Recensioni per
Il futuro è una terra straniera
di margheritanikolaevna

Questa storia ha ottenuto 54 recensioni.
Positive : 54
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
18/12/13, ore 11:01
Cap. 1:

ciao mi sono imbattuta nella tua storia e posso dirti che davvero mi hai suscitato moltissime emozioni. ti sei imbattuta in uno dei tempi più crudi e importanti della storia, L'OLOCAUSTO. Argomento che anche molti storici non hanno descritto per la crudeltà che veramente è stato.
Tu sei riuscita attenendoti alla storia e per quel che mi è sembrato hai aggiunto molto di tuo per rendere tutto molto discorsivo. Niente da dire su grammatica e sintassi, ottima padronanza del linguaggio e punteggiatura nei punti giusti.
Sicuramente troverai pian piano recensioni sugli altri capitoli. Argomento da me non molto apprezzato per le tante ingiustizie e la tanta cattiveria ma voglio andare avanti.
A presto
Akroma

Recensore Veterano
06/08/13, ore 23:36
Cap. 1:

Ecco, bello come prologo, e vedo, che scrivi bene.. un po' mi confondevo, perchè non c'erano conversazioni...
ora dovrò andare a leggere gli altri capitoli.. un po' recensire perchè mi annoio... e poi la ff parla di CSI: NY, una cosa che non si dimentica.. la amo!
quindi, alla prossima!
con affetto,
-Jenny

Recensore Veterano
31/07/13, ore 01:24

Salve! Mi spiace se proseguo la lettura di questa tua appassionante storia a rilento ma purtroppo il tempo scarseggia e spesso mi dimentico di fare un giro di lettura qui su Efp.
Detto ciò, passiamo al capitolo. Mi piace moltissimo come hai gestito questo colpo di scena, che richiama tanto l'eccellente "La svastica sul sole", lasciando il lettore perplesso e spaesato proprio come il povero Mac. Far diventare Stella un membro del NSDAP mette veramente i brividi, non c'è che dire.
Ottima anche l'idea della ripresa del discorso di Hitler e i cenni alle reali idee di politiche di sterminio pensate dai nazisti.
Ti segnalo solo un piccolo errore di battitura: in questa frase "braccia verso tese l’alto" hai invertito tese e verso, per il resto mi complimento, non c'è nemmeno una svista.
Ottimo lavoro, spero di farmi viva prima!

Recensore Master
09/06/13, ore 01:25

Ho letto con interesse la tua storia, anche se vecchia perché mi incuriosiva il titolo, e adesso che l'ho finita sono rimasta un po' sorpresa! Complimenti per le fantastiche citazioni: Pirandello, Hannah Arendt... (per citarti a mia volte quelle che mi sono piaciute di più).
L'olocausto è un momento storico veramente importante! L'unico dopo il fatidico 1900 che sia in grado di attirare il mio interesse (lo so che la storia contemporanea è quella più importante ma proprio non la sopporto!)
La condizione di Mac mi ha ricordato molto l'ultimo episodio della stagione 8 (Mac nel limbo dopo che gli hanno sparato, ma sicuramente già lo saprai), il che mi ha attirato ancora di più all'interno della vicenda.
Quando ho appreso che dopo la nona stagione avrei dovuto dire addio a CSI New York ci sono rimasta male! Salutare per sempre dei personaggi a cui mi sono affezionata, ti dirò la verità, non è facile!
A parte il fatto che sto notando che tutte le serie a cui mi affeziono io vengono cancellate per i più svariati motivi: mancanza di capitale, produttori e attori che si annoiano e non han più voglia di lavorare...
Diciamo che ho salutato da un po' la professionalità della recensione pulita e precisa divagando ampiamente!
Spero che qualcuno, comunque, continui a scrivere su questa fantastica serie e, magari, si accorgeranno che ha veramente appassionato milioni di spettatori e non solo americani!
Ci si sente (spero presto)
Aly

Recensore Veterano
07/06/13, ore 17:52

Ammetto che ho sempre sottovalutato le novelle di Pirandello e me ne pento, dato che ho recuperato "Una giornata" prima di leggere questo capitolo e l'ho trovata geniale!
Questo capitolo mi piace molto, soprattutto l'atmosfera inquietante della città in cui si risveglia Mac, a me ha ricordato alcuni lavori dell'adorato Lovecraft, e hai reso a dovere lo spaesamento del protagonista, che riprende molto bene il suo corrispettivo nella novella che hai citato. Sappi che mi aspettavo qualsiasi colpo di scena, ma non questo.
Mi permetto solo due appunti: nella frase "ma non riuscì a discernere cosa vi fosse scritto su." ometterei il su, che risulta decisamente superfluo e un po' colloquiale, mentre nella frase in tedesco stopoder va scritto separato (stop oder).
Posso solo farmi i miei complimenti, questa storia risulta veramente avvincente!

