Recensioni per
la soffitta
di parveth

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
07/08/12, ore 00:17
Cap. 1:

Per poter dare una mia interpretazione personale alla storia devo per forza di cose fingere di farmi invitare a casa della zia Monica per un té, dopo avermi fatto raccontare per filo e per segno la vicenda dal punto di vista della protagonista (il racconto), indi, fare un piccolo colloquio immaginario a quattrocchi con la Zia:

"Una storia incredibile, signora Monica, non c'é che dire.
A tal proposito, se mi permette, vorrei esporre una mia teoria a riguardo.
Credo che questa fantomatica entità maligna conosciuta come "uomo nero" sia in realtà legata a quella stessa soffitta.
Conosco di luoghi magici in grado di materializzare l'inconscio di chi vi si addentra. Lo stesso tipo di luoghi che pare venisse usato dai druidi per riti di iniziazione.
Mettiamo il caso quella soffitta nasconda, diciamo, uno di questi "luoghi".
Potremmo ipotizzare che questo "uomo nero" non sia un vero e proprio mostro, ma la materializzazione della sua paura (nonché quella di sua nipote), e che l'esorcizzarla tramite un disegno o un racconto facciano parte del "rito di crescita", un pò come una tradizione che si tramanda.
Ma lasciamo da parte questa ipotesi.
Comunque sia, il fatto che il "mostro" non fosse stato esorcizzato a dovere, a mio parere il problema non risiede in un disegno o un racconto, puramente simbolici.
Quella creatura, ipotizzo, era stata regolarmente esorcizzata, perché lei ne era convinta.
Ma se da bambini è tutto più semplice, da adulti "ci corrompiamo", e il nostro cuore si riempe di dubbi e paure represse.
Probabilmente crescendo e diventando adulta, in cuor suo aveva cominciato a nutrire dei dubbi sulla morte dell'Uomo Nero, e con esso delle paure. Paure dimostrate dal suo divieto verso la nipote di recarsi in soffitta. Lei in cuor suo nutriva la paura che il mostro sarebbe tornato, paradossalmente, credo sia stata la sua stessa paura a farlo tornare, ed è qua che mi riallaccio alla mia ipotesi precedente - la materializzazione della paura".
Dopotutto nel racconto di sua nipote non ho ravisato casi concreti di uccisioni o delitti... o forse sì?
Non importa, l'importante è che il mostro sia stato esorcizzato, credo che fintanto che nessuno avrà paura di lui, esso non tornerà. E comunque in caso potete sempre tramandare il metodo per poterlo affrontare.
Accolga le mie parole col beneficio del dubbio, è solo una mia interpretazione.
Spero di non averla tediata troppo, signora. Solo un'altra tazza di té, prima di andar via".

Recensore Junior
23/07/12, ore 13:42
Cap. 1:

Ha delle potenzialità ma non emergono a causa di una serie di difetti che affliggono il racconto.
La storia è molto inguenua, sembra scritta di fretta. Viene da chiedersi perchè la zia continui a vivere in quella casa infestata, o perchè, se la creatura ha potere soltanto sui bambini, ci inviti la nipotina. Se il personaggio principale può essere credibile vista la sua giovane età, il comportamento della donna adulta risulta molto improbabile.
Ti consiglio di rivedere l'impaginazione, usando caratteri così grandi quando stacchi il testo per suddividerlo in paragrafi non lo si nota, sembrando un semplice capoverso. E questo comporta il tanto odiato "effetto mattone".
 A volte le lettere non sono accentate, nelle altre lo sostituisci con l'apostrofo. L'uso della punteggiatura è presente ma mal dosato. Ricorri spesso alle virgole quando potresti mettere un bel punto ed iniziare una nuova frase, se tu provassi a leggere ad alta voce quel che hai scritto rimarresti in fretta senza fiato.
A causa della trama debole il consiglio di rivolgerti ad un revisore testi per eliminare gli errori più gravi è buono per le tue storie future, questa pur uscendone "impeccabile" dal punto di vista grammaticale rimarrebbe tarata nelle fondamenta.
Riprova, si migliora sbagliando e imparando a non farlo più (=

Recensore Junior
23/07/12, ore 12:55
Cap. 1:

Sai che mi piace come scrivi? La storia è una cavolata, ma non lo dico con cattiveria. Il modo in cui si sviluppa è abbastanza scontato e sbrigativo e non capisco perché un disegno non dovrebbe conservarsi nel tempo. Al di là di questo ho trovato il tuo modo di scrivere molto più fluido e gradevole e scorrevole di quello di chiunque altro qui. Se scrivessi altre storie ne sarei interessato.