Recensioni per
We'll both end up
di PostBlue

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/07/15, ore 16:42

Bellissima. Il modo in cui il primo Brian parla con il secondo mi fa venire in mente una scena dove la stessa persona si vede riflessa allo specchio, ma è solo lo specchio a parlare mentre l'altro ascolta. Una sorta di soliloquio destabilizzante.
Mi piace vedere cosa pensa Brian per una volta, per quanto fittizio tutto questo possa essere. Mi è davvero piaciuta, complimenti! Direi che prima o poi leggerò qualcos'altro qui.
(Recensione modificata il 11/07/2015 - 04:46 pm)

Recensore Master
05/07/13, ore 16:28

Sono capitata qui per caso e devo dire che questa storia mi ha punta. Nel senso che non mi folgorata, o colpita, o stupita. Mi ha proprio punta, come un piccolo ago, che vedi arrivare ma che, diciamo, sottovaluti. Perchè è solo un piccolo e innoquo ago. Ma ti punge ed è straordinario come una ferita così piccola possa provocare un dolore così acuto, una scossa così intensa. E poi ti guardi il dito e non è neanche uscito il sangue. Eppure sembra che l'ago sia ancora lì.
Complimenti.

Recensore Junior
23/11/12, ore 12:57

Ciao che bello entrare e trovare una tua storia, che ti posso dire...io non sono mai di molte parole nelle recensioni, e quindi rischio anche di ripetermi. Mi piace come scrivi, hai una scrittura dinamica e mai noiosa che mi piace un casino, sei sicuramente tra le autrici che preferisco nel fandom. L'idea di questo Brian che dipende, in modo costruttivo e distruttivo, in tutto il suo essere da questo personaggio misterioso, che sembra essere la persona più libera e  dissennata, felice di aver fagocitato brian in una dipendenza...
Bello! Bravissimissima

Recensore Junior
22/11/12, ore 20:06

Ho letto questa storia subito, ma non sapevo bene come commentare in modo intelligente. La verità è che Sono il tuo modo di lanciare via la sigaretta. I tuoi occhi neri di eye-liner e mascara. Tu sei le lacrime che fanno sciogliere quel mascara lungo le guance. mi ha fatto venire gli occhi lucidi, e Stef raccatta i pezzi è un'altro punto che mi ha dato un brivido. Non saprei bene dirti di cosa, però brivido sì. Ed è strano trovare tutto questo in una storia così breve. Sai cosa mi ha fatto venire in mente? Un epitaffio, un messaggio prima di un addio, proprio come dice Brian nell'intervista. Così secco, così bianco o nero, così io o tu che in realtà divisi non esistiamo. E la parte nera, il personaggio, chiamiamolo così, è innanzitutto un gran bugiardo. Che ci ammalia tutti con la sua loquela e i suoi gesti perfetti, e trae la sua forza dal far credere all'"altro" di essergli indispensabile. Nessuno vuole te, Brian. Vogliono tutti me. Ecco, è qui che si tradisce, nell'esatto momento in cui il suo egocentrismo gli fa dimenticare l'unica verità, cioè che sono la stessa persona, e che l'uno senza l'altro non sono minimamente interessanti. Se Brian insultasse i giornalisti in ogni singola intervista non piacerebbe a nessuno, se lo fa con frequenza notevole ma non sempre scatta il gioco del come, del perché, del cosa c'è dietro... E alla fine lo deve ammettere anche lui, è una mutua dipendenza, che agli inizi era evidentissima e negli anni si attenua, ma credo resti sempre.
Brava, a me è piaciuta tanto. Per queste frasi secche, per il poco girovagare intorno ai concetti, per questo tono costantemente accusatorio che non può che tradire insicurezza. E su tutto, come dicevo prima, mi è piaciuto il paragrafo di Stef, di cui con quattro frasi spieghi tanto. E poi è Stef XD Clap clap clap.
(Recensione modificata il 22/11/2012 - 09:38 pm)

Recensore Veterano
21/11/12, ore 00:15

Bocciata.
Introspezione, pura e semplice introspezione.
Uno spaccato breve di Brian, la voce della coscienza o meglio dell' "incoscienza" : The dark side of Molko.
è indubbiamente affascinante leggere del proprio personaggio preferito in questi termini, ne esce un ritratto quanto mai tormentato, che strega il lettore con la sua malignità, suadente e serpentino, insinuante e velenoso.
Efficaci le domande retoriche, le ripetizioni e la messa in evidenza dei pronomi come "tuo" , come a voler ribadire ancora una volta che questa voce insinuante (che da questo momento in poi definirò "il serpente") è parte integrante della "persona" di Brian per quanto quest'ultimo si sforzi a tutti i costi di ridurlo a semplice "maschera" ed è quindi uno dei tanti elementi che compongono il "personaggio" . Efficace il gioco dei nomi "persona" e "personaggio" che definiscono e differenziano le due immagini, il Brian maturo, consapevole che ormai la sua adolescenza è finita da tempo e il Brian "scomodo", immorale più che amorale in tutti i sensi.
E poi c'è la violenza di certe affermazioni, domande sussurrate con il tono caustico di chi vuole affondare il nemico ancora in una fase di transizione, non del tutto risoluto al cambiamento, che ha bisogno di scriverlo, di dare voce ai suoi pensieri (si sa che la scrittura ha sempre avuto una preziosa funzione catartica...). Il serpente paventa un apocalisse che non arriva mai, vuole terrorizzare Brian richiamando alla sua mente lacrime, dolore, ansia da prestazione e preoccupazioni, rinfacciandoli con una malignità che ricorda un po'  le smorfie contorte di Gollum che rivendica il  "noi"  là dove Smeagol vorrebbe potersi definire un "io" . è quanto di più vicino alla schizzofrenia ci sia eppure potrebbe capitare a chiunque senza che questo sia veramente considerato pazzo.
Ho apprezzato la crudezza del linguaggio e la perentorietà del messaggio ma in questa fic riconosco la fiammella di una candela piuttosto che un fuoco.
Sarà per la brevità, sarà per la velocità con cui le frasi scorrono l'una dopo l'altra, sarà perchè non sono riuscita a trovare un elemento particolarmente originale a cui appellarmi, qualcosa che mi abbia colpito veramente e abbia fatto divampare il fuoco.
Forse è il gioco dell'  "io" e del  "tu" che non mi ha veramente soddisfatto;
ogni tanto si intravede il  "noi" , simbolo dell'unità che viene affermata nel concetto ma non si realizza nelle parole.
Insomma, per farla breve, mi sarebbe piaciuta una parte in prima persona plurale, dove l'aggressività avrebbe lasciato il posto alla mielosa descrizione di tutto ciò che erano stati capaci di fare insieme e che il  "tu" adesso era pronto a rinnegare. Così invece suona solo come un' invettiva, molto ben costruita, anzi, direi, una costruzione magistrale ma che sembra mancare di vita.
è troppo tutto nero e dall'altro lato è tutto troppo bianco. Ci sono il carnefice e la vittima ma manca un pizzico di ambiguità.
Non so se fosse voluta questa demarcazione di ruoli così netti ma io non riesco a non preferire sempre e comunque il grigiore al bianco e al nero.
Mi dispiace, questa non è una recensione costruttiva, è una mera opinione di nessuna importanza, la mia.
Alla prossima darling (che spero arrivi presto!),

Neal C.

p.s prima o poi recensirò anche le altre che sto seguendo ma non riesco a darmi un tempo. Quanto a te non hai scuse... We are waiting for MyMolko!