Recensioni per
Hibiki, ma il Senno dove l'hai Smarrito? (ovverosia: lo Spirito della Vendetta ha Perso i Canini)
di Walpurgisnacht

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Arrivata sin qui, passando per le storie precedenti, comincio a tirare le somme. E... sì, sono ancora inorridita per come hai trattato i poveri personaggi, penso ancora che lo spirito del manga/anime sia stato messo dentro a un frullatore con lame affilate. Tuttavia non riesco a smettere di leggere, rimango incollata la PC e mi dico: no, questo non è Ranma, questo non è Genma, Ryoga non farebbe quest'altro... eppure in loro c'è quasi tutto dei caratteri originari. Lo so, forse non mi sono spiegata bene e sembro più fusa di Ryoga che vede la Ukyo purtescente XD Diciamo che in queste fanfiction i protagonisti si muovono in un mondo parallelo dove succedono cose da film horror ma, il fatto di vedere in loro anche solo un fievole barlume takahashiano, me li fa seguire con apprensione e dolore. Non credevo che sarei mai riuscita a leggere una storia così fuori dai canoni, ma il tuo stile mi ha vermante rapita!

Degna conclusione, tenue, malinconica, della saga delle disgrazie. Questa volta non muore nessuno, il protagonista è vivo e ha il compito di piangerli, i morti, e magari perdonare se stesso e ricominciare a vivere, almeno lui che può. Davvero ben fatto, un po' perché con l'uso della prima persona dai veramente il meglio di te, un po' perché Ryoga è il personaggio perfetto per l'ultima riflessione angst. Ottima anche la scelta di metterlo a confronto proprio con la tomba di Ukyo, e non di Ranma o di Akane. Così dev'essere, il carnefice e la vittima. L'assassino (pur involontario) che cerca in qualunque modo il perdono della persona che ha ucciso, fino a darle forma e "vita" un'ultima volta, per un ultimo faccia a faccia.
A parte l'azzeccata scelta di descrivere Ucchan non come un angioletto ma un vero e proprio zombi in putrefazione (non mi ci soffermerò, perché da te ormai mi aspetto e quasi 'pretendo' queste cose), il dialogo è riuscito bene quanto il monologo iniziale, tanto che a tratti si ha il dubbio che a parlare sia la vera Ucchan e non soltanto l'immaginazione di Ryoga (non è affatto importante stabilire se sia così o no, ma direi che quest'ambiguità di fondo ci sta proprio bene). Un finale in tono minore, dicevo, che mi lascia pienamente soddisfatto. Questa serie "What if" è molto sperimentale e altrettanto ispirata.

Ma che magnifica sorpresa!

Non ho proprio resistito all'impulso di commentare immediatamente. ^^

Nuova sperimentazione, vedo. E' sempre molto bello leggere belle e ranmacee storie tristi. Perché ci vuole uno sforzo colossale per rendere tragico  il Ranmaverse. Ma qualora il risultato sia questo, ben venga, assolutamente.
La prima riflessione che mi è venuta in mente è stata questa (non sbuffare, ti vedo :P): la forza del mondo di Secrets è fenomenale. E' un universo ottimamente costruito e forte. Ogni evento, anche il più pazzesco, è collocato bene. Funziona. Scorre. Emoziona!
Ti dico solo che ultimamente ho buttato giù due sciottine ranmesche e non ho potuto fare a meno di infilarci dentro la sana passione per la quotidianità e la semplicità che Secrets ha portato con sé.
Excursus a parte, passiamo alla tua storia.
Sarà che ormai il tuo stile m'ha conquistata, ma non posso fare a meno di dirti per l'ennesima volta che ho apprezzato da morire la forma che dai ai tuoi racconti. Sempre irriverente, te ne freghi dei canoni e delle regole. Stai con stile (mi ripeto) sopra le righe, e non è da tutti. Ti perdono (mamma mamma :P come me la tiro) delle cose che ad altri fanwriter non perdonerei.
Questo dialogo/monologo è convincente, tetro come solo Hibiki può essere, dolce, tremendo. L'autopunizione è un colpo di genio. Sì, è da Ryoga automenomarsi. Mentre leggevo, vedevo la scena.
La scena con "Ukyo". Innanzitutto appena questa voce è comparsa sulla pagina mi son detta che non poteva essere un banale fantasma. E infatti.
Dalla descrizione fisica al dubbio che sia o meno una proiezione mentale, rendi la lettura intrigante e misteriosa.
Da studentessa di lettere davo per scontata una Ukyo al meglio, tipica donna-angelo, perfetta e luminosa. Invece no: è ironica, sarcastica e putrescente. Mi è piaciuto questo dettaglio, è forse il filo conduttore con la saga. Perché questo epilogo sommesso è perfetto così, ma con i tuoi dettagli si impreziosisce ancor di più.
Le lacrime,le uscite fuori luogo, i pensieri malinconici e autodistruttivi, la spiegazione di cosa è accaduto, il parlare delle altre vittime di questa immane tragedia con devozione (oserei) e rispetto profondissimo...
Che dirti, se non bravissimo?
Il titolo è, come sempre, da maestro.
Una storia malinconica e addolorata, che mi ha piacevolmente colpita, forte e coraggiosa nella sua capacità di strappare qualche timido sorriso e far vedere in fondo al tunnel una minuscola luce.
Tutti i miei complimenti, di cuore

