Recensioni per
La bellezza nel mondo di Andrea
di AgnesDayle

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/07/12, ore 19:12

Oh agnes! Com'è bella questa OS! mi hai detto di non esserti commossa mentre scrivevi però a me è capitato, forse perchè questo è un tema a tutti caro, ma soprattutto per il modo in cui ne hai parlato. E' stata una bellissima lettura. Perdonami se non sono in grado di scrivere cose più profonde però sono rimasta molto colpita dal tutto, dalla queotidianità, dai sentimenti, dall'essere conchiuso della storia, dai concetti, dai pensieri. Mi sono piaciuti da morire Andrea e Costanza. Davvero infinitamente, nel loro essere lontani, ma vicini. Quella gita a Praga è stata meravigliosa da leggere, ha ricordato tante cose passate, tante piccole vite che ognuno di noi ha vissuto, spezzata magari da sbruschi risvegli del presente, dai dolori in cui ognuno di noi incappa sul proprio cammino senza poterli superare. Non so questo è il mio piccolo pensiero al riguardo, però mi ha molto toccato. Grazie per avermela spedita stamattina visto che me l'ero assurdamente persa.
Grazie davvero.
Giuls

Recensore Junior
30/06/12, ore 02:12

Mi avevi detto che era una storia angstosa.
Non lo so se lo è per davvero; ho cominciato a leggerla in un modo e l'ho terminata in un altro. Ovviamente piangendo. Sarò scontata? Non lo so ma sappi che se una storia è tale da farti piangere vuol dire che è bella e sa smuoverti l'anima: non è cosa da tutti ma è cosa da te.
E non è solo per Andrea e Costanza, per la loro bellezza, per il loro essere ragazzi e adulti allo stesso tempo; è per tutto ciò che dici. E' perché in questa storia ci sono due distacchi - quello "minore", il distacco dal mondo adolescenziale sancito dall'esame di maturità, e quello "maggiore", la morte della mamma di Andrea - e alla fine ti senti svuotata e forse è un bene. A volte bisogna parlare di certi argomenti, ricordare che esistono per imparare ad affrontarli. E poi, nella tua storia, affronti la mia più grande paura, quella della morte: la paura per cui tremo ogni giorno, mi viene l'ansia la notte, la paura che mi farebbe supplicare Dio pur di non crescere e restare per sempre qu, su questa Terra, insieme a coloro che amo. E sai cosa? Andrea ha ragione. E' con la vita che finisce tutto, specialmente la speranza.
So perché hai scritto questa storia, lo vedo tutto quel che vi hai riversato dentro. E' magnifica, è toccante Mari... non mi hai delusa, neanche stavolta. Ma di questo ne ero certa.
Ti voglio bene.
Vale
(Recensione modificata il 30/06/2012 - 02:13 am)

