Eh bien, ma mie, eccomi nuovamente qui, a recensire il primo capitolo.
Capitolo che, neanche a dirlo, soddisfa ampiamente le aspettative!
Ora, prima di iniziare la recensione vorrei chiederti perdono se questa sarà corta o deludente: esattamente dieci minuti fa il mio computer m'ha ricordato perché l'abbandonai senza remora alcuna in un polveroso cassetto; adesso sto tentando di scriverti dall'odiosissimo tablet del mio fidanzato - seriamente, sono l'unica che si sente un orangutan mentre preme sulle lettere?, ma non so quanto ancora la mia pazienza resisterà, prima di pretendere la soddisfazione di ammirare lo schermo del suo acerrimo nemico infranto a terra.
Indipercui (volano parole grosse, stanotte), prima che ciò accada, voilà la mia recensione! 

Dunque, io adoro Fanny.
Lo so, non conosciamo ancora nulla di lei. Come faccio quindi a dire ciò? Si potrebbe anche trattare dell'antagonista, per quanto ne sappiamo. 
Bhe, antagonista o protagonista che sia, chi non può amare una persona la cui descrizione è:"Fanny amava combattere battaglie perse. Si può dire che avesse a cuore una sfilza di problemi senza soluzione, di questioni senza via d'uscita e di gente in stato davvero irrecuperabile."
Praticamente mi ci rispecchio io, avvocato delle cause perse e del diavolo a perditempo, disponibile 24h/24 e 7 giorni su 7; questo non perché mi piaccia farmi gli affaracci degli altri eh. Sia chiaro.

D'accordo, mi sento un po' come Sally, la segretaria: se voglio, posso essere una grand'impicciona!
La differenza, però, è che cerco di farlo con un pizzico di antisgamità, diciamo...
Anche se non sono sicura che mi riesca sempre.
Uhm.
Forse dovrei rivedere le mie tattiche di spionaggio...

«Come hai passato il weekend?»
«Niente di speciale, io..»
Ho dormito, ho mangiato, ho letto le informazioni nutrizionali stampate sulle confezioni di tutto quello che ho mangiato e ho dormito di nuovo.
Occheeeeei, qui comincio ad inquietarmi: mi sembra di vedere me stessa nei giorni, ehm, NO proprio.
Ma anche in quelli in cui avrei qualcosa di pressante da fare - studiare, ad esempio -, ma la pigrizia mi richiede attenzioni.
Con l'unica differenza che io, essendo donna, leggo le istruzioni e la composizione chimica degli shampoo che ho in bagno.
No dico, sono pure astemia.
Se tra le mie amicizie ci fosse una persona che si chiama Francesca, me lo ricorderei. Potrei pensare, "Toh, è lei, è la Fra! Sono una di quelle che non avrebbe dovuto leggere questa storia, stando alla dedica scritta nel prologo".
Purtroppo, siccome le mie amicizie si possono contare sulle dita di una mano di un falegname disattento e non corro certo il rischio di dimenticare qualche nome, nessuna "Francesca" figura tra le mie amicizie. Per cui, l'unico pensiero che mi viene in mente è questo: che tutti i protagonisti impersonano e mettono in luce pregi e difetti di ognuno di noi, e questa storia contribuirà non solo a farci riconoscere che nessuno di noi è perfetto, ma neanche totalmente imperfetto, ma anche a convivere con essi.
Ma, molto probabilmente, sto solo delirando per l'ora tarda.
E, uhm, ti chiedo scusa se ti ho tediato con i miei pensieri!
Ti saluto lasciandoti la parte che mi è piaciuta di più :D




«Oh, molto originale» Fanny sembrò fare un enorme sforzo per non alzare gli occhi al cielo.
 
Se lo avesse fatto, avrebbe notato il malriuscito abbozzo di Crêpe che pendeva dalle travi con fare mollemente minatorio e che rappresentava l’ultimo, penoso tentativo di Pat di arricchire le proprie capacità culinarie in senso europeo. Sarebbe bastato alzare lo sguardo, solo quello, per evitare la catastrofe, ma in un moto di considerevole indulgenza, Fanny preferì mostrarsi più delicata e non lo fece.
Così, nell’attimo stesso in cui schiuse la bocca per chiedere a C.J. di accompagnarla al cinema quella sera, la Crêpe si staccò e, dopo un grazioso librarsi in aria, atterrò con fatale precisione sulla sua testa.
Fanny urlò. Pat urlò. C.J. la fissò costernato e questo è tutto quanto possiamo aspettarci da un tipo mansueto come lui.

 




Connie xx

P.s.: Per quel che vale... La protagonista della mia storia in corso si chiama Francesca.
Così, per dire.