Ciao^^
Volevo iniziare la recensione dicendoti come, al di là del contest, io sia solita scrivere recensioni chilometriche e pignole eppure, dopo aver letto la tua storia, sono rimasta totalmente spiazzata xD
Non una parola sensata potrebbe uscire dalle mie labbra, o meglio dalle mie dita, in questo momento.
Sono rimasta estasiata dalla bellezza della storia, dall’accuratezza dei dettagli storici, delle parole usate perfettamente in stile Cinquecentesco e dal linguaggio ricco e articolato dei protagonisti.
Insomma, ho letteralmente amato questa strana giornata dalle “ore contate” che ha come unico scopo il “demolirsi e il reinventarsi” :)
Non c’è nulla di più bello, per me, che mostrare il cambiamento di un personaggio ed è proprio questa la ragione per cui questa storia mi ha colpito così piacevolmente.
Perché il cambiamento del protagonista non ha solo accompagnato la storia, ma credo ne fosse proprio il fulcro. Infatti, al di là del personaggio principale, Giovanni De Curtis, è il cambiamento, cambiamento che conduce inesorabilmente alla salvezza, ad essere il protagonista di questo racconto stupendo :D
Tuttavia direi di procedere per gradi prima che io inizi a scrivere un’accozzaglia insensata di complimenti, no? xD
Per quanto riguarda la grammatica e la sintassi c’è veramente poco che io possa dire o aggiungere.
Ho già elogiato la tua scrittura abbastanza, è vero, ma sono pienamente convinta che sia stata proprio questa ad aver reso la storia incredibile.
Senza questa la trama, a mio parere, avrebbe perso di importanza. Senza una descrizione dettagliata degli ambienti - iniziando dal palazzo De Curtis per finire alle strade, ai Canali, al Duomo e allo stesso mercato di Venezia - la storia non mi avrebbe, nonostante la lunghezza, attratta al punto da divorarla in pochi minuti!! :)
Non ci sono pecche, né stilistiche, né grammaticali (il che rende il mio lavoro di paladina della grammatica praticamente inutile xD). Tuttavia qualche appunto banale volevo lasciartelo.
Uno di questi riguarda l’utilizzo dei punti di sospensione, che, per quanto non sia errato, credo si possa comunque considerare, in questo caso, superfluo.
Per citarti: “Morosini... si figura la scena che potrebbe capitare anche a lui”.
In questo periodo, sinceramente, non vedo il bisogno di ricorrere a questo espediente né per aggiungere suspance alla storia né per altro motivo. Così come l’aggiunta dei puntini sospensivi nella parte finale. La trama tende già a far restare a bocca spalancata il lettore in attesa del possibile attacco al Serpente, per questo reputo la loro aggiunta inutile ai fini della narrazione.
Un altro appunto che posso farti riguarda il periodo successivo,quando descrivi la morte che De Curtis si immagina per sé (tra l’altro in un modo così accurato da sottolinearne la paura e la paranoia, forse eccessiva, ma assolutamente giustificata, che lo attanaglia). Fossi in te avrei usato un altro tempo verbale per differenziarlo dal filo principale della narrazione. Forse un condizionale sarebbe stato più appropriato.
“Si sarebbe versato del liquore nelle sue coppe di argenteria, della bellissima e invidiabile argenteria bizantina, avrebbe sollevato il calice e buttato giù il curaro, poi gli sarebbe mancato il fiato…”e così via.
Solo per rendere più chiare le cose.;)
L’ultimo appunto riguarda, invece, l’utilizzo ripetitivo del verbo “strusciare” in riferimento alle dita delle mani. Non che sia sbagliato, assolutamente, ma forse avrei usato qualche sinonimo. Non so perché, ma questo verbo sembra quasi avere un’accezione negativa che troppo stona con il contesto.
Per il resto non ho niente altro da aggiungere se non forse un consiglio sul carattere della storia.
Il consiglio più che altro dipende dalla mia incalzante cecità (prima che io mi iscrivessi a questo sito avevo una vista perfetta xD).
No, scherzi a parte, vista la lunghezza della storia sarebbe preferibile aumentare un po’ la dimensione del carattere di modo da rendere la lettura più scorrevole. Tutto qui! ;)
Ora non c’è davvero altro, a questo punto, che io possa aggiungere.
Ho apprezzato persino la scelta di una descrizione al presente che ha reso la storia più incalzante e, a modo suo, ancora più “viva”.
