Recensioni per
Nessuno
di Kuno84

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
31/10/11, ore 15:28

storia bella lunga,semplice e piacevole.mi piace come è stata scritta;a me non mi piacciono le storie corte, perciò l'ammiro in scrittura sei bravo,ed è evidente.sai che hai scritto delle cose che potevi evitarecomunque sei bravissimo;se dovreidarti un voto a numero sarebbe un bel 9 e solo per la lunghezza 10
da SCORPIUS

Recensore Master
08/07/10, ore 18:47

Recuperata (e segnalata) un'altra perla! Partiamo dal fatto che Ryoga sia assolutamente IC dall'inizio alla fine, già solo il fatto di averlo reso alla perfezione (e quando mai?) è un grande merito: le sue consuete riflessioni su quanto sia tutto inutile, tanto Akane ama soltanto Ranma, quel suo ennesimo promettersi di partire per un lunghissimo viaggio per tentare di dimenticare l'amata, magari sperando di non tornare più, solo talmente da Ryoga che è impossibile non riconoscerlo al volo. Ryoga che si deprime per la sua solutidine, che si vittimizza per la sua timidezza, che maledice Ranma solo perché esiste e che infine scappa perché incapace di sopportare oltre. Per poi, immancabilmente, tornare, dopo appena qualche mese, più convinto che mai del suo amore e dei suoi intenti. Sì, è proprio Ryoga, così come è da Ryoga credersi 'nessuno' agli occhi dell'amata, e non solo ai suoi. Eppure quando incappa in un vero 'nessuno', uno che non è stato considerato nemmeno da vivo, nemmeno se ne rende conto, anzi, mostra di sé un lato cinico: dal momento che il nome di Gosunkugi non gli dice nulla, per lui è indifferente che sia vivo o morto. Alla fine l'importante è che non sia stata Akane a morire. Per cui essendo un perfetto 'nessuno' ai suoi occhi, Gosunkugi non merita considerazione. Ryoga riprende dunque la sua strada, felice di essere vicino a casa Tendo, già dimentico dalla tragedia appena letta. Nel suo egoistico terrore iniziale di aver forse perso una persona cara, nella sua successiva, forzata pietà per l'insorgere subitaneo dell'indifferenza verso uno sconosciuto suicida, Ryoga incarna perfettamente il senso di profondo disinteresse dell'essere umano di fronte alle vittime - in primis - dell'anonimato. Non sei 'nessuno', quindi perché dovrei dispiacermi per te? Se non sei qualcuno che conosco, va tutto bene, la vita va avanti.
Che dire? Un'analisi fredda ma stupenda dell'eterno disperso, tutti i miei complimenti, senpai, sei un maestro! ^_____^

