A differenza delle altre volte, ho dovuto prendermi qualche ora prima di poter aprire il foglio e recensire. Sì, perché di solito mi piace lasciarmi prendere dall'onda del momento e lasciarmi trasportare ma questa storia mi ha davvero coinvolta al punto di provare un reale dolore. Ancora adesso, mentre scrivo, sono un cumulo di rabbia e di frustrazione, perché vado a pensare a questo finale così amaro, crudo e oserei dire ingiusto ma non sarebbe legittimo.
Anzitutto, e cerchiamo di partire con ordine, penso che l'autrice ancora una volta si meriti davvero i complimenti per il modo magistrale in cui ha condotto il racconto; soprattutto perché è stata /perfetta/ nel calare i personaggi in questa arena ma non soltanto. Ha perfettamente rispettato quello che poi è il tono dell'autrice stessa e così fare i paralleli tra Kurt e Katniss non era soltanto suggestivo, sembrava addirittura naturale e scontato, pur avendo naturalmente adattato gli altri personaggi a questo ruolo. E così l'autonoma Quinn che affronta la sfida da sola, così Kurt che non solo si sacrifica per il fratello e il suo sogno d'amore ma anche perché - e qui mi ricorda Nihal (probabilmente causa della lettura più fresca della Troisi) - non ha più nulla da perdere. Gli Hunger Games gli hanno già portato via l'amore della sua vita e quindi è anche con questa consapevolezza che si accinge a prenderne il posto. Sebastian stesso è stato perfettamente inserito in questo contesto: come uno dei concorrenti dei Distretti favoriti, con quell'apparenza più arrogante ma, in fondo, un ragazzo spaventato in un'accezione che, qui, mi ha molto ricordato Draco nel suo esordio come Mangiamorte quando, aldilà dell'orgoglio e di quella spocchia, vi è un giovane che affronta per la prima volta la paura della morte e di situazioni di così grave pericolo ed entità. L'incontro tra i due, però, è sicuramente Kurtbastian: all'insegna di questa ironia e anche dell'orgoglio con il quale Sebastian, in prima istanza, neppure lo ringrazia a dovere per avergli salvato la vita. E Kurt che pensa soltanto che, appena tornate le luci del giorno, potrà andarsene e pensare nuovamente per sé. Lo lascia solo dopo avergli gettato un'altra occhiata, ma quando suonano i cannoni per annunciare una nuova dipartita, si assicura che non sia proprio il ragazzo.
Non deve importargli eppure torna sui propri passi con lo stupore stesso di Sebastian: e pian piano superano quella diffidenza finale, fino addirittura a condividere il tempo nell'arena mentre altre vittime vengono decimate; si accresce una complicità fino alle reciproche confidenze: il motivo per cui Sebastian è stato preso di mira da altri Favoriti e quello per cui Kurt si è offerto volontario al posto del fratello.
Come se la situazione non fosse già abbastanza drammatica, le condizioni di salute di Sebastian si fanno sempre più ardue, tanto che Kurt deve escogitare un espediente perché possa ricevere la medicina. E così quei primi baci che appaiono qualcosa di maldestro, di goffo, un tentativo di nascondere quanto siano improvvisati, una farsa, persino in quella giustificazione che cercando di fronte agli sponsor ma che fanno loro ottenere l'ambita medicina. Quando sembrano, finalmente, aver trovato un equilibrio, ecco lo spietato annuncio degli organizzatori circa la possibilità che il premio sia condiviso da Tributi dello stesso distretto e la separazione quasi formale. Quel nascondersi, nuovamente, nel pretesto delle telecamere eppure in quel semplice gesto di Sebastian, in quel trattenerlo, sembra celarsi già un'altra verità per quanto sia ancora sussurrata e impossibile da declamare. Diventa persino più struggente, dolce e amara quando li vediamo gettarsi tra le braccia dell'altro, timorosi che il cannone parlasse dell'altro. Un'illusoria e dolce tregua almeno fino a quando non giungiamo alle righe finali che sono quelle che, ancora rileggendole, spezzano il fiato.
Quel momento in cui Kurt realizza cosa sia accaduto, la disperata corsa contro il tempo per poterlo stringere un'altra volta: quella richiesta di Sebastian. Un altro bacio, il pretesto di attirare l'attenzione delle telecamere.
Quello che alla fine è stato il loro primo vero bacio, descritto perfettamente in quelle parole di sangue, sudore e lacrime, ma purtroppo anche l'ultimo prima che il cannone proclami la sua sentenza.
Sono tuttora piena di rabbia e di angoscia, un bel peso nello stomaco e gli occhi umidi, ma ciò è possibile soltanto quando qualcuno riesce così perfettamente a pizzicare le corde dell'animo e farti vibrare il cuore.
Ed è qualcosa in cui questa splendida autrice riesce sempre.
Ma ancora una volta ti ringrazio per aver voluto tradurre e condividere questo altro pezzetto Kurtbastian che - lo sai! - probabilmente non digerirò mai completamente. Ma che tuttavia, resta uno dei più sublimi mai letto.
Bene, ora strombazzo nel fazzoletto a mo' di E. e vado avanti.
Un abbraccione e un caro saluto all'autrice insieme ai miei elogi più sentiti anche se, lo sappia, mi ha spezzato il cuore.
Ok, la smetto. Arrivederci. |