Recensioni per
My Face.
di Kitsune Blake

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
21/02/15, ore 23:45

Starai pensando: ma questa è pazza?! xD Ebbene.. eccomi con un'altra recensione. Ammetto di aver letto questa tua fic subito dopo aver letto, e recensito, l'altra fic "Death of a compromise" e.. mea culpa! Sono in quell'imbarazzante situazione in cui sono a un passo dal ripetermi ed essere banale oppure fare finta di niente e dire che anche questa fic è stupenda e l'ho amata alla follia. Voto per la seconda. è la verità, dopotutto! Amo Rorschach, amo la scena del test di Rorschach, sono psicologa e amo gli psicofollisociopatici e amo come scrivi. Ecco! Mi dispiace solo che non sia un fandom molto frequentato, e proprio per questo (oltre che per la bravura) ti meriti tutte le recensioni del caso e i miei super complimenti! Stai in guardia: tornerò con altre recensioni sconclusionate xD

Recensore Junior
17/05/12, ore 23:39

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Vorrei segnalare questa fiction perché riesce a descrivere con le parole in maniera splendida quello che nel film viene raccontato visivamente da immagini potenti, riuscendo a mantenere un personaggio complesso come Rorscharch perfettamente IC. E non era un compito facile. Affatto.
L'autrice riesce a rendere visivamente, con poche rapide pennellate, con un sapiente uso dei colori, con una capacità pittorica che definirei "impressionista", l'orrore inimmaginabile dei ricordi di Rorscharch: colori violenti, che creano contrasti stridenti, che spiccano l'uno sull'altro con forza.
Anche i suoni sono usati in maniera sapiente: suoni forti, striduli, oppure soffocati, ma sempre connotati negativamente, evocano un mondo di violenza e di orrore che non può essere espresso con le parole, ma solo con una cacofonia di rumori.
In ultimo vorrei rimarcare l'uso delle bellissime similitudini che permettono per un istante di sollevarsi da un mondo marcio e crudele e dimentaticarlo. Ma solo per il tempo di un respiro. La realtà torna a ghermirci con i suoi artigli. E l'unica cosa che resta da fare a Rorscharch è mentire:
Una bellissima farfalla.
Dei bellissimi fiori.
Nuvole.

Recensore Junior
10/05/12, ore 23:08

E' la prima volta che recensisco una tua storia, anche se ne ho lette molte sul fandom di Dragon Ball e mi piace moltissimo il tuo modo di scrivere.

Ma questa tua fiction mi è andata diritta al cuore!!!
E' semplicemente splendida. Mi sono commossa leggendola. Sei riuscita a cogliere l'essenza del personaggio, il suo cuore dolente, la sua anima ferita in poche, brevi ma efficacissimi immagini.
Sembrano quasi le rapide pennellate di un pittore impressionista! In pochi tratti, c'è tutto l'universo di Rorscharch... e quello di Walter.

La prima parte "Dimmi cosa vedi."è dominata dai colori, Colori estremi come il rosso e il nero. Il rosso vermiglio del sangue e il nero dell'oscurità. Tinte forti per descrivere una realtà che non è neppure possibile immaginare, tanto meno raccontare. L'orrore supremo che gela il sangue nelle vene e fa desiderare solo di essere ciechi.
E in tutto ciò un unico rumore: il latrato ininterrotto di un cane.
Una scena resa veramente in maniera grandiosa visivamente!

La seconda ha la consistenza fisica dei corpi che si toccano, che si "scontrano" come dici tu; corpi, parti di corpi, non persone, è un dettaglio importante.
E poi quel paragone quasi ossimorico: come il soffiare del vento in uno splendido prato baciato dal sole.": un paragone che fa pensare all'innocenza, alla purezza, alla bellezza, che non ha nulla a che fare con quanto sta accadendo.
Mi si è spezzato il cuore per Rorscharch quando quando dici: "L'urlo di un rifiuto. La colpa di essere nato."
il dolore più grande, il rifiuto di una madre. Le tue parole: scarne, asciutte, senza fronzoli. La verità nella sua nuda crudeltà.

