Recensioni per
Portatore di Luce
di miss dark

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
11/11/14, ore 20:33

Questa poesia mi piace veramente, veramente tanto, soprattutto la prima parte.
"Ti sogno ogni notte e nel sogno vorrei
strapparti la pelle e affondare i denti,
ferirti là dove neanch'io potrei."
E' un'immagine forte, evocativa.
Quanta passione, odio e amore in una poesia così breve eppure così decisa. Mi piace il modo in cui riesci ad arrivare al sodo, senza giri di parole. Ti riesce bene dire ciò che vuoi dire, senza mezzi termini, e questo è davvero particolare, raro.
Mi piace moltissimo l'immagine dell'odore che riesce a stringerci in "volute di fuoco", davvero particolare ed azzeccata.
Molto, molto bella.

Nuovo recensore
23/09/14, ore 19:07

Mi sono imbattuta casualmente sul tuo profilo e non ho potuto fare a meno di venire attratta innanzitutto dal tuo nome d'autrice, e immediatamente dopo dai titoli delle tue storie.
Ed eccomi qui, a leggere queste brevi righe che racchiudono più di mille tomi. Si sa, il paradosso dell'amore è qualcosa di etichettato ormai, ma non smette mai di essere unico e diverso per ciascuno di noi che lo proviamo. Si insinua senza che tu lo voglia (o sì?), ti fa impazzire, confonde la luce con il buio creando una macchia indistinta tanto fonte di stordimento per i tuoi occhi quanto chiara e nitida per il tuo cuore. Sei spaventata e non vorresti proseguire (o sì?) mentre il suo non amare non fa che rendere ancora più limpido l'abisso agitato della sua devozione per te. Sai che non dovresti amare il Male (o sì?) ma in fondo non ti interessa più di tanto. Dopotutto non pensi mai, hai smesso di farlo.
Ma tu non vuoi essere sbagliata, non vuoi essere diversa, non vuoi che questa sia la tua unica ragione di vita...
O sì?
Sì.

Recensore Master
30/09/12, ore 18:17

Ciao!
Questa poesia comunica eccome...
Ti prende dentro, proprio come se avesse degli artigli questa poesia...
e ti porta in una baraonda di emozioni, in un abisso vorticoso...

A me scrivere quando non sto bene o devo sfogarmi fa sempre bene... quindi continua così,

Fabiola =)

Recensore Junior
21/09/12, ore 21:05

Ehm... che imbarazzo! Ti avevo detto che ci avrei fatto un salto su questa poesia, no? Tipo un mese fa?? Perdonami il ritardo: è un periodo particolarmente "ronzante", nel senso che ho un mucchio di mosche per la testa e non riesco a fare mai quello che mi prometto e prometto! Mi ha molto intrigato l'uso così particolare del sonetto: se mi soffermo verso per verso, rispetti l'endecasillabo ed usi uno schema metrico, ma in realtà se la si legge normalmente la struttura non imbriglia per nulla le parole ed anzi, esse vanno libere e s' imprimono nella mente al di là degli accenti! Poi qua e là piazzi delle irregolarità che danno ancora più vigore a questa forma rinnovata, ma irripetibile: sembra quasi, come già detto, che, pur essendoci, la struttura del sonetto sia eliminata per lasciare spazio ad altre esigenze...
esigenze che forse sono quelle più importanti su cui soffermarsi! Nel primo verso non c'è nulla da dire: la verità è questa, generale, non solo tua, e per questo c'è poco da dire, se non che ti do ragione appieno... I versi dopo mi hanno preso e li ho trovati molto profondi, puri, e (non vorrei offenderti) miei, nel senso che tantissimo ho ritrovato di me in quelle parole: ci sono entrato appieno e penso di capirli nella loro forza. "Ferirti là dove neanch' io potrei..." è straziante: chi è che ferisce? e chi vuole invece ferire, come per vendetta?
Purtroppo però i ruoli sono ribaltati, ed è ferito chi invece di essere la vittima vorebbe essere il più forte (quando al più forte di quello che patisce la vittima nulla importa.)
Anche i versi dopo sono molto analitici e veri... Perdona le mie solite citazioni dotte, non lo faccio per sfoggio antipatico, ma perché le trovo necessarie e, come dire, "valide" a far capire dove paro: come i Siciliani scrivevano del processo d' innamoramento, anche tu fai così, ma non è un processo positivo e idealizzato: profondamente vero, negativo, doloroso; non l' innamoramento, che è sempre bello, ma quello che ne viene dopo. Ed è descritto magistralmente.
Anche i versi dopo (che a quanto pare sono quelli principali) hanno tutto questo: l' ossimoro tra l' ombra e la luce che è continuamente insistito, angelo che diventa diavolo e addirittura dio che si trasforma in bruttura (quando questa venerazione della persona amata è quanto di più vero e degradante, purtroppo). Ma in tutta questa astrazione non si perde mai quella vicinanza al reale sentimento che è ciò di più valido della poesia, veramente sentita.
Poi la caratterizzazione del lui è veramente sottile: tralasciando il trascendente... l' orgoglio ferito, le mani spaccate, eri bello di luce ecc... Sono chiaramente versi autobiografici, molto densi, che sembra descrivino una persona crudele, ma al tempo stesso tremendamente sofferente. Gli ultimi versi poi sono quelli che ho apprezzato di più... hanno un che di baudleariano (perdona la scrittura -.-). "Lo sguardo però mi urlava d'amare" poi non fa che rimarcare la solitudine di costui, comunque, la sua forza e il suo dolore (se "lo sguardo" è il suo)... Se "lo sguardo" poi sarà tuo, forse, come dicevo, si torna al tema dei Siciliani: l'amore che va dagli occhi al cuore. Ma penso sia bello unificare questi due sguardi diversi in uno solo.
Bravissima! :-)

