Recensioni per
Naive Blond King
di fiammah_grace

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/06/14, ore 23:06

Ciao Grace
Sono tornato a recensire un altra delle tue magnifiche storie su Alfred, che posso dirti, adoro il modo in cui lo racconti come apri la sua complessa personalità etichettata troppo rapidamente come folle. Anche in questa One-Shot ci sono delle magnifiche descrizioni e quel che mi ha intricato è stato il modo in cui man mano Alfred lasciava spazio ad Alexia come se vi fossero due persone che si vedevano attraverso una lastra di vetro e non uno specchio. E quando "Alexia" si chiedeva quando sarebbe tornato suo fratello, così come Alfred si chiede quanto tempo ci vorrà per quando lui e la sua amata Regina si incontrino di nuovo.
Ripeto ottime descrizioni, personaggio/i completamente IC, sembra Alfred Ashford in tutto e per tutto.
Alla Prossima
-Anthony Edward Stark

Nuovo recensore
14/03/13, ore 16:50

Ah, Code: Veronica. Quel "cocktail" di atmosfere gotiche, follia e capelli biondi che rappresenta il capitolo più bizzarro della saga di Resident Evil e, senza dubbio, il mio preferito in assoluto.

Scegliendo d'inserire "Naive King" nel titolo della storia, hai involontariamente alzanto le mie aspettative moltissimo, perché "Berceuse", la "Lullaby" da te citata, ritengo sia il punto più alto mai raggiunto dalla serie in fatto di deviata, cupa poesia. Semplicemente mozzafiato.

Eppure, sei stata in grado di superare quelle aspettative, direi quasi d'infrangerle. Come ben sai, l'introspettivo è un genere che mi è molto caro, ancora di più se si tratta di esaminare da vicino momenti topici e intriganti della serie come la figura malata, ambigua e in fondo soltanto bisognosa d'affetto di Alfred Ashford.

Hai accarezzato la sua follia, descrivendola a volte, direi, quasi con distacco, con lo sguardo distante di chi non giudica ma, da bravo menestrello, si limita a raccontare. E che racconto! La sua trasformazione nella dominante personalità della sorella è graduale, leggera, al punto che verso la fine della storia sembra quasi la cosa più naturale del mondo piuttosto che il delirio di un pazzo.

Bellissimo, veramente poetico, una one-shot che va dritta dritta tra i miei preferiti di sempre è una grande aggiunta per tutto il fandom. Che dire... bravissima, e grazie da parte di tutti i fan e gli appassionati per averci regalato questa perla! 
(Recensione modificata il 14/03/2013 - 04:52 pm)

Nuovo recensore
25/01/13, ore 13:52

Come promesso, ecco che metto il mio zampino (o zampone? mm...va beh, non tergiversiamo) nel nuovo brano della mia autrice preferita^^
Partiamo as usual dalle considerazioni generali.
Intanto, ho molto gradito che tu abbia trattato un personaggio controverso e molto ambiguo quali è il caro Alfred Ashford.
Hai magistralmente delineato il quadro di ordinaria follia del ragazzo, vinto dal dolore, dalla pazzia e oserei dire anche dal fantasma stesso di sua sorella.
In poco spazio hai saputo riproporre l'atmosfera e l'ambiente di quella camera che un fan di R.E. non può non aver visto e che racchiude in sè il concetto di "tempo bloccato".
Infatti non sembra la camera di un ventenne o più, ma la malata mummificazione di un periodo della vita dell'uomo (infanzia/adolescenza) che stona con la realtà circostante -ma che dal punto di vista di lui è tutto normale-.
Dicendoti già a priori che ho molto gradito questa one-shot, mi congratulo con te per aver espresso in poco spazio l'essenza del personaggio e di averne tirato fuori gli aspetti caratteristici, il suo dramma.
Ma andiamo per gradi.

