Recensioni per
Awake me not
di Yoko Hogawa

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
14/11/16, ore 01:38
Cap. 1:

Aiuto...è facile rendere tristi delle fanfiction facendo in modo che uno dei due si prenda una malattia (di solito cancro) e descrivere come la cosa man mano va a degenerare, ma una malattia psicologica, una cosa delicata, rara ed astratta come le allucinazioni non è facile.
Ti dico, ho già letto un paio fanfiction Johnlock dove uno dei due moriva e, per carità, erano scritte bene e mi hanno resa triste, ma questa...mi ha fatto piangere cuore e mente allo stesso tempo.
Non studio scienze ma mi affascinano molto le malattie mentali e vedere come hai voluto descrivere questo tipo di allucinazione, veramente esistente, è stato impressionante.
Su wikipedia puoi leggere come è una malattia mentale oggettivamente, ma leggere qui la sofferenza di chi è diventato 'fisicamente' l'allucinazione è impressionante.
Sherlock che piange. Sherlock che piange. In molte ff non lo avrei accettato, ma qui... qui davvero non poteva succedere nient'altro di meglio.

Spero che, per il mio cuore sofferente, vorrai scrivrere un finale alternativo, e con ciò intendo un vero happy ending.
Però, ehi, un lieto fine in una storia così dolorosa forse sarebbe fuori luogo o semplicemente rovinerebbe tutto il sentimento che hai voluto trascrivere a parole.

Se mai vorrai scrivere un finale alternativo dimmelo, o semplicemente raccontami come sarebbe.

Alla prossima ♡

Recensore Junior
30/12/14, ore 17:39
Cap. 1:

"Angst a palate, lacrime a secchiate" sarà il mio nuovo motto. Non ho nemmeno la forza di scrivere qualcosa di sensato o logico, sto malissimo. Il mio povero cuore non poteva reggere pure questo ed avrei dovuto saperlo! Ma ormai io e l'angst siamo una otp inossidabile, quindi affari miei.
John, il mio John. Dio, perché.
E Sherlock, oh Sherlock, cazzo se lo amava.
L'amore è così tangibile, naturale e bellissimo tra di loro che fa male...ed è un male reale, talmente reale che rischio di impazzire pure io ora.
Sei fenomenale come scrittrice, lo dico con tutto il cuore (ormai a pezzettini, ma hai capito dove voglio arrivare). Leggerò sicuramente qualcos'altro di tuo.
Grazie per avermi distrutto l'anima.

Nuovo recensore
24/11/14, ore 22:06
Cap. 1:

Non ho mai lasciato recensioni. Mai. Ma c'è sempre un prima volta, e questa è la mia.
Per definire questa storia l'aggettivo più corretto è forse...devastante. Ho notato che l'hanno già scritto, ma proprio non riesco a definirla altrimenti.
Sono una persona piuttosto fredda e razionale, ma qui le lacrime hanno preso la loro strada rigando il mio viso.
Questa storia è devastante perché è scritta benissimo.
Questa storia è devastante perché è curata nei minimi particolari
Questa storia è devastante perché la caratterizzazione dei personaggi è pressoché perfetta (non ho trovato Sherlock così OOC come tu hai detto)
E soprattutto, questa storia è devastante perché fino all'ultimo ti lascia la speranza che possa concludersi, se non bene, almeno non troppo male, e lo so, lo so che ci sono le note apposta, ma sai com'è, dopotutto, la speranza è l'ultima a morire, e invece ti distrugge. Ti annienta.
Mi sono ritrovata a parlare da sola davanti allo schermo...
Oh, ovviamente ho letto anche la precedente, e anche quella non fa eccezioni, anche lì sono rimasta rapita da tutta la vicenda credendoci fino a quando...
...
Insomma, complimenti.

