Recensioni per
Stato di grazia.
di Gatto Magro

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
14/05/16, ore 17:08

mistica, malinconica, meravigliosa, solenne, lugubre, triste, compassionevole, forte, agrodolce, vivida, viva, vera, nostalgica, malata, schizofrenica.
a little piece of heaven.
ecco tutto quello che pensavo mentre leggevo questa storia. gatto magro, non so se ti ricordi di me, sono quella pazza furiosa che scriveva di eddie e di jimmy.
le tue storie mi mettono sempre un senso di angoscia che nemmeno stephen king.
però sono così belle.
questo capitolo mi è piaciuto un sacco per via dei suoi ritmi lenti, rilassati, dilatati, forse?
continuo nella lettura.
un bacio,
y.

Recensore Master

Sono arrivata fino in fondo, è stato il tuo modo di scrivere a l'alone di mistero che si creava a ogni parola a farmi rimanere qui, attaccata al pc e al tuo capitolo.
I momenti tra Benjamin e Brian sono descritti molto bene e anche il loro modo di fare, arrogante uno e timido l'altro, ma anche nella freddezza si nasconde tenerezza, anche se forse non è come la intendiamo noi.
Ora sono in trepida attesa di sapere altro, mi hai lasciato così e ne voglio ancora xD

Nuovo recensore
02/12/13, ore 19:42

Il tuo modo di scrivere è a dir poco straordinario.
Riesci a creare una perfetta armonia tra pensieri, suoni, colori.
è strabiliante: sei riuscita a catapultarmi nella realtà di S.
che poi, questa S chi è?
io mi sono immedesimata molto in lei e devo dirti che ho un pò paura di quello che succederà.
perchè quando leggo di qualcuno che mi assomiglia..penso che il suo sarà anche il mio destino