Azzeccato il titolo, che rievoca la musica del Lullaby e le sue parole. Devo confessare che mi ha fatto da "colonna sonora" per tutta la lettura del pezzo.
Comunque non potevi trovare un parallelo più idoneo tra il "naive king" della "ninna nanna" e il ragazzo (ma chi sarà mai la sua "nasty queen"? ;D).
D'impatto è la descrizione del background iniziale.
Come una macchina da presa cinematografica, non fai un primo piano del protagonista, ma ci arrivi lentamente. Infatti l'occhio del lettore viene focalizzato prima su una candela, poi viene fatto scendere sulla mensola e poi più giù sul tappeto rosso.
In seguito la visuale del lettore che ha di questa stanza è completata dall'annotazione degli altri mobili che la rendono inconfondibile dalle altre camere da letto.
Come ti accennai prima, c'è un alone malsano che circonda tutta la sala e le cose che vi sono racchiuse e tu lo indichi chiaramente con la frase ad hoc: "Come se la follia avesse condannato la loro bellezza".
Il tempo è stato fermato appositamente per "ghiacciare" la stanza ai tempi in cui Alexia era ancora "in vita".
Ma ancora non è entrato in scena il padrone di casa.
Infatti, da brava creatrice di suspance, ti soffermi sullo specchio -giusto il paragone con lo spettatore silenzioso- e sulle candele. Esse sono tante e danno all'atmosfera un che di lugubre ed inquietante.
Non so te, ma le candele, oltre ad avere un utilizzo romantico, mi hanno dato sempre l'idea che siano le più adatte ad essere accostate all'immagine del male e dell'occulto. La loro non è una luce che rischiara le tenebre, ma essa è in continua lotta con queste.

Significativa l'entrata in scena di Alfred.
Egli è il fantasma di sè stesso e sembra più viva di lui addirittura la sua immagine riflessa nello specchio. Sembra di vederlo lì, in preda alla nevrosi e vittima della sua mente malata, mentre si fa sopraffare dal dolore e dall'ossessione di rivedere la sua amata sorella.
Complimenti per aver delineato così bene i tratti che distinguono il ragazzo.
Quel tremolio alle gambe, quegli occhi spenti, quell'aspetto aristocratico, ma tuttavia venato da qualcosa di sinistro...me lo hanno fatto ricordare in tutto e per tutto!

Tuttavia la "follia" non è finita, anzi siamo solo all'inizio.
Comincia la "trasformazione" del personaggio, a partire dal cambiamento dell'acconciatura.
In quei gesti, nel darsi il rossetto, truccarsi, vedo il disperato desiderio di rivedere Alexia e quel rimanere lì davanti allo specchio il suo modo di aggrapparsi a tale speranza.
Sembra che tale vetro riflettente divida due realtà diverse, ma vicine.
Infatti il ragazzo scompare e vi prende posto la sorella, che seppur rimane un'immagine, ella troneggia in quella stanza, rimarcando un concetto molto evidente.
Infatti, sebbene i due gemelli si assomiglino fisicamente, caratterialmente non possono essere più diversi.
Tra i due la più forte, autoritaria, dominante è la ragazza, mentre il fratello ne è succube a livelli allarmanti. Egli la venera come una Dea, è ossessionato dal suo ricordo, anche morbosamente se vogliamo. Si sente perso, incompleto, se non c'è sua sorella lì con lui.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che sono gemelli, non fratelli qualsiasi.
Di solito si viene ad instaurare una sorta di sintonia, di simbiosi tra due individui del genere, formando un legame non da tutti comprensibile e difficile da recidere.
Dove l'uno si affida e conta sull'altro...
E' un amore che va' al di là dell'umana comprensione, un amore che può rendere folli, disperati e Alfred ne è un esempio lampante.
In questa stanza "ibernata" ad un tempo lontano, semi inghiottita dal buio (che non è altri la condizione stessa del suo animo senza la sorella) egli decide di farsi vincere dalla pazzia pur di rivedere quel volto.
Perchè lui è solo senza di Lei e cosa c'è di meglio che abbandonarsi ad un miraggio, ad un illusione che rende felici?
Se poi quel miraggio significa gettare nell'oblio sè stessi, scomparire come persona pur di riavere accanto, anche per pochi secondi, l'altra metà della propria anima, io credo che non esista al mondo una forma di "sacrificio" più struggente.
E' un concetto da te espresso nella significativa frase: "Egli strinse gli occhi, raggiante, mentre scompariva definitivamente.", dove lui, sebbene consapevole di essere in procinto di andarsene, è felice.
Felice di aver rivisto la sua Alexia, la sua luce che fende le sue tenebre, l'unica ragione per esistere (e qui mi sovviene la scena struggente di quando lei si sveglia, mentre il giovane, morente, protende una mano per raggiungerla ).
Ovviamente il senso di vuoto, che prima era scomparso, adesso si ripropone con la ragazza sola nella stanza.
Difatti ella ha incrociato brevemente gli occhi di Alfred - reinstaurando quella sorta di legame che si percepisce anche nel filmino amatoriale di loro due, quando danno in pasto alle formiche quella povera libellula senz'ali-.
Poi lo ha "visto" sparire. Adesso non può non sentire anche lei quel senso di vuoto dato dalla lontananza...