Recensore Veterano
16/06/12, ore 11:41

Non so bene da dove cominciare. Forse perchè di fronte alla ricerca della bellezza in un momento di solo brutto ci sono passata, l'ho vissuto sulla mia pelle solo un anno fa e nonostante l'abbia cercata e per un certo verso anche avuta in quel periodo, la bruttezza ha vinto lo stesso e sono finita come andrea, ma senza Costanza.
Dunque, cercando di trovare le parole giuste per questa meraviglia, inizio dal principio. L'ansia della maturità me la ricordo perfettamente: anche io come Costanza ero una candidata al 100, anche io come lei avevo qualche problemino con la matematica e alla fine me la sono cavata con un 7 a fine anno e un 99/100 che fa un ridere e un pò storcere il naso. Le gite dell'ultimo anno sono proprio così: succede di tutto e te le porti dentro per il resto della tua vita. Io ho fatto Roma-Vienna in pullman, con tappe varie risalendo lo stivale. Ero stanca morta ma non la dimenticherò mai.
E infine si arriva alla maturità, che molto spesso non coincide soltanto con il tanto temuto esame di Stato quanto più con quella personale, con cui devi fare i conti e che devi fronteggiare per forza di cose. Sarebbe bello poter restare sempre bambini, non assumersi le responsabilità e vivere a colori, ma la vita e la crescita portano anche a dover trovare il coraggio di affrontare le cose brutte, la morte. Conosco a memoria quella malattia. So quali sono gli effetti collaterali delle cure devastanti che invece che farti star meglio ti fanno sentire uno schifo, so che odori si percepiscono stando vicino a chi è malato e quanta forza riesce comunque a sprigionare il cancro: c'è la forza del malato che combatte con tutte le cellule del suo corpo, anche quelle malate, per restare aggrappato alla vita, per restare con chi ama perchè non vuole lasciarlo e c'è la forza di chi ama il malato, che vorrebbe alliviargli la sofferenza, vorrebbe farsi carico del dolore, della fatica e della paura che attanaglia chi sente la morte ogni giorno più vicina. Quando mi hanno detto quello che aveva mio padre e quanto poco tempo ci restava per tentare di fare qualcosa, ho creduto di morire anche io. Ho smesso di credere di essere una tipa forte, che reagisce alle notizie della vita. Nei mesi che mi sono rimasti per stargli vicino però, ho fatto come Andrea: ho chiuso i miei occhi al mondo e mi sono fatta carico di un peso che mi schiacciava ogni giorno di pi. Avevo bisogno proprio di quello che hai scritto tu: della bellezza, che cercavo di trovare negli occhi spenti e preoccupati del mio grande papà, quando lo guardavo per capire che cosa gli passava per la testa in quei momenti in cui era attaccato alle sacche della chemio, lo cercavo nel sorriso opaco di mia mamma, che non sapeva come mettere insieme i cocci della vita che ci restava, così diversa da quella serena che avevamo fino a un anno fa. L'ho cercata nei tentativi di tutti i miei amici di farmi stare tranquilla, di sollevarmi il morale e di farmi sorridere, anche quando la voglia per farlo era sparita. Si ha bisogno della bellezza delle cose semplici, come un abbraccio, una persona che senti possa regalarti qualcosa di più ma che capita nel momento in cui tu devi dedicare anima e corpo a qualcos'altro.
A differenza di Andrea, io ho avuto la soddisfazione di far vedere a mio papà il mio percorso di studi completato, gli ho regalato la laurea qualche mese prima che iniziasse l'inverno, l'ho reso - nel mio piccolo - fiero di me per l'ultima volta, anche se spero che continui ad esserlo anche dov'è adesso.
Scusami per questa recensione un pò troppo personale ma con questa breve storia hai smosso dentro di me quello che dal 1 agosto dell'anno scorso ho cercato di dimenticare e lo hai fatto con delicatezza; ci sono cose che sono difficili da raccontare, le parole sembrano non essere mai quelle giuste e non si sa come possono essere interpretate da chi le legge. Hai fatto un ottimo lavoro. So che sei quasi una garanzia per me ormai, ma davvero grazie per avermi regalato questa OS.
La maturità non è soltanto una prova scritta di italiano, una di matematica e una mista, nè tanto meno un orale per completare l'esame. La maturità è tutto quello che ha dovuto affrontare Andrea e la scelta consapevole di Costanza di volergli stare vicina in un momento terribile come quello.
Grazie tesoro, sul serio. E scusami per questa pessima recensione.
-Cin-

Nuovo recensore
16/06/12, ore 01:41

Sei l'unica con cui mi sento obbligata a recensire.. Sono passata dall'euforia quando ho visto l'aggiornamento al sorriso amaro di chi un po' si rivede nei personaggi (tra me e loro ci si intende, siamo tutti maturandi!) ai lucciconi agli occhi alla fine. Bellissimo, davvero. In un lampo di agganciane trascina giù nel loro "piccolo inferno". Bella, bella davvero!:)

Recensore Master
15/06/12, ore 23:37

Ciao ^^
Questa storia mi ha letteralmente rapito.
Mi ha colpita molto come hai trattato gli argomenti da te scelti - vita, morte, crescita - con grande sensibilità e maturità, senza scadere nel melodrammatico o nel patetico.
Andrea è bellissimo.
Me ne sono innamorata come personaggio, e anche fisicamente lo immagino bello e fragile, piegato da questa improvvisa necessità di diventare grande all'improvviso.
La storia del tumore mi ha ricordato una situazione vissuta abbastanza recentemente. una persona che attualmente cerca di tirare avanti anche se non ha ancora l'età per farcela da sola.
Infine, devo ammettere che sono contenta che alla fine Andrea e Costanza non abbiano finito per mettersi insieme.
Potrà succedere, prima o poi, chissà.
Ma sono contenta che tu non l'abbia fatto succedere adesso, è più difficile descrivere un'amicizia intensa che un amore che sboccia ^^
Complimenti,
Aika.

