Recensioni di Alyss Liebert

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Recensione alla storia Lullaby - 07/01/17, ore 11:52
Capitolo 1: Lullaby
Eccomi di nuovo! Prima recensione di quest’anno! ^^
Ho scelto una delle tue fanfiction su Josh Groban perché, oltre ad essermi piaciuta per i suoi toni melliflui e delicati, ho riconosciuto il cantante interessato. Non è anche colui che ha dato voce alla magnifica canzone “Believe” del film Polar Express? *si commuove*
Prima di commentare questa one-shot, ho ascoltato Lullaby e… che dire, quest’uomo ha un talento eccezionale; l’ho sempre pensato. Dire che sono rimasta incantata è poco.
Ho trovato molto carina l’idea di rappresentare una scena di vita quotidiana del cantante – e non una in cui magari è sul palcoscenico –, per di più in compagnia di sua moglie e soprattutto della sua tenera bambina.
In poche righe hai saputo descrivere un rapporto davvero grazioso, nel quale il protagonista mostra il suo lato più umano e “imperfetto”, ammette di non essere bravo a raccontare storie e sfrutta il suo fantastico talento per far provare comunque tante emozioni alla figlia. Quest’ultima adora il padre, lo ammira, lo vede quasi come un eroe; l’eroe che riuscirà a condurla per mano nel mondo dei sogni. Si fida ciecamente di lui, gli si addormenta accanto, poiché è certa che la proteggerà.
Anche il rapporto che lui ha con la moglie è molto rilevante, poiché è grazie a ciò che prova per lei – un affetto che va ben oltre la sensazione di gioia che si prova quando canta di fronte a coloro che lo adorano e lo seguono – se un giorno insegnerà a sua figlia ad amare in modo genuino.
È una one-shot scritta senza troppe pretese, dal significato tanto semplice quanto profondo, intimo. Poche righe trasudano così tanta tenerezza, devozione, trasporto emotivo da avermi contagiato in pieno, rendendomi talmente partecipe di quell’atmosfera così calorosa e familiare da darmi l’impressione di essere lì con loro, parte di quella famiglia e spettatrice/ascoltatrice di quelle effusioni e melodie.
Ottimo lavoro!
Le parole della canzone sono favolose! La piccola Foe deve sentirsi proprio fortunata di avere un padre come lui, non solo perché è colei alla quale Josh ha dedicato una così bella ninnananna, ma anche perché, se lui è capace di comporre e cantare certe meraviglie, è anche grazie a lei che gli dà la giusta ispirazione.
La fine, poi, è stupenda: lui che finisce di cantare e, insieme a sua moglie, contempla la bambina, frutto del loro amore, mentre dorme beata.
Ritengo abbia utilizzato uno stile di scrittura consono ad una storia in cui i personaggi principali sono un uomo e i suoi monologhi interiori. Una sfilza di pensieri non potrà mai essere totalmente lineare e uniforme; ci sono interruzioni causate da altri pensieri che si insinuano nella mente o da cambiamenti di stati d’animo, ci sono diverse intonazioni nelle riflessioni ed una maggiore necessità di utilizzare vari segni di punteggiatura, i periodi sono più brevi, ci sono ripetizioni; talvolta il protagonista fa finta di rivolgersi direttamente a sua figlia.
L’unico consiglio che mi sento di darti è: evitare di usare troppi puntini di sospensione e rivedere la scelta di qualche segno di punteggiatura, poiché – a mio parere – sarebbe stato più corretto inserirne un altro o addirittura ometterlo.
Ancora complimenti per la one-shot e a presto,
Scarlet