Nuovo recensore
30/10/13, ore 22:58

Io... non lo so, è maledettamente difficile scrivere qualcosa, a questo punto.
Provo a farlo, ok? Provo a dare un ordine a questa cosa. Provo a trovare le parole. Provo.
Ho visto fra le notifiche degli autori preferiti che avevi aggiornato "Stato di grazia" e per la prima volta ho sentito il bisogno fisico di leggerla. L'avevo già cominciata prima, ma mi aveva pizzicato il naso, e quando una cosa mi pizzica il naso io la lascio perdere: vuol dire che non sono forte abbastanza per sopportarla.
Questa volta il naso non pizzicava e io ho letto tutta la storia in un pomeriggio. Diciassette capitoli volati via come il vento, come i pappi di tarassaco - non adori quei fiori, Gatto Magro? Io sì, portano nel vento i sussurri del fiato che li ha distrutti.
Il diciassettesimo capitolo mi ha fatto gocciolare il naso, come quando succhi la minestra dal cucchiaio e all'improvviso le tue narici si commuovono perché piangono le galline cadute.
Ho sorriso, anche, guardando il mio nome nella dedica in alto e leggendo tutto quello che seguiva, e mi ha preso uno di quei momenti da malinconia cinematografica, hai presente? Perché è stato il capitolo che aveva dentro il mio nome, senza che io lo sapessi, a farmi leggere tutta la storia. Egoista? Molto. Strano? Un po'. Cinematografico? A palate, ho avuto voglia di voltarmi e strizzare l'occhio alla telecamera inesistente che un giorno sparerà la mia vita sul grande schermo, titolo "Vita banale di una ragazza non banale... o forse sì". E poi mi sono sentita, come dire... a disagio, un disagio buono, che ti tiene per mano e non ti soffoca. Perché il mio nome era finito in uno di quei capitoli, in mezzo alle cose che tu scrivi e che io amo-odio. Mi chiedevo se l'alito del mio nick fosse ok, se per caso non mi fossi dimenticata di mettergli il deodorante, o magari se avesse i buchi nei calzini. Quelle cose così, no? E ti ringrazio, per aver pensato a me. Non è una cosa da poco, essere nei pensieri di qualcuno. Già essere è un bel traguardo. E pensare che parte di quelle cose è stata scritta pensando anche a quello che avevo detto io... è. Bello. Preoccupante. Terrorizzante. E tanto altro.
Ma è della storia che devo parlare, anche se sto facendo uno slalom impazzito. Perché non so cosa dire. Mi sono persa nei corridoi delle parole che hai scritto, come fossero un labirinto e cambiassero di posto quando non guardavo, impedendomi di uscire. Così a un certo punto ho smesso di cercare l'uscita. Ho semplicemente riso. E annuito. Sì. Sì. Sì e ancora sì.
E' stupido se dico che quando ho finito i diciassette capitoli mi sono sentita serena?
Parli di anima. E lo fai con serenità, come se stessi ordinando al posto mio un milkshake alla vaniglia, come se sapessi che non ho voglia di altro. Ordini un po' di anima con il dito puntato sul menu.
E' stupido se dico anche che mi sono sentita viva?
Perché in un certo senso quello che hai scritto è vita. Il mio corpo è fatto di atomi che in passato sono stati di un paramecio, di un'alga primordiale, di un ominide che guarda il fuoco per la prima volta, di un fiore scosso dalla Tramontana... Ora il mio corpo sono Io. E un giorno sarò un vecchio di mezza età che non ricorda più chi è, sarò un congegno ipertecnologico di cui non so né il nome né la funzione, sarò una adolescente in bilico sul cornicione di un palazzo...
Non ho mai avuto paura, per il corpo. Il corpo in qualche modo vive.
Era l'anima, a preoccuparmi. Dove va, quella? Perché un anima c'è, vero? E cosa fa, quando il corpo si spegne?
Tu hai dato un viaggio alla mia anima. Un'anima che è capitata dentro di me per sbaglio, e a volte mi chiedo se non sia una di quelle stanche, che Brian verrà a prendere per mano, quando il mio corpo avrà chiuso i battenti.
Ma non è questo il punto. Il mio corpo e la mia anima sono stati in passato, sono e saranno ancora. Basta questo per sentirsi immortali, no?
E non so che altro dire, se non che non ho altro da dire. Perché non saprei nemmeno cosa aggiungere ad un manifesto che parla da sé, a cui mi sono trovata ammanettata senza volerlo, ma sperandolo un pochino.
Ho scoperto di essere una persona incoerente, sai? Di quelle divise. Fra la ricerca della perfezione e il gusto di essere imperfetta, fra l'ordine che devo mettere a tutto e il disordine che alla fine prevale...
E ti dico questo perché oggi mi sento incoerente. E saò incoerente fino in fondo. Per cui...
Spiega. Ti va?
Scrivi. Scrivimi a cosa pensavi, quando scrivevi. Scrivimi cosa significano per te, i capitoli, e cosa significano letteralmente, ché alcune cose, ovviamente, erano troppo in alto perché io le capissi. Spiegami cosa vorticava tra i tuoi pensieri quando consumavi i tasti del pc.
Scrivi, se ti va.
Non farlo, se non vuoi.
E' che voglio capire come pensi tu, cosa provi nei confronti di quello che scrivi. Perché di me si è già parlato anche troppo. Queste storie sono tue.
E come al solito non ho detto nulla. Nulla di interessante. Nulla di sensato. Nulla di pertinente. Nulla.
Ma questo ormai lo sai.
Sconclusionatamente Tua
Ragnatela

p.s. Mi sono ritrovata in tutte le parole che hai detto, sai? Ogni maledettissima parola era tra le mie cellule. Mi sono persa in quello che dicevi e mi ci sono ritrovata. A volte bisogna perdersi per ritrovarsi.
Chi l'ha detto, questo? Qualcuno di famoso. Credo di averlo messo in bocca a uno dei miei personaggi forse... Alice, credo. Boh

Nuovo recensore
01/06/13, ore 00:01

Beh...che dire. Ogni volta che vado a leggere storie in giro, e resto basita per la qualità, non dico scadente ma peggio, che vi trovo, torno qui a rincuorarmi.
Il tuo modo di scrivere è sublime, è proprio quello stile che adoro e a cui tendo, cercando di avvicinarmici. Adoro il tuo modo vivido e realisticamente sentito che hai di descrivere i contesti affinché possano riflettere i caratteri dei protagonisti. L'odio del piccolo per la nonna è da Oscar, davvero.
Ti faccio ancora i miei complimenti. Il bello di tutto questo è che basta poco per lasciarsi sfuggire un personaggio, nel senso che basterebbe poco per far sì che la biondina appaia come la solita strafiga, sicura e noncurante, che lascia persino credere di essere lesbica per ridersela sulla stupidià dell'amica, eppure la tua maestria li accompagna a tal punto che nessun personaggio sembra stereotipato, ma originale e sensato.
Prafa!