Recensore Veterano
24/05/13, ore 13:54

Ciao! Inizio scusandomi per il ritardo con cui proseguo nella lettura ma il 2013 si sta rivelando un periodo veramente nefasto per la sottoscritta.
Passando alla storia, devo dirti che questo capitolo mi è piaciuto molto, soprattutto per il passaggio fluido dalla parte più statica e introspettiva alla parte più dinamica e attiva della storia. I riferimenti alla varie puntate della serie televisiva sono inseriti in maniera per nulla artificiale, anzi, risultano assolutamente armonici e ben integrati nel testo!
Spero di proseguire quanto prima nella lettura, intanto ti faccio i miei complimenti!

Recensore Master
20/05/13, ore 20:00
Cap. 1:

Questo prologo mi è sembrato (spero d inon sbagliare nell'interpretazione) una lunghissima riflessione sul "sentimento del tempo", ovvero di come la sensazione di eventi avvenuti molti anni prima dal periodo in cui tratta la narrazione possano essere sentiti diversamente da chi è vissuto molti anni dopo, solo pochi riescono a capire coem ci possa essere qualcosa inc omune tra quello che avvenut nel passato e quello che si vive nel presente, gli altri (a torto o a ragione) lo vedono diversamente, con più distacco, al massimo come un'occasione per liberarsi degli obblighi quotidiani e per fare una sorta di gita (e questo non vale solo per i Newyorchesi o per gli Americani) mentre altri, non foss'altro per ill lavor che devono svolgere, o perché comunque hanno una mente in qalche modo più aperta e sensibile, riescono a sentire più vicina quella realtà che ormai traspare solo dai ricordi di persone ormai molto anziane e da foto in bianco e nero sbiadite, ma che tuttavia riescono a far capire (sol che lo si voglia) un periodo abietto che potò una delle più illustri nazioni europee a macchiarsi di crimini efferati sotto la guida di un desposta abile quanto feroce, che aveva portato a vedere la colpa di tutti i mali in una minoranza che del resto già non era scevra di pegiudizi ad essa contrari, eppure in quell'immagine una forma oramai larvale di ottimismo nel futuro c'era ancora, anche se ampiamente ingiustificato....

PS. Complimenti per l'immagine scelta, ha un valore simbolico estremamente forte.

Recensore Veterano
11/04/13, ore 18:57

Mi è piaciuto questo capitolo, trovo che tu l'abbia gestito molto bene. La testimonianza della donna rassomiglia molto a quella fatta da Liliana Segre, anche lei sopravvissuta al genocidio degli ebrei, nella mia università. L'unica perplessità è sul lessico, forse un po' troppo ricercato per una testimonianza orale, ma riportata nello scritto trovo che renda bene.
Complimenti soprattutto per l'inserimento dei prompt, che non appare per nulla forzato (i Nevada Tan, wow, il loro nome mi ha riportato indietro di sette anni abbondanti!).
Spero di poter leggere presto il seguito, sono proprio curiosa!

Recensore Veterano
10/04/13, ore 10:53
Cap. 1:

Bellissimo prologo, non c'è che dire! Mi è piaciuta molto la riflessione che hai inserito sulle scolaresche: molti giovani ignorano non solo quanto certi eventi storici siano stati devastanti ma non si preoccupano minimamente dell'alta probabilità che certi estremi atti d'intolleranza si ripetano ancora. Io ho visitato dei campi di concentramento in Polonia in terza media e alla maggior parte dei miei compagni importava molto poco del luogo in cui ci trovavamo...
Ho apprezzato moltissimo anche le scelte lessicali, che accompagnano bene i pensieri di Mac e anche il riferimento a "La svastica sul sole", è un libro che mi è piaciuto moltissimo.
Spero di proseguire al più presto nella lettura!