Beh, Grace, che dire? Riconfermi la tua bravura di scrittrice anche in questo pezzo e non solo dal modo in cui scrivi, fluido, ordinato, pregnante come al solito.
Hai profondamente toccato ed analizzato un tema e dei personaggi che sono tutto tranne che banali.
Mi piacciono questi gemellini, così intriganti, così folli, così psicopatici, così dannatamente complessi.
Lo dico sia dal punto di vista del rapporto tra di loro, sia di quello che essi instaurano col mondo esterno.
Per esempio, Alfred, che soffre per la lontananza di Alexia, si è chiuso in un mondo tutto suo, facendo diventare la sua nevrosi normalità. Egli è ingabbiato nel suo dramma che lo porta alla pazzia e ciò è evidente quando nel gioco si scontra con Claire e Steve (che fanno parte del suddetto mondo esterno).
Alexia, invece, la dominante tra i due, è sempre stata interessata al potere e la sua ricerca nell'ottenerlo l'ha portata alla follia (usa addirittura suo padre per la sperimentazione).

Ancora vivissimi complimenti, cara!!
Bravabravabrava!
Mi sa che si prospetteranno delle discussioni molto interessanti ;)
A presto!!!
<3
Asty

Recensore Veterano
24/01/13, ore 23:07

Inizio col dire che è da un po’ che non leggevo qualcosa su questo fandom. Mi era mancato così tanto che l’altro giorno ho sentito il bisogno pressante di dare almeno un veloce sguardo alle nuove storie.
La tua è stata una delle prime che mi è saltata all’occhio. Mi ha colpita già dal titolo.
Naive Blonde King. Suona davvero bene, mi piace.
Poi mi sono resa conto che era incentrata su Alfred Ashford, uno dei personaggi che, insieme alla gemella, considero più emblematici all’interno della saga. Mi hanno da sempre incuriosita molto, ma non ho avuto mai il piacere di leggere una storia dedicata a loro, perciò li ho proposti come personaggi da inserire nella lista con la nuova funzione di efp – trovata geniale, tra l’altro.
Già dalle prime descrizioni ho trovato il tuo stile fresco, pulito, scorrevole e coinvolgente, nonostante stessi narrando di una situazione alquanto statica. Le parole che hai usato per delineare l’antica stanza, poi, sono state molto d’effetto e ti rivelo che le ho davvero apprezzate.
Un particolare plauso va all’incredibile gioco di luci e ombre che hai creato con le candele: quasi credevo di averle davanti a me, mentre leggevo.
La descrizione del mobilio che richiama la potenza e lo splendore della famiglia, lo specchio che nella propria immobilità appare come una vera e propria presenza umana, l’accortenza nel dare spazio anche ai minimi particolari… Tutto ciò è stato trattato benissimo ed è uno dei tanti motivi per i quali ho adorato questa storia.
Poi arriva lui, il re, che quasi si crogiola nella sua disperata ossessione. Ho adorato i suoi pensieri, i suoi comportamenti e ogni suo minimo gesto – a partire dai nervosi spasmi delle gambe sino al suo aggiustarsi i capelli sulla fronte. E infine, ultimo ma non per importanza, il confronto con il tanto temuto specchio.
