Recensioni per
Un Abbraccio
di TwinStar
"Un abbraccio ad Azkaban è prezioso, persino se lo si ruba a se stessi" |
Ciao twinstar, mi ritrovo ancora una volta a farti i complimenti. Non sono un'appasionata di drabble perchè per scriverne una decente bisogna essere davvero bravi. E tu lo sei, scrivi benissimo. La fic è angosciante, triste ma bella. a presto. |
Questa è la prima drabble che recensisco... e lo ammetto, non conoscendo il genere ingenuamente non pensavo fosse così difficile lasciare un commento. Ogni parola pesa come un macigno e meriterebbe un discorso a parte, vista la cura con cui è stata scelta. Si procede per immagini, ognuno dotata di una forza espressiva davvero notevole, come quel "ghigno infelice" che si contrappone al "riso sprezzante" della sua vita precendente, come quello "straziante abbandono" che trasmette un'angoscia davvero disperata. Ma forse la prima cosa che mi ha colpito in questa drabble è che fino all'ultima frase non viene detto esplicitamente che Sirius sta abbracciando se stesso, come a voler dare un'illusione o una speranza (purtroppo vana) al lettore, ma forse più che altro a Sirius. La speranza che stia realmente abbracciando un'altra persona, qualcuno con cui esista un legame d'affetto. C'è un tessuto liso sotto le sue mani, ma non potrebbe essere l'abito qualcun altro? In fondo anche Remus come sappiamo in HP3 non sembra uscito da una sfilata di Dolce e Gabbana (o forse sì? Zoolander docet). Verrebbe quasi da sperare che questa sia la descrizione del famoso abbraccio fraterno alla stamberga (fraterno 'staminchia, come direbbero le wolfstar XD). Ci sono ciocche scure che lo sollecitano, ma non potrebbero essere comunque di un altro essere umano, magari un altro detenuto con cui condividere la sofferenza di Azkaban? Ma il finale cancella ogni ombra di illusione: siamo proprio ad Azkaban e Sirius sta abbracciando se stesso, con quel termine, "rubare" che fa sembrare la cosa quasi un fatto di cui vergognarsi, per cui essere condannati (buffo per una persona che è stata sì condannata ma per un crimine mai commesso), un qualcosa da svolgere di nascosto, non visti dal Sirius che conosciamo fuori Azkaban, quello che trova gli abbracci qualcosa di infantile o da femmine. E' un'immagine davvero terribile, ma anche se si è dovuta lasciare ogni speranza rimane la consapevolezza che un giorno Sirius uscirà e riceverà almeno un' altra volta un abbraccio sincero da parte di un altro essere umano, forse dalla persona che ama e che lo amava, ma anche senza essere wolfstar almeno da una persona che era suo amico e che in fondo gli vuole bene. Almeno una volta prima di morire. Perchè per me è impossibile pensare all'abbraccio disperato di questa fanfic senza tornare con la mente a quell'abbraccio nella Stamberga, alla fine di HP3. Insomma, ti faccio i complimenti anche per questa fanfic, di un genere che non conosco e che sembra più simile alla poesia che alla narrativa. Ma che dire, evidentemente sei anche una straordinaria poetessa oltre che una grande autrice di narrativa. ^_^ Grazie di tutto. |
ciao! 100 parole...credo sia più facile scriverne 1 milione..che solo 100. Ogni volta che mi capita di leggerne mi stupisco di come possiate farlo. Comunque, a parte i miei sproloqui di incredulità fanciullesca, i miei vivissimi complimenti. Molto bella, 100 parole spese bene, una per una. |
Dio, che gioiello! |
Ciao Mary. |
Sono commossa. Ma mi spieghi come faccio a non recensire i tuoi lavori? Che poi ne hai trovata un'altra affetta da graforrea, perché anch'io sono piuttosto incontinente da questo punto di vista! Quindi postare recensioni chilometriche mi fa sentire bene XD |
Stupenda... Il solito Sirius Black, quello duro e strafottente, ma dietro il quale si nasconde il vero Sirius, quello dolce e premuroso, quello che soffre in silenzio, quello che ricorda ma non piange... il Sirius che manca tanto a tutti noi. |
Prima di tutto i miei più vivi complimenti per aver scritto una drabble di 100 parole precise. |
un abbraccio è come un'iniezione d'affetto. è una culla per le emozioni. mi ha fatto riflettere quel "non è da uomini". per un attimo ho dimenticato la differenza maschio/femmina, attribuendo alla parola "uomini" un significato più universale. spesso si arriva a considerare quell'istintiva ricerca di conforto come un atto di debolezza. debolezza da disprezzare. e nell'attimo in cui ci si rende conto di non essere forti si arriva a disprezzare sé stessi. e l'ultima frase è qualcosa di indescrivibile. qualcosa di lapidario. "rubarsi un abbraccio" è triste, secondo me. è triste perchè non si ha nessun altro. fatta eccezione per quello "sgradevole corpo" abbandonato a sé stesso. mi è piaciuto molto questo drabble, lo metto tra i preferiti. un bacio. |