Recensore Junior
18/10/14, ore 20:55
Cap. 1:

Trovo questa storia incredibile per una serie infinita di motivi che riassumerò per evitare di scrivere un libro. Parto dal fatto che la cura nella stesura del testo è ammirevole, linguaggio scorrevole, termini ricercati, un uso perfetto della punteggiatura. Sei riuscita a far trasparire le emozioni di Sherlock e John, in modo semplice. Si riesce però a sentire la profondità dei sentimenti n la disperazione di entrambi i personaggi. Trovo sia lodevole anche l'impegno nella ricerca di informazioni riguardanti la psicologia, la medicina e quanto ne riguardi. La trama è splendida, originale, sconvolgente. Costringere il lettore, cioè una povera plebea come me, a sbrogliare un intrigo, a dover capire che Sherlock non è lui dopo averci convinti del contrario. È puro ingegno! Tratti di argomenti difficili e carichi di importanza come i problemi psichici e la morte in modo sublime, facendo capire come funziona e dando la possibilità di vedere il 'malato' che è John come una persona sofferente ma consapevole. E poi c'è amore, così tanto che straripa dalle righe. Amicizia, affetto, fratellanza. E poi c'è l'amore di John e Sherlock che è disarmante, così incredibilmente intenso da distruggerli entrambi. Eppur John decide di continuare a soffrire perché questo è l'unico modo che ha per ricordare Sherlock, per amarlo ancora. C'è la totale devozione che hanno l'uno per l'altro. Sei riuscita a trattenerci tutti col fiato sospeso fino all'ultima riga, a sperare nella guarigione di John. Forse il messaggio era questo, certi amori non hanno un lieto fine ma sono degni di essere vissuti nonostante tutto ( probabilmente sbaglio, non ho le tue capacità intellettive). Non c'è un vissero per sempre felici e contenti, è un ritratto duro e crudo della verità ma per questo è ancora più schiacciante. Ti ammiro e ti ringrazio, davvero, per aver condiviso tutto questo e mi scuso per la recensione orribile e per probabilmente aver frainteso tutto. ale

Recensore Master
22/07/14, ore 16:33
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
(Recensione ad “Awake me not” di Yoko Hogawa)
Segnalo questa storia per l’inserimento tra le “Scelte” in quanto presenta indubbi requisiti letterari di alta qualità e creatività.
S’impone subito, per esempio, nelle prime righe, l’accuratezza con cui l’autrice crea la giusta scenografia agli eventi, già dalla panoramica sulle varie testate giornalistiche che riportano la notizia di uno Sherlock scagionato e riabilitato . Trattandosi di un “contorno” rispetto alle vicende, non era certo necessario l’impegno alla precisione cronachistica con cui viene delineata l’atmosfera trionfante della carta stampata nei confronti del “risorto” Sh. ma, sicuramente, negli intenti di chi ha costruito la narrazione, c’era il desiderio di far entrare immediatamente il lettore nelle vicende in modo realistico e credibile, cominciando da subito a raccontarle in modo rispettoso dell’intelligenza di chi legge. La stessa accuratezza emerge, altro esempio, nella strutturazione della sindrome di cui soffre il nostro John: vengono usate citazioni scientifiche di effettiva verità e, dunque, meravigliosa naturalezza narrativa . Non trattandosi, infatti, di un testo estetico o fantastico, non si è tralasciata l’esigenza di far sentire il lettore (e fan!!) dentro le scene, argomentando con esattezza per rafforzare la credibilità di ciò che si presenta.
L’autrice accompagna così, noi, poveri illusi di un lieto fine (!!!), dentro il dramma di due vite raccontato con sensibilità e ottime strategie narrative e stilistiche (bellissime le frasi in corsivo che esprimono i pensieri di attonito dolore di Sh di fronte alle inaspettate reazioni di J.: “ Cosa ci fai qui, John?” “Dimostrami che potrà tornare tutto come prima.” “Torna a casa, John”…). Straziante: il lettore passa dall’interesse per l’argomento avvincente e per lo stile impeccabile alla disperazione più indecente, come se fossimo anche noi parenti o amici di J e Sh. E, non neghiamolo, si piange vergognosamente. Ottima, poi, la tensione narrativa creata attorno al detective quando deve soppesare ogni parola che rivolge al “suo” dottore, attento a non provocare “scoppi” nell’equilibrio precario di una mente in grande sofferenza. Come già ho osservato (e recensito) a proposito di precedenti testi di Yoko Hogawa, una delle grandi capacità che la rende unica ed efficace è l’abilità nello sviluppare, in situazioni diverse dalla fiction televisiva, i caratteri dei personaggi senza stravolgerne l’essenza. Non è semplice far “muovere” uno Sh che è un esempio di umanità contorta e difficile da capire, un vero enigma anche quando dice o fa poco . Ma il sospetto di un riflesso di umanità e di sentimento in lui viene fatto trapelare in modo splendido, (“Dove sei, John? Dove sei?) per poi spingerci verso l’apoteosi finale (“Aspettami, arrivo….Allora avremo tutto il tempo del mondo”).

