Recensioni per
Palinodia dei Rocket
di NoceAlVento

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Junior
02/12/18, ore 12:46

È da mesi che non entro più su EFP, e se vogliamo contare i giorni che ho passato quest'anno sul sito in generale non credo che superino le due settimane (il che è anche tanto). Il problema principale è che us(av)o questo sito solo per due cose: 1. lasciare recensioni negative per soddisfare il mio egocentrismo e la mia vanità 2. pubblicare. Non ho mai letto ff più lunghe di 2-3 capitoli dacché ho l'attention-span di un door-knob, e ben di rado le storie o si avvicinano a qualcosa di decente che anche lontanamente stuzzichi il mio interesse o sono leggibili (a livello di formattazione. Dio santo!! l'editor). Ritornando al punto... dicevo, ho perso la voglia di lasciare recensioni negative, perché essenzialmente, nello stile del più becero dei bulli, se la risposta è noiosa o non mi stuzzica what's the point? (e non ci sono più le ficcy di una volta...), e perché di pubblicare, What’s pubblicare?? I don’t even know what that song is ??? per citare la mia cantante preferita. E poi, ovviamente, EFP è ormai morto, ma liquidare la questione così non mi avrebbe permesso di scrivere una pretenziosa introduzione incentrata su di me. 
Avevo adocchiato questa ff da credo l'anno scorso, o comunque da quando ho recensito le tue altre one-shot, in qualunque punto nel tempo esso fosse stato, con l'intenzione di leggerla allora; (the semi-colon jumped out) mi sembrava però un po' stalker-like scrivere fiumi di recensioni inconcludenti e inconclusive una di seguito l'altra, e perciò ho ritenuto opportuno dimenticarmene. Finché oggi, colto dai soliti sunday blues mi sono ricordato di questa storia, ed ho pensato di tornare a leggerla.
L'idea era di fare una bella recensione strutturata come i video-essay di Lindsay Ellis ma poi ho pensato che non ho voglia e non sarebbe stato genuino (è più bello se devi smontare una storia, non elogiarla, o almeno credo).
Partiamo dal concept, quindi. Fantastico! Cercati tutti i sinonimi di "fantastico" su Homolaicus perché ho un vocabolario ristretto (...). Fatto? Ok, questa è l'idea. Un faux monologo teatrale ha sempre il fascino di non dover perdere tempo su questioni come lo show don't tell perché, di fatto, è tutto un tell, e quindi le questioni su cui poni l'accento sono il come si racconta e il cosa si racconta (dirai: lo show don't tell serve proprio per rendere la narrazione trasparente e concentrare sul contenuto e non la bellezza dello stile, e io dirò: basta attaccarmi). Insomma tangenti di dubbio umorismo a parte trovo che tu sia riuscito perfettamente a rendere l'idea del monologo teatrale, che assume un fascino suo, il che è agevolato dalla formattazione pulita e chiara. È un vero e proprio invito alla lettura, i cui contenuti non fanno altro che rendere la stessa molto più gradevole e spedita. 
Ho adorato (vedi Homolaicus) la storia della recluta, e ancora di più i tempi con cui essa è stata scritta. Niente risulta affrettato, tutto accade al momento giusto, con le giuste tempistiche e un climax a dir poco perfetto. Anche gli eventi esterni alla scena, come la morte del terzo uomo sullo sgabello sono interessanti, perché danno una sorta di dinamicità alla scena, che non si sviluppa solo nei flashback ma anche nel presente. A essere sincero non sono convinto al 100% della rivelazione del figlio di Fuji (o meglio, mi è sembrato un pochino forzato il richiamare un personaggio del genere che prima di allora non era mai stato introdotto e dargli una meccanica che influiva sulla scena nel presente in maniera importante) però non è una critica quanto una senzazione a pelle che ho provato nel leggerla. Ad ogni modo, voglio ripetere che ho veramente apprezzato il modo in cui hai dispiegato la narrazione.
