Recensioni di Sagas

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Recensione alla storia Dormire, sognare forse... - 23/09/17, ore 21:32
Capitolo 5: Parte quinta
Eccomi mein freund, riesco solo ora a trovare un momento adatto per passare a leggerti.

Questa bellissima e tragica storia si è conclusa, purtroppo nel peggiore dei modi, che in un certo senso era anche l'unico modo possibile. Non sembrava esserci veramente uscita da questa spirale discendente, in cui il nostro Johann è lentamente sprofondato e ha man mano perso i contatti con la realtà, fino a causarsi volontariamente un coma farmacologico.
Alla fine chi è Aibell? Come dice lui stesso, non ha realmente importanza. Non ha importanza che sia il diavolo, una psicosi, o uno strano potere insito nella mente di Johann. Sta di fatto che lui ne è rimasto pian piano del tutto ammaliato, e alla fine "ha scelto".
Il simbolismo di questa scelta, del "sì" finale che dice ad Aibell, si contrappone perfettamente con la sua scelta di inghiottire il contenuto della scatola di sonniferi fino all'ultima compressa. Ha dato il suo consenso al diavolo, non potendo ormai più sfuggirgli, oppure semplicemente è entrato in coma? o tutte e due le cose?
Come supponevo già al capitolo scorso, realtà e sogno si mescolano e così è possibile dare diverse e disparate interpretazioni a questa splendida storia.

Non sapremo mai cosa è successo davvero. Sei Aibell era realmente Belial, come fosse possibile che Johann causava danni anche nella "realtà", dopo averlo fatto nel "sogno". La terapia del dottor Richter avrebbe funzionato? Oppure Aibell, chiunque egli sia, avrebbe trovato un modo per insinuarsi nella psiche di Johann anche se lui avesse preso le medicine?
Tutte queste domande senza risposta, a mio parere, sono proprio ciò che rende speciale questa storia. La narrazione è appassionante e piena di emozione, e fino all'ultimo si resta ingabbiati nelle disquisizioni si Aibell, allo stesso tempo sperando che Johann rinsavisca e riesca in qualche modo a gestire la situazione, cosa che appare fin dall'inizio come impossibile.
Una menzione speciale va a Franz, che le ha provate tutte, fino all'ultimo, senza vacillare per un momento nel suo amore per Johann. E al loro rapporto, che anche nei contrasti appare estremamente vivido e reale, in tutte le sue sfaccettature.
E se da un lato viene da "prendersela" con Johann, vedendolo come artefice del proprio destino (e colpevole di violenza e omicidio), dall'altro alla fine non si riesce a non empatizzare con lui in quanto vittima (di Aibell o di se stesso che sia).

Davvero complimenti, questa storia rimarrà scolpita nella mia memoria come il capolavoro che è. E adesso vado a dedicarmi al prologo dell'altra ^^

~Sky

P.S. la citazione all'Amleto è ♥♥♥ perfetta
Recensione alla storia Dormire, sognare forse... - 15/09/17, ore 21:02
Capitolo 4: Parte quarta
Mi sono catapultata appena ho visto che avevi aggiornato questo capolavoro!

Passiamo subito agli avvenimenti.
Quella che nel capitolo scorso aveva la connotazione di una scenetta tranquilla, quasi divertente, qui si rivela per ciò che è: la macchina del signor Petersen è davvero bruciata.
Così come il gatto della povera bibliotecaria è davvero stato ucciso, anche se non ne abbiamo le prove, sappiamo solo che Johann aveva un graffio sulla mano. Ma dato che negli altri due casi (le macchine di Petersen e di Franz) ha funzionato, direi che non c'è motivo per credere che il povero micio sia vivo.
Ebbene, questa storia assume tratti sempre più inquietanti (e affascinanti) man mano che questi incubi diventano reali, e Johann si distacca sempre più dalla realtà, diventando irascibile, teso, scontroso e refrattario a qualsiasi espressione di dissenso.
Ha chiamato Franz in un primo momento, ma Aibell gli dice che il suo compagno, che è chiaro che lo ama follemente, vuole solo tenerlo sotto controllo. E lui ci crede, lo scaccia. L'episodio del gatto gli da la spinta per farsi effettivamente visitare, e la spiegazione del professor Richter è più che esaustiva...
Johann si sta identificando con Johann Faust di Goethe, di cui porta il nome, Aibell è il Diavolo in persona e tutto ciò che immagina è frutto di una suggestione (che rischia di trasformarsi in psicosi), causata dai suoi studi. La mappa dell'antica Wernigerode sembra confermarlo, con il vicolo che è stato chiuso poiché si diceva vi avvenissero riti satanici.
Ecco che tutto diventa razionale. Eppure la macchina di Petersen è davvero esplosa, il gatto è (probabilmente) davvero stato brutalmente ucciso, e Franz ha davvero avuto quell'incidente a causa della ruota che si è staccata.
Certo, la macchina che esplodeva poteva aver "suggestionato" il sogno di Johann, il micio magari sta benissimo e Johann si è ferito nel sonno, e la macchina di Franz era effettivamente vecchia e malandata, per cui la ruota può essersi staccata da sola. Ma temo che si tratti di molto più di questo.
In ogni caso, dopo il terribile litigio tra Johann e Franz, l'incidente sembra riconciliare i due. Johann esce per un momento dalla spirale in cui sta piombando, realizzando quanto soffrirebbe per la perdita di Franz e di conseguenza quanto lo ama, e decide di tornare a Berlino e continuare la terapia.
Forse, ciò che ha fatto Aibell (causare l'incidente di Franz) gli si è ritorto contro: credeva di avere in pugno il ragazzo, e invece l'amore di Johann per Franz ha prevalso. Oppure è solo un altro modo di metterlo alla prova, per dare un taglio più netto al rapporto che c'è tra i due, e "corrompere" definitivamente Johann.
È una possessione demoniaca oppure una psicosi? E in entrambi i casi, Johann è davvero sonnambulo e danneggia le proprietà e i gatti altrui durante la notte?
Oppure quello che succede nella dimensione onirica si "riflette" sul nostro mondo, come una specchiatura dimensionale?
Non ci è dato saperlo, e qualcosa mi dice che non lo scopriremo. Ma vedremo come andrà per questo povero ragazzo, conteso tra un demone e un angelo (come spesso ha definito Franz).

