Recensioni per
Di cosa sono fatti padri e figli.
di lamogliediPaddy

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/03/14, ore 16:49
Cap. 13:

Ho letto, ma un commento sensato te lo lascio più tardi...quando saprò esattamente cose dire, perché ora sono davvero senza parole. Smarrita.
Emozione pura, ecco cos'hai spiattellato sul mio schermo.
Chapeau

Recensore Veterano
20/03/14, ore 16:37

D’accordo…al di là del fatto che hai reso digeribile un capitolo di pura Storia…cos’è successo? Sono frastornata come se fosse appena stata scagliata una bomba.
Con una sola parola Vittorio ha messo un bel sigillo al suo sodalizio col dottore. E la cosa ancora più inquietante è che non vi è traccia di sfruttamento da nessuna delle due parti, siamo davanti ad un rapporto che, per quanto contorto, risponde ad un bisogno sincero.
Povera Rebecca.
In effetti non era rassegnazione la sua, ma tenendo conto del contesto si comprende molto bene quella specie di senso d’impotenza che deve provare quando cerca solo di proteggere il proprio nido e vede il marito sedotto da un’ infatuazione avvertita come pericolosa che lei, con la sua alternativa di una ‘sterile’ vita familiare in provincia, non può contrastare. E’ molto tenera nella sua preoccupazione, ed anche se non è detto che la vicenda vada a finire male per il nostro protagonista, lei è una donna e, ripeto, le donne hanno intuito e presentimento. Il suo turbamento mi turba di riflesso.
Bravissima!!!

Recensore Veterano
18/03/14, ore 23:09
Cap. 11:

Se mi ripeto spero avrai la bontà di perdonarmi, tenendo conto che non so più legare insieme parole e sensazioni XD
Dicevi, mi pare, di temere di aver reso la famiglia di Vittorio un po’ troppo romanzesca. Leggendo finalmente di questo agognato/atteso vis-à-vis devo dire che la famiglia di Vittorio non potrebbe essere altrimenti, invece.
 Sicuramente aiuta anche il modo in cui ce l’hai presentata, senza troppo calcare la mano sui dettagli più pittoreschi, ma ha nel complesso della sua extraordinarietà(?) una sobrietà, o meglio, una naturalezza da cui attinge tutta la sua forza, espressiva e di persuasione.
E Vittorio accanto alla madre…un’immagine quasi toccante, nonostante siamo a conoscenza dei suoi scheletri nell’armadio.
E’ anche questo che ammanta tutta la famiglia di fascino, quella che non si capisce se sia genuina ignoranza o vanesia omertà.  

Rebecca è il giusto tocco femmineo che ci voleva nella vicenda. Bellissima l’ultima frase che la concerne, davvero. Ha qualche cosa che  non riesco a cogliere…non credo si tratti di rassegnazione, ma non so dare un contorno alla sensazione che mi ha lasciato.
Ah, il nostro protagonista…cieco e sordo, ancora sotto il sortilegio dei suoi fantasmi incarnati.

Recensore Veterano
26/02/14, ore 03:15
Cap. 10:

 Quando qualcuno si allontana, “cambia”, c’è sempre chi non accetta la transizione e tenta di riportare le cose allo stato consueto ed usuale…ma Rebecca è una donna, le donne hanno un intuito troppo fine, e già solo questo  –ancora più della singolare storia della famiglia di Vittorio- mi fa pensare che la sua agitazione abbia una raison d'être più che legittima, e non sia solo frutto delle paturnie di qualcuno avvezzo alla routine davanti allo sconvolgimento delle abitudini…
Non c’è niente da fare, l’ uomo dovrà sempre sputare sangue se vorrà arrivare a capire la complessità della donna. O, come nel caso del nostro Dottore, resterà nella sua beata ignoranza ^^  
Per passare al nostro caro, giovane militante, che situazioncina leggera che gli hai messo alle spalle! Non c’è da stupirsi per l’ intensità con cui transita nell’esistenza, è karma familiare, lo subisce e ci combatte in continuazione…e ciò non fa che aumentare enormemente il suo fascino, spremere una goccia di follia nel sangue di un personaggio fa sempre bene, a mio parere :D

Tutti dovrebbero leggere questa (tra alcune altre) storia, juste pour voire che se a scrivere è un animo che coglie - ma coglie davvero- anche con poche parole e senza tanti esibizionismi si può  regalare un mondo nella sua essenza più nuda e verace.