La terza parte ha di nuovo la consistenza fisica dei corpi, ma con un sapore diverso, più sanguigno e con un sapore più dolce: quello della vendetta. Anche in questo caso focalizzi la tua attenzione sui dettagli: la carne ferita, le ossa che si spezzano, il sangue che cola.
E poi di nuovo quel paragone che sorprende, che spiazza: le gocce di sangue, di un rosso vivo, sulla neve candida "proprio come un cielo azzurro chiazzato di bianco."  Di nuovo un paragone che rimanda alla purezza, al candore, ad un'immagine serena che cozza con la realtà di quello che sta accadendo in quel vicolo.

Un'ultima annotazione; ho letto il titolo e ho sentito rieccheggiare nella mia testa l'urlo di Rorschach quando lo arrestano: My face!!! Mi ha dato i brividi.

E' veramente bellissima! Poetica, struggente, dolente. Sei riuscita a rendere perfettamente con le tue parole lo sguardo di Rorscharch/Walter in quel momento nel film. Complimenti, non era affatto facile. C'erano così tante emozioni in quello sguardo, che ci vorrebbe una vita per raccontarle. Tu ci sei riuscita. In una flashfic. Come direbbero gli inglesi: You're Amazing!!!
Spero vivamente che tu continui a scrivere altre fic su questo fandom e non vedo l'ora di leggerle tutte!
Spero di non essere stata troppo lunga (ho il grandissimo difetto di essere estremamente prolissa nelle mie recensioni, chiedi alla povera Blue Mary!) e di essere riuscita ad esprimere le emozioni che la tua storia mi ha trasmesso.

A presto (anche su Facebook)

Romina

Recensore Junior
09/05/12, ore 16:27

Rorschach è, senza dubbio, un personaggio terribilmente difficile, complesso da gestire e da interpretare, eppure tu, in pochissime righe, con un linguaggio ricercato ed evocativo, hai saputo renderlo non solo estremamente credibile, ma tanto reale da risultare tangibile.
Le tue frasi ermatiche mirano al cuore e sono taglienti come spade che affondano nel muscolo, una dopo l'altra; la "morte" di Walter Kovacs, la sua infanzia brutalmente strappata via da una madre crudele e infine la sua reazione animalesca contro dei bulli che vogliono aggredirlo. Piccole parti che chiariscono il perchè, dietro quella maschera, lui si senta al sicuro e si senta nuovo. Quella maschera gli regala un nuovo volto, lo rende pulito, lo fa partire da capo.
La poeticità (unita all'ermeticità) delle tue frasi, che non si perdono in fronzoli, ha la straordinaria capacità di rendere addirittura assordanti i sentimenti che lasci trapelare.
Incredibilmente intensa, dolorosa e, a tratti, inumana, racchiude con estrema perizia l'essenza di un personaggio tanto sfaccettato quanto multiforme.
E dopo questa travolgente descrizione introspettiva di una personalità sfregiata ed odiata, le ultime frasi sono una citazione perfetta.

Non mi piace che mi ricordi chi ho ucciso, io non sono Walter. Ti parlerò di Rorshach solo se vuoi sapere di Roschach. Di chi sono davvero.

Magistrale, evocatica e dolorosissima, ho trovato questa lettura splendida! Milioni di complimenti, come le milioni di forme su una maschera protettiva!

