Quarta classificata
Everything of me
di Setsy
Grammatica: 7.15/10
Gli errori che più mi sono saltati all’occhio sono stati quelli della punteggiatura – ti sono sfuggite due o tre virgole – e l’uso del trattino nei dialoghi. Ricordati di chiudere sempre con le virgolette, o comunque usando sempre lo stesso tipo di punteggiatura che hai usato per aprire, quando vuoi inserire una battuta composta.
Per il resto, sono più che altro errori di distrazione, che di solito non compi.
Lo studio privato di Damon a casa Salvatore non avrebbe potuto definirsi certo ‘una stanza piccola’, nel comune senso di questa esplicitazione → -0.2 (togli la virgola, perché ʻstanza piccolaʼ ha validità ʻnel comune sensoʼ)
Si ritrovò in una camera → -0.25 (Sei ancora all’interno del “riassunto” che spiega come mai Elena si trova nello studio di Damon, quindi ʻsi era ritrovataʼ)
Renderla definitamente la copia di Katherine, li avrebbe divisi in un modo irreparabile. → -0.2 (siamo in uno dei casi dove il verbo ʻrenderlaʼ funge da soggetto, togli la virgola)
nel secondo sarebbe vissuta → -0.1 (vissuto, perché è sempre Stefan il soggetto)
“Non puoi ucciderlo, lo sai — Damon fece un violento sforzo per contenere la sua rabbia tentando di concentrarsi completamente sull’ascolto di quello che lei gli stava dicendo ― non te lo perdoneresti mai”.
sentiva che la era la cosa a controllare lei e che non rafforzandosi, quella sensazione l’avrebbe accompagnata fino alla fine. → -0.8 (Come ti dicevo all’inizio, devi prima chiudere le virgolette e dopo inserire la battuta composta. È un errore che commetti più volte nel testo)
“Non azzardarti a finire questa frase ― il tono del ragazzo era duro, privo di qualsiasi cedimento ― per fortuna, nelle stanze dove passo più tempo ho sempre qualche riserva”. → (Stesso errore del precedente)
Crollò con la fronte su quella della ragazza, completamente distrutto da quella prova, quella lotta e dal senso di inadeguatezza che provava. → -0.3 (Qui devi sistemare un attimino. ʻda quella lottaʼ prima di tutto, e poi puoi scegliere: se ʻda quella lottaʼ è un esplicativo di ʻquella provaʼ va inteso come inciso e quindi aggiungi una virgola; se è inteso in modo indipendente, lo puoi lasciare così)
Con studiata lentezza Damon rovesciò il contenuto del bicchiere sul prezioso tappeto indiano, cercando di rimarcare il gesto con un sospiro, poi prima che Elena accennasse a fermarlo, si morse delicatamente un polso e fece sgocciolare un sottile rivolo, riempiendolo quasi fino all’orlo, quindi le fece il cenno di prenderlo. → -0.3 (Qui si è perso il soggetto, la frase è molto complessa. È ovvio che il sangue viene versato nel bicchiere, ma sintatticamente il concetto non è espresso. Sembra che riempia il contenuto, mentre dovrebbe riempire il bicchiere. Quindi o ripeti bicchiere o calice, oppure riformuli la frase in un’altra maniera)
profondamente sotto la copertura del sapone e del dopobarba, per quanto leggerissimi. → -0.1 (C’è uno spazio doppio dopo “sapone”)
Intinse un dito nel suo stesso sangue e dolcemente, glielo passò sulle labbra, colorandole come un rossetto scarlatto → -0.3 (“e” regge “glielo passò”, quindi dolcemente, se vuoi puoi chiuderlo in un inciso, oppure togli la virgola. Inoltre, ʻcolorandoglieleʼ, credo sia più corretto in questo caso.)