La vicenda di Miguel, poi, è geniale. Nella sua semplicità (forse banalità è leggermente corrotto da una vena negativa, vena che al momento non provo né nel leggere la ff né nel scrivere la recensione) riesce perfettamente a far risaltare i suoi turbamenti interiori e l'introspezione del protagonista. I suoi pensieri scorrono meravigliosamente e non sono mai semplicizzati o ridotti. I suoi sentimenti contrastanti verso il Team Rocket sono palpabili e, se posso azzardarmi, umani. La cosa che forse ho più adorato (l'ho già usato sto termine? Homolaicus...) è stato il bagno nelle acque gelide di Fuchsia City, ed il climax di pensieri ed emozioni che coincidevano con il suo immergersi completamente nell'acqua. Le citazioni a Kant (credo???) non risultano pesanti, ma si sposano perfettamente con il dilemma interiore del protagonista, Il modo col quale si arrovellava sui pensieri di Amalia (sulla quale tornerò dopo) è meraviglioso e molto poetico (tutti i ragionamenti sulla Natura, sulla spontaneità del gesto, fantastici).
Il personaggio di Amalia, dicevo, l'ho amato. C'è una strana malinconia legata alla sua figura, come un'immagine sbiadita e logorata che il protagonista conserva ancora con sé. È forse la parte più climatica e allo stesso tempo antitetica del racconto. Prima di allora, il protagonista affronta con della noia, distacco e leggera ironia il monologo. Poi, come si approfondisce, assume toni più cupi, finché non culmina nel punto più basso ma allo stesso tempo più emotivamente coinvolto di tutta la storia. Ripeto, perché voglio ripeterlo, che amo il momento nel quale il protagonista è entrato sott'acqua. Mi sembra quasi di poterlo vedere, che si rialza, annaspando, alla ricerca di un respiro, che apre gli occhi e vede il sole di fronte a lui, confuso, rovente di dolore (wow ma come sono poetico??? Leopardi sweetie...) ma allo stesso tempo soddisfatto, forse il più soddisfatto che sia mai stato (terribile anglicismo, perdonami), per aver trovato quella spontaneità del gesto che tanto cercava. Sono rimasto veramente tanto, tanto colpito da questo momento, che risalta ancora di più perché letteralmente la riga dopo è un cupo ritorno alla realtà, ad un punto ancora più basso, quasi scuotuto alla realtà (rocked back into reality suona bene, scuotuto alla realtà no però è il pensiero che conta) dalla morte (o meglio scomparsa, con certezza della morte, che è ancora peggio) di Amalia e la fine del Team Rocket. 
Sono rimasto un attimo confuso dalle scene della recluta, dato che ho il sospetto che tu abbia usato una recluta veramente apparsa nel gioco (il che sarebbe fighissimo) ma non avendo mai giocato a Kanto, l'unica regione che ho saltato, non saprei proprio confermare. Lascio a te questo fardello. Che abbia un riscontro con la realtà dei giochi è irrilevante però, perché anche se non ce l'avesse la bellezza della storia rimarrebbe tale.
Il finale, poi, è fantastico (Homolaicus). Il ritorno gelido e distaccato alla narrazione è quasi disarmante, dopo tutto il coinvolgimento emotivo degli atti precedenti, ma perfettamente in linea con l'antiteticità dell'episodio di Amalia. La fine, con la spiegazione delle tartarughe (l'hai rubata a Hakwins? Ho googlato questo mito ed è uscito un articolo di Wikipedia dove c'era una citaziona ad un suo libro sull'argomento e mi è sembrata simile... se l'hai fatto, ti è riuscito benissimo) che culmina nella rivelazione che la poesia a inizio capitolo 1 fosse il foglietto che teneva sotto mano è incredibile. C'è quasi un senso di pace, nella considerazione molto confusa e spaesata di star poggiando su delle tartarughe. Una conferma che tutto ciò che basta sapere è che, forse, non avremmo mai una risposta. Amalia è entrata nel Team Rocket da persona disperata, sperando che questo creasse in lei una seconda persona, speranzosa e lanciata nel futuro, solo per trascinare nel baratro della disperazione pure essa. Miguel è entrato nel Team Rocket alla ricerca di qualcosa, o forse perché sapeva che non aveva altro scopo nella vita, e, al contrario di Amalia e gli altri personaggi, ha sempre teso alla conservazione. Forse perché sente di avere, in fondo, uno scopo? Di dover raccontare una storia? Di aver trovato ciò che sta sotto l'ultima tartaruga? Io, almeno per oggi, l'ho trovato, ed è questa storia.