Nuovo recensore
09/04/14, ore 09:52
Cap. 1:

Affogo in un mare do lacrime e singhiozzi. Alla fine ho dovuto prendermi una pausa prima di continuare perché non vedevo più nulla per le troppe lacrime. Sigh sob.

Recensore Master
15/01/14, ore 18:44
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Devastante. Questo è l’aggettivo più appropriato per descrivere “Awake me not”. Nessun attributo positivo (e, ci tengo a specificarlo, merita tutti quelli reperibili sul dizionario e anche di più) potrebbe definirla meglio. È una storia che (s)travolge e che lascia senza fiato, che fa male – letteralmente – per l’intensità con cui tratta tematiche estremamente delicate (e difficilissime da affrontare) e per quella con cui tratteggia la psicologia e lo stato emotivo dei protagonisti. È una storia a cui, in realtà, è impossibile render giustizia, perché sono così tante le immagini e i momenti che meriterebbero d’essere evidenziati che non si può citarli tutti (ma nemmeno la metà, in realtà) all’interno di una singola recensione. È una storia viva (esattamente come quella che le fa da prequel), che spezza il cuore, una lettura difficile da affrontare e metabolizzare - ma ne vale davvero la pena. Mi auguro che venga inserita tra le scelte perché ritengo che a tutti gli appassionati di questa sezione vada data la possibilità di vivere tutte le emozioni che è in grado di trasmettere – e che ti investono con la forza di un uragano - e che l'autrice, per il magnifico lavoro svolto, meriti questo riconoscimento.

Recensore Master
15/01/14, ore 18:25
Cap. 1:

Quel che posso dirti è che mai, mai ho sofferto così tanto nel leggere una fan fiction (non in Italiano, almeno) e, in generale, che m’è capitato di rado di venir (s)travolta in questo modo da una storia. Ti confesso che leggerla è stato faticoso e che m’ha messo davvero alla prova, emotivamente parlando - anche fisicamente, in realtà, perché mi ha fatto proprio male l’intensità con cui l’ho vissuta -, ma ne è valsa davvero la pena.
È dolorosa, è splendidamente straziante e, anche questa volta, penso che tutti i complimenti di questo mondo non basterebbero a render giustizia al lavoro che hai fatto. Mi hai tenuta incollata allo schermo col batticuore e il magone dalla prima all’ultima riga e, quando sono arrivata alla fine, ero senza fiato. La bellezza di questa storia (di questa serie) e la valanga di emozione che essa racconta – che trasmette – mi hanno sopraffatta e, credimi, avrei voluto lasciarti dei commenti più analitici, perché in ogni scena e in ogni immagine c’è qualcosa che meriterebbe d’esser sottolineato, ma avrei davvero TROPPO da dire e non saprei nemmeno da dove cominciare.
Brava, brava, brava e grazie, di vero cuore.

Recensore Master
22/10/13, ore 22:59
Cap. 1:

Mi sono accorta solo ora di non aver mai lasciato una recensione qui, nonostante io l'abbia letta... eccome se l'ho letta.. Mi ha fatto il cuore in mille pezzi e solo riaprirla mi ha fatto piangere... Ci ho sperato fino all'ultimo e invece... 