ne aveva già pregustato il sapore e il suo corpo si era procurato quello che gli serviva. → -0.1 (C’è un doppio spazio dopo la congiunzione)
riusciva a essere né felice, né il contrario → -0.2 (togli la virgola)
“É fatta, il peggio è passato, ti giuro che da adesso andrà meglio, ti fidi di me? Saremo tutti vicino a te, io ci sarò ogni momento. Prima ho dovuto minacciarti di ricorrere alle maniere forti, ma finalmente hai capito ― Damon tentò di distrarla scherzando ― probabilmente non hai potuto resistere, perché essendo il mio sangue, è il più buono, il più desiderabile, il più ricco, caldo, profumato, inebriante…” → (Stesso caso di prima)
Stile: 6.5/10
La prima cosa che mi viene da dire è che si vede che è una storia vecchia. I periodi sono molto ingarbugliati, la narrazione è piena di frasi complesse, ricche di subordinate, piene zeppe di gerundi. Il testo, in questa maniera, risulta meno scorrevole, meno incisivo.
Una scelta confusa risulta quella della tipologia del narratore. Ho avuto qualche difficoltà a capire quale tipo stessi utilizzando. Ho un dubbio tra un narratore onnisciente a focalizzazione zero e un narratore esterno con focalizzazione interna. Il fatto che io non l’abbia capito, di per sé, potrebbe anche non significare molto, visto che è un mio tallone d’Achille, però temo che in questo caso tu non lo abbia definito e che passi da un tipo di narratore all’altro. Il narratore a focalizzazione zero deve avere una visuale sopra le parti: sa tutto di tutto, conosce ogni cosa, passata, presente o futura. Guarda tutto dall’alto e mai, mai, entra negli occhi di un personaggio. Può esprimerne i pensieri, perché conosce quelli di tutti, può muoversi nello spazio e nel tempo, ma mai deve guardare la vicenda attraverso gli occhi di qualcuno. Non ci sono incertezze nel narratore, e quindi non ne deve mostrare.
Ci sono diversi passaggi, soprattutto all’inizio, in cui il narratore è confuso e poco chiaro. Alcuni passaggi risultano espressi con una focalizzazione interna, e questo rende il POV salterino.
Un esempio lampante è questo passaggio:
Elena non si ricordava di aver mai sentito la voce di Damon diventare un tale ringhio animale da farle veramente paura. Percepiva chiaramente che non accennava a muoversi e capì senza ombra di dubbio che se avesse ceduto alla tentazione di colpire suo fratello lo avrebbe ucciso, questa volta sarebbe andato fino in fondo. Per lei, per colpa sua. Renderla definitamente la copia di Katherine, li avrebbe divisi in un modo irreparabile.
Stefan piangeva col viso nascosto tra le mani, senza osare opporre l’unica difesa che possedeva, cioè spiegargli di nuovo,
All’inizio non capivo come Elena, che era dietro la porta, potesse “vedere” Stefan che si nascondeva il viso dietro le mani. Il modo in cui esprimi i concetti rientra nella tipologia della focalizzazione interna, ma questo significherebbe che il POV è salterino, perché non fa che passare dagli occhi di Elena, a quelli di Stefan fino a quelli di Damon. Credo che l’errore, quindi, sia il mostrare la scena prima attraverso le percezioni di Elena – cosa che non dovresti fare con un narratore onnisciente – e poi passare a Stefan.
Damon stava odiando se stesso fin nel profondo, aveva appena mandato all’aria il ritrovato legame con Stefan perché non era stato uomo abbastanza da decidere per il meglio e ora stava facendo esattamente la stessa cosa, eseguendo i suoi ordini. Più tardi avrebbe sistemato anche quella faccenda, adesso il tempo stringeva, poteva vedere di attimo in attimo delle ombre bianche allargarsi sulle palpebre di Elena, le gengive impallidire, le sue mani gli sembrarono quanto mai sottili… probabilmente in parte era la sua immaginazione.
Il narratore onnisciente conosce i pensieri, sì, ma distingue tra impressioni e realtà: egli deduce e chiarifica le sensazioni, non le mostra come ʻprobabilitàʼ.
