Salve, Dearly Beloved!
Io... non ho parole, sul serio. Devi sapere che la TsuStar è la mia otp assoluta in Soul Eater – supera persino la SoMa, il che è tutto da dire – ed è davvero un gran peccato che per la maggior parte delle volte le sia attribuito solo il ruolo di side pairing. Ma non è di questo che stiamo parlando, bensì di come il mio povero cuoricino sia stato elegantemente ridotto in tanti, minuscoli frammenti di disperazione.
Allora, da dove posso cominciare?
Lo scenario è meraviglioso e malinconico, l'oceano un'infinita distesa azzurra che sa di libertà e nostalgia; già dalle prime righe possiamo avvertire queste sensazioni di tristezza e rassegnazione che si protraggono per tutto il testo fino alla frase finale in un climax ascendente che, onestamente, mi ha davvero commosso.
Anche se introdotta grazie ai flashback rievocati da Tsubaki, la presenza di Black*Star è palpabile in tutto il testo; in particolare, ho amato questa frase: "[...] era l’unico [posto] nel quale riuscisse a sentirsi a casa, da quando la sua anima non era più modellata in modo da riempire le mancanze di Black Star, o al contrario, priva di ego, determinazione, e tutte quelle doti che lui possedeva in abbondanza, e che bastavano per entrambi." perché esprime il fulcro del rapporto tra Tsubaki e Black*Star. Sono così diversi, questi due, eppure così complementari... E niente, volevo ringraziarti per questa bella perla che hai voluto condividere con noi e farti sapere che questa storia finisce direttamente tra le storie ricordate. Con l'occasione ti auguro anche buone feste!
Tsu. |