Una delle scene che mi ha colpito particolarmente è l’entrata di De Curtis nella bottega di Giorgione nel momento esatto in cui si trova davanti a Tiziano e al dipinto ancora incompleto della Venere Dormiente. La tua descrizione della bottega stessa e dell’opera è assolutamente impeccabile. Mi sembrava quasi di riuscire ad immaginarne le sfumature e la bellezza quasi eterea della dea nonostante fossero svariati anni che non rispolveravo quel dipinto dai miei ricordi di liceale.
Ne sono rimasta affascinata in una maniera che fatico quasi a spiegarti, così come con la descrizione del viaggio in gondola (e di Martino che ho sinceramente adorato come personaggio. Con la sua simpatia è riuscito subito a smorzare un po’ i toni seriosi del racconto dovuti alle paure del protagonista).
Il punto di forza del racconto credo sia, senza ombra di dubbio, la caratterizzazione dei personaggi, e di Giovanni in primis. Sei riuscita, in maniera impeccabile a mio avviso, a mostrare lo sviluppo del suo lato psicologico in maniera graduale. Sei partita dalla descrizione di Giovanni il Serpente e di questo suo viaggio iniziato per ripulire il suo nome e sei riuscita, poco alla volta, ad arrivare alla fine di questo cammino, cambiandolo davvero, anche se in una parte minima.
Il gesto di regalare l’ultimo anello ad Antonino, infatti, io l’ho visto come un atto che esula da questa sua ricerca spasmodica di riabilitare il suo nome. Mi è sembrato un atto vero e sentito, come se la pelle del “serpente” fosse davvero cambiata questa volta. O, almeno, spero xD
Io davvero non so come tu faccia a dare così tanta vita a queste descrizioni. Me ne sono innamorata subito e non riesco a trovare proprio altre parole per dirtelo! :)
Soprattutto perché sei riuscita a far trasparire dal racconto una miriade di sensazioni diverse. Tristezza per la descrizione di un uomo consapevole di star per andare incontro al suo destino, paura e sospetto per ogni ombra dietro alla quale il suo assassino si sarebbe potuto nascondere, amore per Angelo, un amore tale da avere il desiderio di renderlo libero.
E per quanto questa recensione sembri solo un’accozzaglia delle mie parti preferite, non posso non continuare a farti i complimenti per la bravura nell’intrecciare alla storia principale le vite di tanti piccoli personaggi secondari (come possono essere Tiziano e Martino) e addirittura altre storie (come quella, stupenda, di Angelo e Maria. Tra l’altro la dolcezza di Angelo mi ha letteralmente commossa e non ti nascondo la voglia che avevo di sapere molto più sulla loro relazione!!).
La cosa che mi ha sorpreso di più è il titolo, ad essere sinceri. Mi sarei aspettata qualcosa che riguardasse Giovanni in prima persona, o, comunque, qualcosa che raccontasse della storia in qualche modo e, invece, tra tutti, hai scelto “La Serenissima”. Ed alla fine credo sia giusto così.
Perché più di ogni altra cosa la protagonista indiscussa è Venezia, e lo si capisce senza troppi problemi dalle descrizioni che accompagnano proprio De Curtis in questo viaggio, in questa crescita, in questa rinascita. La Venezia che si vede dal suo palazzo, la Venezia che in qualche modo nasconde dietro i suoi vicoli l’ombra del carnefice di Giovanni, la Venezia che lo guida attraverso questa sua sorta di purificazione passando dal fruttivendolo, al prete e persino nella casa di piacere. La Venezia del giro in gondola e dello studio di Giorgione.
Sì, anche il titolo è assolutamente perfetto e, come la città stessa, è una cornice impeccabile della storia! :D
A questo punto direi che forse è il caso che io concluda qui questa recensione assurda facendoti i miei complimenti per la bellezza della storia e per la bravura che hai dimostrato, non solo nel raccontarla, ma nel dare vita ad alcuni personaggi secondari seppure in uno spazio così breve.
Io davvero non mi aspettavo di poter trovare una storia così tanto bella e coinvolgente e non posso che esserne sinceramente felice! *-*
Quindi ti ringrazio davvero sia per averla scritta che per aver partecipato al contest cosicchè io potessi leggerla ;)
Sperando di poter presto leggere altro, mi unisco anche io al brindisi di Giovanni (anche se da oggi in poi guarderò con diffidenza ad ogni bicchiere di vino che mi si offrirà xD).
Un bacio,
Ros.
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