Quindi la mia deduzione è che il narratore non sia definito, o comunque non risulti chiaro mentre si legge; e questo è un errore gravissimo. La prima cosa da fare quando si inizia a scrivere una storia è decidere il narratore, perché è attraverso di esso che il lettore apprenderà i fatti e conoscerà i personaggi.
I dialoghi sono colloquiali, sicuramente esplicativi delle relazioni che legano i tre protagonisti. Fanno trasparire i caratteri e le emozioni che prova chi pronuncia le varie battute.
Molto peso nel testo lo assumono proprio loro insieme alla narrazione. Le descrizioni, tolta quella iniziale dell’ambiente, sono pressoché assenti. Ampio spazio invece lo acquista l’introspezione: non lasci al caso nessun passaggio, spiegando ogni azione o gesto o emozione. Non è scorretto e nell’insieme contribuisce a immedesimare il lettore nella vicenda, senza perderti troppo in spiegazioni o infodump, portando i sentimenti come protagonisti degli eventi.
Il lessico è colloquiale e semplice, non presenta particolari sfumature, ma si adatta perfettamente al clima di informalità e tensione emotiva che permea la narrazione.
Il ritmo della storia è incostante, invece: la narrazione si dilunga, e a ragione, nelle parti introspettive, nel passaggio iniziale e nella scena finale, ma il testo sembra correre al centro, dove alcune scene sembrano tagliate o stroncate in poche righe. Il tono narrativo, invece, si mantiene su sensazioni romantiche, quasi drammatiche in alcuni passaggi, ma il personaggio di Damon soprattutto riesce a conferire ironia e controllo ai fatti. Il fatto però di non avere una voce portante e ben definita fa sì che il tono subisca delle variazioni brusche, soprattutto nei punti di passaggio da una scena all’altra. Il filo conduttore che dovrebbe essere dato dalla telecamera sfoca in alcuni momenti per poi venire messo a fuoco da tutt’altra direzione.
Lo stile della storia, per concludere, è semplice, a tratti poco definito; parte della penalità è causata dal narratore. Nell’insieme, un lavoro che può guadagnare ancora molto con una revisione delle parti.
Originalità e Trama: 8.5/10
Partiamo dalla richiesta del bando. Questa storia offre un tema evidente e uno più nascosto, che un conoscitore del fandom può cogliere piuttosto facilmente: il primo, la rinnegazione della nuova natura di vampiro da parte di Elena, la quale la combatte fino a capitolare ai suoi istinti più animali; la seconda, il conflitto d’amore di questo personaggio nei confronti dei suoi sentimenti per Damon, e anche questa è una lotta che ella perde, perché è proprio al sangue di Damon che ella non può dire di no. Quindi abbiamo da una parte la natura di vampiro e dall’altra la natura di un amore forte travolgente. Inutile dire che se il primo traspare dalla testardaggine di Elena, il secondo viene messo in risalto dalle azioni e dalle parole di Damon; entrambi, in questo modo, risultano protagonisti della storia.
Come da te chiarito nelle note, la storia è stata scritta e ambientata alla fine della terza stagione, e non tiene conto di ciò che accade dopo, lavorando su una base personale della trama. Questo fa sì non solo di fa leggere al lettore un evento originale e unico, ma la dice lunga sulle tue doti di indovina (commento fuori luogo, scusa). In ogni caso, la storia presenta uno sfondo originale e innovativo, con una visione molto romantica degli eventi.
L’incipit è ben costruito, mi ha subito inserito nelle vicende. Sei stata brava a non fare il riassunto delle puntate precedenti, ma hai chiarito il contesto al lettore sfruttando sempre la nota di interpretazione personale, dando un sunto di ciò che accade dopo il suo risveglio e del modo in cui è arrivata a casa Salvatore.
