Come promesso, ecco che metto il mio zampino (o zampone? mm...va beh, non tergiversiamo) nel nuovo brano della mia autrice preferita^^
Partiamo as usual dalle considerazioni generali.
Intanto, ho molto gradito che tu abbia trattato un personaggio controverso e molto ambiguo quali è il caro Alfred Ashford.
Hai magistralmente delineato il quadro di ordinaria follia del ragazzo, vinto dal dolore, dalla pazzia e oserei dire anche dal fantasma stesso di sua sorella.
In poco spazio hai saputo riproporre l'atmosfera e l'ambiente di quella camera che un fan di R.E. non può non aver visto e che racchiude in sè il concetto di "tempo bloccato".
Infatti non sembra la camera di un ventenne o più, ma la malata mummificazione di un periodo della vita dell'uomo (infanzia/adolescenza) che stona con la realtà circostante -ma che dal punto di vista di lui è tutto normale-.
Dicendoti già a priori che ho molto gradito questa one-shot, mi congratulo con te per aver espresso in poco spazio l'essenza del personaggio e di averne tirato fuori gli aspetti caratteristici, il suo dramma.
Ma andiamo per gradi.
Azzeccato il titolo, che rievoca la musica del Lullaby e le sue parole. Devo confessare che mi ha fatto da "colonna sonora" per tutta la lettura del pezzo.
Comunque non potevi trovare un parallelo più idoneo tra il "naive king" della "ninna nanna" e il ragazzo (ma chi sarà mai la sua "nasty queen"? ;D).
D'impatto è la descrizione del background iniziale.
Come una macchina da presa cinematografica, non fai un primo piano del protagonista, ma ci arrivi lentamente. Infatti l'occhio del lettore viene focalizzato prima su una candela, poi viene fatto scendere sulla mensola e poi più giù sul tappeto rosso.
In seguito la visuale del lettore che ha di questa stanza è completata dall'annotazione degli altri mobili che la rendono inconfondibile dalle altre camere da letto.
Come ti accennai prima, c'è un alone malsano che circonda tutta la sala e le cose che vi sono racchiuse e tu lo indichi chiaramente con la frase ad hoc: "Come se la follia avesse condannato la loro bellezza".
Il tempo è stato fermato appositamente per "ghiacciare" la stanza ai tempi in cui Alexia era ancora "in vita".
Ma ancora non è entrato in scena il padrone di casa.
Infatti, da brava creatrice di suspance, ti soffermi sullo specchio -giusto il paragone con lo spettatore silenzioso- e sulle candele. Esse sono tante e danno all'atmosfera un che di lugubre ed inquietante.
Non so te, ma le candele, oltre ad avere un utilizzo romantico, mi hanno dato sempre l'idea che siano le più adatte ad essere accostate all'immagine del male e dell'occulto. La loro non è una luce che rischiara le tenebre, ma essa è in continua lotta con queste.
Significativa l'entrata in scena di Alfred.
Egli è il fantasma di sè stesso e sembra più viva di lui addirittura la sua immagine riflessa nello specchio. Sembra di vederlo lì, in preda alla nevrosi e vittima della sua mente malata, mentre si fa sopraffare dal dolore e dall'ossessione di rivedere la sua amata sorella.
Complimenti per aver delineato così bene i tratti che distinguono il ragazzo.
Quel tremolio alle gambe, quegli occhi spenti, quell'aspetto aristocratico, ma tuttavia venato da qualcosa di sinistro...me lo hanno fatto ricordare in tutto e per tutto!
Tuttavia la "follia" non è finita, anzi siamo solo all'inizio.
Comincia la "trasformazione" del personaggio, a partire dal cambiamento dell'acconciatura.
In quei gesti, nel darsi il rossetto, truccarsi, vedo il disperato desiderio di rivedere Alexia e quel rimanere lì davanti allo specchio il suo modo di aggrapparsi a tale speranza.
Sembra che tale vetro riflettente divida due realtà diverse, ma vicine.
Infatti il ragazzo scompare e vi prende posto la sorella, che seppur rimane un'immagine, ella troneggia in quella stanza, rimarcando un concetto molto evidente.
Infatti, sebbene i due gemelli si assomiglino fisicamente, caratterialmente non possono essere più diversi.
Tra i due la più forte, autoritaria, dominante è la ragazza, mentre il fratello ne è succube a livelli allarmanti. Egli la venera come una Dea, è ossessionato dal suo ricordo, anche morbosamente se vogliamo. Si sente perso, incompleto, se non c'è sua sorella lì con lui.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che sono gemelli, non fratelli qualsiasi.
Di solito si viene ad instaurare una sorta di sintonia, di simbiosi tra due individui del genere, formando un legame non da tutti comprensibile e difficile da recidere.
Dove l'uno si affida e conta sull'altro...
E' un amore che va' al di là dell'umana comprensione, un amore che può rendere folli, disperati e Alfred ne è un esempio lampante.
In questa stanza "ibernata" ad un tempo lontano, semi inghiottita dal buio (che non è altri la condizione stessa del suo animo senza la sorella) egli decide di farsi vincere dalla pazzia pur di rivedere quel volto.
Perchè lui è solo senza di Lei e cosa c'è di meglio che abbandonarsi ad un miraggio, ad un illusione che rende felici?
Se poi quel miraggio significa gettare nell'oblio sè stessi, scomparire come persona pur di riavere accanto, anche per pochi secondi, l'altra metà della propria anima, io credo che non esista al mondo una forma di "sacrificio" più struggente.
E' un concetto da te espresso nella significativa frase: "Egli strinse gli occhi, raggiante, mentre scompariva definitivamente.", dove lui, sebbene consapevole di essere in procinto di andarsene, è felice.
Felice di aver rivisto la sua Alexia, la sua luce che fende le sue tenebre, l'unica ragione per esistere (e qui mi sovviene la scena struggente di quando lei si sveglia, mentre il giovane, morente, protende una mano per raggiungerla ).
Ovviamente il senso di vuoto, che prima era scomparso, adesso si ripropone con la ragazza sola nella stanza.
Difatti ella ha incrociato brevemente gli occhi di Alfred - reinstaurando quella sorta di legame che si percepisce anche nel filmino amatoriale di loro due, quando danno in pasto alle formiche quella povera libellula senz'ali-.
Poi lo ha "visto" sparire. Adesso non può non sentire anche lei quel senso di vuoto dato dalla lontananza...
Beh, Grace, che dire? Riconfermi la tua bravura di scrittrice anche in questo pezzo e non solo dal modo in cui scrivi, fluido, ordinato, pregnante come al solito.
Hai profondamente toccato ed analizzato un tema e dei personaggi che sono tutto tranne che banali.
Mi piacciono questi gemellini, così intriganti, così folli, così psicopatici, così dannatamente complessi.
Lo dico sia dal punto di vista del rapporto tra di loro, sia di quello che essi instaurano col mondo esterno.
Per esempio, Alfred, che soffre per la lontananza di Alexia, si è chiuso in un mondo tutto suo, facendo diventare la sua nevrosi normalità. Egli è ingabbiato nel suo dramma che lo porta alla pazzia e ciò è evidente quando nel gioco si scontra con Claire e Steve (che fanno parte del suddetto mondo esterno).
Alexia, invece, la dominante tra i due, è sempre stata interessata al potere e la sua ricerca nell'ottenerlo l'ha portata alla follia (usa addirittura suo padre per la sperimentazione).
Ancora vivissimi complimenti, cara!!
Bravabravabrava!
Mi sa che si prospetteranno delle discussioni molto interessanti ;)
A presto!!!
<3
Asty |