Devo fare un mea culpa: non so come, ma non avevo relazionato Johann Faust con il nostro Johann. è veramente illogico che io non l'abbia fatto, ma non ci avevo minimamente pensato XD
Per Josef Richter invece, e qui correggimi se sbaglio, ricordo che c'era un Richter scrittore contemporaneo di Goethe. Potrei sbagliarmi, mi affido alla tua sicuramente maggiore competenza in materia :)

Faccio una riflessione anche su Sympathy for the Devil, canzone che amo molto, e il cui testo potrebbe rappresentare la chiave di lettura dell'intera storia.
È il diavolo a parlare, incolpandosi delle malefatte dell'umanità... "When after all / It was you and me". Insomma si da la colpa al diavolo, ma alla fine è l'uomo colpevole di tutte le nefandezze. Potrebbe essere così anche per Johann... diamo la colpa ad Aibell, ma in realtà è solo il suo subconscio che viene fuori, incarnato in uno splendido giovane vestito da elegante pirata.
Dopotutto il diavolo della canzone è un uomo di "ricchezza e gusto".
Ma anche qui scommetto che non lo scopriremo, ma bensì che verrà lasciato all'interpretazione. Forse sbaglio, ma sappi che apprezzerò qualsiasi sarà il finale di questi eventi: tutte le ipotesi vagliate una più interessante dell'altra.

Concludo con i miei complimenti, che non possono mancare. Sta venendo fuori un lavoro meraviglioso.
A presto ♥

~Sky
Recensione alla storia Dormire, sognare forse... - 09/09/17, ore 17:55
Capitolo 3: Parte terza
Eccomi, che bello trovare un aggiornamento di questo piccolo capolavoro!

E dunque, la situazione si fa sempre più complessa e articolata, e Johann ne resta sempre più avvinto e intorcinato. Supponevo che questa faccenda gli avrebbe portato dei problemi con Franz, mi sembrava quasi inevitabile, soprattutto perché Johann è il primo a sentirsi in colpa.
E in pieno stile excusatio non petita accusatio manifesta, Johann si giustifica con Franz dicendogli che quei segni "non sono quello che pensa". Che cosa avrebbe dovuto pensare? E che cosa deve pensare, nel momento in cui scopre che il suo Joop ha una sorta di relazione parallela alla sua, sebbene nei sogni?
Perché questo è quello che sembra: che Johann abbia due vite, in cui anche i suoi gusti sono differenti. In una è timido e gentile, con una grande passione per la sobria tranquillità, innamorato di un ex rugbista alto un metro e novantotto. Nell'altra subisce il fascino di un giovanotto che sembra uscito da un romanzo di Anne Rice, e delle tinte gotiche e oscure.
Da "sveglio", Aibell non gli sembra neanche il suo tipo. Nel sogno, è Franz a risultargli inadatto a lui, soprattutto dal punto di vista dell'interiorità.

Faccio i miei complimenti ad Aibell, quando ha smesso di "manifestarsi" lungo le strade di Berlino, per la tattica di seduzione. Prima ha fatto sentire Johann protetto, portandolo via dai "mostri", e poi è sparito dalla circolazione facendosi desiderare. Pian piano sta scavalcando tutte le sue difese, e ormai il ragazzo sta cedendo alla situazione e aspetta trepidante il momento in cui andrà a dormire... molto diversamente da prima, dove cercava di restare sveglio il più a lungo possibile.

