Recensioni per
Stagioni
di puciu

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
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Recensore Master
06/06/12, ore 15:39
Cap. 4:

Facciamo che ne lascio una per tutte e quattro, anziché per ognuna?
Vorrei dire prima di tutto che mi sembra quasi la storia di un dolore, scandito dal cambiare delle stagioni e declinato in ogni sua sfumatura a seconde del clima, come se davvero il tempo fuori cambiasse anche il modo di vivere. E sicuramente è così, perchè, alla fine, noi veniamo dalla terra, nella terra ritorneremo e non possiamo credere che per l'intervallo che c'è fra questi due grandi appuntamenti il cordone ombelicale con la terra scompaia.
Ma non divaghiamo.
Autunno. Beh, anche io ho provato a descrivere la sensazione che l'autunno porta con sé e, anche nel mio caso, si trattava di una sensazione d'attesa. Forse perchè, con il caldo alle spalle, con la vita che inizia a morire, l'unica cosa che ci resta da fare e aspettare, come se fosse finito il tempo di vivere e si aprisse una lunga parentesi. Non saprei dire se è quella che mi è piaciuta di più, sicuramente è quella che sento più mia e che ho riletto più volte. Nella prima strofa c'è una grande confusione, interna a te che scrivi e a noi che leggiamo, perchè, per tutti, nel ritorno c'è un po' di speranza e un po' d'inquietudine che, ancora una volta, anche io ho descritto in una storia (che non ho pubblicato qui). Pensiamo allo stesso modo, io e te, oppure è così per tutti? Inizio a sentirmi sempre più banale in mezzo a tante persone come me. Ma questa è un'altra divagazione. Della seconda strofa mi piacciono moltissimo i primi due versi, come se potesse finire lì la poesia, per me. E' come se si strascicassero l'uno nell'altro, con quella congiunzione in mezzo che dà un'idea di pesantezza, di stanchezza, di lentezza, di inesorabilità e quell'enjambement che sembra proprio uno sbuffo silenzioso ma profondo.
Inverno. Di questa, la prima strofa non mi piace: mi sembra incespichi e sia insicura, come se avesse in sé dei contenuti che non sapevi bene come esprimere. La seconda, invece, è carica di significato, per me. Ripeti che l'inverno è arrivato, come se ci fosse bisogno di autoconvincersene e di prenderne atto e come se questo ribadire ti servisse a renderti conto che la misericordia è nel vuoto, frase che io trovo incredibilmente profonda, oltre che vera. Sì, secondo me la misericordia è nel vuoto, nel letargo, nella pausa, nello staccarsi, in qualunque modo, da tutto per almeno una stagione.
Primavera. E' sicuramente quella che mi è piaciuta meno. Non vorrei dlungarmi a commentarla, perché, a dire il vero, mi ha comunicato poco. Certo, la prima strofa è interessante, perchè ci dici che la primavera toglie i brividi, ma, contemporaneamente, che chiude la gola, come se non ci fosse rimedio possibile al dolore. E questo è un concetto davvero interessante, ma che, sempre secondo me, avresti dovuto riprendere nella seconda strofa, anziché fare un riferimento alle lacrime, secondo me troppo esplicito da parte tua e un po' stonato nel resto della raccolta. Perdonami!
Estate. Ecco, ecco. Questa è bellissima. Ma bella davvero. A parte che non ci parli proprio dell'estate, ma solo della sua fine, che indica proprio come l'estate sia veloce, come sia subito pronto a riprendere il controllo il dolore, il freddo (che io non odio, ma sappiamo a che cosa porta, tristezza e bla bla bla), il tedio. Le prime due righe sono fortissime. Dici Doveva durare, come fosse una pretesa, un'aspettativa, un obbligo; rincari la dose con un per sempre, che suona irreale, che suona proprio estivo, perchè, alla fine, d'estate tutti credono a tutto. E poi un ma, enorme, degno di Foscolo, oserei dire! E subito, con l'arrivo del vento, tutto invecchia, a partire da questo tu ipotetico, che alla fine siamo tutti noi, che ci sentiamo già vecchi, prima che inizi l'estate, proprio perchè sappiamo che al suo termine ci aspetta un nuovo autunno che, vorreri ricordare, è un ritorno inquietante, per quanto speranzoso. E se chi ti sta accanto cade, è proprio perchè sta arrivando l'autunno, che pretende qualcuno da aspettare, tutti da aspettare. Chi ti sta attorno cade, perchè anche noi cadiamo, solo che loro non i vediamo più, mentre con noi stessi dobbiamo avere a che fare per il resto dell'anno.
Ah, che bella questa raccolta! E' ciclica, bisognerebbe leggerla e rileggerla, per coglierla a fondo, secondo me.
Mi è piaciuta un sacco e credo si veda dal commentone!
Sono sempre una sorpresa le tue poesia, una splendida sorpresa, che io aspetto sempre impazientemente.

Ps: cosa significa il numero dell'introduzione?