K
(Recensione modificata il 17/06/2012 - 04:39 pm)

Ah mamma mia che malinconia.
Questa si discosta parecchio dalle altre a cui ci hai abituato. Anche se il tocco macabro con il cadavere putrescente ha un non so che di Kaos :). Ho quasi sobbalzato. Una si aspetta un fantasma etereo, ed invece ZAC! ti piace come sempre spiazzarci.
Comunque.
Dicevo: qui il tono è contenuto e terribilmente triste. Povero Ryoga, è straziante. Lui, uno dei personaggi più teneri. Celo vedo perfettamente ad impedirsi di usare la mano usata e auto punirsi. Così come ce lo vedo benissimo a fare discorsi tristi davanti alla tomba della piccola Ukyo, e magari anche a raccontarle dei suoi giri in Asia :D. E del senso dell'orientamento che ha subito un'impennata in basso.
Mi piace molto il fatto che tu l'abbia fatto interagire con Ukyo mettendo in evidenza i ricordi avuti assieme, riferimento molto carino al Tunnel dell'Amor perduto. Che comunque, è vero che hanno un buon feeling.
Mi piacciono anche le parole che spende su Ranma. Poverino anche lui. Meno male che sono solo side stories. Che comunque ci appassionano, eh, però almeno possiamo sempre tornare al Lieto Fine Ti Decidi Ad Uscire Fuori quando vogliamo.
è scritta molto bene, in modo scorrevole e mai banale. E sono contenta che ci sia un filo di speranza, nel finale.
Alla prossima :)

Sei tornatooooo!!!Mi mancavano le tue storie:)
Ma veniamo a noi..ho un pò di cose da dire e devo fare un pochino di ordine..
Dunque..è inutile che ti dica che di per sè la fanfiction è bellissima..sai, mi sono appassionata a questo susseguirsi di vicende macabre e dolorose, anche se,diciamo che non è proprio il mio genere..:)
Comunque mi sono proprio immaginata Ryoga che dopo tanto tempo decide di andare a trovare Ukyo..e mi ha molto colpito il ''monologo'' che fà..
Apro una piccola parentesi su Ranma...è vero,togli tutto a lui ma non Akane..eh si:)
Romanticismo a parte,mi ha sorpreso lo zombie di Ukyo..mi sarei immaginata un fantasma bellissimo con tanto di ali e aureola incorporati, ma tu hai immaginato praticamente l'opposto.
Ed è qui che si riconosce il tuo stile:)
Mi piace il fatto che ''Ukyo'' consoli Ryoga.Li ho sempre visti come coppia ed è bello come lo sproni a fare qualcosa e a non lasciarsi andare.
Lato comico: Ryoga è proprio tonto..qualsiasi commissariato sarebbe andato bene per costituirsi,ma probabilmente il nostro eterno disperso credeva che fosse necessario andare proprio a Tokyo..oddio!
Vabbè comunque sono felice di aver letto questa tua storia...:)
Non so cosa altro dire,se non che mi è piaciuta da morire (ho fatto anche la rima u.u)
Straordinario come sempre;)
Ti saluto,
Rochita

Quindi Ukyo è sola e abbandonata pure nell'aldilà. O meglio, sono soli e abbandonati i suoi resti nell'aldiqua, visto che la sua lapide è circondata da ortiche ed erbacce.
Giusto per non infierire ulteriormente eh.