Quindi il nostro frate bonario si chiama Martin... e il suo cane invece si chiama Leone.
Ora, io non so se l'hai fatto apposta, ma se è così complimenti per il colpo di genio. Leone e basta, oppure Leone X ? ;)

Ancora complimentissimi per questa storia che diventa più bella a ogni capitolo. Mi mangerò le mani in attesa del prossimo, e di scoprire che cos'è successo all'auto del signor Petersen!

~Sky
Recensione alla storia Dormire, sognare forse... - 02/09/17, ore 16:08
Capitolo 2: Parte seconda
Hey :)
Trovo con piacere un aggiornamento di questa bellissima storia, che sta cominciando ad avere tratti sempre più inquietanti.
Alla fine Johann cede alla seduzione di Aibell, e ne è talmente sconvolto che quasi gli sembra di aver tradito Franz. Il suo compagno, fra l'altro, se in un primo momento ha teso a sminuire questa questione dei sogni, si sta pian piano rendendo conto che il problema è più serio di quello che sembrava.
Se ne vanno da Wernigerode sotto richiesta di Johann, che spera di liberarsi di queste "proiezioni oniriche", che stanno diventando sempre più reali e inquietanti (al punto che si sveglia di soprassalto con un orgasmo, dopo il rapporto violento con Aibell), e inizialmente la cosa sembra essersi risolta. Ma ecco che lo scenario del sogno cambia e diventa quello di Berlino, dopo solo un giorno, come se questo sogno avesse "inseguito" Johann da Wernigerode fino alla capitale.
Il tutto sembra ricondurre alla pazzia, visto in termini "reali", oppure a una sorta di possessione demoniaca o persecuzione, dal punto di vista sovrannaturale. Certo è che il povero Johann non può restare sveglio per sempre, altro che vietnamiti che non dormono da trentasette anni. Sembra non avere scampo da questa situazione che rischia seriamente di farlo impazzire, non solo per le sfumature inquietanti e perverse dei sogni, ma anche per le continue discussioni su cosa è reale e cosa non lo è.
Bellissime le descrizioni, che creano un'atmosfera che resta incollata addosso. Ma notevoli anche i dialoghi: mi sono piaciuti tutti, sia quelli interni al sogno che quelli di quando Johann è sveglio, e si confronta con Franz con cui ha un bellissimo rapporto, nonostante i due siano caratterialmente molto diversi.
La narrazione è incredibilmente coinvolgente, e mescola l'angoscia di questi sogni al voler sapere che cosa succederà dopo. Una storia veramente stupenda, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
A presto ♥ (sei un fenomeno sapevilo!)

~Sky
Recensione alla storia Dormire, sognare forse... - 26/08/17, ore 12:55
Capitolo 1: Parte prima
Ciao!

Dunque, sappi innanzitutto che il tema che hai scelto, quello del sogno, è uno dei miei preferiti in assoluto. è perciò con enorme aspettativa che mi sono approcciata alla storia, dopo averne letto il riassunto, aspettativa che non è stata minimamente delusa (anzi).
Come sempre i tuoi personaggi sono vividi e reali, e la tua tecnica narrativa fa immergere nella storia, ma qui ti sei proprio superato.
E lo svolgersi degli avvenimenti è bellissimo. I sogni, mentre li sogniamo, sono reali. Anche se, e capita spesso, siamo consapevoli che si tratti di sogni.
C'è un passaggio in particolare, quello del secondo sogno, in cui Johann pensa di "chiedere un'informazione relativa al sogno precedente", come se volesse continuarlo. Quante volte mi è successa questa cosa? Ricordo di aver sognato posti che "avevo già visto in un altro sogno", e ne ero certissima, magari proprio perché consapevole di stare sognando. Ma la cosa non mi scoraggiava: il sogno era reale finché lo stavo sognando.
E una volta sveglia (nel caso di sogni particolarmente vividi), la percezione che avevo era quella di aver trascorso del tempo in una realtà parallela, magari in un corpo che non era il mio.
Sembra una sensazione che Johann percepisce, eppure il sogno comincia a diventare "reale" anche prima che si svegli... tant'è che l'sms a Franz l'ha mandato davvero.

Bellissimo il tema e bellissime le descrizioni degli ambienti, con le sensazioni di consapevolezza che sono proprie del mondo onirico. Come quella di inadeguatezza, di pericolo, di situazione conosciuta.
Mi è piaciuta molto anche la scelta dei nomi. Sheol, l'inferno, contrapposto all'altro locale dove chi serve è un frate. E Aibell... non ne sono certa, ma mi sembra sia il nome di una creatura del folklore irlandese, una sorta di fata tentatrice.

Hai avuto davvero un'idea bellissima, trasposta in maniera eccellente. Metto la storia nei preferiti e attendo ansiosamente il prossimo capitolo, ma nel frattempo complimenti vivissimi!
Sei spettacolare <3

~Sky