Recensioni per
Randagi
di lalla

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
02/11/12, ore 21:21
Cap. 1:

Questa storia mi ha commosso tantissimo e, al momento, sono quasi a corto di parole. Ma ecco, ci tenevo a lasciarti un feedback. L'argomento è tristemente realistico e reale e da me altrettanto tristemente conosciuto, ma la cosa che in questa storia arriva dritta al cuore, come una fucilata, è il modo sublime in cui la voce narrante "inquadra" i vari punti di vista: del cane Pallino che, nonostante il trauma dell'abbandono, ha conosciuto un lato buono dell'essere umano (dell'anziana professoressa che si prendeva amorevolmente cura di lui) e, malgrado le drammatiche condizioni in cui ora versa la sua vita, è pronto a dimostrare e testimoniare che *esiste*, fortunatamente, una parte del genere umano diversa dagli eredi ipocriti, aridi e menefreghisti della signora; c'è poi il cane randagio con il suo duro pessimismo dato dal fatto che ha come bagaglio di esperienza la parte peggiore della specie umana, ed è giustamente scettico; ci sono gli eredi della buona signora, ipocriti, probabilmente molto ignoranti, infarciti di pregiudizi, irrispettosi tanto del vecchio cane quanto della bambina, dal momento che le raccontano una bugia pur di farle digerire la scomparsa del cane cui, con la la sincerità, la purezza e l'innocenza tipica dei bambini, si era affezionata. Che brutta lezione di vita per una figlia!
Una cosa che lascia davvero l'amaro in bocca, in questa storia, non è tanto la crudeltà dei "proprietari" del secondo cane (con tutto l'orrore dei combattimenti clandestini e dei gatti usati come "esca"), prevedibile, in un certo senso, data la loro atroce "attività", bensì l'ipocrisia e la crudeltà ben dissimulata della famigliola della bambina, degli eredi leccapiedi, così falsamente perbene, convinti di essere tanto perfettini e dalla parte della ragione - si giustificano sempre -, per di più tirando fuori scuse su scuse per supportare una cattiveria e un egoismo di cui non sono neppure consapevoli - da quanto sono pieni di sé e sicuri di fare la cosa giusta -, come la storia abbastanza trita del cane portatore di malattie (quando in realtà era semplicemente anziano... e poi, se il cane sta male, esiste il veterinario), del fatto che lasci peli in giro e che la bambina avrebbe sofferto alla sua morte. Giustificazioni su giustificazioni. Abbandonarlo e condannarlo a una morte certa, lenta e orribile, di fame, freddo, stenti, malattie, crudeltà dei loro simili, mentendo alla figlioletta, non era la cosa più vigliacca che potessero fare? Fa riflettere davvero, perché sono storie reali al massimo, con un'infelice cronaca alle spalle, e a volte mi chiedo come facciano queste persone ammantate di cattiveria, indifferenza e finto perbenismo, a guardarsi allo specchio e ritenersi pure "brave persone"... Sono persone solo superficialmente adagiate nella cultura del rispetto, ma in realtà di questo non hanno capito un'acca, concentrate come sono su sé stesse e sul proprio egoismo, insensibili all'altro da sé, che si tratti di un cane anziano e/o randagio, di un bambino, di un mendicante, di una persona bisognosa (di solito queste ultime tre categorie "umane" godono presso di loro di una maggior benevolenza, ma solo perché questo consente loro di passare come "brave persone" che si preoccupano per gli altri, anche se dietro, probabilmente, c'è la smania di riverberare una certa immagine di sé... pochi intenti realmente altruistici, insomma; l'animale abbandonato, invece, risulta proprio l'ultimo tra gli ultimi).
Grazie per questo splendido lavoro, e anche per aver menzionato la leggenda del Ponte dell'Arcobaleno.^^

Recensore Master
31/10/12, ore 06:38
Cap. 1:

Mi ha commosso davvero questa storia di cani che ritrovano un attimo di condivisione dietro la crudeltà e l'indifferenza degli uomini. Sei riuscita a descrivere stupendamente la rabbia e il dolore dell'abbandono, l'esistenza derelitta di chi ha solo la morte da aspettare. Complimenti.

Recensore Veterano
24/10/12, ore 18:29
Cap. 1:

Salve, Lalla, con ogni probabilità mi hai riconosciuta dal nickname e dall'avatar. Ebbene sì, anche io bazzico EPF ed è per questo che voglio lasciarti il mio commento proprio qui, dove piccoli capolavori come questo si perdono nel mare magnum dei racconti adolescenziali.
Salterò di pari passo la tua bravura tecnica perché sarebbe come meravigliarsi che un direttore d'orchestra sappia come dirigere gli strumenti a sua disposizione. Ma così come è il talento a distinguere un semplice professionista da un vero Maestro, così in ogni cosa che scrivi, dallo scanzonato karaoke alle favole rivisitate (conservo con cura il tuo libro), dal racconto storico ispirato a un film alla fan fiction dedicata a un attore, c'è sempre una dimostrazione tangibile della tua innata, grande capacità.
Credimi, sono cose che dico in tutta sincerità e non certo per amikettismo (alla mia età poi!) o perché ci conosciamo. Te le dico perché, con questo racconto, sei riuscita ad emozionarmi più che mai. Sarà per il fatto che amo gli animali, sarà per il drammatico realismo della storia, sarà perché è intrinsa di saggezza e di poesia, ma leggendo la vicenda di Pallino, vecchio cagnetto rimasto solo, e del suo sconosciuto e sfortunato amico, mi sono ritrovata gli occhi pieni di lacrime di commozione.
Se potessi di bandierine verdi te ne darei almeno cinque! Brava, brava davvero!
Antonella

Nuovo recensore
23/10/12, ore 16:41
Cap. 1:

E' bellissima questa one-shot!! Sembra quasi di vederli, quei due poveri cani: quello che è stato amato ma ormai ha perso tutto, e quello che non ha mai avuto niente perché era addestrato per combattere, per diventare cattivo...per sollazzare gli uomini idioti.
Perché è vero: in molti casi è l'uomo la vera bestia, una di quelle della peggior specie.
Non si può restare indifferenti a quello che hai scritto -anche perché è esposto benissimo, senza errori, senza banalità e senza forzature- soprattutto per una che adora gli animali come me (e non solo i cani)...queste bestiole qui hanno un lato umano (quello buono) eppure restano comunque poveri animali senza speranza, abbandonati...
Complimenti vivissimi, davvero!! Il tuo testo è molto toccante e molto incisivo...e dovrebbe far riflettere molte persone!!

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