Nuovo recensore
18/09/13, ore 12:35
Cap. 1:

Ieri sera una mia amica mi ha passato questa tua storia, consigliandomi di leggerla, giustamente senza prima avvisarmi riguardo a ciò a cui stavo andando incontro.
Mi ha caturata fin da subito, fin dalle prime parole e da quel momento in poi fermarsi mi è stato davvero impossibile. Non che non ci abbia provato... Ho deciso di interrompere la lettura quando ho iniziato ad avere il sentore di quello che sarebbe stato il finale e, sul serio, ho pensato di aver bisogno di un momento per prepararmi psicologicamente!
Sfortuna, che io abbia resistito meno di dieci secondi, prima di rirpendere la lettura, perchè davvero, avevo bisogno di continuare, non potevo aspettare oltre per concluderla!
E mi ha letteralmente spezzata. 
Ero riuscita a trattenere le lacrime fino a quel momento ed essendo io una pesona che non piange praticamente mai, non credevo che infondo avrei avuto problemi di quel genere e invece all'improvviso ho sentito le lacrime rigarmi il volto senza nemmeno che me ne accorgessi.
Ho iniziato a piangere senza rendermene conto.
Ripeto, questa storia mi ha davvero spezzata, eppure rimane una delle più belle che io abbia mai letto.
è triste, dolorosa, ma bellissima.
La situazione in cui si trova John è tragica, bloccato in questa illusione che lui stesso si è creato eppure dalla quale non può uscire...i suoi incontri con Sherlock, i dialoghi che hanno, le parole che si scambiano e la consapevolezza che, anche se John non potrà mai saperlo, quello con cui sta parlando è il suo vero Sherlock, non la copia inesatta che si è creato nella mente, fa male da morire...
E Sherlock poi... I suoi sentimenti, le sue emozioni e i suoi gesti sono descritti in modo impeccabile... è doloroso osservare tutti i suoi incontri di John, vederlo parlare con lui fingendo di essere qualcuno che ormai non esiste più...
E poi, con il bellissimo dialogo che hanno alla fine, ho avuto la certezza che quello che temevo stava per succedere e ne ho avuto la prova definitiva quando Sherlock si arrende, decidendo di consegnargli la chiave.
...E John lo ringrazia...
Ed infine, il frammento di uno dei dialoghi più belli di sempre, uno dei pochi che mi ha davvero colpita nel profondo e che sono sicura mi tornerà alla mente altre mille volte in futuro...
"Ti amo..."
"Lo so. Lo amavo anche io" 
Credo che questo sia il massimo punto di sofferenza, è...lascia senza fiato...
Ripeto, è una storia di una bellezza indescrivibile! Una di quelle che rileggeresti all'infinito, l'ho letta questa notte e già vorrei iniziarla da capo, nonostante tutto...
Ti faccio mille complimenti, davvero! è una soria meravigliosa, scritta in modo impeccabile e che mi ha toccata nel profondo!
Un bacio, 
con affetto, 
Becki

Recensore Junior
16/07/13, ore 15:55
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Awake me not merita assolutamente di finire fra le storie "scelte" perchè chiunque abbia la passione per Sherlock deve avere la possibilità di reperirla facilmente e leggerla. Non è una storia facile, anzi è una di quelle che quasi ti fanno pentire di averle iniziate perché, sul momento, fa incredibilmente male. Proprio per questo è una storia che lascia il segno e fa riflettere. Affronta dei temi molto delicati e sarebbe significativa anche fuori dal contesto di un particolare "fandom" (che ovviamente è un grande valore aggiunto!). L'autrice scrive in maniera straordinaria e magnetica, una volta iniziato a leggere non riesci a smettere.
Queste sono le mie motivazioni, sono stata breve perchè c'è veramente poco da aggiungere a questo capolavoro. Grazie ancora una volta Yoko per avermi fatta emozionare tanto da svuotarmi completamente
Naiko
(Recensione modificata il 16/07/2013 - 04:27 pm)

Recensore Junior
14/03/13, ore 13:45
Cap. 1:

Awake me not è l'indivisibile (per me tassativamente inscindibile, sappilo!) seconda parte di “Hush. Whisper low”, perfetta nella sua straziante compiutezza. E io non ho potuto fare altro che sperare fino all'ultimo in un lieto fine, che non c'è stato, e poi annuire addolorata quando mi è diventato ovvio che era tragicamente corretto (e realistico) che la vicenda terminasse così.
Non tutto ciò che è ormai fatto si può disfare... e la mente umana è estremamente complessa e fragile.
(Già, non farò un'analisi della trama neanche questa volta, perché entrare nel dettaglio mi fa sentire masochista, dato che ho adorato la fine esattamente quanto ogni singola parola che la precede...)
La tua abilità nel creare questa serie è stata encomiabile. L'ho amata e la ricorderò sempre.
Grazie davvero per averla condivisa.

