ti amo, ma non posso veramente averti perché non esisti veramente") quindi mi aspettavo ormai un finale di "rottura" dove lei apre gli occhi e lui fugge via; invece mi hai sorpreso, con Sarah che accetta questo amore e... ecco, qui sta il mio problema! Forse, visto che si tratta di un sogno, ho guardato tutto con gli occhi del "reale" appunto, ovvero secondo la logica "alla fine riaprirà gli occhi e si sveglierà, per forza maggiore, è obbligata a farlo", avevo considerato il tutto come molto più "normale", quindi il tuo finale mi è parso come una soluzione da "fan", una forzatura o comunque come un finale ingannevole, che non potesse davvero essere la fine... oppure come il sogno di una ragazza che si arrende al lato più debole che ha (dopotutto il Re è "nella sua testa"). Oppure, e qui entra in gioco tutta la mia ignoranza sul fandom, è proprio la logica del film che mi manca. Voglio dire: questo sogno è forse più concreto di quelli che facciamo noi? Del tipico "sognare a occhi aperti" e del "rifugiarsi nella propria mente"? Se invece è così, allora ignora il commento precedente. Sono io che non ho saputo entrare nell'ottica della storia.
Detto questo, adesso passo alla parte più tecnica.

Grammaticalmente ci sono diversi refusi e un errore che commetti spesso e volentieri: l'apostrofo davanti ai sostantivi femminili, che ricordo è obbligatorio e non facoltativo.

"Che cosa è Jareth? Che cosa è tutto questo?"-> se ho capito bene, Jareth è un vocativo, quindi va messa la virgola prima.

da non farla più camminare scalza con quel pavimento troppo freddo -> Quest'espressione è più colloquiale, del parlato. Io direi che è meglio scrivere "su quel pavimento".
Una invenzione di una adolescente disperata. -> un'invenzione (ce ne sono parecchi come questo in giro)
lo sentì sussurrare poco parole -> poche parole

Inoltre ci sono diversi errori di distrazione, come la mancanza di uno dei punti di sospensione, o lo spazio tra la virgola e la parola dopo, o il trattino per stroncare la battuta (si usano i puntini di sospensione oppure chiudi il discorso e basta).
Nel complesso, però, errori gravi non ce ne sono, quindi non preoccuparti.

Sullo stile mi hai diviso. Ho amato le volitive, davvero! Creano pathos e forza, riescono a colpire il lettore appieno. Ho invece apprezzato meno la ripetizione di certi concetti, soprattutto nella prima parte. Forse è più una questione di gusto personale o di modo diverso di adattare lo stile al contesto, ma creare un testo ritmato, con un concetto che si ripete come "non c'è speranza", funziona meglio in testi più incisivi e compatti, dove la forma e anche l'impaginazione scandiscono il testo e arricchiscono di volta in volta la stessa frase di un nuovo significato, ovvero stessa frase, più sensi. Qui, invece, le ripetizioni, soprattutto all'inizio dove la speranza era sempre considerata in maniera "negativa" in relazione al comportamento crudele del re e sparse in maniera così frequente, mi hanno dato l'idea di impoverire il testo, di "annacquarlo" un po' troppo; mentre nella seconda parte, dove quella stessa frase assume un secondo significato più "struggente e passionale" è stato più piacevole, soprattutto perché ha dato il senso di inversione di marcia. Ecco, va bene laddove era funzionale, ma a volte non ha avuto l'effetto giusto, creando quell'eco che un po' a smorzato i toni. Capisco che era un modo per riprendere il significato del titolo, però non serviva farlo diventare un mantra.
Comunque la lettura è molto scorrevole e nell'insieme è stato molto gradevole leggere questa storia.

Ho una predilezione per i titoli italiani, credo che per una persona zuccona come me trovare il titolo in italiano aiuti molto di più. Riconosco però che in inglese ha una musicalità migliore. Comunque l'ho trovato molto attinente, soprattutto perché ricalca il senso non solo della storia, non solo la frase "mantra" ma soprattutto il tipo di amore che si consuma tra le righe. "Senza speranza" in quanto non avere nessuna via di fuga da quella trappola, da quell'inganno, dalla crudeltà del Re; "senza speranza" perché non si può più negare l'amore che prova, perché non si può resistere a una passione così grande e non lo si può soffocare; "senza speranza" perché non c'è via di fuga dai proprio desideri. Non ha speranza Sarah di rinnegare il suo mondo e i suoi sogni, ma soprattutto non ha speranza Jareth, la cui mancanza di "generosità" svanisce davanti al sentimento che egli prova per Sarah, a quel vincolo struggente e disperato con cui si aggrappa a lei.

Della trama, credo di aver fatto già qualche accenno lungo il gradimento personale. Mi aspettavo un finale diverso - non che questo mi sia dispiaciuto - che ricalcasse la disperazione e una diversa logica, però forse è a me che manca un tassello.
Mi hai fatto innamorare del personaggio di Jareth, non c'è storia su questo. Mi piace il re innamorato della principessa scalza, che vive in un mondo fatto di sogni dove il reale è scandito dai sentimenti (bella la frase "se fa male, allora è reale", un po' come la storia del dare un pizzicotto per vedere se si è svegli). Spietato, circondato da un contesto strano, di una corte giullare, da delle maschere che ingannano (bello il modo in cui hai accostato l'atmosfera del ballo in maschera con l'idea dell'inganno che serpeggia in Sarah) eppure anche lui preda di quel tranello, è stato fregato dal suo stesso cuore. L'uomo "cattivo" che prova un sentimento, che si strugge e fa qualunque cosa per l'amata, ma che allo stesso tempo non perde quell'aria che fa diffidare Sarah, che la fa tremare e sciogliere e svenire ai suoi piedi, e dire che è lui quello che non ha vie di fuga alla fine, quello più disperato in un certo senso.
Sarah, anche lei ha una caratterizzazione ben definita: la mostri come un personaggio con delle debolezze, povera perché sola e vincolata alla realtà; arrabbiata, spaventata, testarda e allo stesso tempo innamorata. Lotta contro i suoi stessi sentimenti, si illude attraverso le sue stesse illusione, travisando all'inizio Jareth, vedendo in lui il mostro e rifiutandosi di amarlo.

Ora, credo che rileggerò davvero questa storia in futuro, perché ci sono alcune cose che mi sono sfuggite sicuramente, ma soprattutto voglio rileggere di Jareth. Ora che so cosa aspettarmi, so dove andrà a parere, posso forse cogliere meglio alcune sfumature.
Per il momento mi fermo qui. Brava!
A presto!