Nuovo recensore
19/05/13, ore 01:12

Davvero molto belle le descrizioni dei contesti, della camera, della strada e della pioggia, anche quelle dei personaggi. Dai dettagli si intuiscono i loro caratteri, e in alcuni punti si raggiungono vette di surreale.
La storia è interessante, apprezzo molto l'uso dei vocaboli in linea con il senso di forza e violenza che si vuole rendere (battere, incollare, sporgere, ossa, sbrindellare, vomito) e trovo che l'incalzare la narrazione con i tempi al presente, con il ''c'è una ragazza'', ''c'è una strada'' invogli a procedere.
Ora passo ai capitoli successivi :)

Recensore Junior
27/01/13, ore 23:18

Woooooooo che capitolo meravigliosoooo *-* FInalmente ci capisco qualcosa:) e poi mi sto affezionando moltissimo a brian! Vedono i morti per caso? (Tipo il cane: MR BUNGLE XD) E la madre, bè, intuivo fosse morta. Sun non avevo capito fosse scappata e ora mi chiedo dove sia andata (pensavo un cimitero ma è troppo banale conoscendoti :D)! Il lampione a gettoni mi ricorda un tuo disegno ;) Mi chiedo se sia stato il disegno ad ispirare la storia o viceversa.
Infine, ultimo quesito tra i tanti che ho: chi diavolo è l'uomo con la giacca di lino??

Recensore Junior
14/01/13, ore 21:44

La prima parte mi ha ricordato un'altra tua storia originale XD Non so se sia voluto... Comunque ce li ho così vividi nella mente questi pantaloni rosafragola che quasi ho paura di ritrovarmeli nell'armadio domani mattina. Sarà strano ma la trovo una trovata originale. Ciò che mi piace dei tuoi personaggi è che hanno dei caratteri particolari, molti definiti, penetranti oserei dire. Non hanno nulla di comune o umano xD  Leggendo le tue storie sembra di entrare in un'altra dimensione parallela di sogno che non si vorrebbe mai vivere nella realtà, se ne ha quasi il terrore anzi: il terrore che le parole si stacchino dalla pagina virtuale e ci incastrino al loro interno ipnotizzandoci. Sembra quasi che la protagonista sia la storia stessa O.o Ripeto: inquietante. 
Tornando al capitolo: poveri bambiniiiiiiiiiiii! 
E con questo ho finito, spero che tu ci riservi un happy ending anche se ne dubito fortemente... anzi non voglio un happy ending, poi smetterei di avere paura della storia e perderebbe il suo fascino nel ricordo. meglio un finale nonsense.
PS Mi piacciono sempre i titoli dei capitoli ;)

Recensore Junior

Ok inizio a capirci qualcosa forse ;) Brian e Sun sono di una tenerezza smisurata, cosi delicati e indifesi. Mi piace il fatto che la nonna rimanga ancora sullo sfondo, sappiamo che c'e' ma non la possiamo vedere, fa parte del buio. Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli, secondo me hai tanto da raccontare e spiegare. Comunque nel primo capitolo Sun dice che papa' ha picchiato di nuovo Brian, quindi mi ero immaginata tipo un mostro di persona, ora pero', vista la sua comparsa in scena, mi chiedo cosa lo abbia trasformato perche' sembrava un padre premuroso e innamorato dei propri figli O.o

Recensore Junior
28/12/12, ore 17:10

Come un ragnatela che si allunga, si intreccia, inciampa in se stessa e riparte, una ragnatela orfana, perché c'è sempre qualcosa che sfugge, sfugge il nucleo, il ragno creatore; come pezzi di un puzzle che si si incastrano intorno ad un frammento invisibile che puntualmente tentiamo di scoprire, ma, puntualmente, ci ha già depistati. Insomma che dire: questa muta agonia poetica è di uno splendore infernale e non lo dico perché sono in classe insieme a te. Adoro il tuo stile e adoro il fascino che sai dare all'oscurità di questa storia. Ho letto anche le altre storie, o meglio, le ho iniziate tutte, ma parto da questa perché è la mia preferita fin ora. più la leggo e più ho l'impressione di trovarmi di fronte ad una clessidra di polvere nera che cade lenta, un granello alla volta, scandendo il ritmo di una danza macabra, di un temporale estivo pronto a sconvolgere il mondo. Tutto questo silenzio soffocante sembra pronto per urlare una verità mortale.