Recensore Junior
19/09/12, ore 01:43

Ebbi anch'io un momento del genere, lo ricordo. Ne rimane tra l'altro una prova su questa pagina.
Ho letto questa storia un po' di tempo fa, e lì per lì non seppi commentare. Mi ripetevo "ma quella non è la miss che so io, che cosa è successo?!" quasi mi preoccupavo. Stolto ch'io fui. Ci sono volute le rimembranze per capire che sei sempre tu, tu e la tua anima sensibile che si nasconde in parole dure, lucubre, in immagini tenebrose, che ricordano un horror.
E questa poesia me l'ha ricordato, un horror, e ti mostro il perché:


“Come desideri, mi puoi distruggere
non m'importa.
Occhi puri, blu come una perlina di vetro
Tu guardi sempre me e io guardo sempre te.
 
Ah, sei troppo mite
bellissima, purissima
pertanto sono assai triste, soffro
è cosi tanto felice che mi duole.
 
Voglio farti male e distruggermi
Quel che penseresti
se sapessi come mi sentivo.
 
Sorrideresti e basta
senza pronunciar parola?
Dalla bocca tua anche le maledizioni
risplenderebbero come perle.
 
Poggio la mia mano sinistra sul tuo viso
come prima di un bacio.
Poi all'improvviso spingo il pollice in fondo alla tua orbita.
Con decisione brutale, come fosse un trapano.
 
Che sensazione dà?
Sembra gelatina. 
Tremante di gioia, la mescolo e rimescolo oscenamente
voglio assaggiare il tepore del tuo sangue.
 
In che modo urleresti?
Grideresti "Fa male! Fa male!"
mentre lacrime rossastre sgorgano
dalle rovine del tuo occhio?
 
Non puoi capire il folle desiderio
che provavo nel mentre dei nostri baci,
cosi tanti che ho perso il conto.
 
Come se bevessi le tue grida,
realizzo le mie speranze:
mordendoti la lingua, lacerandola,
mordendo le tue labbra
come per assaggiarne il rossetto.
 
Oh, che altezze euforiche raggiungerei,
i miei desideri di ghiotto cane bastardo
finalmente realizzati. 
Desideravo pure le tue guance di ciliegia,
cosi succulenti da stregare la mia lingua.
Guarirei senz'altro
e ne piangerei come un bambinetto.
 E che dire del tuo tenero orecchio?
Mi sfiora la guancia;
Lo voglio far scivolare sulle labbra
cosi da poterci poi affondare i denti.
 
Il tuo orecchio sinistro,
sempre in ascolto di bisbiglii dolci come la crema
Voglio che senta i miei veri sentimenti.
Non mentii mai, no... ma avevo i miei segreti.
 
Ah, ma cosa mai penserai di me?
Mi odi forse? Forse mi temi?
Se desideri, come un invito all'agonia di fine spettacolo,
mi puoi distruggere--- non m'importa.
 
Come desideri, mi puoi distruggere---non m'importa.”

Quella che ho riportato è un indovinello, una chiave per aprire una porta in silent hill 3. Per qualche ragione la tua poesia me l'ha portata alla mente. Mi è sembrato quasi che queste due poesie si completino tra loro, che siano l'una la risposta dell'altra. E sento (ma qui potrei sbagliarmi, sto facendo vincere l'animo romantico che è in me) che anche la tua poesia sia una chiave, un indovinello, la cui soluzione è ovviamente inaccessibile a me, ma potrebbe portare ad aprire una porta molto importante, che da accesso alla comprensione del tuo essere stesso.
Stolto ch'io sono, me ne sono reso conto così tardi di quanto questa poesia sia assolutamente una parte importante di te, in cui ti sei esposta pericolosamente pur con un linguaggio criptico, che allontana le persone che non vogliono o semplicemente non possono capire. E per questo ritardo ti chiedo scusa!

Recensore Veterano
16/09/12, ore 15:28

Definirei questa poesia ferina. Avanza come un lupo che ringhia di fame, rapace, istintivo e soprattutto bellissimo nella sua bestialità. Questo è stato il primo pensiero che mi ha attraversato la mente quando l'ho letta d'un fiato, ed è proprio ferina l'aggettivo che ancora mi sembra il più adatto ad una seconda lettura.
L'ho apprezzata davvero molto: le parole s'incastrano fra loro alla perfezione, creano un'armonia selvaggia e delicata al tempo stesso.
Complimenti davvero, miss!
Francesca

Recensore Master
12/09/12, ore 17:47

Sublime!
Passionale, dark, ricolma di ossessione e desiderio.
Amare Lucifero o non amarlo...amare un diavolo portatore di luce?
C'è cos' tanta contraddizione e amorevole condanna nelle parole che hai scritto che l'ho trovata perfettta.
Davvero.
Azzurra.