Nuovo recensore
23/03/13, ore 18:48

Per la serie meglio tardi che mai, finalmente riesco a postare anche la mia recensione a questo bellissimo racconto. Sono sicuro che saresti stata capace di elaborare una storia più lunga ma devo dire che non riesco ad immaginare come potevi renderla più articolata dato che già così è un trionfo di colpi di scena e di spunti avvincenti. L'ucronia che già aveva ispirato Dick nella "Svastica sul sole" ed Harris in "Fatherland" continua dunque a fare proseliti e qui in formato fandom riesce ad esprimere secondo me qualcosa in più, riuscendo ad essere visionaria quanto i fratelli Wachowski nel film "Cloud Atlas" dove pure i diversi protagonisti delle storie si rincorrono tra passato e futuro. Sinceramente non mi è dispiaciuto affatto il finale in cui un sempre più confuso Mac domanda a Stella chi aveva vinto la Guerra: la fine di un incubo praticamente, forse l'inizio di un'altro o più semplicemente il risveglio dopo una rovinosa caduta. Complimenti e non farmi aspettare tanto: sono curioso di leggere il tuo prossimo scritto!

Recensore Veterano
17/03/13, ore 22:36

Bè...conoscendoti , senza dubbio, hai terminato la storia alla tua altezza.
Non hai deluso affatto.
Certamente avrei preferito che fosse un po' più lunga...ma poi se penso all'angoscia di altri dettagli su un mondo nazista mi va benissimo così.
Altro che!!
Breve ma intenso e pieno di sorprese... Che è successo a Mac? E' tornato al suo presente o è ancora intrappolato al presente dei Nazisti?
Una cosa è certa...quella è la SUA stella.
Qualsiasi presente abbia scelto.
Complimenti...mi hai lasciato a bocca aperta.
E...tu quale presente preferisci aver scritto?
Ah si...mi raccomando, avvertimi quanto posterai la prossima fic...un bacio e buon inizio settimana ^_^

Recensore Master
11/03/13, ore 13:21

Cara, tanti complimenti per quest'ultimo capitolo. Mi ha lasciato un senso di amaro e di commozione che ben si accorda con la tematica che hai trattato.
Devi sapere che io tendenzialmente detesto i finali aperti, perché arrivo alla fine di una storia e mi chiedo: "Ma che cavolo l'ho letta a fare?" Sì, perché non so se sono io o è una cosa generica, ma i finali che non mi danno una risposta mi fanno impazzire o, nella migliore delle ipotesi, mi fanno domandare perché ho dovuto sorbirmi pagine e pagine di indizi, informazioni e episodi che poi non hanno portato da nessuna parte.
Il tuo finale aperto però non mi ha lasciato un senso di inutilità. Certo, mi ha spiazzato un po', com'è nella natura di tutti i finali aperti, ma, riflettendoci, non riesco a immaginare un finale più adatto o solo diverso da quello che hai scelto tu. Fin dall'inizio la storia si è mossa sul confine tra realtà e sogno, è giusto che si concluda nella stessa maniera. Hai fatto sì che al lettore restasse il dubbio sulla realtà o meno di ciò che stava capitando a Mac e, dato il finale, non posso non pensare che tutto ciò che ha vissuto l'uomo sia stata una conseguenza della capocciata che ha preso all'inizio della storia. Alla fine il tuo finale una risposta la dà, dopotutto.
Mi è molto piaciuto il dialogè stato perché Mac aveva raggiunto uno stato di prostrazione così profondo dal quale nessuno l'avrebbe aiutato a risalire, neanche il volto familiare di Stella. Anche perché ormai lui è piuttosto consapevole del fatto che quella non sia la "sua" Stella, che ne ha le sembianze, ma non il cuore. Il testo della canzone è stato utilizzato benissimo secondo me: esplicitazione della chiusura ermetica di Mac, e del fatto - struggente - che lui preferisca rimanere aggrappato ai ricordi, in cui Stella era la donna che conosceva e a cui teneva.
La parte dell'esecuzione è stata da brividi, veramente! "Mac Taylor non indietreggiò, gridò il principio di un grido, mosse appena il capo. La quadruplice scarica lo fulminò", incredibile. Essenziale, ma nello stesso tempo carica di alcuni dettagli che fanno sembrare tutto reale e terribile da vedere. Mi piace che lui inizi a gridare; spesso l'eroe si mantiene saldo fino alla fine, ma cavolo, se sta guardando in faccia i tuoi assassini e sai come andrà a finire, un principio di urlo è la reazione più umana che mi venga in mente.
Altro momento sensazionale è stato quando Mac si è risvegliato e ha chiesto a Stella chi avesse vinto la guerra. E' quasi come se lui stesso avesse perso di vista il confine tra realtà e sogno, come se tentasse di trovare degli appigli, una spiegazione a ciò che sta vivendo. Inoltre io vi leggo dell'altro: un messaggio. Anche se ci sembrano remoti, l'incubo del Nazismo e della Seconda guerra mondiale non vanno mai dati per scontati, perché sono più vicini di quel che può sembrare.
Complimenti, cara mia, è stato un piacere leggere questa storia.