edit editino editò: rileggendo la recensione mi sono accorto che mi sono dimenticato di menzionare un fuckton (se perdoni il bretone) di cose, come il fatto che sia il protagonista a dare a Red la sua arma che poi sconfiggerà il protagonista, brillante metafora di come il Capitalismo™ crei i propri aguzzini, aka il proletariato (scherzo) (o forse no?), o proprio Red in generale è assente, così come Giovanni, la struttura del Team Rocket (embargo, scarafaggi, ecc.) e le missioni. Se dovessi dare una spiegazione direi che ero talmente sopraffatto dall'episodio di Amalia e del congiungimento con la Natura (e del finale) che questi dettagli sono passati in secondo piano. Sono ancora dell'idea di preferire una recensione genuina e di getto ad una costruita, però devo ammettere che è interessante come questo "vuoto" dica molte più cose di quanto, forse, avrebbe potuto dirne il mio scriverne a riguardo. Che è la stessa scusa che Lady Gaga ha usato quando i suoi fan le hanno chiesto perché avesse incentrato un album country su una zia che è morta vent'anni prima della sua nascita. Se ha funzionato con i gay, spero funzioni con te (non ti sto dando del gay. Credo. In ogni caso si può guarire).

(Recensione modificata il 02/12/2018 - 07:52 pm)

Nuovo recensore
28/05/15, ore 18:54

Questo capitolo contiene ragionamenti profondi (e una nuova visione del bere), mi dispiace per quell'uomo e coinvolgente la parte in cui il protagonista subisce la bastonata dalla Marowak che voleva difendere i suoi piccoli.
Complimenti per la storia,
Sb

Nuovo recensore
28/05/15, ore 18:40

La descrizione di cosa si diventa nel team Rocket una volta entrati a farne parte rende molto l'idea, il personaggio "buono" non mi piace in questo racconto, in fondo la recluta stava solo facendo il suo lavoro... Ecco come si impara ad avere punti di vista differenti, ottima interpretazione.

Sb

Nuovo recensore
28/05/15, ore 18:22

Molto interessante la storia, sono alternati momenti simpatici (il vangelo secondo Giovanni) ad alcuni più tristi (quando parla del team Rocket).
Originale la chiave teatrale e la canzone, o poesia, all'inizio della storia.

Sb

Recensore Junior
23/04/13, ore 00:03

La recensione più in ritardo della storia delle recensioni MA è positiva e considerando che rompo sempre le scatole trovando le minuzie di qua e di là, è un che di buono.

Tieni conto che mi son perso i dettagli che potevo avere ben impressi in mente circa due mesi in mezzo fa, ma questa è una recensione su QUESTO capitolo e quindi facciamo questa sospensione del giudizio alla maniera filosofica, e buttiamoci. In quanto cultore di questa materia, per prima cosa, apprezzo molto la cura - che comunque hai sempre ma qui si nota di più - degli incroci tra storie, trame, serie diverse e così via. Mi riferisco naturalmente ai dettagli sulle missioni del Team Rocket in incrocio con Red e Gold, così come all'inaspettatissimo dettaglio del tizio che abita A MISTRALOPOLI IN N/B CON MOGLIE E FAMIGLIA E HA AVUTO UN PASSATO NEL TR E NON ME L'ASPETTAVO E OMG. Insomma immagino che quella piccola nota di colore a Mistralopoli ti abbia dato la scintilla iniziale per la Palinodia, che ha poi avuto costruzioni ben precise, e quindi :awesome:

La poesia finale mi pare già te la commentai in privato tempo fa (ma forse confondo e mescolo con quella iniziale), in ogni caso mi spendo in quel che ricordo; in una progressione di trama raccontata come quella della palinodia la trovo ottima per concludere, anche perché ormai sai che io prediligo i finali a effetto, quindi le buon. L'unica cosa è che mi spegne quel barlume di positività che aveva il capitolo in un po' tutti i suoi versi, e magari deprime uno come me che ha più a cuore la "luminosità" del testo che le sue ombre, ma è in linea con la storia dei Rocket e ok. Inoltre corrisponde alla mafia quindi mi immagino il giovincello che va lì col sogno della ricchezza e poi esplode in chissà quale faida e alla fin fine le cose trovano una corrispondenza. Poi è tutta colpa del Cavaliere Oscuro, lo sappiamo. Insomma: bello e coerente ma mi deprime. Bello e giusto in modo deprimente. Se trovi un bello del genere trasposto nel lato luminoso delle cose, fai più contento me e comunque imho fai un altro passo avanti (GUARDA HO SCRITTO "UN ALTRO" PRESUPPONENDOTI CHE SEI BRAVO COME SONO GENTILE).

