Terzo Posto
Essere o non essere
di Monnalisa1974
Grammatica e Stile: 12.9/15
La grammatica è piuttosto buona, ma si è rovinata nel finale. La sintassi invece va rivista un attimo.
Nel dubbio è meglio tenerti al sicuro, che a qualcuno non venga in mente di usarti a proprio favore. → -0.3 (Allora, la seconda parte è una proposizione esclamativa indipendente
In cuor mio, a sapere chi ti mise al mondo, non ci avrei messo mezzo giro di clessidra a darti fuoco, il suo solo nome mi fa venire i brividi. → -0.55 (Su questa frase ho lavorato parecchio. Allora, essendo scritta in seconda persona, deduco che ʻil suo solo nomeʼ si riferisca a colei che la mise al mondo, ovvero la Cooman. Quindi, tu sai chi la mise al mondo! Ecco, questo concetto fa a pugni con ʻa sapere chiʼ, che intende che tu/narratore non lo sappia. Quindi, la forma giusta è ʻsapendoʼ. Inoltre l’ultimo periodo non fa parte della logica della frase; sarebbe meglio separarlo con un punto o, meglio, con i due punti, poiché ʻil suo solo nome…ʼ dà una motivazione alla frase che la precede.)
In generale la punteggiatura poteva essere gestita meglio. Il ritmo della drabble è scoordinato, non ha le giuste pause, e la lettura risulta slegata, poco fluida. Gli “accenti” non sono messi al punto giusto, nel senso: c’è l’esclamativa mancata che smorza il tono, e anche l’ultima frase non è esaltata al meglio, tanto che il ritmo finisce in una sfumatura senza coinvolgere.
Il lessico è semplice, credo che sia una buona cosa visto che il personaggio misterioso sia un oggetto piuttosto recente, e quindi non ha bisogno di essere esaltato da termini più ricercati. In alcuni passaggi l’ho trovato semplice ma significativo, come quando accenni allo specchietto per allodole: mi ha richiamato alla mente tutto il discorso di Silente sull’importanza di una profezia e sul destino e la volontà di un uomo. La profezia in sé non ha potere, sono gli uomini che la usano o vi si affidano che la investono di importanza. Solo in un caso la scelta lessicale mi ha confuso: ʻLa tua metà è piuttosto oscuraʼ. Di solito con l’espressione ʻla tua metàʼ si indica qualcosa di esterno al soggetto che va a completare il soggetto stesso, come quando si parla di anime gemelle (non so se riesco a spiegarmi). In questo caso, invece, io ho capito che ti riferissi alla prima parte della profezia, quella che dice ʻnato all’estinguersi del settimo mese, da genitori che lo sconfissero tre volteʼ, ovvero la parte di profezia che per prima si conosce. Ma la mia prima interpretazione era stata che ʻla tua metàʼ si riferisse a Voldemort, perché cercavo quella metà in qualcosa esterna alla profezia. Per questo motivo, credo che sarebbe stata una scelta più felice usare l’espressione ʻuna tua metàʼ, credo che in questo modo il concetto sarebbe stato più chiaro.
Un po’ insolita come scelta è quella del narratore interno indefinito che parla all’oggetto. Posso dire che ha reso l’ambientazione magica? Io credo che sia proprio questa la capacità della seconda persona. Non sappiamo chi sia a parlare, se è il narratore esterno alla vicenda che parla con l’oggetto oppure un personaggio di HP, però rende l’idea di riflessione a cui chiama la profezia. Il tono colloquiale si adatta al lessico semplice, mentre le metafore intrigano e arricchiscono.
Titolo: 6/8
Il dubbio amletico non è proprio il titolo più originale, nel senso che questa frase è stata talmente usata e sfruttata che è facile che passi un po’ abusata, alla fine. Il titolo, in sé, non mi attirerebbe ad aprire, proprio per questo motivo.
Per quanto riguarda l’attinenza alla trama, richiama in generale la natura ambigua e spezzata a metà della profezia, il suo non essere qualcosa di definito ma soggetto a interpretazione, soprattutto per quanto riguarda sempre quel discorso famoso di Silente, che getta una luce sull’interpretazioni delle profezie in generale che non gusta mai tenere a mente.
In definitiva, il titolo è buono per intendere la dualità della profezia, ma poco attraente all’occhio di un lettore alla ricerca nella lista dei fandom.
Caratterizzazione dei personaggi: 19/20
L’incipit è stato d’impatto, lo devo ammettere. Partire dicendo che ʻil parto di una mente malataʼ mi ha pensare a un qualcosa di oscuro e inquietante, e credo che questo rispecchi molto la natura delle profezie. La frase poi continua subito con una seconda possibilità: la verità aleggia nelle tue trame? E anche questa parte è altrettanto inquietante, perché odora come una sentenza che pende sul collo del protagonista.
