Recensioni per
Il futuro è una terra straniera
di margheritanikolaevna
ciao mi sono imbattuta nella tua storia e posso dirti che davvero mi hai suscitato moltissime emozioni. ti sei imbattuta in uno dei tempi più crudi e importanti della storia, L'OLOCAUSTO. Argomento che anche molti storici non hanno descritto per la crudeltà che veramente è stato. |
Ecco, bello come prologo, e vedo, che scrivi bene.. un po' mi confondevo, perchè non c'erano conversazioni... |
Salve! Mi spiace se proseguo la lettura di questa tua appassionante storia a rilento ma purtroppo il tempo scarseggia e spesso mi dimentico di fare un giro di lettura qui su Efp. |
Ho letto con interesse la tua storia, anche se vecchia perché mi incuriosiva il titolo, e adesso che l'ho finita sono rimasta un po' sorpresa! Complimenti per le fantastiche citazioni: Pirandello, Hannah Arendt... (per citarti a mia volte quelle che mi sono piaciute di più). |
Ammetto che ho sempre sottovalutato le novelle di Pirandello e me ne pento, dato che ho recuperato "Una giornata" prima di leggere questo capitolo e l'ho trovata geniale! |
Ciao! Inizio scusandomi per il ritardo con cui proseguo nella lettura ma il 2013 si sta rivelando un periodo veramente nefasto per la sottoscritta. |
Questo prologo mi è sembrato (spero d inon sbagliare nell'interpretazione) una lunghissima riflessione sul "sentimento del tempo", ovvero di come la sensazione di eventi avvenuti molti anni prima dal periodo in cui tratta la narrazione possano essere sentiti diversamente da chi è vissuto molti anni dopo, solo pochi riescono a capire coem ci possa essere qualcosa inc omune tra quello che avvenut nel passato e quello che si vive nel presente, gli altri (a torto o a ragione) lo vedono diversamente, con più distacco, al massimo come un'occasione per liberarsi degli obblighi quotidiani e per fare una sorta di gita (e questo non vale solo per i Newyorchesi o per gli Americani) mentre altri, non foss'altro per ill lavor che devono svolgere, o perché comunque hanno una mente in qalche modo più aperta e sensibile, riescono a sentire più vicina quella realtà che ormai traspare solo dai ricordi di persone ormai molto anziane e da foto in bianco e nero sbiadite, ma che tuttavia riescono a far capire (sol che lo si voglia) un periodo abietto che potò una delle più illustri nazioni europee a macchiarsi di crimini efferati sotto la guida di un desposta abile quanto feroce, che aveva portato a vedere la colpa di tutti i mali in una minoranza che del resto già non era scevra di pegiudizi ad essa contrari, eppure in quell'immagine una forma oramai larvale di ottimismo nel futuro c'era ancora, anche se ampiamente ingiustificato.... |
Mi è piaciuto questo capitolo, trovo che tu l'abbia gestito molto bene. La testimonianza della donna rassomiglia molto a quella fatta da Liliana Segre, anche lei sopravvissuta al genocidio degli ebrei, nella mia università. L'unica perplessità è sul lessico, forse un po' troppo ricercato per una testimonianza orale, ma riportata nello scritto trovo che renda bene. |
Bellissimo prologo, non c'è che dire! Mi è piaciuta molto la riflessione che hai inserito sulle scolaresche: molti giovani ignorano non solo quanto certi eventi storici siano stati devastanti ma non si preoccupano minimamente dell'alta probabilità che certi estremi atti d'intolleranza si ripetano ancora. Io ho visitato dei campi di concentramento in Polonia in terza media e alla maggior parte dei miei compagni importava molto poco del luogo in cui ci trovavamo... |
Per la serie meglio tardi che mai, finalmente riesco a postare anche la mia recensione a questo bellissimo racconto. Sono sicuro che saresti stata capace di elaborare una storia più lunga ma devo dire che non riesco ad immaginare come potevi renderla più articolata dato che già così è un trionfo di colpi di scena e di spunti avvincenti. L'ucronia che già aveva ispirato Dick nella "Svastica sul sole" ed Harris in "Fatherland" continua dunque a fare proseliti e qui in formato fandom riesce ad esprimere secondo me qualcosa in più, riuscendo ad essere visionaria quanto i fratelli Wachowski nel film "Cloud Atlas" dove pure i diversi protagonisti delle storie si rincorrono tra passato e futuro. Sinceramente non mi è dispiaciuto affatto il finale in cui un sempre più confuso Mac domanda a Stella chi aveva vinto la Guerra: la fine di un incubo praticamente, forse l'inizio di un'altro o più semplicemente il risveglio dopo una rovinosa caduta. Complimenti e non farmi aspettare tanto: sono curioso di leggere il tuo prossimo scritto! |
Bè...conoscendoti , senza dubbio, hai terminato la storia alla tua altezza. |
Cara, tanti complimenti per quest'ultimo capitolo. Mi ha lasciato un senso di amaro e di commozione che ben si accorda con la tematica che hai trattato. |
Oh no, ci lasci così? D: Sinceramente, come hai detto tu, mi aspettavo un finale più chiuso, magari qualche altro colpo di scena prima, però non così aperto. |
Bella storia e bel finale. Non era difficile immaginare che si trattasse di un sogno, visto che le proprietà temporali delle trombe delle scale non sono proprio quelle di un buco nero in rotazione, però il risveglio finale con la sua incredulità e diffidenza è gestito benissimo, e la battuta finale è degna di essere scolpita sulla pietra, In effetti è una domanda logica, non sarebbe stato tanto assurdo che l'ennesimo risveglio fosse solo l'ennesima continuazione del sogno precedente. |
Sai cos'è il bello dei finali aperti? Che uno si immagina quello che preferisce. Per me è che Mac ha solo sognato - un incubo terribile, certo - e che è tutto finito. Adsso Stella si occuperà di lui, lo aiuterà a riprendersi nel suo appartamento della confusionaria, ma viva e pulsante New York. |