Ehilà, Ev ^^
Ah, scusami, ci ho messo un po’ a rispondere. L’inizio della scuola mi ha ritardato ancora di più.
Ma adesso sono qui! È questo l’importante.
Questo capitolo inizia con una considerazione interessante…
Il fumo. Uno degli argomenti per il quale ho una mia personale opinione.
Che non esporrò mai, almeno non in classe, perché rischierei il linciaggio. Nella mia classe ci sono un paio di persone, una buona fetta, che fumano.
Ed è arrivato da poco il divieto totale di fumare durante le ore di scuola e persino vicino alla struttura.
Puoi immaginare come siano irritate, le mie compagne. Un vespaio.
Io personalmente sono contenta: il fumo delle sigarette non mi è mai piaciuto. È fastidioso, è aspro e insopportabile.
C’è stato un momento – molto breve a dire il vero – in cui ho pensato di provare.
Un po’ per essere come le altre, un po’ perché avevo sentito che bloccano la fame.
Un po’ perché volevo dimostrare coraggio.
Ma mi è passato subito. Ho realizzato che non ne valeva la pena, che non volevo essere come le mie compagne – che si ritroveranno i polmoni rovinati tra breve, che c’erano altri modi meno nocivi per perdere peso. E poi a me piace mangiare.
Non devo dimostrare un accidente a nessuno, anzi, il vero coraggio è stato resistere a quella tentazione.
Le mie compagne fumatrici non capiscono, si lamentano che non è giusto, quel divieto, che loro hanno il diritto di fare ciò che vogliono e agli altri non deve importare se loro fumano.
Sono davvero stupide, non capiscono che quel divieto è una forma di protezione nei loro confronti, per la loro futura salute. Non capiscono che, per quanto esistano leggi e divieti stupidi, quello è una cosa buona. Non lo capiscono, ma io si. Questo mi rincuora.
Tornando alla storia…
Ahi ahi, certo che Axel se le va proprio a cercare! Roxas è livido di rabbia, incazzato nero.
Ricordo di averla provata, una volta o due, una rabbia così devastante.
Tanto da digrignare i denti, infilzarsi il palmo con le unghie. Io di solito mi irrigidisco tutta, contraggo i muscoli fino a diventare una statua di pietra. Lo trovo estremamente spossante e Roxas è già debole di suo…
Spero che Axel smetta di stuzzicarlo fino all’esplosione, rischia solo di farlo spezzare prima.
Io amo Axel, ma se per colpa sua succede qualcosa al biondino ne risponderà a me! *fa mulinare il pugno in aria*
Ah, ora è Axel a incazzarsi. Anche Roxas ha un suo lato stronzo (che non mi dispiace vedere, confesso) e sa il fatto suo. anche se è una mossa assai azzardata. Axel rischia di ridurlo in briciole.
Forse Axel si trova in quella clinica perché non riesce a gestire la rabbia, chissà…
Comunque il ragionamento sulla morte, che Roxas fa quando rischia di essere pestato dal rosso, è curioso. E interessante, a suo modo.
Cioè, di solito la morte non mi piace, ma vista da questa prospettiva – così apatica, e quasi.. no, non fredda, solo indifferente – riesco ad analizzarla senza farmi prendere dallo sconforto, dalla paura o quello che è.
Forse l’anoressia, nel caso specifico di Roxas, è davvero un tentato suicidio. Ma penso che tu lo sappia meglio di me, no?
Ed è una cosa sensata, a pensarci, e anche inquietante. Tutto quel ragionamento del subconscio che lo fa agire in un certo modo piuttosto che farla subito finita… è interessante.
A me ricorda – molto vagamente – l’istinto di sopravvivenza e autoconservazione.
Come se volesse morire ma poi, all’ultimo, tende a ripensarci. Una cosa di questo genere…
Il momento in cui si capisce che si è immaginato le ultime mosse di Axel mi ha lasciata di sasso: cioè, non me l’aspettavo, credevo che fosse vero.
L’effetto di illusione, di mix tra realtà e allucinazione ti è riuscito a meraviglia, davvero. Wow.
Carino è, poi, il paragone della sigaretta, è reso molto bene.
Ah, sembra che quei due abbiamo fatto una tregua: beh, direi che è il caso, visto che dovranno sopportarsi ancora per chissà quanto tempo.
Aww, adoro Hayner! Devo avertelo già detto, penso..
Ma credo che lo ripeterò v.v
Davvero, tu mi hai fatto innamorare di lui. Come carattere, come amico…
Come tutto. Lo adoro, ancora di più quando è al fianco di Roxas. Quei due sembrano fatti per stare l’uno accanto all’altro, ad aiutarsi in situazioni come queste.
Sei tu che mi hai fatto scoprire il loro legame d’amicizia quasi fraterno, ti ringrazio ^^
A volte poi, fa anche la parte del fratello, dell’amico fraterno. Specialmente quando vuole prendere a pugni Axel e si preoccupa per Roxas.
Comunque.. il fatto che Hayner consideri quel posto come una “casa” mi conforta: perché è segno che lui, a differenza di Roxas, sta un po’ meglio. Vive un po’ meglio quella situazione e sta quasi.. bene, diciamo. È qualcosa che si avvicina allo stare bene, alla normalità.