Ryoga invece ha disconosciuto il suo braccio destro e si rifiuta di usarlo da cinque anni. E decide di espiare la sua colpa macerando nel silenzio, pensando sia meglio non rivelare a nessuno come si sono svolti davvero i fatti.
Sono quelle conclusioni apparentemente insensate e inspiegabili a cui tanto spesso giungevano i personaggi del manga. E anche il suo lamentarsi di quanto sia ingiusta la vita... mentre si trova davanti alla tomba di una sedicenne morta. Per non parlare dei suoi aneddoti di viaggio. Qui è tutto virato in un angst che più angst non si può, ma è apprezzabile che tu riesca a mantenere questa in charactness nel modus operandi, ecco. O almeno, questa è la mia impressione.

E l'excursus su Ranma - la cosa più  vicina ad un amico che Ryoga abbia mai avuto - Ranma che "non se n'è andato due anni e mezzo fa. Ranma era già cadavere quando (Ukyo è) uscita trafelata dall'Okonomiyaki Ucchan" l'ho trovato davvero spietato nel farmi ripiombare nel magone colossale che [credevo/speravo] di aver già esaurito con gli altri capitoli di questa tua tristissima saga sanguinaria.
E perfino nel momento più consolante di questo capitolo, ovvero il dialogo tra Ucchan e Ryoga, tu proprio non puoi fare a meno di risparmiarci un po' di macabro. Ed ecco quindi un'eterea Ukyo in stato di avanzata decomposizione. Pure quella carezza è rovinata dalle taglienti protuberanze ossee - sempre sadismo a iosa eh!
Però almeno c'è un po' di speranza sul finale: Ryoga potrebbe sopravvivere.
Perchè io non sono del tutto convinta che quella Ukyo sia solo frutto di uno scomparto del cervello di Ryoga, sai? Al di là di quel soffio di vento finale che potrebbe benissimo essere soltanto una suggestione di Ryoga, insomma, perchè una visione così truculenta e putrescente? Ryoga si immaginava sempre putti alati e ragazze dalle espressioni soavi e circondate da tenere luci soffuse! Ok, ora è un po' mentalmente compromesso per questo carico di disperazione e morte che si trascina dietro da cinque anni, però a me rimane il dubbio.
Anche perchè questa Ukyo era molto... Ukyo. L'avergli fatto notare l'assurdità del suo essersi così incaponito nel tornare a Tokyo quando avrebbe potuto costituirsi presso qualsiasi commissariato. Questo suo riuscire a parlare di perdono. Dubito che Ryoga sarebbe mai riuscito a razionalizzare pensieri così lucidi e consolatori. Lui era uno che sguazzava nell'autocommiserazione, come avrebbe potuto, il suo subconscio, immaginarsi una Ukyo non rancorosa?
Ma forse (probabilmente) sono solo io che ho bisogno di convincermi che un piccolo spiraglio di catarsi c'è, e mi ci aggrappo stretta prima che arrivi tu a smentirmi.

Bella. Sai che io ho un'avversione infantile e aprioristica per le storie tragiche, però tu sai scrivere in maniera davvero bella.
Ecco, se fossi una pignolina perfettina che bada a queste cose, potrei farti notare quanto sia inverosimile che un giapponese possa dire che Ranma e Akane erano più uniti del cacio sui maccheroni. Nonchè la fatica di convincersi che Ryoga possa definirsi "emo" o usare il verbo "bramare". Ma io sono una che proprio non bada a queste quisquilie. Ma sono una che bada e adora e ti ringrazia tanto per quei minuscoli dettagli come "Quei sacrileghi di Ryukyu che non cremano i corpi" perchè danno colore e contesto a una storia già abbastanza colorata e contestualizzata, ma è un tipo di surplus che a me piace tanto!
Quindi: bella.

Spero che Ryoga riesca davvero a trovare casa Saotome.
E che tu abbia pensieri notturni più allegri e spensierati di questi!
Intanto: icom-plimentoni!

Splendioda Sabutai...precisandoti che non ho letto la storia precedente a cui si rifà questa ( o meglio l'ho fatto saltando diverse parti, dato che quella sera fui distratto da altri eventi), non ho capito se avevi l'intento di scrivere una storia dramatica o una storia comic-splatter...a me sinceramente mi ha fatto ridere molto questa tua ff cmq..spero il tuo l'intento fosse questo e non che io abbia frainteso tutto,...complimenti per la scrittura cmq, la tua fama di writer di ff è giustificata a pieno..