Recensioni per
Atto di dolore
di Impossible Prince

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
30/12/12, ore 22:41
Cap. 5:

Dopo una lunga pausa ho deciso di finire di recensire la tua storia. Parto dicendo che questo capitolo di svolta mi piace molto sia per come hai affrontato gli argomenti trattati sia per la prosa elastica che hai utilizzato. Il preambolo iniziale era di certo obbligatorio da parte tua, ma devo dire che leggendolo sembre scritto abbastanza sbrigativamente e appare un po' spoglio e magro.
Si era finalmente aperto con me, e anche io lo feci. Gli dissi di avere delle paure, grandi paure, rispetto ai miei clienti e che volevo che lui mi insegnasse qualcosa sull’auto-difesa e anche sull’uso di armi da fuoco.
Detto fatto.

Questo passaggio mi è piaciuto e ho apprezzato anche il citare quel particolare del "chicco di caffè tra le labbra". Una vera chiccheria, insomma!
Dopodiché si può dire che inizia il capitolo vero e proprio. Già da come introduci la situazione si comincia ad assaporare il sentore di un disastro cosa che divente pian piano più palpabile. Penso che si raggiunga il culmine con la minuziosa descrizione che fai dello squallore del quartiere dove il ragazzo la porta. Di lì in poi sequenze narrative che si alternano una dopo l'altra contando un breve paragrafo incentrato particolarmente sulla protagonista (dove fai riferimento all'Ave Maria). Che dirti? Sei brava a descrivere questo genere di scene: scrivi tutto, ma proprio TUTTO, ma senza suscitare disgusto nel lettore. Probabile che sia dovuto all'evitare di nominare il sangue, cosa che effettivamente avrebbe reso la scena senza dubbio più macabra e sinistra.
Concludo citando una delle tue ultime frasi che mi ha colpito molto per la sua crudezza, ma al tempo stesso essendo scritta con una prosa così lineare, rileggendola dopo un po', appare quasi 'divertente'. O sono io che godo per questo genere di cose (?)
Lo feci cadere per terra posizionando la sua testa fra lo stipite e la porta che poi gli feci sbattere contro una, due, cinque, sette, dieci volte. Fino a quando smise di piangere.
YY

Recensore Junior
26/11/12, ore 20:27

Oh-oh! Lo sapevo, lo sapevo! Quel tipo non me la raccontava giusta dall'inizio! Secondo me si scopre che la picchia, che la malmena... e lei lo uccide!
Calma, calma. Andiamo per ordine. Questo capitolo mi sento di poterlo definire quasi un capitolo "sobrio" ossia dove non accadono eventi di grande importanza, almeno fino a poche righe dalla fine ov'è un inaspettabile preannuncio del colpo di scena di quello successivo.
Mi ha davvero divertito la parte in cui la felice coppietta, ben affondata nel crimine e tutto il resto, sembra quasi infiltrarsi tra le fila della gente coi soldoni dalle tante chiacchiere tutte futili. Fa proprio riflettere il fatto che questa gente snob non riesca per niente ad accorgersi che le loro macchine di lusso, gioielli, vengono da fonti non proprio pulite. Eppure hanno tutta quella puzza sotto al naso!

Lui mi raccontava e imitava in maniera sarcastica e goffa quello che si dicevano, gesticolando, agitando il sigaro. Tutte discussioni politiche fra un Bacardi e altro rum pregiato.
Quando lui mi chiedeva cosa dicevano le mie amiche ero solita anche io a fare imitazioni piuttosto cattive su quelle magre


Mi chiedo perchè faceva solo l'imitazione di quelle magre... forse quelle grasse le stavano più simpatiche?
Ora veniamo al punto cruciale di questo capitolo: lì dove lei scopre che lui è un ladro d’auto a servizio della Mafia, forse formata dalle stesse persone che ci invitavano a quelle cene eleganti.. Ed è tra queste frasi che nel caso in cui avessi avuto qualcosa in bocca l'avrei sputata scoccata. Anche se poi me lo sentivo, lo avvertivo che non sarebbe potuto essere sempre rose e fiori. La vita non lo è mai, immaginiamo la vita dei personaggi di un racconto del genere...

Ma la felicità dura poco.
Fu così che cinque anni dopo mi ritrovai chiusa in un bagno. Seduta contro il muro con una pistola in mano, ansimando e pregando Maria, la mia Santa Protettrice.
Mi sentii sola, per la prima volta dopo anni. Il fuoco e la luce si erano inesorabilmente spenti.


