Ciao, ho letto il prologo della tua storia e mi ha incuriosita, anche per la buona grammatica e lo stile semplice e scorrevole con cui è scritto. Nonostante questo, sento il bisogno di farti un paio di appunti.
Per prima cosa, la tua decisione (o semplice speranza?) di provare a far pubblicare la tua storia sottoforma di libro. Se questa era la tua intenzione fin da quando hai cominciato a scriverla, credo faresti meglio a svilupparla direttamente come una originale: se inserisci troppi dettagli legati ai Fandom che hai menzionato nell'introduzione, più avanti potrebbe diventare difficile far diventare la storia autonoma e in grado di reggersi in piedi senza il supporto di ambientazioni e personaggi altrui. Inoltre, se l'usare elementi già presenti in così tante opere diverse è perfettamente giustificato in una fanfic (beh, in una fanfic scritta in modo coerente e con una trama più solida di "sarebbe una figata se Harry e Hermione e Jesse e Leslie diventassero i nuovi Re e Regine di Narnia", ovvio), in un libro c'è il serio rischio che il lettore percepisca la storia come banale e stereotipata. I cambiamenti che il racconto dovrebbe subire per evitare questo effetto sarebbero molto più pesanti di uno svogliato "ecco, qui trasformo il Mantello dell'Invisibilità in una Cappa della Non-Visione".
Andando a parlare del contenuto della storia, invece, ho già detto che la grammatica è molto buona e lo stile mi piace. Gli unici problemi sono la mancanza di alcune virgole
("Beh cari miei", ad esempio, dovrebbe essere "Beh, cari miei": so che molto probabilmente sono solo piccoli errori di distrazione, ma ti assicuro che su questo sito molta gente non ha la più pallida idea di come usare le virgole) e alcuni errori nell'uso dei tempi verbali.
"[...] suo padre e sua madre avevano iniziato a urlare, poi suo padre uscì e non tornò più". Questa frase, per esempio, suonerebbe meglio così: "suo padre e sua madre avevano iniziato a urlare, poi suo padre era uscito e non era più tornato". O così: "suo padre e sua madre avevano iniziato a urlare, poi suo padre era uscito. Non tornò più".
A parte questo, ti consiglio caldamente di non scrivere i numeri in cifre e di usare il corsivo al posto del maiuscolo per far risaltare una parola o una frase. L'effetto visivo è più elegante e, in un certo senso, più professionale: gli unici libri in cui trovo questo uso del maiuscolo appropriato sono quelli di Terry Pratchett che, giusto per darti un'idea, usa questa tecnica prevalentemente per rendere l'effetto sonoro delle parole di una manifestazione della Morte le cui parole suonano (citando senza i libri sottomano) "come una pietra su cui sono scritte solo due cose: una data e un nome".
Ci sono anche un paio di frasi che non mi convincono:
"[...] sua sorellina Rory": qui avresti dovuto scrivere "la sua sorellina Rory" oppure "sua sorella Rory".
"[...] o con la moglie di papà, e quindi Rory": a meno che la sorella minorenne del protagonista e suo padre abbiano una relazione incestuosa, dovrebbe essere "e quindi con Rory".
"[...] Jeremy sempre, avvolte troppo": se Jeremy non si è sdoppiato e non ha cambiato sesso, l'espressione giusta è "a volte". "Avvolte" viene da "avvolgere", e non penso sia la parola giusta, in questa situazione.
"Parli del diavolo e ne spuntano le corna": il proverbio è "parli del diavolo e spuntano le corna", quindi il "ne" non è necessario.
Il modo in cui hai introdotto il protagonista e i suoi amici mi piace, è semplice ma dà una buona idea delle loro personalità. Mary Ann, invece, mi ha convinta di meno: la descrizione del suo rapporto con gli altri personaggi suona un po' come un infodump, e avresti ottenuto un effetto migliore se avessi distribuito queste informazioni nel testo, magari in una scena in cui Mary Ann ha un ruolo più rilevante. Così, mi sono ritrovata a chiedermi: "Sì, okay, ma perché ne stiamo parlando proprio ora?".
Riguardo alla trama, è ancora troppo presto per giudicare, anche perché questo capitolo è essenzialmente un'introduzione (piuttosto corta, per di più) in cui non succede nulla di rilevante. L'ambientazione iniziale, però, mi sembra abbastanza banale: l'high school americana con i ragazzini divisi in ricchi e poveri, la reginetta della scuola che tratta a pesci in faccia i protagonisti senza alcuna ragione logica (e, anzi, all'inizio era la migliore amica di una dei tre, il che rende il suo comportamento ancora più insensato) ed è sempre seguita dall'obbligatorio stormo di ochette adoranti, lo scontato protagonista sfigato-ma-non-troppo che è bello e ricco ma se ne frega e ha un sacco di problemi legati alla sua famiglia. Non sto dicendo che questi elementi rendano la tua storia troppo banale (come ho già detto, è troppo presto per stabilirlo), ma che dovresti stare molto attenta nel gestirli.
Il prologo iniziale mi ha lasciata indifferente. L'idea di un antagonista brutto e cattivo che scatena un casino di dimensioni terribili "for the evil" e per "distruggere tutto quello che restava della felicità e dell'amore" è un cliché abbastanza ridicolo, a meno che tu non abbia creato un essere sovrannaturale che ama per sua natura il caos, come i trickster di varie mitologie o certe creature fatate del folklore nordeuropeo. In questo caso, però, considera che questi esseri leggendari hanno spesso e volentieri anche lati più benigni, e che talvolta sono loro stessi a trovare il rimedio per il caos che hanno scatenato: non sono creature puramente malvage.
Spero di non averti offesa in alcun modo con la mia critica, perché non è questo il mio intento, ma soprattutto spero che i miei consigli ti siano utili.
(Recensione modificata il 19/07/2012 - 09:01 pm) |