Recensore Veterano
15/06/12, ore 20:46

È un abominio il fatto che questa storia abbia così poche recensioni e, nonostante dovrei stare incollata ai libri tutto il giorno per colpa degli esami - eh sì, sono maturanda anche io! -, mi prendo il dovuto tempo per lasciarti un commento.
Parto col dire che mi ritengo l'alter ego femminile di Andrea, perché siamo identici: stessi problemi, stessi rimedi. Ho avuto una perdita in famiglia a causa di un tumore quasi tre anni fa, e tra poco ne avrò un'altra perché non ci hanno lasciato speranze. Forse in questo non sono d'accordo: la speranza non sempre muore assieme a noi, spesso muore prima che ce ne andiamo.
Non riuscirei nemmeno a criticare Andrea per il suo comportamento, e nemmeno Costanza, perché è quello che faccio anche io: esco, bevo, mi diverto, "torno con Luca per una settimana, poi passo a Francesco, poi di nuovo Luca, e poi chissà..". E chi vede da fuori giudica, non pensa che posso avere un problema faticoso - impossibile - da digerire. Eppure è così per tante persone..
E l'entità del problema non importa. Non importa se hai una madre - o nel mio caso, due zii, fratelli di mamma - ammalati di tumore, non importa se è il divorzio dei tuoi genitori, non importa se il tuo ragazzo ti ha lasciata. È un problema che lascia il segno come mai vorrebbe che lasciasse.

Questa tua storia è pura meraviglia. È scritta benissimo, e al di là di quello è una di quelle storie che non sono lì a far niente. È una di quelle che ti segnano dentro. E vorrei ringraziarti per avermi dato un briciolo di quella speranza e di quella bellezza che, in fondo, forse sto cercando anche io. Grazie.

Recensore Master
15/06/12, ore 18:47

Sono sincera, non ho avuto il coraggio di rileggerla. Prima o poi lo farò, ma non ora, non ancora.
Tu sei tu, anche qui, eppure sei meno Agnesina e sei più... Tu.
Ci sono storie belle da leggere, coinvolgenti, che ti proiettano in un mondo diverso dal nostro. Ne hai data ampia prova, dopotutto, con quello che hai scritto fino adesso.
Ma poi ci sono quelle storie che fanno male, che ti proiettano dentro te stessa in luoghi che vorresti non attraversare mai.
Vorrei dire che questa storia è bellissima, ma non lo è... è cruda, è intrista di sentimenti constrastanti, della leggerezza dei 18 anni e della crudeltà della morte che, a quell'età, non dovrebbe neppure essere pensata. A diciotto anni la morte dovrebbe essere quella di Costanza, che non fa paura non perché si è una tela bianca, ma perché è un concetto così lontano che non può essere temuto. Non temi ciò che è solo un'idea. A diciotto anni la morte non dovrebbe mai essere quella che conosce Andrea, quella dipinta nei suoi occhi e nel suo cuore. Quella vera, palpitante morte, che non è solo la morte di chi se ne va, ma è anche la morte di chi resta a fare i conti con quella morte, con quella tela che rimarrà per sempre incompiuta.
Eppure, Andrea riesce ad andare oltre, riesce a raggiungere il fondo di quel vaso di Pandora, cogliendo la speranza.
Cogliendo, sopratutto, la bellezza.
Non c'è modo di commentare questa storia, perché direi solo una sequela di banalità.
Ti dico grazie, però, perché fa male, ma ci sono dei dolori che è bene provare, a volte.