Recensore Junior
07/08/09, ore 18:55

Ah, un'ultima cosa: scusami per avertelo detto soltanto adesso. XD

Recensore Junior
07/08/09, ore 18:54

Per caso l'ho trovata. Per caso ho cominciato a leggerla senza sapere nulla - genere, personaggi, rating, avvertimenti vari - a parte il titolo. E così è cominciata la mia piccola odissea del Chi è? .
Ranma, non so perché, l'ho escluso a priori; probabilmente è stato per il linguaggio un po' troppo "poetico" e sofisticato che non gli si addiceva... e soprattutto per l'accurata (e accorata) descrizione del paesaggio, cosa che non si adatta al suo personaggio, così poco propenso a soffermarsi su ciò che lo circonda con tanta enfasi. Quel "dolce Akane-san" mi ha dato ancor più da pensare, e per questo ho capito che non era lui.
Ryoga, allora? Come risposta poteva starmi bene. La tematica, in fondo, ci sta a pennello: Hibiki è un tipo abbastanza solitario, che viaggia di continuo (anche se, risolto il problema della mancanza di senso dell'orientamento, credo ne farebbe volentieri a meno), ma c'era qualcosa che, come dire, "disturbava la linea". Troppo marcate le linee della sua solitudine, troppo esaltato il fatto che nessuno lo notasse, che nessuno lo ammirasse - e, permettimi di ripetermi, che lui stesso fosse un Nessuno. E Akane. Dalle sue parole, dal fatto che Ranma sia venuto poi, ho avuto come la sensazione che Ryoga (o meglio, il personaggio sconosciuto) stesse insinuando di aver conosciuto Akane prima che Ranma. E allora non mi tornava, non mi tornava per niente. Sono tornata un po' più su, ed ho notato il particolare del viaggio "troppo lungo"; ho continuato la lettura, sono arrivata quasi infondo, e quando ho letto la frase E faccio il primo passo in avanti ho percepito un senso di vuoto, "il primo passo in avanti", mi sono detta, "sarà anche l'ultimo", e quei puntini di sospensione sembravano mimare la caduta nel vuoto che avevo immaginato nella mia testa. Però... lo zaino pesante che si era issato sulle spalle mi sembrava fuori luogo, per quel che avevo ipotizzato io. Questo finché non sono arrivata alla parte dell'articolo, trovato per caso da Ryoga che, in effetti, c'era. Ma non era lo stesso delle righe precedenti - era troppo felice, troppo diverso, soprattutto era riuscito a tornare, cosa che veniva praticamente esclusa dalla voce narrante iniziale.
Il fazzoletto, dannazione, il fazzoletto lasciato sul terrazzo del liceo! Quello sì che mi ha schiarito le idee.
Gosunkugi. Era lui all'inizio, vero? Dimmi che ho capito. Dimmi che non ho voluto semplicemente complicarmi la vita in modo assurdo.
Qualunque sia la risposta al quesito, hai comunque tutta, e dico proprio tutta la mia ammirazione: riuscire a cogliere un tale parallelismo tra due personaggi che difficilmente vengono accostati l'uno all'altro non è esattamente comune. Calare l'uno nei panni dell'altro e confondere le idee al lettore credo sia la tua arte: questo, se la mia tesi di Gosunkugi è esatta. Ma anche in caso contrario. Sei. Un. Mi-to.

Recensore Master
15/08/08, ore 18:14

bella Kuno strano che non abbia ricevuto molti commenti. io personalmente la trovo interessante. inutile dirti ke scrivi da favola xk lo sai già e anke se il tuo stile solitamente tende al comico/ironico questa storia ti rende pienamente partecipe dei pensieri del giovane. Sarà Ranma? mi sono kiesta all'inizio. ke baka! come ho potuto pensarlo?! sai la bravura di uno scrittore si vede da quanto sa trasmettere emozioni e tu sì che lo sai fare poi devo dire che la metrica è perfetta quando compare la notizia sul giornale ho improvvisamente preso a leggere più veloce. non immagini ke angoscia credevo davvero che avessi affogato un personaggio a cui tenevo. come ryoga mi sento sollevata. però giustamente non è bene essere felici delle disgrazie altrui. perspicace la metafora del filo...in effetti se ti aggrappi a una causa xsa quando l'illusione svanisce ti ferisci solo di più;inutilmente. baci grandi tua affezzionata apple92

