Recensioni per
Riflessi di specchi rotti.
di Annika Mitchell
SPOON RIVER CONTEST di ZKaoru69 |
Tu mi hai scritto un ritratto. |
Tu finisci dritta dritta tra gli autori preferiti. Adoro il tuo stile, davvero. |
Questo mi fa stare male. Non nel senso che è brutto e che non si può leggere; piuttosto, leggerlo è una sofferenza perché è troppo realisticamente bello. Mi si è stretto lo stomaco scorrendo i sogni, l'amore e la fugace tenacia dei sentimenti di Celine; è una persona vera perché le viene a mancare il coraggio di dichiarare sè stessa, lei che lotta per emergere e allo stesso tempo vuole sparire. Il controsenso continuo, la paura sottintesa di ogni persona che vorrebbe vivere la vita. Celine è una possibilità. La possibilità di essere come lei, che spaventa da morire, almeno a me e penso anche a te visto che le hai dato voce, anche se era troppo tardi. |
Prima di iniziare a recensire voglio dirti che ho abbandonato il dottore (stavo disegnando il decimo) e ho iniziato un ritratto del Batch; quello di ten lo continuo domani, blblbllblblbbllbl ora mi annoia blblbllblblblblblblblbllbl (ADHD portami via).
Facciamo seriamente: il tuo stile è così introspettivo ma al contempo con tratti così poco delineati che è capace di tirare fuori dal subconscio di chiunque qualsiasi cosa, spesso anche in netto contrasto tra di loro (le cose, intendo). Però è pulito, lineare, scorrevole; piacevole, insomma. Poi amo da morire l'utilizzo che fai delle parole: ci giochi, crei delle scene meravigliose utilizzando gli ossimori, usando metafore, similitudini e paragoni improbabili. Meraviglioso. C'è una frase che mi ha colpito particolarmente nel testo, ed è questa: "le disse qualcosa di doloroso come le spine e di vero come le lacrime."; amore incontrollato per questa frase. Uao. [*ritux crolla dal sonno e si risveglia alle 13.00h del giorno seguente*] Rieccomi. Questo racconto è la storia delle contraddizioni umane, la storia delle lotte contro i mulini a vento, la storia delle nostre quotidianità, la storia di quell'insoddisfazione perenne che ci accompagna. Bluebell si immagina costantemente in luoghi diversi "nonostante il profumo d’estate montana fosse sempre presente, così come lo erano i suoni del bosco"; perchè? Insoddisfazione, delusioni, ansietà. Il fatto stesso che Bluebell si alieni dalla sua realtà (tra i suoi del bosco, i ronzii delle vespe, lo scrosciare di un torrente) e si rifugi nel deserto Sahariano (dove si trova l'apparente niente) mi fa pensare a due cose: insoddisfazione nei riguardi dell'essere umano; insoddifazione nei riguardi di ciò che si ha. In ogni caso una forma di insoddisfazione nei confronti del mondo, una sofferenza immane dinnanzi alla quasi totale assenza di speranza per questa società e dinnanzi al perenne desiderio di avere ciò che non si ha, vivere ciò che non si può vivere. Questa insoddisfazione, a mio parere, accompagna l'uomo da sempre e non lo lascia mai; un'insoddisfazione che diviene tristezza, una tristezza immane, quando l'uomo si scontra con piccole briciole di felicità ("Ma poi si ricordava di quando il suo primo amore cantava per lei"). E' la metafora della pische umana, ed è per questo che ci ho trovato un filo rosso che collega questo capitolo a "Kunda", il precedente. D'altro canto qui ritorna il tema dell'incompletezza (ampliato, approfondito ed integrato in quello dell'insoddisfazione): "Era un attimo, che quasi nessuno sapeva cogliere. Quasi nessuno.". La scena mentale che mi si para dinnanzi è metaforica: è come due pezzi di un puzzle molto vecchio; le tessere sono rovinate, ad alcune parti anche rotte, ed è per questo che nonostante il fatto che i due pezzi combacino si percepisce la sensazione che quelle non siano le tessere giuste da unire. Non so se mi sono spiegata. E' più o meno questo quello che intendo quando dicevo che il tema dell'incompletezza è stato ampliato ed integrato in quello dell'insoddisfazione (umana e perenne). Boh, ho sonno e non riesco a scrivere cose sensate. La realtà è che ho passato la notte a lottare contro un mio personalissimo indefinito sentimento (solo tu mi puoi capire adesso). Ma no, non andrà a finire come la ff, sono certa che tra una settimana mi dirò che era tutto un "film mentale". Comunque avrei preferito mandarti una recensione più bella e più approfondita, ma il mio cervello non vuole lavorare. I'm sorry :c Ritux |
Contest Nonsense - Annika Mitch : Eternally missed |
Siamo incompleti perchè un dio ci divise per la nostra superbia. |
Mi piace tantissimo questo esordio. Sento viva nelle tue parole una profonda riflessione: hai meditato a fondo, nella sola compagnia di te stessa, fino alla maturazione di un pensiero così profondo che io condivido più di quanto immagini. E certe riflessioni sono ancora più radicate in me perché sono fresca dello studio di Kierkegaard, il filosofo della Scelta per antonomasia. |
Zero recensioni? Zero recensioni?! Ho visto fanfiction e racconti orribili commentati da più di cinquanta persone e di questi due meravigliosi racconti abbiamo una sola recensione?! Talvolta resto basita dinnanzi a tali circostanze. |
Ci tengo veramente a lasciarti una recensione degna, che contenga parole sensate; ma soprattutto ho davvero la necessità di trasmetterti ciò che tu sei riuscita a trasmettere a me tramite queste due piccoli testi. |