Gli eventi in presenza di Elena e Damon sono stati sviluppati con cura e particolare attenzione per i dettagli, mentre ho trovato tirati via, quasi avessi fretta di passare alle scene che più ti premevano, i passaggi tra Damon e Stefan. Questa è l’unica penalità della trama che poco mi convince: il modo in cui è stato messo da parte il ruolo di Stefan, il quale dopo sembra non avere più nulla da dire o fare con quanto concerne il destino di Elena; e non solo lui, ma immagino che in salotto, dove lui si va a rifugiare, ci siano anche altri, come Bonnie e Caroline, le quali non credo avrebbero lasciato carta bianca a Damon. Questo buco rappresenta la pecca nella costruzione della trama, la quale perde di potenza in questi miei pensieri.
La scena finale riacquista forza, però, il dibattito messo in scena tra Damon e Elena è stato ben ideato, e la chiusura ha lasciato con il fiato sospeso, quasi avessi voluto creare nel lettore la stessa suspense che crea il telefilm a fine stagione. Ogni passaggio, ogni loro movimento, è minuziosamente descritto e la scena si imprime vivida in chi legge.
Titolo e Impaginazione: 5/5
Il testo è giustificato. Il font particolare posso dire che è adatto al genere della storia, ma storpia un po’ la punteggiatura, tanto che all’inizio avevo confuso il punto-virgola per i due punti.
Anche il titolo, come il tema della storia, ha una doppia valenza, una più chiara e l’altra più effimera. Il primo riferimento è nei confronti di Damon: è lui che dà qualcosa di sé a Elena, e non parlo solo del suo sangue, ma anche di quello scorcio più intimo di sé che mostra sia attraverso le sue parole che con quelle lacrime di rabbia che si affacciano nei suoi occhi. C’è un secondo collegamento, e l’ho riscontrato in Elena: Elena sta affrontando il momento di passaggio dalla sua natura di umana a quella di vampira, ma vediamo come qualcosa della Elena umana è rimasto in lei, ed è quel qualcosa che lotta per non cedere alla sua nuova natura.
Non amo i titoli in inglese (io sono una frana nelle lingue, non sai che dramma ogni volta, temo sempre di perdermi qualche significato in giro) e credo che questo avrebbe reso altrettanto in italiano, su di me avrebbe addirittura avuto più incisività, ma credo anche che questo rientri nel gusto personale. La serie è americana e questo giustifica l’uso della lingua straniera. Inoltre il suo significato è piuttosto diretto: il titolo ha in sé il romanticismo che permea la storia e colpisce dritto nel petto di chi lo legge.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Nessun personaggio viene descritto fisicamente, tranne Elena per evidenziare le differenze con il prima. Non che serva all’interno di una fic, ma è sempre bene inserire piccoli dettagli lungo la narrazione, e non nel senso più proprio del termine descrizione, giusto per dare una dimensione corporea a chi legge… ravvivarli la memoria, ecco. C’è un accenno agli occhi di Damon, e basta. Io consiglio qualche frecciatina, se così le vuoi chiamare.
Ti rassicuro subito dicendoti che il tuo Damon mi ha convinto, ma vorrei prima partire dal personaggio più “debole”: Stefan. Lo hai mostrato nella sua versione più “patetica”, lasciami passare il termine, distrutto per la perdita di Elena, preda dei suoi perenni demoni interiori, mangiato dal rimorso e dai “se” della sua vita. Descrivi e narri dello Stefan innamorato, quello che ama in modo puro e rispetta le decisioni di Elena, ma che adesso fa i conti con le conseguenze della sua decisione. Per il punto in cui lo abbiamo lasciato nell’ultima puntata della terza stagione, uno Stefan che aveva appena ritrovato il legame con il fratello e cercava di riconquistare l’amore della donna della sua vita, mi è parso fiacco, troppo remissivo. Non credo che Stefan avrebbe accettato un atto di forza da parte di Damon, credo che sarebbe rimasto accanto a Elena fino alla fine. La sua reazione mi è apparsa leggermente estremizzata, il che me lo ha reso un pochino fuori carattere. Sicuramente avrebbe lasciato spazio ai due se fosse stata volontà di Elena, ma dire “accetterò qualunque vostra decisione” come un bambino davanti ai genitori… Troppo semplificato il suo atteggiamento.