E' questo tua andare avanti e indietro col tempo che fa perdere il lettore, ma allo stesso tempo affascina e strega, sarebbe meglio definirlo con "ammalia".
YY

Recensore Junior
26/11/12, ore 19:41

Carino anche questo capitolo, è interessante poi come hai deciso di sviluppare la vicenda in seguito a quella terribile sera. Sinceramente se mi fossi trovata in un caso simile davvero non sarei riuscita in alcun modo a risollevarmi. A loro invece è andata più che bene, invece. Si sono pappati felicemente le "gentili donazioni elargite dalla Chiesa", e con ciò che ne è avanzato hanno cercato di cambiare vita. Il minimo che si dovrebbe fare dopo aver vissuto un'esperienza simile. Mi piace molto il modo con cui hai alleggerito l'atmosfera cambiando la località, allontanando il più possibile dal Bel Paese i protagonisti, e persino dando loro un ceto medio alto possiamo quasi dire..

Noi potevamo permettercelo perché… beh, qualche anno prima ci fu una strage che portò alla decapitazione dei cinque figli, l’impiccagione della moglie e lo squartamento del marito; come se non bastasse i criminali riempirono la piscina di benzina e gli diedero fuoco, sorte simile capitata anche al prato bruciato in certe zone facendo disegnare delle piccole croci.
I veri colpevoli non si scoprirono mai anche se le autorità hanno sempre sospettato sia Mafia sia dei Ku Klux Klan.
Fu così che con 300 dollari riuscivamo a portarci a casa l’affitto per due mesi, mica male no?


specie in questa descrizione di come si siano potuti permettere la villetta, sfiori quasi il ridicolo. Il che è solo un bene.
Anche se verso la fine del capitolo l'atmosfera torna a farsi pesante specie con l'ultima frase con cui chiudi

Perché se ci sono precetti che mi sono chiari è che a Dio non puoi mentire; e se ai suoi occhi sono una cattiva ragazza lo sono sempre stata e sempre lo sarò. Perché continuare a mentire allora?

che è davvero forte e rende il circolo della prostituzione un ciclo vizioso da cui non si può sfuggire.
YY

Recensore Junior
26/11/12, ore 18:43

Bello anche questo secondo capitolo, ben scritto anche se ho notato quegli errori qui e là probabilmente dovuti alla battitura... L'episodio che racconti è avvincente e ben strutturato, con numerosi particolari diciamo alquanto macabri come Don Cristoforo era noto per la sua tendenza ad alzare costantemente il gomito. La sua bevanda preferita era “Sangue pomposo africano”, ovvero una miscela di vodka con altri alcolici, una vera e propria porcata, non era un caso quindi che spesso interrompeva le messe perché stava male, come lui diceva “influenza intestinale”. che veramente è una frase che fa riflettere su quante volte i preti si scusino e si assentino con queste parole innocenti, quando in realtà... Per fortuna che ho smesso di andare in chiesa parecchio tempo fa, altrimenti mi ci avresti convinto tu con tutte queste meravigliose perle *inserire sarcasmo qui*

La mia unica domanda è come questo episodio si colleghi al precedente, sarà che li ho letti non proprio di seguito... ma ho perso del tutto il filo del discorso..
YY

Recensore Junior
11/11/12, ore 15:46
Cap. 1:

E' una storia interessante a quanto prospetta questo primo capitolo. L'inizio è accattivante e questo gettare numerosi particolari così senza dare spiegazione alcuna fa nascere il desidero di continuare a leggere per trovare delle risposte.
Comunque sia tu hai catturato la mia attenzione già col solo inserire i testi delle preghiere, persino poi in latino cosa che sinceramente apprezzo moltissimo specie in una storia con una trama simile. Poi mi ha colpito anche l'ambientare la scena all'interno di una chiesa che hai descritto a metà tra un luogo di redenzione e un luogo di fiamme eterne. Specie queste frasi qui che mi hanno proprio fanno venire il dubbio se la chiesa così come la vediamo la domenica a messe, "accogliente", non sia che una mera illusione.
La chiesa era umida e fredda, un posto tutt’altro che accogliente come vorrebbe invece apparire. Mi guardai attorno, i volti degli affreschi ai muri sembravano minacciosi quando venivano illuminati dalle saette all’esterno che si facevano sempre più frequenti, e fu così che Gesù crocefisso assumeva i connotati di Satana e la Madonna addolorata sembrava ridere della sorte del proprio figlio.
E poi mi è piaciuta anche la piega che, sfocia quasi nel marcio, della conversazione col prete. Quando lei dice "Mi dica Padre, è ancora ossessionato dalle bambine?". Trovo che sia una scelta centratissima anche perchè è ormai risaputo quanti siano numerosi i preti pedofili.
YY