Per il resto il capitolo è il più breve mi sembra (AHAHAHAH PARLO IO POI) ed è principalmente di chiusura, quindi valgono tutte le asserzioni fatte riguardo agli altri capitoli, che ora non ricordo ma ok. I ragionamenti sulla "gente" che ha bisogno della guida (speriamo sia ggente e non ka$ta) mi sono piaciuti, sono giusti, vanno bene e tornando al confronto Rocket - Mafia/camorra/ecc sono ancora una calzanti in tutte le sfaccettature, quindi tengo in piedi la mia teoria sulla corrispondenza e ne sono contento.

Chiuderò dicendo: HAI MESSO L'AMORE HAI MESSO L'AMORE LO HAI MESSO ANCHE NEL FINALE LO HAI MESSO DOVUNQUE OMG LO DICO A TUTTI LO HAI MESSO SHIPPING, COME LA CHIAMIAMO? AH SI: PALINODYSHIPPING.


Grazie al cielo non devo organizzare i periodi in multipli di 3, phew.

Recensore Junior
04/02/13, ore 18:35

Daje, ora che Zeman non c'è le recensioni sono attente anche in difesa.

Questo lo faccio per te, so che ci tieni: *http://www.youtube.com/watch?v=-JjII1EPQuw* [cit.]

[Le serious recensiment]Non so perché ma questa volta non mi vengono immediatamente dei temi rimasti impressi, da analizzare. Sbircio un po' il TESTO e vado sul tecnico per rompere i ghiaccio. In una composizione psicologica (che poi le tue lo son tutte, sono sempre e solo mascherate da cose di azione/avventura) un plot twist come Rosso vs Giovanmiguel penso non sfiguri, ci sta bene. Anche meglio il dialogo introspettivo con la proiezione di Giovanni fatta da se stesso, anche se rischia di mandare in confusione visto l'intreccio di psicologie da tenere a mente, soprattutto quando fa la sua "invettiva". Bene o male è il cuore di questo atto, promuovo la parte perché punti in più per l'idea che ha smosso un po' la prevedibilità della Palinodia (i precedenti punti di svolta erano sì tali, ma spesso erano già scritti [nonserious] - vedendo Amalia già sapevo che tirava le cuoia ;DDDD [/nonserious), che messa tutta in quella maniera per il suo 100% poi dava una noia complessiva.

Quando coso là Miguel ha visto Kabuto, sulle prime non l'ho inquadrato, pensavo fosse chissà quale Pokémon spaventoso. Bene l'incrocio col fossile, quindi; quantomeno è stato capace di spiazzare. Qualche complimento in meno per quel minimo di sproloquio su Lynn che, tant'è, mi pare futile, ma i compromessi narrativi per riempire la trama esistono eccome e spesso devono esserci, quindi passi.

Un "daje" semiserio anche per il finale, finalmente [notserious] un infarto di cuor- [/notserious] un raggio di sole in una storia buia come il catrame che fidati, la sua psicologia la si apprezza benissimo, ma comunque giunto all'atto numero cinque pesa (è un elemento che devi considerare, a volte il cuor leggero aiuta a mantenere il lettore sul testo). Come dire che il prof che ti spiega benissimo ma è serio per 2 ore lo reggi per 45 minuti massimo, mentre uno che fa lo stesso ma ogni 20 stempera con una battuta, ti alleggerisce il tutto, e ti aiuta a tenere l'attenzione sulla materia. Diciamo che il tuo prof ha dato qualche minuto di "rompete le righe" dopo la prima ora e qualcosa. [/Le serious recensiment]

HAI MESSO L'AMORE HAI MESSO L'AMORE HAI MESSO L'AMORE-
Ti avevo detto che te lo rivangavo.
-SSO L'AMORE HAI MESSO L'AMORE HAI MESS...