Come sempre, davvero complimenti.
Un abbraccio, do svidanja 

Recensore Veterano
25/02/14, ore 18:02

Io non posso che tornare nuovamente a farti i complimenti e ringraziarti per questa meravigliosa visione che ci doni.
‘un pantano sì, ma un pantano confortevole’
A ben pensarci è folle come siamo attaccati al ‘pantano’ (ed alle sue conseguenti distorsioni), ad un’identificazione che ci siamo sforzati di costruire da tutta una vita, tanto da rimanere basiti quando ci troviamo davanti alla subitanea comprensione che possiamo essere –quasi- qualsiasi cosa scegliamo di voler essere.
E’ molto, molto interessante il protagonista. Se è a Roma, ora, è perché qualche cosa dentro lo spinge a fare il passo, vuol uscire dalla nicchia e partecipare al gioco, ma ancora con qualche riserva. E Vittorio (figura di un romanticismo intenso) è il “traghettatore”, quello che lo guida nel difficile momento di transizione. In questo senso intendevo dire che il loro non è un incontro casuale, ma pare più una condivisione accordata su un altro piano e, ideali a parte, anche questo può essere un gesto d' Amore.
E quell’accenno ad un’eventuale morte di Vittorio…non so…mi fa pensare che il ragazzo già senta e –forse- patisca la consapevolezza che, fatto un pezzo di strada insieme, al momento opportuno si dovranno separare. Proprio come un genitore che accompagna il figlio finché non sa reggersi sulle proprie gambe…insomma, i ruoli genitore/figlio li vedo molto interscambiabili, al solito probabilmente ho sproloquiato ma la tua storia ha dei dettagli che mi commuovono.
Brava, brava, brava!!!
Pokà

(Recensione modificata il 25/02/2014 - 06:05 pm)

Recensore Veterano
23/02/14, ore 00:53

Vittorio mi agghiaccia. Possiede la raffinatezza propria di colui che è estremamente cerebrale, tanto che il panico diventa quasi un’ emozione di testa.
Oltre questo non so bene che dire…sarà che sono periodi di grande sconnessione per me, ma è anche, se non soprattutto, perché come al solito il tuo scrivere ricorda quello di Vittorio. Breve ed elegante seppure di una ‘semplicità’ senza infiocchettature. Credo sinceramente che questo sia uno dei più bei capitoli che mi sia capitato di leggere, un bellissimo dono da parte tua. C’è Amore, già sporcato, in superfice, dalle impronte di quello che può sembrare il seme dell’ attaccamento, ma è anche un sentire che va oltre…non vorrei dire sciocchezze, ma quello tra Vittorio ed il nostro protagonista è un incontro più che di camerati quasi di…Anime. Non so come spiegare ma talvolta se un incontro avviene è perchè c'è una prova, una ‘lezione’ da affrontare insieme, e questo episodio tra loro mi pare un nodo nevralgico della ‘relazione’.
Posso anche sbagliarmi, sto sproloquiando a sentimento…
Davvero, complimenti, ciò che hai scritto è intenso.
Un abbraccio
Shanti

Recensore Veterano
27/09/13, ore 03:11
Cap. 4:

Ed è così quindi? Sta già germinando l’infatuazione per Vittorio, il figlio che, nella sua insoddisfazione, il nostro capo famiglia vorrebbe avere? Ha sicuramente fascino il ragazzo. Ha il sapore di quelle apparizione che, come hai scritto anche tu, non si riescono a concepire al di fuori della retorica, in un ambiente privato che non sia il terreno fertile delle idee. Mentre il caro Luigi, l’incarnazione di tutta la bellezza sognante della fanciullezza, resta un po’ indigesto al paparino che ha per il giovane militante dei pensieri che, a modo loro e sempre con un certo distacco, sfiorano la premura.
Tra l’altro continuo ad essere davvero ammaliata, con così poco riesci a ricostruire uno scenario d’epoca impeccabile…

 
 
(Recensione modificata il 27/09/2013 - 03:13 am)

Recensore Veterano
27/09/13, ore 02:45
Cap. 3:

Privjet dorogaja.
Come riesci a rendere il padre! E’ perfettamente mascolino nella fredda lucidità priva di sbalzi sentimentali con cui analizza pressoché ogni cosa. Persino il rapporto con la figlia viene elaborato come un “contratto elettorale”, dove però lui si pone dalla parte dell’elettore. E’ lei che per prima deve fare lo sforzo nel dimostrarsi affabile, altrimenti lui si rivolge a qualcuno di più promettente come il figlio, salvo poi non fare nulla di più che sperare che crescendo maturi qualche aspetto che lo renda degno di interesse…tanto per restare in tema con la saggezza contadina "ognuno raccoglie quel che semina", e se non semini con attenzione...
 
Che dire di Vittorio, quando hai già detto tutto tu?
“ Più che un bambino gli era sembrato una sorta di rettile, nevrastenico come tutti i malati di petto. E come tutti i rettili faceva venire voglia di toccarlo e prenderlo in mano nonostante la repulsione.”
Con un solo affondo sei arrivata al nocciolo del suo fascino, scrivendo nero su bianco l'esatta sensazione suscitata dalla sua fulminea descrizione. E’ proprio quest’aura gelida e tranquilla che mi fa tribolare nell’ attesa di interessanti stravolgimenti.  
Complimenti, davvero.

p.s.
Da brava cafona quale sono non ti ho nemmeno ringraziato per le bellissime cose che mi hai detto nel messaggio in risposta alla vecchia recensione. Lo faccio ora, grazie di cuore! :)

(Recensione modificata il 27/09/2013 - 02:48 am)

Recensore Veterano
15/09/13, ore 20:05

Privjet.

Il tuo stile mi è piaciuto subito. Dicevo con un’altra ragazza che quello che mi colpisce dei tuoi racconti è la loro chiarezza, priva di arabeschi stilistici, capace di toccarti profondamente. Centra il cuore delle cose senza schiamazzi, non racconta niente di più della vita di un uomo ma lo fa proprio con una genuinità tutta umana che annulla una potenziale freddezza da scrittura schietta. Insomma, mi piace particolarmente come scrivi.
Ed è anche molto interessante come con così poco riesci a fare emergere quelle differenze che nel periodo in cui hai ambientato la vicenda erano forse più rimarcate ma che, sotto sotto, sono le differenze epocali tra i sessi. La differenza tra uomo e donna, differenze del sentire, con lei che è così più sensibile ai figli, al loro presente, e lui che si trova nella “palude” familiare perché i figli li vive in funzione di un futuro che, per loro, gli pare incerto.

Complimenti ancora!

Poka  

Recensore Junior
06/05/13, ore 20:44

Mi piace molto, asciutta e decisa, hai un bellissimo modo di scrivere, molto scorrevole e i personaggi sono costruiti benissimo, all'inizio il protagonista mi stava un po' antipatico, ma ora inizia a piacermi e Vittorio è molto affascinante per come l'hai costruito. Adoro poi il periodo storico in cui hai ambientato la storia anche se scriverci sopra è difficile, perchè si rischia di cadere in banalità...invece tu stai facendo qualcosa di molto particolare!