Veniamo invece agli altri due personaggi.
Damon è perfetto, in modi superiori persino al personaggio femminile: è ironico, calmo quanto lo può essere uno che sta bruciando dentro, finge come sempre di essere padrone della situazione. Ottimo lo scoppio di rabbia e quegli occhi lucidi. Le tre opzioni che offre a Elena sembrano riassumere perfettamente i lati predominanti del suo carattere: quello carismatico, quello innamorato alla follia e quello egoista. In poche righe sei riuscita a mostrarlo a tutto tondo: hai descritto e narrato del Damon distrutto dalla perdita ma che non si arrende, del Damon che fa sempre a modo suo, o finge di farlo, del Damon sincero e schietto, quello che apre uno spiraglio del suo cuore e lo fa ringhiando e con paura, del Damon ironico e provocante, e non hai dimenticato quello “bastardo”, che non può mai mancare. Il modo sensuale in cui la “obbliga”, le bagna le labbra con il suo sangue è stato il culmine del personaggio.
Elena è preda delle emozioni, ogni cosa è amplificata e il suo atteggiamento in conflitto con la sua natura di vampiro che emerge legittima ogni suo gesto. Qui entra in gioco l’abilità di mostrare le debolezze di chi è in transizione: i pensieri che fluiscono verso i propri cari, la fiacchezza di chi non può reagire, la lotta e il continuo passaggio tra il controllo di sé e delle sue convinzione e l’istinto più animale, quella cosa che ogni tanto prende il sopravvento su di lei. È un Elena sicura di chi le sta attorno tanto da osare rivolgersi schiettamente – anche se non può farne a meno – a un Damon imprevedibile. Nonostante ciò riesci a mostrare sia il suo lato più impulsivo che quello più puro. E per quest’ultimo mi riferisco al finale della storia, dove ella cede davanti all’amore contenuto nel sangue – nel gesto – di Damon.
Gradimento personale: 3.5/5
Questa storia ha i suoi pro e i suoi contro. Credo che lo stile adoperato abbia fatto gran parte del “danno”. Io che cerco sempre di capire ogni più piccolo dettaglio, il problema con il narratore mi ha lasciato un po’ in balia dei miei limiti di capacità. Ci sono diversi punti che puoi migliorare, e credo anche che ne valga la pena perché mi è piaciuta un sacco la scena che hai dedicato alla coppia di Damon/Elena. Inutile dire che il mio amore per Damon, per un Damon tra l’altro reso così bene, mi ha fatto esultare.
Ho trovato il finale sensuale, coinvolgente sia dal punto di vista emotivo sia dal punto di vista scenografico. Il controllo di Damon Salvatore, il quale traspare anche indirettamente attraverso i pensieri di Elena e Stefan, è stato molto sentito, emblematico dire: vorrebbe uccidere Stefan, ma rimane immobile per evitare il gesto inconsulto; non lascerà morire Elena, ma la implora con ogni e azioni e parole di non costringerlo a usare la forza. A modo suo, anche lui si rimette nelle sue mani.
Una cosa che forse non ti ho detto prima è il lato da gentiluomo che lo caratterizza soprattutto nei flashback del telefilm e che tu hai reso anche qui quanto lui dice di non voler alzare le mani su una donna. Ho percepito questo passaggio come “d’altri tempi” e ha reso l’età di questo personaggio che è nato e si è sviluppato soprattutto nel secolo passato.
Aggiungo a questa voce, anche se non influisce sul voto, la giustificazione per i punti bonus, anche se credo che in gran parte la devo aver spiegata lungo la valutazione. Te li aggiudichi appieno perché non solo mostri la lotta di Elena con il suo lato nascente di vampiro ma anche la lotta contro l’amore travolgente che Damon prova per lei e che lei sente sempre di più di ricambiare.
Totale: 39.65+2/50+2 |