Recensore Veterano
03/02/13, ore 14:54

Finalmente Miguel è riuscito a sbarazzarsi del peso opprimente che gravava sulle sue spalle. Ha raggiunto la Natura e si è ricongiunto con quest'ultima, proprio come gli aveva consigliato di fare Amalia prima di gettarsi tra le braccia della morte, ed è pronto a lasciarsi alle spalle ciò che è successo. Ormai la sua vita da Rocket può dichiararsi conclusa: Red, lo stesso ragazzino che aveva contribuito alla nascita del suo tormento interiore, ha messo la parola fine al suo incubo. Ho trovato quasi poetico il modo in cui hai descritto questa conclusione; tutto è iniziato con un fossile e tutto si è concluso con quel fossile, divenuto ormai pokèmon. In parte si può dire che è stato proprio Miguel a contribuire alla creazione del mito di Red, dato che uno dei suoi Pokèmon più forti gli è stato donato proprio da lui. Forse è per questo motivo che ho trovato la conclusione di questo capitolo particolarmente commovente.
Tornando alla storia in sé, sono rimasta colpita dalla scena centrale, dove si concentra il fulcro del capitolo. Non mi sarei mai aspettata un simile colpo di scena: Miguel che si improvvisa Giovanni e combatte contro Red. Il monologo antecedente la sfida mette in luce il tormento interiore di Miguel, sebbene si tratti di uno scambio di battute dirette e piuttosto semplici: emergono i pensieri più intimi del Rocket, a partire dalla critica nei confronti delle regole del Team, al trattare temi piuttosto delicati come la libertà fino a giungere a qualcosa di semplice come i caloriferi. A parer mio, qui emerge lo stato d'animo del protagonista, confuso e combattuto tra pensieri di intensità e di importanza differente. Il fatto che si immedesimi in Giovanni anche durante la lotta, senza replicare e chiarire quale sia la sua vera identità, dimostra come il protagonista abbia perso la sua anima. Il che è comprensibile, data la serie di eventi piuttosto drammatici e intensi che lo hanno sconvolto interiormente. Fortunatamente, a vicende concluse, ha riscoperto la Natura e ha ritrovato la sua identità. E' stata una ricerca lunga e travagliata, ricca di ostacoli e difficoltà, però alla fine è riuscito a raggiungere ugualmente il tanto agognato traguardo.
Come sempre, complimenti. Un capitolo ben scritto e ben fatto, che ho apprezzato appieno. Questa storia si sta rivelando sempre più interessante, un vero e proprio capolavoro.

Recensore Veterano
26/01/13, ore 23:56

Anche questo capitolo mi ha sinceramente colpita, non solo per la descrizione dettagliata e toccante delle scene, ma anche per la profondità dei temi trattati. Spesso tutti tendono a considerare l'amore o il semplice affetto come qualcosa di magico, qualcosa che conduce direttamente alla felicità, senza pensare come anche questo a volte possa rivelarsi un'arma a doppio taglio capace di inferire colpi letali al cuore di chi è affetto da questa sottospecie di malattia. Mai avrei immaginato che il nostro protagonista avesse incontrato una persona come Amalia nel Team Rocket, perché dal cuore puro e nobile. Anche l'ex recluta ha espresso i suoi dubbi a riguardo, ancora incapace di spiegarsi per quale motivo una ragazza come lei si fosse invischiata in quella cerchia malsana e mortale.
Le descrizioni dei loro appuntamenti sono agrodolci, ricche tanto di sentimenti belli e piacevoli quanto pregni di agonia e tormenti sopiti. Inizialmente non avrei scommesso nulla sul pentimento di Amalia, però non posso negare di essermelo in parte aspettato: è come inserire un'anima destinata al paradiso in mezzo ai dannati, nell'angolo più profondo e remoto dell'inferno. Si sarà anche macchiata di qualche crimine, questo era inevitabile, eppure si è pentita e ha avuto il coraggio di ribellarsi al suo destino. Un comportamento ammirevole, sotto un certo punto di vista, ma anche piuttosto scellerato; tuttavia, quando si è vittime di una disperata voglia di libertà, niente e nessuno rappresenta un ostacolo. Amalia si è esattamente comportata così e, purtroppo, ne ha pagato le conseguenze. Per Miguel deve essere stato davvero devastante. Sapere che la tua unica fonte di gioia e di speranza è sparita deve donare un dispiacere quasi mortale, capace di mozzare il respiro e di privarci della voglia di vivere. E' per questo che tendo a considerare l'amore una dannata arma a doppio taglio.
Detto questo, mi scuso ancora per il ritardo e per la recensione piuttosto sbrigativa. La prossima volta vedrò di impegnarmi di più, dato che questa storia si merita commenti ben più approfonditi e degni di essere chiamati tali.
Complimenti, come sempre.