E la profezia ha in sé questo effetto su Harry. Questo passaggio è stato davvero ben sfruttato, secondo me. Con una frase hai racchiuso il cuore di un’intera riflessione che la Rowling segmenta in tutto il quinto libro.
Hai reso anche molto bene quanto fuorviante siano le sue parti, e come sono un occhio completo alla sua forma possa dare comprensione della sua esistenza e dei suoi significati. E ancora ci sono rimandi al discorso di Silente e al peso che aleggia su Harry: lo porterà a subirne gli effetti o la brandirà cosciente del fatto che essa è solo un guscio vuoto a cui sono gli altri a dare importanza?
Non ho dato punteggio pieno perché mi è sembrato che la profezia non fosse l’unico personaggio che tu stessi usando in questa drabble. Infatti ci sono diversi riferimenti alla Cooman, che restano ai margini ma che tu utilizzi per dare indizi indiretti sull’oggetto in questione. In qualche modo, però, se i riferimenti alla donna ti sono stati utili per questo ultimo frangente, hanno però aperto diversi punti di domanda. L’ultima frase, per esempio, non l’ho molto capita: il suo solo nome mi fa venire i brividi… perché? La caratterizzazione che ne dai in forma indiretta sembra inesatta, o meglio soggettiva, e questo rende il personaggio femminile incompleto.
Gradimento personale: 3.5/5
La prima frase in sé dà poche possibilità di scelta: mi porta subito a pensare a un oggetto o a un’idea. Nella sua natura, la profezia è entrambi: un oggetto che contiene delle parole profetiche ma anche un messaggio partorito da una mente.
In un certo senso è stato facile indovinare quindi la risposta alla tua drabble. Da un altro verso, però, ho trovato alcuni passaggi ostici, come quella sbagliata interpretazione che ho dato a ʻla tua metàʼ, mi ha portato a cercare un oggetto spezzato in due, che avesse un gemello, tanto che per un attimo avevo pensato alla coppia di armadi, che non c’entrano proprio niente.
Insomma, l’idea di questa dualità e dell’importanza che si dà alle profezie era davvero carina, e mi piace, però la resa poteva essere curata un pochino di più.
Attinenza al bando: 2/2
Non so se parlare di mistero o ambivalenza, sicuramente l’uso della seconda persona, il narratore che parla all’oggetto, unito al fatto che non si sa quale sia l’oggetto, aiuta a creare un’atmosfera misteriosa e magica, quindi va bene. La tua è stata un’alternativa che ha sopperito alla mancanza di una drabble più velata.
L’introspezione per un oggetto è praticamente impossibile, ma l’insistere sulla sua natura ambigua e sulla possibilità di interpretare il suo messaggio, credo che ha reso molto bene la “personalità” duale dell’oggetto.
Il bando è stato rispettato, non hai descritto né dato informazioni dirette al lettore.
Totale: 43.4/50
Primo Posto
Per un bene superiore
di Monnalisa1974
Grammatica e Stile: 14.8/15
La grammatica è perfetta, c’è solo un errore di punteggiatura. Anche la sintassi non ha problemi.
poi si rannicchiò in un angolo, in posizione fetale e cercò di darsi sollievo dormendo → -0.2 (rannicchiò e cercò sono collegati logicamente, quindi non vanno separati da virgola. Puoi metterne un’altra dopo fetale, ma secondo me va benissimo togliere quella già inserita, risulterebbe più fluido il periodo.)
Il narratore in terza persona e la scelta di narrare un momento in particolare fanno sì che la lettura risulti fluida e scorrevole, piacevole da leggere. È il momento, seppure privo di soggetti riconoscibili o descrizioni, a far cogliere il personaggio e il luogo. Sei stata molto brava a non piegare la narrazione all’esigenza del bando particolare, nonché allo scopo di rendere misterioso il personaggio. Essa, infatti, rimane fluida e coinvolgente. È ciò che narri a fare il resto del lavoro.
Non hai puntato su un lessico ingarbugliato o particolarmente evocativo, ma hai lavorato molto per aggettivi e immagini, dando una dimensione descrittiva, sì, ma soprattutto introspettiva al luogo, facendo sentire il modo in cui viene vissuto dal personaggio, le sensazioni negative che emana. Da questo punto di vista, hai scelto con molta cura gli aggettivi da utilizzare: ʻondate di sensazioni negativeʼ sintetizzano perfettamente le sensazioni che si provano mentre i dissennatori volteggiano tra una cella e l’altra; il tempo che non passa mai e il fatto che sia un luogo dimenticato da Merlino, ovvero da una magia benefica, mi ha portato subito ad Azkaban; e infine ʻil corpo enorme dava una sensazione stranaʼ è emblematico per far apparire suddetto corpo come qualcosa di estraneo e che non è suo, proprio come negli effetti della pozione polisucco. Complimenti.