Recensore Junior
10/03/13, ore 20:54

Oh no, ci lasci così? D: Sinceramente, come hai detto tu, mi aspettavo un finale più chiuso, magari qualche altro colpo di scena prima, però non così aperto.
Ma credo di aver capito le tue intenzioni: a causa di un brutto sogno, Mac perde tutte le sue certezze e non sa più a cosa - o a chi - credere: forse nemmeno Stella sarà più la sua confidente e la sua migliore amica. E' forse per questo rifiuto che lei se ne andrà a New Orleans, perché non riesce più a sopportare Mac che la vede come un nemico?
Comunque sia, mi è piaciuta tanto questa storia (come le altre, dopotutto!), anche se tratta di questioni così delicate come l'Olocausto. Non vedo l'ora di scoprire un'altra tua storia ^^
Un bacio, a presto.

P.S. Stasera ho aggiornato la storia, aspetto una tua recensione ^^

Recensore Master
10/03/13, ore 16:10

Bella storia e bel finale. Non era difficile immaginare che si trattasse di un sogno, visto che le proprietà temporali delle trombe delle scale non sono proprio quelle di un buco nero in rotazione, però il risveglio finale con la sua incredulità e diffidenza è gestito benissimo, e la battuta finale è degna di essere scolpita sulla pietra, In effetti è una domanda logica, non sarebbe stato tanto assurdo che l'ennesimo risveglio fosse solo l'ennesima continuazione del sogno precedente.
L'unica obiezione è che è difficile inquadrare le parti descritte dal punto di vista della Stella nazista nel punto di vista soggettivo del sogno di Mac Taylor.
Il prompt della poesia è bellissimo, e lo hai sfruttato magnificamente.
Julius Rothe... credo di ricordare quel racconto di Borges. Non era quello che si faceva condannare come criminale di guerra senza tentare di difendersi, pur di rispettare il principio del diritto del più forte in cui credeva?
Complimenti per questo bel lavoro così ben documentato.
MaxT :)

Recensore Junior
10/03/13, ore 13:15

Sai cos'è il bello dei finali aperti? Che uno si immagina quello che preferisce. Per me è che Mac ha solo sognato - un incubo terribile, certo - e che è tutto finito. Adsso Stella si occuperà di lui, lo aiuterà a riprendersi nel suo appartamento della confusionaria, ma viva e pulsante New York.
Non so nemmeno da dove cominciare per farti i complimenti per questa bellissima storia che mi ha tenuto col fiato sospeso dal primo all'ultimo capitolo. In quest'ultima parte mi è piaciuto il contrasto tra le due Stelle, quella più dura del Reich (anche se già ammorbidita dal comportamento di Mac) e quella dolce ed affettuosa che siamo abituati a vedere. E mi è molto piaciuto anche il modo in cui hai descritto Mac: ho trovato il suo silenzio molto azzeccato, l'accettazione di non poter fare più nulla (e forse una totale resa alla pazzia). In particolare, penso che il suo ultimo sguardo a Stella (e la totale assenza di eventuali implorazioni) sia stato un gesto molto dignitoso; una cosa proprio alla Mac. Molto azzeccato anche il suo terrore nel momento in cui si risveglia e si trova lì Stella: nessuno, dopo un brutto incubo, è immediatamente focalizzato e tranquillo. Ci vuole sempre qualche attimo per riprendersi e tornare a essere se stessi.
La domanda finale è meravigliosa, ed è un modo fantastico per finire una fiction.
Sono ancora più convinta di aver fatto una cosa giusta a segnalare questa storia: è un vero capolavoro. Grazie per averla scritta e condivisa.

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