Recensore Junior
08/03/13, ore 21:49
Cap. 1:

Io una volta avevo un cuore, adesso penso sia andato in pezzi per tutta la stanza. Mi hai suggestionato tanto, che adesso prego che Gatiss e Moffat non ci facciano scherzi del genere. Ovvio che non sarà così la terza serie, però non riesco a non temerlo, è stupido, lo so. Ma raramente ho letto cose che mi toccassero tanto.
Fin da quando ho iniziato a leggere avevo il presentimento che non si sarebbe risolto tutto in un lieto fine. Speravo in un qualche miracolo ingiustificato e al tempo stesso sapevo che non poteva succedere niente del genere.
A me piacciono le vere storie romantiche, quelle tragiche, in cui uno dei due inevitabilmente muore. Qua la sofferenza è stata doppia, perché ognuno dei due è sopravvissuto all'altro, a turno: prima John, che ha visto il finto suicidio di Sherlock e l'ha creduto morto, e poi Sherlock, che ha visto il declino dell'amico ormai incpace di distinguere realtà e immaginazione. Quei "torna a casa" di Sherlock, che richiamano i "torna da me" di Cecilia in Espiazione (non so se hai mai letto il libro\visto il film, o se la citazione" è stata del tutto casuale).
Il finale è a dir poco straziante. "Ti amo" "Lo so. Lo amavo anch'io". Ci hai lasciato quello spiragio di speranza quando John chiede a Sherlock se è reale, come se lo credesse davvero. E poi tutti rimorsi e i rimpianti di ciò che avrebbero potuto vivere insieme, le fantasie sulla vita mai vissuta. Raramente ho pianto tanto per qualche storia, nonstante sia una che si commuove facilmente. Non è triste solo perché sono loro due, è bella perché è scritta con cura, attenzione, non corre (e lo si vede anche dalla lunghezza). Mi fa venire voglia di tornare a leggerla, anche se so che ogni volta mi sentirò uno straccio, a fine lettura.
Se qualcuno trova un paio di occhi, potrebbero essere i miei. Li ho persi a forza di piangere.
(Recensione modificata il 11/03/2013 - 09:41 pm)

Recensore Veterano
21/12/12, ore 16:05
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Finisco sempre pe leggere di notte,ma ieri non ce l'ho fatta a rencensire. Proprio no. Ero totalmente annientata da quello che ho letto e non riuscivo ad articolare frasi di senso compiuto. Ti saresti meramente dovuta accontentare di un bel "Capolavoro" a caratteri cubitali e stop. Ma quattre parole voglio dirtele,tanto per aggiungermi ai recensori-vitime-di-questo-splendore.