Recensore Junior
24/01/13, ore 22:23

D: devo fare di nuovo una recensione seria? Che brutto lavoro... esigerò che tu poi recensisca tutti i 200 capitoli del PTT, in futuro.

*http://www.youtube.com/watch?v=-JjII1EPQuw* [cit.]

[Recensione Seria] Anche senza che venisse detto, ad occhio si intuisce che questo è il capitolo più significativo, superando anche il precedente con la sua vicenda della Marowak. Questo perché [poco seria] AAAAAAAAAAAH HAI MESSO L'AMORE TE LA RINFACCERO' PER TUTTA LA TUA ESISTENZA, NON AVRAI PACE FINCHE' SCRIVERAI, NON CONOSCERAI PIU' IL PIACERE DI UNA CONVERSAZIONE SENZA LA MENZIONE DI CIO'! [/poco seria] entrano nella storia i sentimenti che, come ben sappiamo, hanno un potere emotivo sul lettore decisamente notevole... potere emotivo ben sfruttato in questo caso. Certo, val sempre la legge secondo cui più mostri di una cosa, facendo affezionare il lettore ai tuoi personaggi, e maggiore sarà l'impatto finale di un colpo di scena - benevolo o malevolo che sia, v. Vox; ergo anche se la narrazione ha tutto il suo perché (considerando che questo è un racconto molto più breve degli altri a cui abituato), ad umile parere mio sarebbe stato molto più efficace proporre l'inizio in un capitolo e la fine in un altro, o comunque a maggior distanza, se non vogliamo basarci sulla divisione in capitoli.
Più spazio avrebbe meritato anche la cosa della natura e dell'illuminazione, ben congegnata ma sfruttata apparentemente solo per riempire il buco tra tizia che c'è e tizia che non c'è. Lo spunto era bello [poco seria] anche se plagi Gaber e quasi quasi anche Jovanotti [/poco seria] e merita apprezzamenti, peccato per lo sviluppo limitato, un po' da tappabuchi. Con la speranza che abbia un qualche riscontro sul finale, s'intende.
Il finale è Jovanottiano, un po' insistente ma alla fine col suo significato, quindi gradevole. [/Recensione Seria]

HAI USATO L'AMORE, SEI FINITO. PER SEMPRE. Btw deprimeva di più Vox perché la ggente si affeziona ai personaggi, come ti ho detto. The longer the better.

*http://www.youtube.com/watch?v=-JjII1EPQuw* [cit.]

Recensore Veterano
18/01/13, ore 13:56

Anche questo capitolo non mi ha affatto delusa. Questa volta lo posso dire con estrema franchezza, senza paura di risultare iperbolica o di commentare in modo poco oggettivo: sono rimasta senza parole. Sinceramente parlando, all'inizio non avevo ben chiara l'identità dell'uomo del terzo sgabello. Pensavo si trattasse di una comparsa di dubbio valore, ininfluente ai fini della narrazione; eppure, ironia della sorte, in conclusione ci è stata rivelata la sua vera identità. Non mi sarei mai aspettata che si trattasse del figlio di mister Fuji, tanto meno che fosse l'allenatore di quella povera Marowak, uccisa proprio dal protagonista in persona. A depistarmi dall'intuire ciò, sicuramente la figura di Giovanni: immaginavo avresti trattato anche questo personaggio, tanto conosciuto e rinomato quanto inconoscibile e indescrivibile, e che l'avresti fatto dal punto di vista della nostra ex-Recluta. Ho trovato decisamente appropriato il suo commento critico, riguardante la statura del suo Boss, perché capace di descrivere perfettamente i pensieri di un qualsiasi sottoposto. Spesso anche noi ci ritroviamo a domandare come mai certe persone, apparentemente normali e innocue, siano in realtà delle leggende o dei pezzi grossi della società. Allo stesso modo, anche il protagonista se l'è domandato: Che cos'ha lui in più di me?
Tornando al discorso della Lavender Tower, posso ammettere con estrema sincerità di essere rimasta profondamente colpita dalle descrizioni dei Cubone e della Marowak, nonché della tragica morte di quest'ultima. L'esito della battaglia tra i Rocket e quella povera madre mi ha lasciato con l'amaro in bocca, tenendo conto anche del fatto che ad ucciderla è stato nientemeno che il narratore. Il modo in cui hai descritto ciò che effettivamente è successo in quella Torre mi ha mozzato il respiro. Il foglio e la penna, il soldato e la sua arma. Se non avesse reagito, sicuramente la Recluta sarebbe sicuramente impazzita: in quel momento di follia, non si è però reso conto di che cosa avrebbe comportato il suo gesto. Dire che l'immagine dei cuccioli stretti attorno al cadavere della madre è commovente e drammatica al contempo è un mero eufemismo. Non serve spiegare quali sono i sentimenti e le emozioni scatenate in seguito a questo atto: il gesto si descrive da sé, senza il bisogno di inutili descrizioni che rischiano solo di sciupare la sua vera essenza.
Detto questo, posso ritenermi alquanto soddisfatta di questo capitolo. Spero che il prossimo sia così bello e mozzafiato.