Le frasi, soprattutto il primo periodo, sono lunghe, scorrevoli, e danno al tutto un tono molto introspettivo. Inoltre mi piace quest’alternanza tra il dolore – sia fisico che psicologico – e la soddisfazione che ella segretamente prova.
Un’altra cosa per la quale mi complimento è il fatto che non hai usato soggetto: esso resta sempre sottinteso. Inoltre, quando il soggetto è il personaggio, usi verbi transitivi, i quali non fanno capire neanche il genere del personaggio misterioso. Questo contribuisce a rendere il tutto più delicato e celato.
Titolo: 8/8
Nel momento in cui ho letto il titolo ho pensato: no, Silente o Grindelwald, ha toppato con il titolo.
Che dire se non che mi hai fregato? E presumo che lo scopo fosse proprio questo: spingere il lettore a pensare a uno dei due. Infatti molti indizi spingono anche verso Grindelwald e la prigione in cui è rinchiuso. E questo rende ambigua, per certi versi la drabble, il che non fa che darti crediti in quanto a genialità usata per questo testo.
Il titolo, però, si piega a un’interpretazione più introspettiva: ovvero quella di una madre che protegge suo figlio, che sacrifica se stessa morente per tirare fuori la sua ultima ragione di vita, ciò che la tiene in vita.
Il titolo l’ho trovo “fuorviante”, ingannevole, il che rende il tutto ancora più divertente. Il fatto che tu usi, poi, l’articolo indeterminativo piuttosto che quello determinativo, dà al significato un senso più soggettivo e sentimentale, legato al personaggio piuttosto che a un obiettivo condivisibile con altri, come nel caso del “bene superiore” di Silente e Grindelwald.
Caratterizzazione dei personaggi: 20/20
Il verbo rannicchiare, nella prima parte, fa apparire il corpo con le mani grandi e pallide più piccolo di quello che non è all’apparenza. Questa sensazione che mi trasmetti mi ha dato il senso di fragilità della donna, che si va a sommare con la sua sensazione estraniante nelle vesti di un corpo che non è il suo.
La caratterizzi come una donna risoluta, malata, stremata, in un luogo solo e abbandonato quasi, dove non arriva alcun conforto.
Ma è l’ultima frase quella più emblematica sul personaggio: il misto di dolore fisico per la malattia unito alle ondate di veleno che giungono a lei a causa dei dissennatori, e che dovrebbero in qualche modo buttarla giù, toglierle il senno, ma è il suo scopo superiore a non rendere questo possibile, quella soddisfazione intima che funge da luce in mezzo a quello squallore.
L’ultima frase, quel suo ʻla sua morte, almeno, non sarebbe stata vanaʼ è molto profonda. Mi fa immaginare una donna che ha perso tutto, che ha sofferto molto e poco ha potuto fare per questo. Una donna che ama il figlio sopra ogni cosa, e che se in vita non ha potuto eliminare la distanza tra lui e il padre, almeno la sua morte lo ha potuto salvare da quel luogo, una tomba aperta per vivi.
Gradimento personale: 5/5
Mi è davvero piaciuta molto, soprattutto perché è una delle più introspettive che mi sono state inviate per questo contest. Credo che incarni molto bene introspezione e mistero allo stesso tempo. Inoltre ho amato tantissimo il modo con cui hai giocato con i significati, dando al lessico semplice una grandissima importanza; persino il titolo gioca con ambiguità con il lettore.
Hai curato molto questo lavoro, e si vede. È stato divertente e molto soddisfacente indovinare.
E per finire, cosa non meno importante, il testo è molto coinvolgente, la narrazione spinge a immedesimare con il protagonista, e ogni sensazione è passata alla grande.
Brava!
Attinenza al bando: 2/2
Come credo di aver già detto, introspezione e mistero sono stati ben dosati e usati molto bene. Soprattutto l’introspezione: è davvero incredibile come in così poco spazio tu abbia saputo esprimere un pensiero così complesso e contrastante, il dolore e la soddisfazione, la malattia e l’amore di una madre.
Per quanto riguarda il mistero, hai giocato sull’ambivalenza, sei stata brava a non usare un soggetto e a non dare una dimensione sessuale al personaggio, così da far passare alcuni indizi tra Grindewald e la signora Crouch. Alla fine, una volta identificato il luogo come Azkaban, ogni indizio va al suo posto.
Non ci sono descrizioni particolari, quelli sul corpo che dai non sono esplicativi o diretti, non sono atti a indentificare un personaggio in particolare, è più la sensazione di trovarsi in un corpo che non è il proprio a prevalere, quindi il bando è stato rispettato.
Totale: 49.8/50 (Recensione modificata il 09/02/2018 - 12:08 pm) |