Kuroi
27/11/06, ore 15:05

Era da un po’ che non vagavo nella sezione Ranmesca.
Attendevo qualche aggiornamento con impazienza, questo è vero (o mi sbaglio, caro Kuno? XD), ma non mi aspettavo di trovare una tua one-shot.
Graditissima sorpresa, sia ben chiaro.
Nonostante potrà importartene ben poco (perdona quindi la mia favella logorroica), ti comunico che con la seconda lettura ne ho saggiate le ottime peculiarità e la bellezza formale, in quanto la prima volta:
a) Non avevo letto l’introduzione, un po’ presa dalla foga, un po’ presa dalla non voglia di sapere e di gustare il tutto senza pre-idee;
b) Cominciando a leggere, pensavo che il protagonista fosse Ranma e ciò mi aveva fatto storcere un po’ il naso. Ranma che dice parole così poetiche? Che attribuisce l’aggettivo dolce ad Akane? Mi sembrava davvero strano che un tale esperto di “Ranmaicità” come te avesse compiuto “sviste” del genere.
Fortunatamente mi sono sbagliata. Capendo che era Ryoga l’indiscusso protagonista, mi sono domandata se il tutto non si esaurisse con un’accurata introspezione psicologica, con i suoi pensieri, con la sua malinconia di vivere. L’avrei accettato, e di buon grado, ma ero convinta ci fosse “altro”. Dopotutto è impossibile non amare Ryoga almeno un po’. Chi non si è mai rispecchiato in lui?
Devo complimentarmi, hai saputo spiazzare. Ciò che mi è piaciuto di più è che tu abbia messo in luce l’aspetto egoista del ragazzo con la bandana. Si lamenta di essere solo, si erige a vittima dell’umanità. E poi? Scorre l’articolo di giornale con assoluta indifferenza e con un briciolo di dovuta e non sentita umanità: è morta una persona (una delle tante, orribile come dicitura, non trovi?). E con questo? Cosa può interessargliene? Dopotutto non è Akane ad essere morta. Non è “nessuno”.
Per Ryoga Gosonkugi (perfetto ahimé nella tragica parte) rappresenta quel nessuno che lui stesso non vorrebbe mai essere.
Il lessico è sempre perfetto, la capacità di tenere sospesi geniale. Che dirti, quindi? Solo di continuare a scrivere e pubblicare, dato che hai appena avuto la prova (sia con questa one-shot che con WaPB, ma anche con altri tuoi lavori) di essere capace di gestire qualsiasi genere. Sfruttalo a tuo vantaggio, tuono blu! ^__-
Aspettando l’ultimo capitolo del tuo capolavoro, ti saluto e ti faccio ancora tanti tanti complimenti per questa one-shot. Un po’ amara, un po’ cinica, ma così incredibilmente reale e tangibile.
In bocca al lupo per tutto. E alla prossima.
Kuroi

Nuovo recensore
27/11/06, ore 13:13

Mamma mia, quanto scrivi bene...! Ma come fai?! Ehm... Già, il commento, scusa... Complimenti per questa nuova one-shot (sapevi che le amo da morire?). Ho intuito da subito che si trattava di Ryouga. Nell'anime succedeva spesso di coglierlo in riflessioni del genere, e tu hai riprodotto egregiamente quei momenti! Naturalmente, qui si percepisce molto forte la nostalgia per la casa - ma soprattutto per l'amata - che l'Eterno Disperso avverte quasi ancor prima di aver deciso di partire. I suoi pensieri sono così malinconici (oddio, non so se sto usando il termine giusto) che fa quasi tenerezza. C'era da aspettarsi comunque che, presto o tardi, avrebbe rimesso piede a Nerima. E' il richiamo della vita, come l'hai giustamente definito. La fine è tristissima, non mi sarei aspettata una tragedia simile. Mi viene spontaneo comparare la situazione di Ryouga a quella di Gosunkugi: il primo è convinto di essere nessuno, e che la sua assenza non cambierà la vita degli altri, però crede di non conoscere l'altro (adesso non ricordo se nel manga i due si sono mai incontrati... Nell'anime mi sembra di sì). Quel che voglio dire è che non si rende conto che c'è qualcuno che è "ancor più nessuno" di lui, dal momento che il nome del povero sventurato non gli dice niente. Senza senso dell'orientamento sì, ma smemorato no! Per lo stile, ripeto quanto detto sopra: scrivi divinamente! E poi questo nuovo stile non comico ti sta migliorando sempre più! Ma non avrai cambiato totalmente regime, spero! Mi piacerebbe leggere una tua nuova fic comica, perchè no? Ancora complimenti! Sei grande! A presto! ^___-