Recensore Junior
17/01/13, ore 18:15

Devo fare una recensione seria... devo fare una recensione seria... devo fare una recensione seria...

[Recensione seria]La storia procede col suo perché, nonostante la lunghezza dei capitoli decisamente ridotta (è praticamente un capitolo del PTT, mi butto: attorno ai 10.000 caratteri? Forse anche meno). Arrivando alla sezione "clou", è quella che oltre a reggere la trama di questo capitolo - e di ciò che verrà, se intuito non inganna - meglio figura al suo interno; sarà che finalmente scarica una escalation di tensione che era rimasta certamente insoddisfatta (eccettuato per il mezzo accenno a Rosso, ma di scarico aveva ben poco), sarà per l'effetto emotivo che provoca.
Diversa la questione per l'inizio dedicato a Giovanni, che ormai più che alla mafia sembra far riferimento a Hitler, Mussolini e forse ancor meglio Napoleone, tutti e tre tappetti. Forse forse forse questo spinge il paragone un po' in là rispetto alla caratura dei Rocket che, come detto due capitoli fa, sono la principale organizzazione malavitosa della zona MA qualcosa di differente dalle dittature sopracitate. Magari sto toppando nel confronto, ma sono le impressioni che ho avuto e penso sia facile averne di questo tipo.
Critica dettata da limitata comprensione per la parte iniziale (altro stile canzone?), che confonde con tutte quelle sbarre e a parer mio spezza troppo una narrazione che già era spezzettata nella parte iniziale.
Per le implicazioni del finale attendo futuri sviluppi, mi incuriosisce ma so dirne poco.[/Recensione seria]

DV MI RIASSUMERA' GRAZIE A TUTTO QUESTO AHAHAH!
Avevi detto che era deprimente ma era molto più deprimente il finale di Vox dato che lì ti affezioni al personaggio, sappilo. É un'informazione spassionata da lettore. Trust me I'm an engineer.
Mi involo per de-deprimermi perché le tue storie sono deprimenti e invece tu leggi il PTT e ti rallegri eh oh non è giusto mica
(Recensione modificata il 17/01/2013 - 06:16 pm)

Recensore Veterano
16/01/13, ore 16:45

Che idea! Scrivere un qualcosa che abbia tutte le fattezze della sceneggiatura di una storia!
E quando uno fa qualcosa del genere, o viene uno schifo o viene benissimo.
E la seconda, secondo me, è quella giusta :)