Recensore Veterano
08/05/12, ore 17:02

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Segnalo questa storia per le scelte perché è meritevole sotto ogni aspetto: dal lessico curatissimo, vivido in ogni dettaglio e capace di ricreare le scene meglio di quanto avrebbe potuto fare un quadro, al coinvolgimento di un'introspezione per nulla banale e che risulta perfettamente IC, fino a uno stile scorrevole, ermetico e aulico al tempo stesso, che ricalca benissimo il modo di parlare e di ragionare del personaggio in questione. Non è per nulla facile trattare un personaggio così complesso e ricco di sfaccettature com'è Rorschach, ancor meno riproporne un'introspezione senza scivolare in un facile OOC, nella retorica o nel banale, e Kitsune ci è riuscita in maniera egregia, dando alla luce una splendida flashfic che si integra benissimo al film. E' sicuramente una storia che merita.

Recensore Veterano
08/05/12, ore 16:55

Questa non è una fanfiction, questa è pura poesia. Hai preso una scena del film (e che scena *__*) e l'hai rielaborata in maniera sublime, con quel linguaggio aulico e ricercato, e al tempo stesso capace di ferire quanto un pugnale, che è proprio di Rorschach. Sappiamo bene quanto sia difficile da trattare questo personaggio, eppure tu ne hai descritto l'introspezione senza una singola sbavatura: Rorschach è talmente tanto IC che mi sembrava di sentire la sua voce mentre leggevo!
Le immagini che hai descritto sono tutte d'impatto: oscurità e rosso del sangue come colori per la prima parte dell'introspezione, quel flash dolorosissimo appartanente a un passato che ha ucciso ciò che rimaneva di Walter Kovacs, che rendono l'immagine qualcosa di opprimente; trovo davvero splendida la descrizione del sangue che sgorga dalla ferita inferta al cane come "ali rosse", il tutto rappresentato con il linguaggio essenziale di Rorschach (è poetico e aulico, senza dubbio, ma va dritto al punto, tanto che al posto di una similitudine hai messo una metafora, e questo dettaglio è un ulteriore pregio della storia).
La seconda parte d'introspezione, corrispondente alla seconda cartella mostrata dallo psicologo, è meno violenta della precedente, ma forse più dolorosa. Ci sono mani e corpi che si cercano, suoni affannosi di due adulti impegnati nei preliminari di un amplesso, e un bambino che non comprende, un bambino colpevole solo perché è nato; è davvero una constatazione agghiacciante, e la cosa peggiore è che Rorschach ne è pienamente consapevole: da qui il rimando all'innocenza strappata troppo presto, perché lui sa benissimo ciò che ha subito e ciò che gli è stato strappato via. Non se ne lamenta, non si autocommisera, ma  sa, perché Rorschach è una delle persone più consapevoli di se stesse di tutto l'universo di Watchmen. E mi ha dato un brivido notare con quale distacco Roschach guardi al se stesso bambino. Ma in fondo Walter è morto, c'è solo Rorschach, adesso.
Terza e ultima parte dell'introspezione, quella sui bulli, che viene raccontata con una lucidità e un compiacimento estremi. Rorschach non si vergogna delle proprie azioni di quando ha picchiato e morso a sangue i due ragazzi più grandi che lo maltrattavano (e fa bene u.u), non si pente, non prova altro che un senso di remota soddisfazione, quasi fierezza, o almeno io queste righe le ho recepite in questo modo, in particolare il "dolce sapore del sangue". Anche in questo caso le frasi sono brevi, secche ed ermetiche, per tenere fede al modo di raccontare di Rorschach, e non posso che approvare questa scelta.
La citazione del film che conclude questa tua fic è il finale perfetto! Che altro posso dire, se non che amo questa storia e che sono contentissima di averti traviato verso questo fandom?
Ti meriti tutti i miei complimenti, hai preso una delle mie scene preferite del film e l'hai arricchita di particolari splendidi e mai banali, con un'introspezione da oscar. Bravissima, spero che presto a questa perla se ne aggiungano altre *__*

Edit: dimenticavo, grazie dei ringraziamenti e della nota iniziale, ma sei tu quella che va elogiata <3
(Recensione modificata il 08/05/2012 - 05:04 pm)