Pensavo di aver sperimentato del forte angst in "Hush. Whisper Low",che mi aveva tolto il respiro per l'amara sorpresa di scoprire che Sherlock era tutta un'allucinazione di John. Tutto sommato quello che hai descritto riguardo il povero John è prassi per me che sono avvezza alle Post-Reichenbach,ma era comuqnue una prassi studiata nei dettagli e perfetta.
Ma questa. Questa Shot è un'altra cosa.
Innanzitutto la difficoltà di raccontare attraverso il POV di Sherlock,immedesimarsi nel suo dolore cinico,nel suo essere sociopatico e sperimentarne la reazione di fronte allo stato di John. O almeno immaginarlo. E' una continua altelana tra il dolore e la rassegnazione che indugia ogni qual volta che si presenta,perché DEVE esserci un'altra scelta. Una scelta che Sherlock non aveva quando si è buttato,e che nemmeno John trova. Ormai non rimane più nulla di loro come erano un tempo,quando Sherlock era il sociopatico iperattivo e consulente investigativo e John il paziente e medico militare. Cervello e Cuore. Adesso quando si guardano negli occhi uno dei due non riconosce l'altro,non completamente. La sua mente si rifiuta di tornare indietro,perché farebbe troppo male. La mente di Sherlock rifiuta di considerare la possibilità che John possa farla finita,perché non vuole privarsi di lui,non può vivere senza di lui.
La droga,la confusione nella propria mente,la mole di libri di psicologia sparsi per il 221B alla ricerca di una soluzione per riportare le cose come stavamo prima. Niente,è sempre stato invano provare.
Hai curato dettagliatamente le scene tutto raziocinio e logica di Sherlock,e questo è senz'altro un punto a tuo favore. Sei stata immensa.
E poi di fronte all'unica soluzione,quella soluzione che stava lì fin dall'inizio in attesa di fare la sua comparsa. La scena dell'addio,quel "Ti amo" appena sussurato di Sherlock così struggente e la risposta di John "Lo so. Lo amavo anche io",è da censurare per quanto è triste. Non c'è più niente,nulla può tornare come prima e Sherlock non rivedrà mai più il suo John. E John non è capace di tornare ad essere come prima,perché ormai Sherlock è con lui e per sempre. Il suo Sherlock.* Pianto incontrollato *
Quando ho letto della vita di Sherlock e John mi hai un attimo fuorviata. Ametto di aver sperato che John si fosse ripreso,fosse guarito e riconosciuto il vero Sherlock,che avessero vissuto l'intera vita insieme. Altro pianto. Mi sono figurata la scena di John di fronte la lapide di Sherlock,sostiuito il volto e il nome sulla pietra. Angst,angst,angst!

E' stato terribile leggere questa storia,peggio della prima shot.
Mi hai condizionato il modo di vederli nella mia testa,mi hai confuso le idee. Quando li immagino persiste sempre il pensiero,la paura,che Sherlock non sia reale. E che John diventi consapevolmente folle. E che Sherlock torna ma ormai il danno è irreparabile. E alla fine John la fa fnita,e Sherlock lo aiuta nel suo intento.
Non potrò mai scordare questa serie perché queste due One-Shot mi hanno emozionato come poche qua dentro. E merita,merita davvero. Tu meriti moltissimo,tu che hai sicuramente messo anima e corpo nel scriverla.
Non posso che complimentarmi con te.

Anche questa la segnalo per l'inserimento tra le scelte del fandom. Non voglio dire che sei la migliore,perché qua dentro ci sono altre autrici veramente brave ed è interessante come ognuno di noi abbia una propria prospettiva delle vicende che riguardano Sherlock e John e un personale modo di raccontarli,ma sicuramente una delle migliori. Questa storia è un capolavoro. Studiato nei dettagli e che attira il lettore,stordendolo con emozioni troppo forti da essere assimilate tutte assieme ma che conducono a una bellezza magistrale che solo il perfetto uso della lingua può esprimere. No non c'è alcun lieto fine,ma una storia per essere letta non devo assicurare al lettore uno scontato "Vissero tutti felici e contenti" ma la costante speranza in tutta la storia che posso avvenire,per poi svanire.

Grazie.
Sevvina

Nuovo recensore
25/08/12, ore 22:07
Cap. 1:

Beh, questa storia. Non so cosa dire, non ho parole.
Dire che è fantastica è poco. E' perfetta, mi hai distrutto, completamente.
il ''ti amo'' di Sherlock e  ''Lo so. Lo amavo anch'io'' di John mi hanno dato il colpo di grazia. E aperti i rubinetti, non sono più riuscita a richiuderli.
Sapevo che non avrei dovuto leggerla, per l'angst a mille. Ma io sono masochista e l'ho fatto lo stesso. Come si dice spesso, no regrets.
Te l'ho già detto e lo ripeto: Tu sei bravissima. *si inchina*
Ok devo andare a prendere altri fazzoletti, se voglio evitare di bagnare la tastiera.


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