Recensore Veterano
13/01/13, ore 22:39

Questa Palinodia è sempre più di mio gradimento. Anzitutto, chiedo venia per il ritardo con cui scrivo questa recensione, ma ultimamente ho avuto parecchi contrattempi. Indi per cui, vedrò di rimediare con un commento abbastanza esauriente.
Adesso stiamo entrando nel vivo del racconto, attraverso i ricordi dell'avventura di una ex Recluta. Ricordo molto bene la loro impresa al Mount Moon, dato il fatto che ho rigiocato pochi giorni fa a Rosso Fuoco. Rimembro bene la squadra di "Lynn" e quella del nostro narratore (mi sorge un dubbio: ma non era un Fanatico, quello che aveva la squadra composta da quei tre Pokèmon?) e la reazione del Team di fronte all'inaspettata venuta di questo eroe misterioso dalle fattezze di innocente bambino. Ammetto, però, di aver amato in particolar modo il dialogo fatto con Proton. E' proprio un furfante con i fiocchi, fatto e finito: è malvagio nell'animo, non solo in apparenza. E come tale si comporta, ignorando perfino il concetto di "famiglia" che si crea solitamente tra membri di una stessa compagnia. Insomma, ho apprezzato il modo in cui l'hai descritto e fatto agire.
Anche il fatto che le Reclute vengano riconosciute come un mero numero, invece che con il proprio nome di battesimo, è indicatore di come ognuno perda la propria identità in quella grande "famiglia". Questa immagine mi ha colpita particolarmente, perché indica come in realtà l'opinione che si ha di un gruppo unito sia in realtà relativa a chi vi partecipa. Non tutti hanno la stessa considerazione degli altri: c'è che li reputa amici e compagni di battaglia, chi dei sottoposti, della feccia, dei numeri.
Insomma, anche questo secondo capitolo mi è piaciuto molto. Sono proprio curiosa di scoprire che cosa racconterà negli appuntamenti a venire. A presto.

Recensore Junior
11/01/13, ore 14:55

Nota a margine superiore:
Ti recensisco con impegno e serietà solo e unicamente perché così DV mi approverà come ri-recensore ufficialissimo delle sue straordinarie vicende, che le tue al confronto non sono per niente womanizer.

Veniamo a noi. Il ritmo mi piace, molto più di altre volte in cui ben sai che me ne sono lamentato perché le parole si trascinavano. Quindi vedo poco il motivo di definirlo davvero davvero noioso... più che altro statico, un po' lineare, questo sì; ma tiene fede al surround mediamente grigio che questa palinocosa premette. Ergo quello che deve esserci c'è, evitando le trappole di possibili giri di parole che potevano davvero renderlo noioso. La tipologia di narrazione come ti ho detto è abbastanza affine ai miei gusti, mi piace il teatro.

"Trama"mente parlando, non si registrano botti o colpi di scena, penso che non li prefiguri - questo rende il capitolo, come ho detto, non noioso ma comunque piatto, lineare. Essendo corto comunque regge, si allinea con l'impostazione, e non sfigura (non ancora ;DDD). Thumb down, a parte che per le culture della comunicazione (che hanno sfrantecato alla quarta ripetizione!!!), per i dialoghi semi-inesistenti, non so se è una cosa che riguarda solo me ma in ogni caso avrei apprezzato qualche virgolettato in più oltre al tipaccio che chiama le reclute per numero.

Comunque mi ricorda di quando vidi Scugnizzi a teatro. SOPRATTUTTO il corsivo finale. Inb4 plagio

Recensore Veterano
09/01/13, ore 20:29

Non ho mai avuto modo di leggere storie di questo genere, però devo dire che questo stile mi piace. È insolito e, per questo motivo, piuttosto accattivante. Hai catturato completamente la mia attenzione attraverso questa sorta di “Autobiografia di una Recluta”.
Devo dire di aver apprezzato particolarmente la prima parte, composta da tutte quelle anafore “Qualcuno entrava nei Rocket”, perché semplice ma d’effetto. Alcune mi sono piaciute per la loro schiettezza, altre per la profondità di significato, altre ancora per la velata comicità sottintesa (detto sinceramente, non sono riuscita a trattenermi dal sorridere di fronte a Qualcuno entrava nei Rocket perché aveva scambiato il motto del Team per il Vangelo Secondo Giovanni). Anche la seconda parte è risultata gradevole alla lettura. L’idea di usare un monologo/discorso per raccontare la vita di una semplice Recluta mi intriga alquanto. Sembra proprio che il protagonista in questione stia parlando con il lettore stesso, rispondendo alle sue domande mute e anticipando le sue affermazioni. Sinceramente, voglio proprio vedere come svilupperai la storia della sua vita nei vari capitoli.
Spero di poter leggere il seguito. A presto.

[Precedente] 1 2 [Prossimo]