Amo il rapporto tra i due Ashford. Il loro amore fraterno è quasi morboso, frutto di un legame indissolubile che solo dei gemelli potrebbero comprendere, e che spinge persino Alfred a diventare Alexia, per colmare la sua assenza, il vuoto che ha lasciato.
La follia di lui è evidente e, personalmente, credo che tu sia riuscita con questo racconto a renderla alla perfezione. Alfred ama sua sorella così tanto da rinnegare la propria immagine e comportarsi come un servo con la sua regina, l'indiscussa signora del maniero.
Il loro legame è veramente ambiguo, tanto che Alexia non si fa scrupoli nel sottomettere il fratello, e questi non si fa scrupoli nel farsi sottomettere.
Ti faccio i miei più vivi complimenti, quindi, perché questa storia merita molto. Non esito ad aggiungerla alle preferite :)
Spero di leggere presto qualcos’altro di tuo in giro, perché credo davvero che tu sia un’autrice molto talentuosa e ti confesso che il tuo stile mi ha incuriosita molto.
Alla prossima!

Recensore Junior
24/01/13, ore 17:24

Vorrei iniziare questa recensione complimentandomi per la scelta del/dei protagonista/isti.
I gemelli Ashford, così come gli altri componenti della famiglia, sono delle figure importantissime, indispensabili ai fini dell'intera storia di Resident Evil. Non riesco ancora a spiegarmi il perchè non sono ancora stati inseriti nella lista dei personaggi. Credo che, oltre ad un paio di capitoli della mia raccolta, questa fic sia l'unica ad averli come protagonisti... Ti ringrazio immensamente per aver dato un altro pò di spazio anche a loro! *l'abbraccia forte!*
Ma veniamo al testo.
Ho sempre ritenuto gli autori della serie degli autentici geni per la scelta delle locations ricche di dettagli, soprattutto per gli interni (dalle ville "gemelle" alla stessa Rockfort Island). Amando, quindi, i loro lavoro, non ho potuto fare a meno di apprezzare le descrizioni qui presenti: tutto, in quella stanza, è permeato da una certa atmosfera nobiliare che suggerisce immediatamente l'altissimo livello sociale della famiglia Ashford. Dal mobilio regale si passa al proragonista, anch'esso finemente tratteggiato.
L'incontro con la sua metà, poi, è stato spettacolare.
Perchè qui non è solo una questione di somiglianza fisica (come hai sottolineato tu stessa, stiamo parlando di due gemelli... E' ovvio che si somiglino), ma si tratta, soprattutto, di una completezza di animi. Alfred è talmente legato ad Alexia che non può fare a meno di immedesimarsi in lei, fino ad annullare se stesso. Insomma, una sorta di "due corpi e una sola anima". Ho visto molte fanart che svolgevano il tema dello sdoppiamento della personalità di Alfred, posto proprio di fronte ad uno specchio e devo dire che visivamente il loro significato è immediato agli occhi di chi guarda. Ma credo che mettere per iscritto tutte le emozioni e i pensieri del protagonista sia un'operazione molto più complessa e... tu sei riuscita a cogliere e ad esprimere tutto il tormento del povero Alfred. *sigh*

Quindi te lo devo proprio dire: ottimo, ottimo lavoro!