Condivido la sua opinione, riguardo a questo.
E penso anche che il fatto che per Roxas non sia così, che non riesca a trovare un posto che possa definire “casa” peggiora la sua situazione. Lo rende più debole, più facile alla rottura.
Avere un posto in cui stare, in cui tornare, in cui sentirsi a proprio agio è importante.
Ogni volta che pronuncio la parola “casa” sento sulla lingua il sapore dei miei affetti, della mia camera, del mio studio, dei miei momenti preferiti. Penso alla mia casa, al mio giardino. È il mio rifugio, un luogo in cui tornare quando sono stanca e mi sembra di aver visto abbastanza del mondo di fuori. Ho un animo artistico, me l’hai detto tu, ricordi? ^^
Mi piace stare isolata dal mondo, nella mia bolla personale. Mi rilassa, facendomi sentire in pace, al sicuro e libera. Io amo casa mia, nella sua totalità. Anche quando sono fuori, mi tranquillizza sapere che c’è un posto in cui tornare.
Roxas.. non ha tutto questo, io avverto la cosa come un’ulteriore fragilità. Come un’ulteriore fonte di tormento e tristezza, di sofferenza.
Spero che Roxas non raggiunga il suo limite, perché è davvero a rischio.
La scena dell’incubo di Roxy è stata breve, ma incisiva.
Si è formato un nuovo nugolo di domande.
Cosa sta a significare, di preciso, quel sogno? Perché Roxas si vede come un mostro? È quella presenza, l’anoressia, che ha dentro? E quali sono gli altri suoi incubi?
Tante domande, che mi incuriosiscono sempre di più.
La presenza dello specchio mi ricorda la stanza di quel pazzo di Ansem. Riferimento carino ^^
Aww, di nuovo un pezzo su quanto Hayner sia adorabile ( ai miei occhi, almeno. Lo vorrei abbracciare ^^)
Il suo comportamento, consolare Roxas, è qualcosa che mi scalda il cuore. Anche in un posto del genere, dimenticato dagli uomini, c’è spazio per un’amicizia sincera. Anzi, proprio perché sono “tra i pazzi”, il legame è più vero.
Vista dal punto di vista di Hayner, non sembra poi così male, stare lì. Strano, vero?
Questa volta però Roxas non può correre dall’amico.
Io mi chiedo: Axel si accorgerò mai del problema del biondo? E se si, lo aiuterà?
In cuor mio spero in entrambe le risposte affermative.
Chissà… si vedrà.
Ow, il Venerdì. Giorno delicato.
La descrizione di quel giorno, delle visite, delle parole sbagliate, del disagio provato da pazienti e familiari… fa venire i brividi. Da un senso di solitudine, come se ci fossero due mondi ormai separati che non possono più ricongiungersi. Come se le visite fossero inutili, le chiacchiere facessero solo male e sarebbe meglio per tutti che i rapporti esterni siano troncati.
Questo mi comunica.
Hayner non sembra neanche più lui. Scontroso. Sul punto di esplodere, coi nervi a fior di pelle.
Fa quasi paura, specialmente per la sua reazione a tavola, con Roxas (che se le è andate a cercare) e Olette.
Ho apprezzato molto – sul serio – questa parte, dedicata al passato di Hayner.
Mi ha permesso di andare più a fondo, scoprire più cose su di lui. Questo lo ha reso un personaggio più ricco e completo.
La sua storia è trista, da farmi pizzicare gli occhi, ma lascia in bocca un sapore stranamente e lievemente dolce, perché comunque suo padre gli fa visita, di tanto in tanto.
Ci tiene, quel minimo sindacale.
E per lui c’è ancora una speranza.
Anche la situazione di Olette fa sorridere, forse lei è quella più vicina a farcela, in un certo senso.
Roxas… la storia di Roxas, così come il suo non avere una casa, lascia l’amaro in bocca.
Specie quando Vanitas se ne va e non torna più.
Quel fatto.. il non essere più tornato.. rende tutto tragico, Roxas ha fatto un errore e se ne è reso conto troppo tardi. Tutta la vicenda ha il sapore di un lieto fine mancato, mai nato.
In parte sono anche curiosa di sapere come mai Roxas dia a Vanitas la colpa di.. essere finito alla clinica. Che avrà fatto suo cugino per spedirlo laggiù.
Vorrei saperne di più.
L’idea che Roxas non riesca a ingoiare l’orgoglio e chiamare la sua famiglia mi lascia dentro una profonda tristezza…
Mi fa capire quanto sia sciocco fare gli orgogliosi, in certe situazioni. Cosa si rischia di perdere.
Beh, che dirti ancora? Il tuo lavoro è meraviglioso, mi fa provare sempre un sacco di emozioni diverse.
Ti predico un grande futuro come scrittrice, perché non ci sono molte persone dotate quanto te. Davvero, ogni volta mi mandi su di giri, mi scombussoli tutta ^^
Sei un genio fatto e finito, credi a me.
Ah, amo tutto di questo capitolo. Anche le note, specie le note.
Danno l’idea di un contatto vivo con te. Si, mi piacciono proprio v.v
Ora devo scappare, mi dispiace di non poter chiacchierare oltre.
A presto!
Kiss
Rae |