"Si può fare". Tralasciando il titolo a personale riferimento di Frankenstein Junior.

Questa serie di aneddotti in una inusuale quanto efficace salsa 'fluff' (pur senza tecnicamente esserlo) ha il comune denominatore che urla 'speranza'.

Raccontati in maniera informale, poco fiction e molto testimonianza personale, ma con quella persona rivolta ai lettori che richiama racconti ottocenteschi.

Essendo un esordio, non è esente da difetti, in questo caso il famigerato html che rende il racconto un blocco unico.
Un peccato, perché la lettura, intesa come ordine di parole, è scorrevole e suggestiva.

E va coraggiosamente controcorrente, in un mondo abituato ad angst e personaggi truci,il voler raccontare di Kuan Yin, di Marianne.
Di personaggi con una così gran positività nell'animo che si stenta a credere nella loro esistenza.
Capaci di commuovere persino la morte, che non è poco.

E' una di quelle favole a cui si sceglie deliberatamente di credere.

Mamma mia! Ma questa è una storia stupenda! Mi piace, sì, mi piace proprio un sacco!
Scrivi davvero in modo eccezionale e l'idea di Marianne è geniale. E' davvero sensazionale l'atmosfera magica che sei riuscita a creare.
Complimenti!
GGC :)

Prima di tutto permettimi di farti  i complimenti per lo stile che hai.
Avevo già letto "Amare a 50 kilometri orari" e ne ero rimasta colpita ma con questa storia mi hai davvero stupita.
Si legge bene, è scorrevole, veloce e scritta egregiamente.
Marianne sembra essere una persona "speciale".
Per il resto..Son senza parole.
Brava!
Baci.
Laura
(Recensione modificata il 09/08/2012 - 07:30 pm)

Ok, tu puoi anche non crederci ma.... Ho i brividi! Ti giuro su quello che vuoi che mi sono venuti i brividi! La tua storia è ...è ... È oro puro, dannazione! Ho letto davvero poche storie come la tua! Scrivi benissimo davvero, vorrei tanto saper scrivere come te! Brava :D vado a leggere qualche altra tua storia, baci,
Ely

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Mi riesce difficile mettere in fila tutte le cose che devo dire.
Allora, innanzitutto complimenti, lo stile è potente e degno di una scrittrice consumata: vagamente ottocentesco per il punto di vista interno e per gli interventi del narratore, conserva tuttavia una grande modernità nel modo di trasportare il lettore, con dei periodi costruiti in modo leggero ma convinto. Tutto per dire che il racconto fila via che è un piacere, pur essendo bello pieno in poche righe.
Il tema che tratti poi è difficile, soprattutto in una one-shot. Riuscire a parlare del "bene assoluto" senza risultare qualunquisti è prerogativa di un grande soggetto, che sta stretto in poche righe. Infatti la storia finisce precocemente, perché fai nascere il bisogno di sapere sapere sapere da dove arriva questa bontà, quali sono i segreti della signora etc etc. Ma la genialità è nel non mostrarli, perché non ce ne sono.
Lasciando il lettore con questa sensazione di sua sospensione, di incompiutezza - a contrasto di Marianne, che è un personaggio compiuto - lo spingi ad interrogarsi, ad andare oltre la parola scritta. E questo è uno dei meriti più grandi che la parola scritta possa avere.
Veramente bello, veramente brava. Questa storia meriterebbe una collocazione in una raccolta più ampia, giusto per godersi a fondo la tua scrittura.

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Davvero un bel racconto, non mi stupisce che tu ci abbia vinto un premio! :)
Io, purtroppo, persone come marianne, o semplicemente veramente buone, non ne ho mai conosciute ... ma di certo non mi posso lamentare di questo quando sono io la prima egoista è.é
Il mito cinese non lo conoscevo e devo dire che mi è piaciuto davvero parecchio!
Per quanto riguarda marianne invece posso solo dire che mi ha fatto tenerezza anche solo immaginarla!
Sarebbe splendido ricevere un sogno da lei xD
Il finale con la morte è splendido **
Questa stori mi è piaciuta davvero parecchio! Complimenti ^^

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